Vinexpo Singapore: pluricultura del futuro

A Singapore, Vinexpo Asia 2025 mostra le risorse di un mercato che non cede il passo. Il futuro passa anche da questo crocevia.


Dal 27 al 29 maggio siamo passati da Singapore per Vinexpo, la famosa fiera che si ramifica da Parigi verso l’intero globo e che, per il 2025, ha trovato il suo centro asiatico proprio in questa città-stato.


[si legge, più o meno, in: 3 minuti]

L’edizione appena conclusa di Vinexpo Asia ha visto espositori provenienti da 60 paesi, quasi 9.000 persone di settore in visita e 30 conferenze e masterclass di promozione del vino e dei superalcolici. I numeri sono essenziali anche a posteriori, ma sarebbe riduttivo riportarli a resoconto senza prima capire il valore di una determinata scelta organizzativa e di come molti cuori – pure il mio – rimangano letteralmente ammaliati passeggiando per le strade di questo crocevia pluriculturale.

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courtesy: Vinexpo Asia
Perché Singapore?

Esattamente per la sua incredibile posizione geografica costiera, Singapore (definita la Tigre d’oriente) è diventata il nuovo grande hub di tutto il sud-est asiatico rubando la leadership ad Hong Kong. Ad oggi rappresenta il secondo porto commerciale più grande al mondo ed anche il sesto centro finanziario più importante!

La stabilità commerciale, la dinamicità e la grande forza degli investimenti in settori disparati, hanno portato a Singapore numerosi accordi di libero commercio che hanno sviluppato business forti e floridi.

singapore giulia marini
credits: GM ©

Arrivando a Singapore e percorrendo la strada dallo splendido aeroporto Changi, numero uno per bellezza, fino al centro, si respira un’aria salmastra accompagnata da una ricca vegetazione e tantissime palme che ricordano molto Miami.

Il centro è un concentrato da grattacieli e modernità, con tocchi di verde tropicale e pulizia ovunque. Insomma, oltre ad essere davvero bella e moderna, ci si accorge subito che c’è benessere e che le persone hanno un’elevata possibilità di spesa.

Ho perso il conto delle Maserati viste, dei centri commerciali lussuosi, dei circuiti cittadini di Formula1 e dei grandi marchi. Ma Singapore non è solo questo! E’ anche, e soprattutto, multiculturalità.

singapore giulia marini
credits: GM ©

La diversità di popolazione è straordinaria: si parlano numerose lingue, oltre a quella ufficiale si trovano l’inglese, il malesiano, il cinese e l’indiano udite quotidianamente in ogni angolo di città. Dal fiore all’occhiello rappresentato dall’area del Marina Bay Sand (dove si svolge Vinexpo), ai quartieri arabo e cinese, coreano e giapponese, così folkloristici e colorati, fino ai giardini botanici, tutto è curato al dettaglio per far vivere un’esperienza piacevole.

Cibo e consumo bevande

La cultura culinaria è altrettanto varia, così come quella delle bevande: i vari quartieri offrono le specialità delle loro terre madre, dal barbecue coreano, al ramen giapponese, dal kebab arabo ai ravioli cinesi, è tutto un pullulare di banchi di strada ma ci sono anche degli incantevoli ristoranti (non per tutte le tasche). I piatti principali di Singapore ne rappresentano la varietà culturale: dal riso al pollo di Hainan al Laksa a base di latte di cocco, dai noodles saltati con le verdure e le spezie, al granchio piccante. Personalmente, le mie papille gustative sono esplose al “Burma Social”, assaggiando per la prima volta cibo burmese, in particolare paninetti morbidi ripieni di carne, verdure fritte e una zuppa di curry verde. Amore al primo morso.

vinexpo asia singapore giulia marini
credits: GM ©

Per quanto riguarda l’alcol, invece, la legge non vieta di bere in pubblico, anche se con musulmani o nel quartiere arabo vi è più difficoltà e il rispetto impone di adeguarsi ai costumi locali. Nei ristoranti internazionali si trova tantissimo vino in carta ed è inutile dire che quello francese la fa da padrone anche in questa parte d’Asia. Vi è una deliziosa enoteca nascosta vicino al mercato notturno e all’edificio delle vecchie poste, che si chiama “LQV Le Quinze Vins”, che mi ha stregata per la vastità della selezione francese – appunto.

Anche la scena dei distillati, soprattutto sakè e gin, è decisamente interessante e gli Speak Easy fioriscono nascosti, con sale private e bartender dal servizio impeccabile. Deliziosi.

vinexpo asia singapore giulia marini
credits: GM ©

Soffermiamoci un attimo sul vino. Singapore ha un’economia di apertura e ospita circa 40.000 aziende internazionali sul suo suolo. Organizzare in questo posto così multiculturale e aperto al business asiatico, e non solo, la fiera del Vinexpo, denota davvero un grande valore simbolico.

Vinexpo Asia

L’evento è stato ideato principalmente per attrarre differenti mercati vitivinicoli attraverso le varie regioni asiatiche del Pacifico, incluse Cina, Australia, Corea del Sud, Giappone, ma anche mercati giovani con grandi prospettive di crescita nel settore vino quali Indonesia e Vietnam.

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courtesy: Vinexpo Asia

Riflettendo su fatto che l’area Asia-Pacifico rappresenta da sola circa il 10% dell’import di vino a livello mondiale, e che si presuppone possa chiudere il 2025 con una crescita da +1.5% per le bevande alcoliche, con un +5.9% addirittura per il segmento dei “ready-to-drink”, si può facilmente capirne l’importanza strategica e come mai tantissime aziende abbiano voluto correre per essere presenti a Vinexpo Singapore. Senza entrare in dettaglio dazi americani…

La città di Singapore da sola rappresenta già un mercato maturo e sempre più attraente sia per il vino che per i superalcolici. La gastronomia, come menzionato sopra, e la combinazione col vino vanno di pari passo in questo luogo così dinamico e di gusto, proprio in tutti i sensi. Dal più piccolo bar al ristorante di classe vi è un fil rouge che lega e accompagna piacevolmente: la ricerca del bello e l’essenza del buono. Non per altro, Singapore è il luogo simbolo del “premium” che si tratti di cibo o di bevande, vi è solo l’imbarazzo della scelta.

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credits: GM

In conclusione: ho visto una fiera partecipata e coinvolta, un pubblico incuriosito e con potenzialità di investimento. Non resta che aspettare che la tigre d’Oriente cresca ancora, ma i tempi sono decisamente maturi.

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fonte: Vinexpo Asia – foto: Giulia Marini ©
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