Trump si salva in appello ma il “giochino dei dazi” si fa duro. La storia di Mr. Schwartz, Taco Tycoon e Lady Ursula. Mossa all’UE.
Pochissimi giorni fa avevamo nuovamente aggiunto un nuovo espisodio di «La sai l’ultima?» inserita nella serie “Il gioco dei dazi a casaccio” del “Tycoon show“.
[si legge, più o meno, in: 4 minuti]
Vorremmo parlare d’altro ma come si fa a non fare un editoriale? Fra lavagnette riepilogative, sanzioni paventate, schedulate e poi posticipate con numeri che frullano nell’aria, adesso si sono aggiunti pure i giudici e per “Taco Tycoon” non sembra mettersi così bene con la storia delle imposte sull’importazione.
In meno di ventiquattr’ore un 1-1 con il Governo americano che ha messo una pezza sull’improvvisa decisione US Court of International Trade di fermare, per legge e ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act, l’imposizione di tariffe così alte per l’importazione.
Gli USA sono una nazione in cui tutto è possibile e spesso veloce. È così che il signor Victor Schwartz, fondatore di Vos Selections, da produttore e distributore di vini si è ritrovato a essere paladino di quel mondo che mal digerisce l’atteggiamento della Casa Bianca.
Una questione economica, ma anche una battaglia per la comunità di importatori e distributori (di sonseguenza anche per gli esportatori) per salvaguardare il mercato.
La Corte USA per il commercio internazionale, ha così concesso alla Casa Bianca dieci giorni per eliminare i dazi specifici, mantenendo invece in vigore le tariffe su acciaio, alluminio e auto, poiché queste erano state imposte in base alla “Section 232” del Trade Act, che permette restrizioni alle importazioni considerate una minaccia per la sicurezza nazionale.
L’amministrazione Trump ha immediatamente contestato la decisione, avviando una battaglia legale che ha portato risultati in meno di un giorno: la US Court of Appeals for the Federal Circuit ha accolto la richiesta della Casa Bianca, sospendendo temporaneamente la decisione. La sospensione è valida “fino a nuovo avviso”, in attesa che i giudici esaminino ulteriormente i documenti delle istanze.
La storia sarà lunga, Donaldo e i suoi yesman restano fortemente nervosi. Queste le parole del Tycoon sulla sua piattaforma Truth Social che, come accade ovunque in questi casi, la mette sul complotto e sulla salvaguardia degli interessi nazionali: «The U.S. Court of International Trade incredibly ruled against the United States of America on desperately needed Tariffs but, fortunately, the full 11 Judge Panel on the U.S. Court of Appeals for the Federal Circuit Court has just stayed the order by the Manhattan-based Court of International Trade. Where do these initial three Judges come from? How is it possible for them to have potentially done such damage to the United States of America? Is it purely a hatred of ‘TRUMP?’ What other reason could it be?»
Nonostante la sospensione, il consigliere per il commercio Peter Navarro, ha poi già annunciato che l’amministrazione risponderà con forza alla sentenza del tribunale e troverà il modo di imporre i dazi, anche in caso di una sconfitta legale definitiva.
Ma Trump, ovviamente, inizia a perdere consensi e aumentano meme e nomignoli. Il suo mercanteggiare e fare come le antenne delle lumache gli ha fatto guadagnare il soprannome di “TACO” (Trump Always Chickens Out) pare coniato dall’editorialista del Financial Times Robert Armstrong e che, letteralmente, significa pressappoco: “Trump si tira sempre indietro” o “Trump se la fa sempre sotto”.
“Taco Tycoon” non l’ha così presa benissimo quando la giornalista CNBC, Megan Cassella gli ha chiesto direttamente cosa ne pensasse di questo appellativo così noto a Wall Street.
All’estero, intanto, la Cina ha prontamente reagito, sollecitando gli Stati Uniti a “cancellare tutti i dazi unilaterali impropri” a seguito della decisione iniziale della corte federale. La portavoce del ministero del Commercio cinese, He Yongqian, ha sottolineato l’importanza di mantenere aperte le comunicazioni bilaterali e multilaterali tra Pechino e Washington, pur evidenziando le preoccupazioni cinesi sugli “abusi dei controlli americani sulle esportazioni di semiconduttori”.
Le borse hanno ovviamente fatto alto (prima) e basso (poi), rimanendo nel limbo dell’incertezza che va avanti ormai da mesi.
E l’Unione Europea che dirà? A sensazione nostra, per Ursula Von der Leyen si presenta una chance importante perché (come sempre accade) non ci sono problemi per l’avversario almeno fino a quando ha una situazione tranquilla in casa propria.
Il “Make America Great Again” pare perdere qualche sostenitore importante, Elon il “Doge” si sta defilando e se Wall Street comincia a rumoreggiare significa che è arrivata l’ora di smetterla quantomeno con le sparate da “TACO”.
Si può prendere tempo, in questa partita a scacchi sembra adesso che la mossa spetti a Bruxelles. Non siamo certamente la Cina (che ha atteso fino a quando Trump non ha piegato la testa) ma anche le recenti dichiarazioni della Presidente mostrano una consapevolezza delle attuali difficoltà di Washington.
In Italia, tranne i soliti poveretti che pare non abbiano altro da fare che destabilizzare l’ambiente, sembra che il fronte filo-europeo bipartisan sia compatto.
Sarà molto importante mantenere questa stabilità perché gli episodi della saga “Mr. Schwartz, Taco Tycoon e Lady Ursula” torneranno presto alla ribalta.
[PB]
fonte: CNN, CNBC, Sky, Financial Times, Truth social
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