Si punta alla sostanza e alla longevità. La “regina ribelle” rischia però crisi identitarie. 2022: prova comunque superata, la nostra “Super-22” da San Gimignano ’23
Senza la “principessa/regina bionda” non è settimana delle Anteprime di Toscana: San Gimignano è una tappa obbligata.
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La XVIII edizione dell’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2023, si è riposizionata temporalmente nel tradizionale periodo di febbraio svolgendosi essenzialmente in continuità con il passato: assaggi in anteprima per la stampa di settore nazionale e internazionale al Museo de Grada e approfondimento culturale nella Sala Dante del Comune.
Oltre il fascino indiscutibile del borgo, la grande storia che si respira per i vicoli e nelle sale dei palazzi, un clima sempre cordiale e “a misura d’uomo”, devo confessare che l’Anteprima della Vernaccia è quella che, al momento, stimola oltremodo la mia curiosità rispetto agli altri eventi organizzati dai consorzi principali della regione.
Le motivazioni sono svariate e fanno essenzialmente capo allo stile produttivo e alla comunicazione, valori su cui chiaramente gira tutto – ergo: abbiamo scoperto l’acqua calda –
Avete certamente letto in questi mesi i nostri resoconti per i “prìncipi” del vino toscano (nessuno sia definito il “re”, si rischia la scomunica), le ottime impressioni ricevute dal calice e dalla sua promozione, la sensazione di una Grande Toscana di essenza unica e trina, nel bene e nel male: ferma, stabile e possente.
Che la regione non manchi di iniziative e idee che provino a veicolare il proprio vino, è fuori discussione. Che i toscani vivano di ataviche, medievali e rinascimentali sicurezze, pure questo è indubbio. L’accusa di eccessiva staticità in un mondo che fugge sfuggendo non li deve irritare ma stimolare.
Sicuramente è stato fatto molto e ci sono strade ormai ben chiaramente segnate sia nel sommo “tempio” del Brunello, che nell’esclusivo “salotto della Leopolda” per il Gallo nero, o ancora nella “fortezza” protettiva del Vino Nobile, così come negli spazi che raccolgono il vivace flusso di red lovers per Chianti e Morellino.
E la Vernaccia? San Gimignano è bella da morire (anche quando il cielo è grigio) e il suo vino più rappresentativo pare sicuramente ammaliante e (non solo per definizione) ribelle, talvolta anche troppo.
In questi anni si è lavorato molto per capire come orientarsi nel contestualizzarla per storicità e peculiarità, lo si è fatto come altrove ma adesso mi pare (per quanto sopra) più che altrove.
Un vino citato da Dante Alighieri che deve però molto del suo rilancio a quei marchigiani che vennero a cercare fortuna nel secondo dopoguerra del ventesimo secolo quando, probabilmente, il vino rosso era qui molto più che una certezza e quello bianco era poco più che una comparsa. Oggi la forza del Consorzio sono i sangimignanesi da generazioni ma niente sarebbe senza chi è qui da meno di cento anni o da chi lo è anche da meno di trenta.
Confronto di idee, di indole, di visione… questi luoghi sono meravigliosi quanto complessi.
Se parliamo poi di qualità sensoriali si è cercato di comprendere finalmente le potenzialità di un vitigno attraverso il progresso culturale agronomico ed enologico.
Un po’ “statica” al naso qualcuno ha cercato di “liberarla” maggiormente all’olfatto (e giù critiche…) per poi, ultimamente, giocarsi la carta della longevità che, pare, abbia messo più o meno tutti d’accordo (innovatori e tradizionalisti).
“Unica, nobile, ribelle” recita lo slogan che probabilmente rispetta tutta la sua essenza e che stimola istintivamente la mia indole attratta senza controllo da ciò che ha contenuto ma non sempre riesce a mostrarlo, da ciò che potenzialmente c’è ma va valorizzato, dal quel vedo e non vedo (facciamo sento e non sento) che ti tiene i sensi “in tiro” talvolta senza capire fino in fondo il perché.
La “mia” Vernaccia è sempre più affascinante, imprevedibile e ribelle, sicuramente “femmina” – proprio come rappresentata dal Consorzio, non datemi del sessista -, e questo suo essere così condizionata dalle stagioni la rende ancor più attraente indipendentemente che la verifica nel calice sia straordinaria o deludente.
L’ho detto sopra, anche a rischio di critiche (ma chi mi conosce sa quanto ami San Gimignano), è un vino secolare ma di fatto ancora giovane che nel 2023 si ritrova ancora a comprendere definitivamente la strada comune da seguire: se quella dell’appeal sensoriale d’impatto o quella del contenuto, se essere considerata una “principessa” giovane e bellissima o una “regina” che sa amministrare con saggezza nel tempo.
La via va trovata e a breve. A monte c’è la capacità dei produttori, così come la qualità del prodotto, ma a valle c’è un consumatore (stavolta meglio dire un buyer) a cui serve riconoscibilità di un marchio per comprenderlo, acquistarlo e proporlo.
E’ certamente difficile dover scegliere la strada quando il territorio è circoscritto, i numeri non sono esorbitanti e c’è necessità di vendere al volo (non scordiamo mai che un bianco ha delle criticità ben superiori a un rosso), però (pena il rischio di rimanere nel mezzo anonimato o nel Purgatorio per dirla “alla dantesca”) a un certo punto devi schiarirti e schiarire le idee.
La Vernaccia, come una bella giovane ribelle e ancora un po’ insicura quando si guarda allo specchio per intero, pare stia superando quella fase conflittuale in cui deve comprendere (perdonate la metafora, c’è ancora la Notte degli Oscar nell’aria…) se si sente più Sophie Turner o Meryl Streep oppure, con un tocco di patriottismo, se preferisce sentirsi Miriam Leone o Margherita Buy. Essere Charlize Theron o Valeria Golino, nel vino (soprattutto per un marchio in bianco), risulta molto difficile.
Pare comunque ampiamente intrapresa la via dell’espressività nel tempo. Lo dimostra l’esplicativa, gustosa e riuscita verticale organizzata nell’incantevole sala Dante del comune di San Gimignano.
Il consueto appuntamento di approfondimento parallelo agli assaggi in anteprima, quest’anno è stato incentrato tutto sulla qualità alla lunga distanza: “Timeless Vernaccia. A vertical tasting of old vintages of Vernaccia di San Gimignano“.
Alla guida, un Gabriele Gorelli magistrale, Master of wine ma anche “master in its communication”, davvero bravo, una scelta perfetta per raccontare un percorso a ritroso dal 2018 al 1997 e tutto in lingua inglese secondo i dettami della degustazione anglo-sassone (chi voleva, poteva usufruire di cuffie per la traduzione simultanea eng-ita).
Complimenti al Consorzio per la scelta e complimenti al CdA e alla presidente Irina Strozzi per le nuove iniziative pensate per valorizzare il marchio e i suoi soci, i “paladini” come li ha definiti la Strozzi durante l’introduzione alla masterclass.
In un nuovo video istituzionale, di grande impatto emotivo e proiettato prima dell’inizio, tutto lo sforzo comunicativo che si sta infondendo per trasmettere la passione e l’unicità di un territorio nonché la tradizione di un vino che potrebbe avere quasi 750 anni, citato da Dante, Boccaccio e richiamato da Vasari nel Salone dei 500 a Firenze.
Un ottimo viatico di esordio per poi verificare nel bicchiere quanto può essere credibile la proposta di una Vernaccia longeva, magari meno attraente e gioiosa però più volitiva e concreta.
the “timeless” dozen
Dodici campioni, ognuno introdotto dal proprio “paladino”, come fossero dodici “pennellate” per dipingere un unico quadro rappresentativo di un territorio nello spazio e nel tempo che pare guardare al futuro ritrovandosi nel recente passato… so, simply timeless.
Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2018 Il Colombaio di Santa Chiara Biancospino e tiglio, pietra bagnata, per dirla alla Gorelli: chablisienne. Ha frutto lungo in pasta bianca e finale salino |
Vernaccia di San Gimignano riserva Fiora 2018 Fornacelle Più solido e meno stuzzicante, c’è molta vaniglia su fiori gialli. Al sorso è deciso, appagante, più timeless che flirty con chiusura sapida di erbe e albicocca fresca |
Vernaccia di San Gimignano riserva 2017 Guicciardini Strozzi Maracuja e ananas fresco, note di alga e nocciola. Tanta sostanza sulla lingua con pregevole acidità ed estrema sapidità. Terza Vernaccia che ribalta il risultato: Estetica 1 – Saggezza 2 |
Vernaccia di San Gimignano riserva Benedetta 2016 Fattoria San Donato Vino più mentolato e di spezie su scorza di limone e richiami di ginestra. Molto piacevole negli aromi ma meno denso al palato dei precedenti |
Vernaccia di San Gimignano riserva Le mandorle 2016 Fattoria Poggio Alloro Di dorato evoluto e concentrazione estrattiva. Avvio di frutta secca, arancia, pot pourri bianco. In bocca gioca con ritorni di amaretto e pesca essiccata |
Vernaccia di San Gimignano Clara Stella 2015 Cappella Sant’Andrea Scorza di cedro e sprizzo balsamico, al sorso è sapido con chiusura di erbe lievemente prosciugante e calda |
Vernaccia di San Gimignano riserva Vigna a Solatìo 2015 Casale Falchini Arancia, frutta tropicale, rosmarino con tocco fumé. Davvero grande personalità e piglio con spinta ancora vivace e rinnovo finale di agrumi e fiori. A 8 anni dalla vendemmia, sicuramente timeless |
Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2014 Panizzi Estremamente fresco, che vino! Cedro, ananas, erbe aromatiche e note di idrocarburo. Siamo all’essenza, vino ancora giovanile che ripropone i fiori sul finale salato. |
Vernaccia di San Gimignano riserva 2014 La Lastra Vernaccia generosa, poco ammiccante e più concreta dal profilo aromatico di frutta secca e fumé. Prezioso il suo persistente estratto |
Vernaccia di San Gimignano riserva Signorina Vittoria 2011 Tollena Ormai dorata, ricorda l’agrume candito, mandorla tostata, mela in composta ed erbe officinali. Quanta concentrazione: in bocca si espande nei secondi con un sapido finale di ginger. Prova del tempo strasuperata |
Vernaccia di San Gimignano Hydra 2007 Il Palagione Grande pulizia, sorprende per questa freschezza dopo 15 anni, richiama sensazioni di mandarino in marmellata e ginestra con estrema eleganza. Sulle papille è ben equilibrato, mostra ancora energica e vibrante tensione con buona lunghezza |
Vernaccia di San Gimignano Carato 1997 Montenidoli Dopo oltre 25 anni una Vernaccia iconica ancora espressiva che ti racconta la vendemmia di un millennio passato con profumi di arancia disidratata, tè, frutta secca e cera d’api. All’assaggio tornano note di anacardo, burro fuso e salmastro. Tanto umami, la media lunghezza può essere perdonata |
Un percorso esplicativo, divertente, sicuramente espressivo di come si possa tornare indietro negli anni con piacere. Quanto indietro andrebbe capito, il 25% delle Vernaccia in verticale oltrepassava il decennio, il 60% circa ha mostrato di saper “stare al gioco”, sta poi al Consorzio capire dove posizionare virtualmente la linea oltre la quale possiamo definirci “timeless” (non siamo mica in Borgogna o nelle Langhe!).
Detto ciò, è stato un vero peccato per chi si è perso questo appuntamento in una sala meravigliosa che riesce a suggestionare come poche altre sanno fare.
Nel frattempo, al Museo de Grada, si svolgeva una delle più rischiose degustazioni in anteprima del nuovo millennio in Toscana: naso sul calice e liquido in bocca direttamente dall’annata 2022.
Nel 2022 si è festeggiato il 50° del consorzio, un anno in cui la denominazione ha toccato quota 4,6 milioni di bottiglie vendute, ha registrato 16000 presenze agli incontri con gli appassionati organizzati presso la Rocca di Montestaffoli, ha proseguito la sua opera di divulgazione con indubbia passione ed empatia, ha dovuto purtroppo fare i conti con la crisi economica e – ancor più purtroppo – il cambiamento climatico che ha “regalato” l’estate più siccitosa di sempre.
Irina Strozzi, presidente del Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano ha voluto rimarcare la forza del sodalizio e del messaggio: «Siamo felici innanzitutto per il ritorno ai banchi di assaggio dei nostri produttori. Un momento molto sentito perché il mondo del vino trova la sua naturale esplicitazione nella condivisione, nello scambio, nel contatto.
Gli ultimi due anni trascorsi sono stati anni di sfida e di grandi incertezze che hanno condotto il Consorzio a lavorare per creare delle opportunità e permettere così alla nostra denominazione non solo di mantenere il mercato conquistato ma, soprattutto, di tracciare un suo percorso identitario forte.
Da qui è nata la prima campagna che identificava la declinazione femminile della Vernaccia di San Gimignano nella Regina Bianca in una Terra di Re Rossi, unica, nobile e ribelle.
Nel 2023 il Consorzio sta proseguendo la campagna di comunicazione con un secondo capitolo, allargandola e dedicandola a coloro che sono i custodi e i migliori interpreti di un secolare, quasi millenario, vino bianco: i produttori, “paladini” della Vernaccia di San Gimignano, uniti da una grande passione, che passa dal riconoscimento della prima DOC italiana alla fondazione di questo Consorzio, che nel 2022 ha festeggiato i suoi 50 anni».
Al De Grada, aggiungiamo noi, i produttori sono infatti tornati a incontrare direttamente stampa e appassionati con i loro banchi.
sull’Anteprima VdSG 2023…
Un prezioso valore aggiunto e irrinunciabile ma da rivedere assolutamente per la logistica: troppa la concentrazione (oltre 200) delle presenze negli spazi comunque limitati e numerose sono state le lamentele dei giornalisti che nelle sale attigue tentavano di proseguire il loro lavoro pomeridiano infastiditi dalla naturale confusione che si è venuta a creare con il giustificatissimo entusiasmo dei tanti winelover accorsi per venerare la “regina bionda” e i suoi “paladini”.
Soprattutto la stampa extra-Toscana ha mostrato momenti di insofferenza preserale, non riuscendo a trovare un momento di approfondimento con i produttori per il troppo viavai e rimanendo comunque impossibilitata a rientrare in hotel perché ospitata per la sera a Firenze.
San Gimignano dovrà in questo farsi sentire maggiormente sia con l’ente organizzatore delle Anteprime di Toscana che con gli albergatori della zona.
Anche la piacevole cena distribuita nei vari ristoranti del borgo (che crea prezioso contatto e socializzazione fra i produttori e la stampa) è dovuta terminare – come fosse in una fiaba di Andersen – allo scoccare dell’ora di partenza del bus navetta per Firenze senza dare il giusto tempo per terminare in serenità.
Peccato, perché questo è un luogo dove sempre si trovano sorriso, cordialità e simpatia che meriterebbero di essere godute nel giusto modo.
Andiamo al sodo… La 2022 era paventata come un’annata non proprio sciagurata ma sicuramente infelice.
Premesse come queste tendono a farmi essere più comprensivo (come sempre poi accade nella vita: se poco ti aspetti, maggiormente ti sorprendi).
Diciamocela tutta: di capolavori non ne ho assaggiati a iosa però, sinceramente, i risultati sono stati generalmente molto più che egregi e la Vernaccia di San Gimignano 2022 assaggiata in anteprima pare più soffrire della troppo recente messa in bottiglia che da postumi di andamento stagionale nefasto.
Lo vedrete ce ne sono tante selezionate nelle Super-22 (guarda subito l’elenco) di quest’anno seppur nessuna di loro finisca nelle top-3 e ho trovato giusto premiare comunque la grande fatica, la grande tensione, i grandi sospiri di questi paladini che durante la fine dell’estate sono stati costantemente ad analizzare gli acini e a guardare le previsioni meteo, pronti per correre in vigna e poi scendere in cantina.
Rimane la sensazione di una 2022 davvero difficile, in cui qualcuno ha compiuto un mezzo miracolo, qualcuno non è proprio riuscito e qualcuno è stato scaltro a correggere il “tiro in corsa” per quanto possibile e consentito.
Alla 18^ edizione c’erano 96 vini da 41 aziende delle 79 associate al Consorzio, un’adesione fra le più alte mai registrate e anche questo è indicativo.
Qualità generale estremamente migliorata rispetto a dieci anni fa – neppure da paragonare – adesso il rischio vero è l’uniformazione, soprattutto sui vini di annata.
Sulle Vernaccia riserva emerge invece maggiormente lo stile con sorso spesso appagante che infonde fiducia sulla strada intrapresa del “timeless“.
Poi, come dicevamo sopra: Miriam Leone o Margherita Buy, Sophie Turner o Meryl Streep (per gli stranieri)… metafora e battute a parte, la strada deve essere chiara e perseguita (costi quel che costi), evitando di spiazzare il buyer che può ritrovarsi a non inquadrare la denominazione o non riconoscere più la mano del vignaiolo fra i prodotti della stessa azienda.
Indipendentemente da tutto, nella nostra Super-22 dell’Anteprima Vernaccia 2023 trovate come sempre una selezione di etichette ben distribuita fra le varie tipologie e annate. 49 erano le Vernaccia 2022 in assaggio, 16 le vendemmia 2021, solo 4 le 2020 (Fattoria San Donato, Il Palagione, Montenidoli e Palagetto). C’erano poi 6 Vernaccia riserva 2021, 12 riserva 2020, 8 riserva 2019 e infine Mareterra 2018, la Vernaccia riserva di Casa Lucii.
Dalla 2022 siamo finiti a selezionare etichette a ritroso fino alla vendemmia 2019 perché aveva assolutamente senso, perché il vino ci è parso di grande livello.
gli assaggi
Se le migliori Vernaccia riserva – le migliori… [nda] – ci hanno seriamente colpito per aver interpretato benissimo la filosofia sposata e divulgata dal consorzio, per quanto concerne la tipologia semplice abbiamo prediletto concentrarci maggiormente sulla 2022.
Ci sembrava davvero di fare un torto nel paragonare i prodotti già affinati da mesi a quelli di chi ha imbottigliato da poco e così, per le Vernaccia annata, siamo usciti dalla 2022 veramente per il minimo, proprio minimo indispensabile.
Nel “gotha” assoluto a 3 di quest’anno, sono finite tre etichette riserva di anni diversi (bellissimo!) che hanno dimostrato un fattor comune: la piacevolezza gusto-olfattiva, la sostanza tattile, l’alta predisposizione al medio-lungo invecchiamento.
Tre vini completi come quello di Signano, probabilmente la Vernaccia che più ha impressionato. La Ginestra 2021 ha mostrato carattere e una lunghissima e variegata distensione di sapori: buona, vibrante, appagante… un vero esempio.
Ancora una volta finisce sul podio a 3 il Colombaio di Santa Chiara. La famiglia Logi è ormai divenuta un riferimento di eccellenza e sapiente abilità nel proporre una Vernaccia affabile, seducente ma che corre nei secondi senza mai lasciarti solo.
Come ho già avuto modo di scrivere, cerco sempre di variare per queste occasioni il trittico di aziende che finiscono nel nostro Olimpo, anche perché talvolta basta davvero un niente per valutare un vino con 93 o 95 punti, saremmo – tutti! – dei presuntuosi se non ci rendessimo conto che quando si paragona la vera eccellenza spesso basta una dissimile sequenza vini in batteria, oppure una minima assuefazione, o ancora un diverso orario di assaggio per guadagnare o perdere un punto – e, come disse quello…, fra perdere 1 punto e guadagnarne 1… ci sono 2 punti di differenza –
Purtroppo (o per fortuna, fate voi) L’Albereta riserva 2020 non poteva scendere dal podio solo perché il produttore c’era anche lo scorso anno, davvero troppo rappresentativa di ciò che per me (e probabilmente per il Consorzio) deve essere la “regina bionda” di San Gimignano.
Tollena aveva conquistato il mio “premio della critica” nel 2022, la loro riserva Signorina Vittoria 2019 conferma tutte le prerogative della sorella 2018 sembrando ancor più ricca e brillante. Una Vernaccia avvincente che non si lascia imbrigliare così facilmente dal tempo, come una donna di grande valore e personalità che devi comprendere e gestire per sedurla e gustartela in tutte le sue prerogative: assolutamente in vetta.
E’ stato difficile assegnare il premio personale “della critica“, ci ho riflettuto davvero molto perché la scelta non è stata affatto semplice davanti a tante cose così ben fatte. Ho deciso infine di premiare la pulizia di beva, l’eleganza, la precisione generosa e discreta della riserva 2020 San Benedetto tra l’altro in piena linea e riconoscibilità con la 2022, l’altra etichetta presentata.
La combo migliore del 2023 per me è stata quella di Il Palagione. Impeccabili i vini di Comotti, non è la prima volta, ognuno con la propria personalità a creare un trittico di anteprime davvero esemplari per gusto e identità propria. Un crescendo di sostanza, fra Hydra 2022, Lyra 2020 e Ori riserva 2021 che confermano le ottime impressioni già ricevute in questi ultimi anni. Nell’elenco ho scelto di inserire la prima semplicemente per premiare l’esemplare freschezza di un prodotto figlio di una vendemmia così impegnativa. Tutto ciò, fra l’altro, al netto di quanto assaggiato in Sala Dante, dove un Hydra 2007 (15 anni e spiccioli) ha dimostrato ancora una verve e una progressione che mi ha colpito oltremisura (vedi sopra).
Avanti finalmente con i nostri migliori assaggi dall’Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 premettendo che non abbiamo la pretesa di segnalare i migliori ma sicuramente abbiamo la certezza che siano vini super che vi consigliamo e che meriterebbero una recensione ben più valorizzante rispetto alla sintesi che, per immediatezza informativa (già siamo stati altamente prolissi…), proponiamo. Non siamo la Bibbia del vino (come del resto non lo sono anche le altre guide e recensioni che trovate in giro, indipendentemente da come “ve la vendono”)
Sicuramente ci definiamo con orgoglio liberi e scevri da qualsiasi forma di condizionamento con un unico obbligo: rispettare il lavoro di tutti. Ce lo chiede la nostra deontologia, ce lo impone il nostro stile di vita.
Non è stato facile selezionare solamente 22 vini, guardatevi la lista sapendo che è stata inserita una sola referenza per azienda (a costo anche di eliminare un secondo vino comunque eccellente dello stesso produttore)
Anteprima Vernaccia 2023
Super-22 Vernaccia di San Gimignano DOCG
Vernaccia di San Gimignano ris ‘La Ginestra’ 2021 Signano La Vernaccia riserva che più ha impressionato. Scorza d’arancia, mandorla tostata, frutta tropicale, erbe sono solo l’impatto iniziale al naso e parte del corredo. Al palato ha carattere, tanta sapidità ma soprattutto galoppa, galoppa e galoppa nei secondi… |
Vernaccia di San Gimignano ris ‘L’Albereta’ 2020 Il Colombaio di Santa Chiara Da subito inebriante con tanti fiori bianchi, zest di agrume, mandorla pelata, passion fruit e ortica. Arriva sulla lingua e ti accarezza in modo irresistibile: un vino fresco, che rende il sorso ricco e persistente con promesse di lunga vita |
Vernaccia di San Gimignano ris ‘Signorina Vittoria’ 2019 Tollena Brillante, arriva di cedro e bergamotto, pesca e ginestra, vaniglia e tè. Che spinta in bocca! vernaccia generosa ed esuberante, succosa e ancora da plasmare: ci vorranno parecchi mesi per renderla saggia ma già adesso è una soddisfazione potersela bere così sapida e irrequieta. |
Vernaccia di San Gimignano ‘Hydra’ 2022 Il Palagione I profumi sono suadenti e allineati su frutti a polpa bianca, tiglio ed erbe officinali. All’olfatto è quasi didascalico che pare anche troppo ma è poi in bocca che ti esalta con polpa masticabile, densa, contenuta da una acidità comunque presente che libera una scia agrumata di pregevole lunghezza |
Vernaccia di San Gimignano ‘Gentilesca’ 2022 Abbazia Monteoliveto Al naso è mughetto, marmellata di limone con zampilli mentolati. Ha piacevole freschezza e comunque espressivo bilanciamento, si svolge benissimo in bocca con sapori che appagano |
Vernaccia di San Gimignano ‘La Villa’ 2022 Fattoria La Torre Avvio distinto di lime e frutta esotica fresca che completa con ricordi di erbe. In bocca (pensiamola al femminile) è pulita, più della sorella Acquaiole. Ammicca meno ma è maggiormente concreta, la pregevole sapidità la mette davvero in alto nella nostra lista |
Vernaccia di San Gimignano 2022 Fornacelle Ai profumi di fiori bianchi e frutta aggiunge salmastro e pietra bagnata. Una Vernaccia succosa, snella, con ottimo svolgimento e un finale sapido che spingono aromi di mela fuji |
Vernaccia di San Gimignano 2022 Guidi Dragoncello, passion fruit, e limone maturo arrivano diretti e riconoscibili al naso. Quanta sostanza al sorso! Si amplia nei secondi con densità, concentrazione fruttata e caldo finale, comunque di soddisfazione |
Vernaccia di San Gimignano ‘Borgo alla terra’ 2022 Geografico Svolgimento gusto-olfattivo molto piacevole, didascalico, da Vernaccia “precisina”. Non ti conquista con passionalità ma di sicuro non ha sbavature ed è estremamente piacevole, fresca e ti conduce a lungo con sapori di pesca nettarina, ananas e tocchi mentolati |
Vernaccia di San Gimignano 2022 Cesani Albicocca fresca, erbe officinali, rosa bianca e brezza marina. Ai buoni profumi corrisponde un liquido coerente, di sostanza, figlio dell’annata ma pur sempre con giusta e percettibile acidità che ne contiene la forza. Una di quelle vernaccia dove pare sia stato fatto il mezzo miracolo sul campo… |
Vernaccia di San Gimignano ris 2020 San Benedetto Luminosissima e floreale: si apre di zagara e si distende su cedro, mango, salmastro, nocciola e pepe bianco. In bocca si mostra nobile, di altissimo rango: c’è nerbo, sostanza fruttata, sapore appagante e lunghezza con scia salina. |
Vernaccia di San Gimignano ris 2020 La Lastra A una eccessiva timidezza nel mostrare le sue essenze, corrisponde un personalità di tutto rispetto al palato. Estremamente sapida, quasi piccante, concentrata in aromi di pesca, karkade, magnolia e tabacco che si ripropongono in continua successione. C’è estratto di assoluto pregio, ancora un po’ da assestare |
Vernaccia di San Gimignano ris 2019 Guicciardini Strozzi Anice stellato, pesca bianca, foglia di fico e mandorla. A un olfatto da vernaccia non più giovanissima fa da contraltare un forza gustativa davvero espressiva, saporita con peculiarità di lunga vita. Finale con ritorni di frutta e burro di cacao. |
Vernaccia di San Gimignano ris ‘Vigna a Solatio’ 2019 Casale Falchini Per essere una riserva è una Vernaccia davvero scalpitante che unisce aromi di mandarino, menta e narciso. Vibrante sulle papille, riesce a regalare freschezza di beva con finale suadente di ananas e vanigliato. |
Vernaccia di San Gimignano ris 2019 Panizzi Dai riflessi oro emergono cedro candito, burro di arachidi, cioccolato bianco e note fumé. Ormai è un tratto distintivo: te l’aspetti adagiata sulla lingua e invece ha un brio sorprendente con durezze in primo piano e solletico astringente che non guasta, anzi, la sogni abbinata a un secondo piatto di maiale |
Vernaccia di San Gimignano ‘I Macchioni’ 2022 Casa alle Vacche Ha tratti odorosi singolari che passano prima dall’erba limoncina e il rosmarino per arrivare ai petali bianchi. In bocca è solida e il finale un po’ caldo è impreziosito da note quasi piccanti che ricordano il ginger. Vernaccia 2022 molto buona! |
Vernaccia di San Gimignano 2022 Fattoria di Fugnano Bouquet complesso in bianco e giallo, aromatizzati da finocchietto selvatico e anice. I profumi sono tanti e piacevolissimi, in bocca ha un po’ meno verve ma è figlia di questa annata e il suo sapore, comunque, rimane costante e a lungo. |
Vernaccia di San Gimignano ‘Il Nicchiaio’ 2022 Fattoria Poggio Alloro Vino decisamente bilanciato, già godibile, che parte al naso di ananas, poi vira su ginestra, frutta secca ed erbe aromatiche. Un corpo che si fa apprezzare, l’acidità è gia integrata ma il frutto tiene nei secondi. Lo immagini perfetto su una frittura di pesce |
Vernaccia di San Gimignano ‘Madre Terra’ 2022 Collemucioli Altro esemplare da annata impegnativa che riesce bene. Ti avvicina con effluvi di scorza di agrume, timo e mimosa. In bocca riempie con sostanza sapida e buona rincorsa, senza scatto ma progressiva. |
Vernaccia di San Gimignano ‘Casa Lucii’ 2022 Casa Lucii Dai fiori di camomilla va verso la mela golden con ricordi di aneto. Riempie il sorso con consistenza, buon bilanciamento e componenti che ti accendono la voglia di carne bianca da bagnare… |
Vernaccia di San Gimignano ‘Viti Sparse’ 2021 Terre di Sovernaja Vernaccia di grande eleganza, una 2021 che parte col vantaggio di aver avuto modo di riposare e progredire in cantina, ma dalla sua ha il grande pregio della briosità e della pulizia tattile. Tanti fiori e frutta fresca in retro-olfazione, la persistenza non è infinita ma ti richiama all’assaggio compulsivo |
Vernaccia di San Gimignano riserva 2019 Teruzzi Più convincente della 2022, questa riserva 2019 riporta aromi di susina claudia, cedro e fiori di sambuco. Il suo percettibile sostegno acido promette un maggior equilibrio fra qualche mese, adesso non corre lontanissimo ma il suo gusto è proprio buono |
Premio “combo” qualità: Il Palagione
Premio della “critica”: San Benedetto
Lo storico dei riconoscimenti di SI.net negli ultimi 3 anni di Anteprima Vernaccia:
Premio “combo” qualità:
- 2023: Il Palagione
- 2022: Cesani
- 2021: San Benedetto
Premio della critica:
- 2023: San Benedetto
- 2022: Tollena
- 2021: Panizzi
Il prossimo futuro vedrà San Gimignano impegnata nel farsi riconoscere con disciplinare la menzione “Toscana” da apporre in etichetta (Montepulciano docet).
Il 2023 pare intanto partito fortissimo con un mercato cresciuto del +76% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tanto, davvero tantissimo per questa affascinante e irresistibile ribelle.
Nel 2022 andò così…
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foto: Paolo Bini © – riproduzione riservata
fonte: Uff Stampa Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano
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