Il Sangiovese che unisce due modelli. Entroterra & costa: da Chianti lovers & Rosso Morellino 2025 i nostri 25 migliori vini.
Con l’uva sangiovese a fare da “filo conduttore”, la settimana di Anteprime di Toscana di febbraio ha inanellato giornalmente DOP su DOP lasciando l’opportunità ai vari consorzi di aggregarsi per rendere più appetibile la propria vetrina verso il mondo dei media nazionali e di oltreconfine.
[si legge, più o meno, in 6 minuti]
Una sinergia rodata, che prosegue la sua strada nel segno del “vitigno re”, è quella che dal 2018 unisce Chianti e Morellino di Scansano. Lo sguardo forestiero o disattento proprio in questo potrebbe ritrovarci un’affinità definibile elettiva e tale da giustificarne ed encomiarne la presentazione fianco a fianco ancora dopo tutti questi anni – non sarebbero poi un’infinità se non ci fosse stata di mezzo la pandemia -.
Eppure: più passa il tempo e più si ha la sensazione di una presentazione double-face, di un appuntamento dal doppio volto, di due modelli di vino che siano uniti dal colore nel calice e dal vitigno che li genera ma che poi, tutto sommato, siano diventati un po’ come l’opuscolo informativo che ti consegnano proprio qui di solito prima di entrare: il Chianti ha la copertina rossa e si legge da una parte mentre il Morellino, sempre sulla stessa dispensa, si legge retro e con copertina blu.
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Il doppio volto del sangiovese
Sangiovese minimo 70% su quasi 16.000 ettari vitati da una parte, Sangiovese minimo 85% su circa 1.500 ettari dall’altra. Su una “facciata” ci sono 7 sottozone distribuite fra 6 province (Pisa, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo e Siena) mentre dall’altra c’è la Maremma, la terra nuda e cruda della costa nella sola provincia di Grosseto. Se poi parliamo di mercati, i numeri dell’imbottigliato è tale da separarli ampiamente anche nei target di vendita.
Badate bene: non vogliamo semplificare o farvi tirare conclusioni affrettate. Chianti Lovers & Rosso Morellino sono frutto di una seria collaborazione fra i consorzi, patrocinata e supportata sia dalla Regione Toscana che da una parte di fondi europei per lo sviluppo rurale. La “Settimana” è stata poi – come sempre – intensa, quasi un frullato per i partecipanti, separare queste due entità non aveva (e non ha) senso se i tempi sono questi.
La nostra è solo una riflessione che tiene conto del liquido e poco più ma, se partiamo da questo presupposto, tornano alla mente i tempi di una decade fa quando il Chianti si presentava in anteprima con ben altri numeri di adesione mentre Scansano era completamente fuori dal giro (dentro c’erano anche Brunello di Montalcino e Vernaccia di San Gimignano).
Giorno dopo giorno, anzi, sorso dopo sorso, ci ritroviamo oggi con un Morellino di Scansano che si è ampiamente ricostruito un’ottima reputazione a un passo da nuova fama, mentre il Chianti pare stentare alla ricerca di una identità oggettivamente non facile da trasmettere al consumatore: la forza ci sarebbe se l’unione la facesse e in più servirebbero vere idee innovative. Data la situazione generale del comparto vino, servirebbe un genio o giù di lì.
Nella giornata di un piovigginoso febbraio a Firenze, quest’anno mancavano anche produttori e grande pubblico di lovers. Concentrarsi solamente sui giornalisti (oltre 200 gli accreditati) è stata una scelta low-profile che abbiamo sinceramente condiviso ma che, sommato il sopra, ci ha fatto salire uno strano senso di malinconia.
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Dichiarazioni e impressioni
Non abbiamo comunque ceduto allo sconforto (ci mancherebbe) e abbiamo apprezzato le parole proprio di Giovanni Busi, il presidente del Consorzio Vino Chianti. Busi ha rassicurato gli assetati: «Abbiamo voluto cambiare il format, presentando adesso le nuove annate ai soli giornalisti. Avremo poi a maggio un programma spalmato nell’arco di una settimana: la “Chianti Week”, andando verso il grande pubblico con eventi sparsi su tutto il territorio del Chianti, di Firenze e delle altre città toscane, con le aziende presenti con i loro prodotti».
Il presidente ha poi cercato di rassicurare anche i soci usando parole comprensibili: «Malgrado le difficili condizioni economiche nazionali e internazionali con foschi scenari geopolitici, non dobbiamo essere pessimisti. Abbiamo tutte le possibilità per affrontare i mercati, abbiamo un’ottima quantità di vino, di eccellente qualità, nelle nostre cantine. Dobbiamo essere sempre più presenti sui mercati mondiali, requisito fondamentale per poter offrire il prodotto a una platea ancora più ampia di persone. I nostri biglietti da visita sono storia e qualità. In questo senso chiediamo l’aumento dei contribuiti destinati ai consorzi per i progetti di internalizzazione, in modo da poter facilitare le aziende a raggiungere i mercati di tutto il mondo ampliando le opportunità per tutte».
Il Chianti DOCG pare farsi forza anche con i numeri visto che, rispetto a 10 anni fa, il prezzo medio di una sua bottiglia nella grande distribuzione è aumentato del 60% mantenendo inalterati i volumi di vendita.
Senti Scansano e seppure lo spartito preveda più o meno la stessa musica da suonare ai media, capisci che alcune note (per le orecchie che sanno carpirle) differiscono. Vi riportiamo i “virgolettati da comunicato” da un “accoppiata” al vertice che stimiamo molto e lasciamo a voi la riflessione.
In primis, le parole del presidente del consorzio Bernardo Guicciardini Calamai: «Il nostro amato Morellino di Scansano gode di ottima salute. Sebbene l’inizio dello scorso anno sia stato impegnativo – in particolare per la congiuntura economica negativa che ha ridotto il potere d’acquisto del consumatore – nei mesi successivi abbiamo avuto un graduale recupero delle vendite, segnando a fine anno un leggero calo rispetto ai due anni precedenti, condizionati dell’euforia post pandemica. Questa diminuzione è stata compensata da un incremento del prezzo medio di vendita del Morellino di Scansano, sia sul mercato Horeca che nella GDO”.
Così invece il giovane direttore del consorzio Alessio Durazzi: «Siamo di ritorno dalla fiera internazionale Wine Paris, nella quale abbiamo registrato un grande interesse da parte dei mercati esteri più maturi e competitivi come il Nord America e il Nord Europa che ricercano sempre di più vini contraddistinti da naturale freschezza, gradevolezza e autenticità, caratteristiche intrinseche e identitarie del nostro Sangiovese della costa. Sarà un piacere rincontrarsi prossimamente per continuare a confrontarci sul Morellino in occasione degli eventi di successo e ormai iconici della nostra denominazione come Maremmma (10 marzo), Rosso Morellino (13-15 giugno) e InGravel (13-14 settembre)».
Non c’è granché da aggiungere su queste pagine prima di andare a vedere i vini che più ci hanno convinto e/o colpito di questa anteprima alla Fortezza da Basso fiorentina. Ripetiamo che ci sono due realtà distinte con, ovviamente, due strategie che poi convogliano gli investimenti verso il tentativo di ampliare il raggio d’azione oppure di consolidare e saldare quei mercati che paiono particolarmente recettivi. Per dirla “alla bellicosa” – che non sarà gradevole né bello ma rende l’idea – da una parte si spara a raffica col mitra, dall’altra meno ma con il fucile di precisione.
I migliori assaggi
Nella Super-25 (13 da Scansano e 12 dal Chianti) molti campioni da botte. Abbiamo fatto il possibile, cercando di interpretare sapori, stili produttivi e predisposizione al miglioramento qualitativo sulla base dell’affinamento ancora necessario.
Non pensiamo che queste 25 etichette possano deludere, siamo sicuri sul loro valore assoluto. Può starci però di non aver compreso pienamente alcuni campioni che, magari riassaggiati fra qualche mese, potranno rivelarsi molto più convicenti di adesso. Gli ultimi mesi di riposo prima dell’imbottigliamento (ne siamo consci) sono spesso determinanti.
Morellino di Scansano
Grande freschezza, estrema piacevolezza diffusa sui Morellino di Scansano. La media qualitativa è alta e soprattutto negli annata 2024, il Sangiovese della Costa è stato interpretato in chiave estremamente contemporanea che per noi significa: frutto + freschezza = bevibilità (o fruibilità, fate voi).
Buona parte dei Morellino 2024 scivola bene sulle papille: vibrano, stuzzicano e lasciano spesso in retroolfazione i profumi dei fiori, degli agrumi, dei piccoli frutti a bacca rossa senza che i tannini premano troppo.
Fra i Riserva 2022, maggior spazio allo stile aziendale: c’è chi ha comunque cercato la prontezza di beva e chi invece ha voluto imbottigliare un liquido da poter conservare per parecchi anni in cantina. Noi qui non abbiamo ovviamente preferenze: se parliamo di “annata” cerchiamo il sorso snello, ma se parliamo di Riserva ci basta capire se il vino rispetta ai sensi la volontà del produttore che sia quella dell’equilibrio immediato oppure quella dell’evoluzione nel tempo (basta che il tempo da attendere non sia troppo… il Morellino non è ancora il Brunello).
Anche per quest’anno, Scansano può ritenersi molto soddisfatta, l’ennesima crescita complessiva della Denominazione e dei suoi primattori. Nella nostra Super-13 c’è, come sempre, un solo rappresentante per azienda e ben 9 etichette con valutazione massima (di cui 3 “clamorosi” sul “podio”).
Fra clamorosi, eccellenti e ottimi abbiamo dovuto fare anche una scelta fra i vini dello stesso produttore come nel caso di Fattoria Le Pupille che quest’anno si è aggiudicata il nostro riconoscimento alla miglior combo per il Morellino 2024 e il riserva Mds 2022 finito fra i primi 3 assoluti grazie alla sua sostanza appagante, persistente e già bilanciata seppur di prospettiva.
Così come nel 2024, si sono confermate al vertice anche Antonio Camillo (Morellino 2024 di gradevolezza emblematica) e Fattoria Mantellassi con “Il mago di O3” 2024, un vino bello da vedere e davvero buono da assaggiare in tutta la sua completezza.
La nostra “Menzione speciale” 2025 è andata invece al Bella Marsilia 2024 di Poggio Argentiera, uno di quei Morellino che non ti scordi per carattere – forse anche troppo per i nostri gusti soggettivi… – e per lunghezza di sapori. Davvero un gran bel vino(ne), ineccepibile.
Super-13 da Anteprima Morellino di Scansano DOCG 2025
NB: con * i “campioni da botte”
Morellino di Scansano 2024 * Antonio Camillo Il solito entusiasmante profilo snello ma di corpo. La frutta è quella rossa di giovane tipicità, il corredo, anche in retroolfazione, è quello dei fiori. Gioca ogni anno la sua sfida ai sensi con elegante semplicità senza mai darti l’impressione di essere banale. Tannini didascalici, finale lungo di arancia: merita l’Olimpo come lo scorso anno (anche se la 2023, forse forse…) |
Morellino di Scansano Il mago di O3 2024 * Fattoria Mantellassi Te ne innamori solamente guardandolo in tutto lo splendore, vorresti non farti condizionare e poi cedi alla sua ricchezza gusto-olfattiva. Dalle rifiniture balsamiche su marasca e lillà entri in un assaggio completo che parte da acidità esemplare e scivola lungo con attacco tannico di razza e preciso. Lo volete bere subito? Va bene. Volete attenderlo un pochino? Va bene lo stesso. |
Morellino di Scansano ris. DOCG Mds 2022 Fattoria Le Pupille Un corredo aromatico di frutta rossa in confettura, mora matura e dolci spezie. L’apparente evoluzione olfattiva viene sorpresa da un equilibrio tattile impeccabile con tannini dall’appoggio esemplare e sapore sia sostanzioso che appagante con persistente scia dai rientri floreali e di macchia mediterranea. Uno degli unici 3 riserva ’22 già in commercio, il nostro confronto con gli altri non può penalizzarlo per questo. Top in categoria . |
Morellino di Scansano DOCG Bella Marsilia 2024 * Poggio Argentiera Glicine, frutti scuri con pizzichi pepati. Sulle papille è signorile e sicuro, i suoi tannini premono ma con la fermezza di chi sa farsi rispettare e il suo sapore non ne soffre proseguendo lontano nei secondi con un finale piccante da maremmano vero. Di quelli che non si scordano facilmente, da menzione speciale. |
Morellino di Scansano DOCG 2024 * Morisfarms Ottimo estratto che convince per l’armonia di integrazione: amarena e violetta sono prevalenti su tutto il percorso di assaggio dove il vino rimane di morbida indole e gusto espressivo. Il succoso finale di arancia ravviva i sensi e ci convince al riassaggio e alla sua contestualizzazione fra i migliori. |
Morellino di Scansano DOCG 2024 * Podere Poggio Bestiale Sa di lampone, erbe aromatiche e giacinto. Estremamente energizzante, incalza di tali acidità e forza fenolica che meritano un’attimo di comprensione. Di impatto ti inquieta, poi realizzi la piacevolissima bontà dei suoi lunghi sapori e ti lasci coinvolgere fino al finale di melagrana. Che carattere! Liquido scalpitante che, non scordiamolo, è campione di botte… |
Morellino di Scansano DOCG (campione 88c, non spec.) 2024 * Provveditore Uno dei migliori in rassegna: grande spinta sia al naso che al sorso con ricordi aromatici di amarena, iris e mandarino. L’energia ti coinvolge con sostanza importante ma sempre vivace e rigenerante. Ha passo costante, non cede e sarebbe già pronto anche per un secondo piatto alla brace. |
Morellino di Scansano ris. DOCG 2022 * Alberto Motta Ci è piaciuto perché territoriale, un riserva che sa di tradizione, quel varietale tipico del sangiovese e un percorso gustativo in cui il tannino marca stretto, da riserva. All’assaggio disattento può sembrare fin troppo bruto ma non scordiamoci che è ancora in divenire, la sua verticalità con scia floreale dimostra tipicità e sostanza… da comprendere e saper attendere. Fra i migliori in categoria. |
Morellino di Scansano ris. Poggio al Leone DOCG 2022 * Val delle Rose Al naso ti intriga: ammiccante, dal mentolato avvio che rende ancor più soave i profumi di rosa rossa, cannella e ribes nero. La prova del nove è il sorso: pochi fronzoli e dura sinergia tattile acido-fenolica con buonissimo finale sapido dalle chiare note di agrume che ti convincono con lunghezza. Eccellente riserva. |
Morellino di Scansano DOCG 2024 * Conte Guicciardini Vino generoso che si apre su profumi di durone e viola che sfumano su fragola e lentisco. In bocca è caldo vigore con grip tannico ancora da sciogliere. La persistenza c’è: è un campione da botte ma su un secondo piatto di carne ce lo vedremmo già bene. |
Morellino di Scansano ris. Laire DOCG 2022 Azienda Bruni Cioccolato al latte, noce moscata, erbe aromatiche e frutti di bosco: profumi tendenzialmente terziari che però alla prova di bocca non invadono. Sul medio palato c’è sostanza e poi una lunga scia dai ricordi di rabarbaro e fiori freschi che lo contestualizzano nella sua giovinezza e ci convincono |
Morellino di Scansano ris. Rovente DOCG 2022 * Col di Bacche Che vuoi farci se un campione da botte non vuole aprirsi al naso? Lo attendi un po’, ne respiri le note di frutta scura, cacao e macchia mediterranea poi lo assaggi… In bocca c’è tutto un saporito percorso di frutta, tendenzialmente morbido ma molto saporito con lungo finale di fiori macerati ed essenze orientali |
Morellino di Scansano ris. Colli dell’Uccellina DOCG 2022 La Selva Un riserva di qualità e pochi convenevoli all’olfatto, più convincente al palato dove si mostra nella sua avvolgenza ma senza eccedere con richiami costanti di frutta rossa, pepe bianco e cardamomo. Si congeda con pregevoli ricordi di arancia tarocco e ginger, un piccante finale che non ci ha lasciato indifferenti… |
Miglior “combo” qualità: Fattoria Le Pupille
Menzione speciale: Poggio Argentiera (MdS Bella Marsilia 2024)
Il Chianti DOCG
Per il Chianti, come sempre, il discorso è più complesso. Erano complessivamente 125 i campioni dichiarati in assaggio ma meno del 40% erano quelli che in etichetta riportavano una delle sette sottozone (Colli aretini, Colli fiorentini, Colli senesi, Colline pisane, Montalbano, Montespertoli e Rufina).
Come ci accade spesso, abbiamo avuto difficoltà a trovare quella linea di collegamento e distintiva (lasciando perdere quando scritto sul disciplinare) per definire le caratteristiche sensoriali prioritarie di un vino Chianti in degustazione. Lo stile aziendale e il target creano una eterogeneità da cui non riusciamo a venirne fuori con un denominatore comune e reale.
La maggior coerenza stilistica ed eccellenza qualitativa (forse non a caso), l’abbiamo riscontrata nei Superiore: vini che spesso raccontano una storia di complessiva piacevolezza e che né aggrediscono con tannini smisurati, né scivolano via senza la minima emozione. I Chianti Superiore sembrano essere la tipologia più vincente e allineante sulla quale, magari, poter puntare per lanciare un messaggio coordinato al mondo.
Sono stati non a caso due i Chianti Superiore nella Top-3 dei “clamorosi” finiti sul nostro podio. Dire che il 2023 di Fattoria La Leccia ci ha entusiasmato è dir poco. Quanta sostanza, quanta eleganza, quanta precisione nello svelarsi secondo dopo secondo! Non vogliamo dire sciocchezze – che poi abbiamo un’età e la mente può fare scherzi – ma a memoria ci è parso fra i migliori Chianti degli ultimi cinque anni, sicuramente fra i più espressivi.
Altro vino di altissimo livello, sempre Chianti Superiore, ci è parso quello di Fattoria di Poggiopiano. La cantina fiesolana che già lo scorso anno si era conquistata la nostra “menzione” per il Riserva 2021, quest’anno arriva nei primi tre della Denominazione con la fresca ricchezza del suo “Voce alla Terra” 2023.
Carattere tutto giocato sull’esuberanza da acidità, ci ha troppo divertito il Rufina Cedro 2023 di Fattoria Lavacchio! Senza mai perdere il sapore rosso-fruttato, il vino pare trasportarti su un ottovolante tanto scalpita. Per qualcuno potrebbe essere troppo, noi ne siamo rimasti coinvolti attaccati al calice.
Sul Chianti non ci esprimiamo nelle “combo” di qualità generale ma assegnamo solamente (come per le altre degustazioni in anteprima) una menzione speciale, una sorta di “premio della critica” che non ha altre pretese se non quella di valorizzare un altro prodotto del lavoro umano e della fatica del vignaiolo. Quest’anno se l’è conquistata il Chianti Superiore 2023 – ancora un Superiore… – di Poggio del Moro. Vino di corpo importante, forse leggermente sopra le righe, ma che ci ha convinto per la pulizia tattile e la generosità. A metà fra un Superiore e un Riserva ma che starebbe “a testa alta” in entrambe le categorie. Fatto molto bene e lungo.
Anche per il Chianti, una percentuale impressionante di “campioni da botte” marcati con l’asterisco nella nostra Super-12 (3 vini “clamorosi” + 9 eccellenti). A voi.
Super-12 da Anteprima Chianti DOCG 2025
NB: con * i “campioni da botte”
Chianti Superiore DOCG 2023 Fattoria La Leccia Al primo sguardo capisci che ci sarà da divertirsi e lui non ti tradisce: ciliegia e melagrana, trito di origano su infiniti petali rossi. Al sorso ha sublime eleganza che ti regala in un lunghissimo viaggio fruttato dove niente è fuori ordine e niente pare sopra le righe ma tutto si sente. Finale sapido e speziato, di alcol moderato. Un Superiore modello, di stacco su tutti. |
Chianti Superiore DOCG Voce alla terra 2023 * Fattoria Poggiopiano Avvio floreale inebriante corredato da ribes nero e piacevoli pizzichi di noce moscata. Entra fresco, vibrante con maglia tannica di rilievo ma pulitissima, da grande vino. Prosegue un elegante e lungo percorso di sapori che preludono a un finale dai ritorni di agrumi, rosa e giaggiolo. Buonissimo e presto sarà ancora migliore. |
Chianti Rufina DOCG Cedro 2023 * Fattoria Lavacchio Al naso pare un concentrato di ribes, arancia navel e violetta. Ormai ha il suo tratto distintivo, uno stile perfettamente riconoscibile dai tratti rigidi e sinceri della gioventù: grip in avvio che apre una fessura dove si inseriscono i percettibili sapori di fragoline e agrumi. Succoso, pulitissimo con piacevole finale di fiori. |
Chianti Montalbano DOCG 2024 * Artimino Bevibile, godibile ed estremamente bilanciato. L’acidità è stata mantenuta con sapienza e rinfresca il sorso prevalentemente di ciliegia fresca. Si beve che è un piacere… |
Chianti Colli Senesi DOCG Poggio Stella 2024 * Vecchia Cantina di Montepulciano Senza tanti convenevoli e particolare ampiezza, dalle sue note di lampone e ciliegia lo porti alle labbra e lo scopri semplicemente buono e fresco. Poche complessità ma tanta immediatezza con garbo e sapore intrigante. La bevibilità è sempre un merito, anche in aperitivo, anche accompagnamento ad antipasti o primi leggeri |
Chianti Colli Aretini DOCG 2024 * Mannucci Droandi Mirtillo, alloro, lavanda e tamarindo. Un profilo fin troppo austero per un vino che merita la giusta attesa per l’affinamento. Lo si capisce in assaggio dalla sua freschezza energizzante con astringenza ancora da ammansire ma con un corpo pieno, di razza, che regala sensazioni giustamente prolungate di chinotto e chiodo di garofano. |
Chianti Colli Fiorentini DOCG Crociferro 2023 * Torre a Cona Il carattere è da sempre il suo tratto distintivo: lo dimostra all’olfatto con arrivi tipici di violetta, carne e noce moscata ma lo conferma soprattutto all’assaggio con estratto saporito e percettibile dove l’azione di un tannino ancora scontroso (vino da botte) guida il ricordo aromatico finale verso l’amarena e il mirto. Signorile. |
Chianti Colli Fiorentini DOCG 2023 * Fattoria S Michele a Torri Pura sostanza con avvio di amarena, rosa rossa ed erbe aromatiche. Svolgimento condizionato da tannini ancora in primo piano ma di fattura impeccabile. La lunghezza del sapore è già adesso più che convincente, il finale vira su fiori scuri, ginepro e arancia amara. Di valore che merita attesa |
Chianti Montespertoli DOCG 2023 * Valvirginio Gioioso e generoso: sa di mora fresca e glicine con ricordi speziati, in bocca è agile e saporito a lungo. Se l’obiettivo è quello di piacere al primo sorso senza grandi pretese, il lavoro è perfettamente riuscito. |
Chianti Superiore DOCG 2023 * Poggio del Moro Lo avvicini e ti colpisce per un corredo di frutta scura difficile da inquadrare tanta ne è la varieganza. Dal mirtillo va verso la terra bagnata e la scorza di cedro con cannella. In bocca sa avvolgerti con un caldo abbraccio da Chianti Superiore ma sono la sua lunghezza e il ricco racconto di sapori con finale di chinotto e petali scuri che ne fanno un vino signorile, per niente scontato e divertente. La nostra menzione speciale è sua. |
Chianti Superiore DOCG 2023 * Campo del Monte Compatto alla vista ma luminosissimo che schiude profumi di mora matura, confettura di visciola e pansé con richiami di humus. Sulle papille mostra sostanza con tannini ancora da sciogliersi ma il suo impressum è la persistenza che adesso ricorda molto le erbe aromatiche. Di prospettiva |
Chianti Superiore DOCG Emilio 2023 * Tenuta di Morzano Cupo e compatto, appare quasi ritroso all’approccio olfattivo prevalentemente di mora, ciclamino e alloro. In bocca si svolge molto bene, con tanto sapore e degna persistenza fruttata sostenuta da tannini di categoria. Altro campione da botte che andava valutato con molta attenzione. |
Menzione speciale: Poggio del Moro (Chianti sup. 2023) |
Quali sono i vostri vini preferiti? Scrivetelo sulle nostre pagine Facebook e Instagram oppure via mail a redazione@spiritoitaliano.net per confrontarsi con più calma…
Storici (dagli archivi)
I riconoscimenti negli ultimi anni di SI.net per l’Anteprima Morellino di Scansano
Riconoscimento alla qualità (miglior “combo”)
- 2025: Fattoria Le Pupille
- 2024: Mantellassi
- 2023: Morisfarms
- 2022: Tenuta Pietramora
Menzione speciale
- 2025: Poggio Argentiera (MdS Bella Marsilia 2024)
- 2024: Santa Lucia (MdS ris. ‘Torre del Moro’ 2021)
- 2023: Val di Toro (MdS ris. ‘Revisco’ 2020)
- 2022: Antonio Camillo (MdS 2021)
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I riconoscimenti negli ultimi anni di SI.net per l’Anteprima Chianti DOCG
Top 3
- 2025: Fattoria la Leccia – Fattoria di Poggiopiano – Lavacchio
- 2024: Fattoria Poggio Capponi – Castello del Trebbio – Podere Pellicciano
- 2023: Castello del Trebbio – Fattoria Selvapiana – Mannucci Droandi
- 2022: Bindi Sergardi – Frascole – Fattoria di Poggiopiano
Menzione speciale
- 2025: Poggio del Moro (Chianti sup. DOCG 2023)
- 2024: Fattoria di Poggiopiano – Galardi (Chianti ris. DOCG 2021)
- 2023: Podere Pellicciano (Chianti DOCG 2022)
- 2022: Podere dell’Anselmo (Chianti ris. DOCG Terre di Bracciatica 2019)
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foto: Paolo Bini © – fonti: Uff. Stampa Consorzio Tutela Morellino di Scansano, Consorzio Vino Chianti
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