Cambiamento climatico: serve equilibrio

La resilienza dei vignaioli al cambiamento in un reportage Will con FIVI. Consapevolezza, fatica ed equilibrio: possiamo farcela


Cambiamento climatico: quanti confronti, quanti pareri autorevoli e attendibili, quante chiacchiere, anche approssimative…


[si legge, più o meno, in: 4 minuti, si guarda in 28:03]

Se parliamo di viticoltura, almeno per noi la prima opinione da ascoltare è (ovviamente) quella dei viticoltori e sono tantissimi quelli allineati sulla presa d’atto che in questi anni le difficoltà sono aumentate a dismisura e in condizioni aleatorie.

will fivi cambiamento climatico reportage valtellina
frame da Gradi by Will media

Se poi esistano subdoli interessi politico-economici nel prendere una posizione uguale o contraria, a noi poco interessa, perché l’opinione ce l’abbiamo già pur non essendo né climatologi né viticoltori ma in quanto giornalisti ascoltiamo, riflettiamo e raccontiamo la nostra esperienza raccolta con prove certe sulla base di testimonianze di chi è coinvolto in prima persona e senza effetto placebo ma empiricamente con il piede fermo sul terreno, lo sguardo attento sulla pianta e la mano delicata sul grappolo.

Bello… sì, bella l’idea e belli anche i 25 minuti da vedere online di “Gradi. Il vino italiano ai tempi del cambiamento climatico“, il reportage realizzato da Will Media – ci sono da sempre piaciuti – in collaborazione con Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

Un video che ci accompagna in un viaggio dal sud a nord Italia e che va a esplorare storie e contesti fatti di vite e di viti, aggrappate strenuamente alla loro terra d’appartenenza, alla costante ricerca di nuove idee e soluzioni per affrontare le evoluzioni ambientali, le difficoltà e le possibili soluzioni oltre a ciò che solitamente viene ipotizzato e proposto.

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frame da Gradi by Will media

Dalla consapevolezza che la viticoltura sia da considerarsi una sorta di “sentinella” sugli effetti del cambiamento climatico in natura, il documentario osserva le problematiche più importanti intervistando i vari protagonisti partendo dalla Sicilia e arrivando in Valtellina puntando a trovare possibili vie d’uscita, anche alternative, tra adattamento e mitigazione cercando di evitare la strada delle soluzioni semplici e tenendo sempre un occhio attento alla complessità dei fattori, a una visione d’insieme capace di accogliere tutte le sfaccettature.

Grazie alla disponibilità di due esperti di gestione del territorio e di alcuni artigiani del vino FIVI, l’autrice Giulia Bassetto ha viaggiato e raccolto le loro testimonianze e la loro esperienza sulle tecniche di adattamento agli eventi estremi come le ondate di calore, la siccità, gli incendi, le grandinate o le alluvioni.

Nel reportage si lascia spazio alla consapevolezza che le soluzioni per adattarsi al clima che cambia esistono, e i produttori che le stanno adottando quotidianamente ne apprezzano già l’efficacia se pensate in prospettiva di lungo periodo.

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frame da Gradi by Will media

Lontano dagli scintillanti promo da social o dai servizi a prescindere catastrofici e generalisti, il merito di questa produzione va indubbiamente anche a FIVI che ha voluto sensibilizzare ulteriormente sul tema e sul duro lavoro quotidiano e, sul serio, resiliente.

Lo ha precisato anche il presidente Lorenzo Cesconi: «I vignaioli e le vignaiole italiane sono in prima linea sul fronte del climate change: da un lato ne soffriamo le conseguenze, dovendo portare avanti il nostro lavoro seguendo andamenti stagionali pressoché imprevedibili e subendo eventi meteorologici spesso catastrofici, dall’altro con orgoglio rivendichiamo di essere davvero quei custodi di territorio che sempre di più servono al Paese, spesso ultimo argine all’abbandono e allo spopolamento, e al conseguente degrado territoriale, paesaggistico e idrogeologico.

Come emerso dalla recente indagine Nomisma – Wine Monitor, una delle principali esternalità positive collegate all’attività dei vignaioli indipendenti Italiani è dato dal fatto che l’81% dei vigneti che coltiviamo si trova in collina e in montagna, rispetto al 60% della media italiana, vale a dire in quelle “aree interne” sempre più fragili e a rischio abbandono. Con questo documentario vogliamo raccontare le storie di chi, con sempre più fatica e sempre meno sostegno, mantiene vivi questi territori, investendo e rischiando del proprio. E vogliamo farlo – ha chiuso Cesconi – con uno sguardo al futuro, ai vignaioli e alle vignaiole di domani e alle nuove generazioni, nella speranza di consegnare loro non solo un mondo del vino sostenibile, ma un pianeta in equilibrio».

Già… equilibrio: la parola chiave per il futuro in campo produttivo, ambientale e socio-economico. Nessuna soluzione, da sola, risolverà i problemi e servirà l’impegno di tutti, non solo dei coltivatori ma anche delle istituzioni e, non ultimi, dei cittadini che, consapevolmente, potranno davvero fare la differenza. Torneremo sull’argomento come spesso abbiamo fatto, intanto guardate il video per capire molto e meglio.

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fonte: FIVI
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