Tradizione, qualità e numeri sui mercati internazionali: il Vermouth IGP ha sfilato fiero nella sua Torino verso il futuro.
Il 24 gennaio, presso la sede di AIS Piemonte nel capoluogo, si è svolta la seconda edizione dell’evento “Il Vermouth di Torino… a Torino”, una giornata interamente dedicata a questo vino aromatizzato della grande tradizione che sa incarnare la storia e la cultura piemontese.
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Un’occasione speciale, organizzata dal Consorzio del Vermouth di Torino, per celebrare il forte legame di questo prodotto con il territorio e la sua crescente affermazione a livello internazionale. La conferenza di apertura è stata doverosamente incentrata sui dati analitici del Vermouth di Torino IGP e, guardandosi un po’ attorno, raggiungere oggi questi invidiabili numeri in crescita riesce davvero a pochi.
I numeri, prima di tutto
La giornata si è aperta con una conferenza nella prestigiosa sala Barbaresco, dove il presidente del Consorzio Antonio Bava, e il direttore Pierstefano Berta hanno condiviso dati e riflessioni sull’evoluzione del Vermouth di Torino.
Bava ha evidenziato come questo prodotto, già nel XIX secolo, fosse un precursore nell’affrontare il mercato internazionale, ben prima di molti altri vini italiani. Oggi, il Vermouth di Torino è esportato in oltre 80 Paesi e gode di una posizione di rilievo sia nella mixology sia come prodotto da degustare liscio.
Pierstefano Berta ha poi illustrato i numeri che testimoniano il successo di questo prodotto negli ultimi anni. Dal 2019, anno di fondazione del Consorzio, si è registrato un incremento significativo nel consumo, con una crescita media annua del 24,7%. Un giro d’affari passato dai 32 milioni di euro del 2018 ai 172 milioni attuali, mentre la produzione è salita da 2 milioni di bottiglie nel 2019 a quasi 7 milioni oggi. Anche il numero dei soci è aumentato considerevolmente, passando da 14 a 43, a dimostrazione di come il Consorzio stia svolgendo un ruolo cruciale nella valorizzazione e tutela del prodotto.
Come comprenderlo meglio?
Nel corso della giornata, i partecipanti hanno potuto immergersi in una serie di attività che hanno messo in luce la versatilità del Vermouth di Torino.
- Degustazioni Guidate:
nella sala Barbaresco, si è svolta una degustazione tecnica di tre tipologie di vermouth: dry, bianco e rosso. Ogni assaggio è stato accompagnato da una scheda tecnica che ne descriveva il profilo aromatico e il bilanciamento tra zuccheri e botaniche. È stato spiegato, ad esempio, che il dry non contiene molti zuccheri e ha un equilibrio delicato, mentre il rosso, più dolce, è bilanciato da note amaricanti e speziate. - Sala degustazioni
appassionati e semplici consumatori hanno qui conosciuto e approfondito le diverse categorie di vermouth, dai dolci ai dry fino agli extra dry, passando per le botaniche e i processi di aromatizzazione. I produttori del consorzio, presenti con stand dedicati, hanno fatto conoscere la complessità e le mille sfaccettature di questo prodotto. - Showcooking
lo chef Stefano Gallo ha deliziato i partecipanti con un risotto preparato con vermouth, utilizzato sia per sfumare che come riduzione per la mantecatura. Il vermouth è stato protagonista anche negli abbinamenti con formaggi, salumi e dolci tipici piemontesi, come il bunet.
Era presente anche il Comitato del Gianduiotto rappresentato da otto aziende tra le più antiche e rappresentative dell’eccellenza torinese nel mondo, proponendo l’indimenticabile abbinamento tra cioccolato e Vermouth di Torino. Un’ulteriore dimostrazione di come questo vino aromatizzato possa essere utilizzato anche in cucina, oltre che nella mixology e come prodotto da degustare liscio.
Una bevanda che sa raccontare la storia
Un altro momento di rilievo è stato il talk dedicato alla storia del vermouth dalla sua nascita, legata all’Artemisia absinthium (assenzio maggiore), al suo successo nell’Ottocento come vino aromatizzato apprezzato da casa Savoia e dal mercato internazionale esploso negli anni’20 e ’30 del 1900.
Ancora oggi, il Vermouth di Torino vanta la sua unicità di potersi fregiare dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) che garantisce qualità e autenticità.
Il presidente Antonio Bava ha infine sottolineato come il nuovo statuto del Consorzio, approvato di recente, contribuirà a una tutela e a una promozione ancora più efficaci, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, dai titolari di etichetta, ai distributori, fino ai produttori.
Promozione internazionale e le nuove iniziative
Nell’incontro pomeridiano, il direttore del Consorzio ha poi guardato al futuro sottolineando l’importanza delle varie iniziative pensate per promuovere il Vermouth di Torino a livello internazionale. Progetti come Mediterranean Aperitivo, dedicato a mercati chiave come USA – dove è stato anche depositato il marchio – UK e Canada, hanno permesso di valorizzare il prodotto attraverso eventi per gli addetti ai lavori, seminari e banchi d’assaggio alle principali fiere internazionali.
Anche sul territorio piemontese non mancano proposte di rilievo, come Extra Vermouth, un percorso di degustazione nei locali storici di Torino, ed Esperienza Vermouth, un progetto sensoriale e pratico che consente ai partecipanti di creare il proprio vermouth.
A partire dal 2025, il museo dedicato al vino e al vermouth presso Palazzo Ottolenghi di Asti rappresenterà un ulteriore passo avanti nella promozione di questo prodotto.
Quale futuro?
“Il Vermouth di Torino… a Torino” ci è parso un evento dove l’eccellenza e la giusta promozione sono viaggiate all’unisono, celebrando la tradizione di un prodotto simbolo e offrendo un’esperienza appagante tra degustazioni, momenti culturali e showcooking.
Se da un lato l’attenzione del Consorzio è fortemente orientata verso il mercato internazionale, dall’altro rimane fondamentale educare anche le nuove generazioni italiane a conoscere e apprezzare il prodotto nelle sue peculiarità. Con una crescita costante e progetti ambiziosi, il futuro di questa eccellenza piemontese appare promettente, sempre più legato al territorio ma con una vocazione globale.
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