roi sensuel et pas sessiste


Marketing accattivante e moderno: Champagne è lo specchio di una società che può cambiare? Una masterclass di valore, oltre l’assaggio.


Difficilmente salgo sui carrozzoni mediatici delle notizie di cronaca, diffido dei clamori sbandierati, anche quando sono fatti oggettivi. Devo però ammettere che essere donna mi pone inevitabilmente da “una delle parti” della società.


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Tutto è iniziato a Lucca, in una domenica d’inverno, assistendo alla masterclass “Le Donne della Champagne e lo Champagne delle donne” condotta da Elsa Leandri. Spinta dalla potente energia trasmessa da queste donne nel breve e liquido spazio di una degustazione, ho voluto poi scriverne quasi a esigenza di ribadire il concetto della parità dei generi, così obsoleto eppure ancora così duro da sconfiggere.

La masterclass era inserita nel programma del “Il Desco“, manifestazione eno-gastronomica di largo spettro che da circa due decenni si tiene a Lucca presso la suggestiva location del Real Collegio. Uno fra i vari appuntamenti guidati di altissimo livello che nei giorni di manifestazione sono stati organizzati per approfondire i temi di cibo, vino, olio e cucina (anche alternativa) e che hanno meritatamente riscontrato adesioni da “tutto esaurito”.


Spirito Italiano champagne masterclass società
foto: LT ©

Elsa Leandri ha guidato lo spettatore partendo dalla storia della pubblicità dello Champagne, da sempre basata su sesso e sensualità che vedeva la donna come “preda” da conquistare con il famoso vino, in base al concetto di status symbol di oggetto costoso e disinibente. Questo viaggio attraverso il costume e la società dall’inizio del ‘900 a oggi ha evidenziato come solo recentemente la sua interpretazione dei cambiamenti sociali sta prendendo forma, segno che comunque, al di là di abitudini, sessismo e moralismo, il concetto di pubblicità a fini capitalistici sia sempre super partes, ovvero sempre più importante rispetto al modificarsi, più o meno condivisibile, della società.

Intrigante e paritaria come non mai la recente pubblicità dell’Associazione Champagne de Vignerons che pone sullo stesso livello due persone, autentici lavoratori del settore, che promuovono la loro attività e descrivono con sole due parole il loro vino, ribaltando finalmente alcuni luoghi comuni sessisti.


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Marjorie Robert, Les Riceys e Hugo Herbert, Rilly-la-Montagne – fonte: Ass. Champagne de Vignerons

Nell’incontro sono stati anche attraversati momenti di storia con aneddoti e racconti di vita di donne importanti come Barbe Nicole Ponsardin Veuve Cliquot, Luise Pommery, Lily Bollinger, personaggi all’avanguardia nel contesto storico sociale e politico del loro tempo, donne che hanno vissuto la loro vita sotto l’egida di una parola che forse nemmeno conoscevano: “emancipazione“,  fino ad arrivare a oggigiorno, con donne contemporanee che si occupano della conduzione di aziende importanti come Audrey Brocard, Hélène Beaugrand, Virginie T., Sophie Ducceschi.

Donne che hanno scelto di non farsi identificare come “figlie di” o “mogli di”. Donne imprenditrici, come lo sono nel 40% dei casi delle aziende vinicole in Champagne, contro il 27% del resto di Francia.

Interessante anche il dato italiano, fornito dal sito Donne del Vino, che invece vede, regione per regione, una media di dirigenza femminile di circa il 28% con punte del 40% in regioni minuscole e a prevalenza agricola come Valle d’Aosta e Molise, paradossalmente situate a estremo Nord e estremo Sud.  Non sono le uniche, fortunatamente, né in Italia né in Francia e nel resto del mondo. 


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foto: LT ©

La degustazione dei sei eccellenti Champagne vede al personale vertice qualitativo il Brut Nature 2009 di Virginie T., assemblage di 70% Pinot Noir, 20% Chardonnay e 10% Meunier. Questo millesimato pas dosé, dai migliori Premier e Gran Cru delle Montagne di Reims, sosta 120 mesi sui lieviti prima di assumere un color oro antico, ed esplodere la sua effervescenza attraverso tutti i profumi di pasticceria, cedro candito e cranberries disidratati, rinfrescati da refoli di erbe aromatiche essiccate.

All’assaggio la cremosità delle bollicine ricorda il cappuccino e la bianca pastosa gessosità delle craie. Teso e rinfrescante, il volume effervescente che si espande delicato ma costante nel cavo orale lo soddisfa pienamente e allunga il piacere nella persistenza.


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foto: LT ©

I terribili recenti fatti di cronaca, oggetto di speculazioni mediatiche e non solo, ci portano inevitabilmente a riflettere sulla nostra società, italiana e mondiale: in alcuni Paesi tuttora essere donna non equivale a essere umano. In altri, solo in apparenza i diritti sono legalmente equiparati, ancora condizionati da strutture sociali e moraliste che in realtà limitano la vera emancipazione femminile.

Emancipazione che deve comunque essere letta non come competizione o emulazione nei confronti né del genere maschile né di potenziali altri generi dalle bizzarre definizioni – come se fosse sempre necessario dare una definizione all’Essere – ma come perequazione umana di “persone” che offrono le proprie capacità intellettuali e emotive per un comune presente e futuro migliore.


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foto: LT ©

Un viaggio virtuale attraverso vigne, storia e costume: noi enofili ne trattiamo attraverso il vino, materia che unisce, che fonde socialità, cultura, edonismo, progresso e “Umanità”, nell’ottica che anche questo settore di mondo, fino a poco tempo fa annodato da un innegabile maschilismo davvero irragionevole, diventi sempre di più equo e equiparato sia nella produzione che nella comunicazione. Ringrazio Elsa Leandri per averci proposto questa interpretazione, e lascio al lettore l’approfondimento personale degli spunti forniti, con la mia irriducibile fiducia nel genere umano. 

Mi piace concludere con questa citazione: “la differenza tra maschilismo e femminismo? Mentre il maschilismo è privilegio di alcuni, il femminismo è diritti per tutti”.




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