brunello ’19 e ’18: il nostro benvenuto


Bene (ma non benissimo) la 2019 mentre il Riserva 2018 non stecca la “prima” al Benvenuto Brunello. La nostra selezione di 36+4 etichette TOP per l’abbinamento


Montalcino fremeva di presentarsi. Da nove sono diventate dieci le giornate del Benvenuto, praticamente una kermesse con importanti incursioni all’estero che culminano oggi con il Brunello Day in contemporanea mondiale.


si legge (più o meno) in: 6 minuti



Da quando il Consorzio si è staccato dalle invernali Anteprime di Toscana per ritagliarsi uno spazio esclusivo a novembre, la volontà pare sia quella di accontentare un po’ tutti, farsi una “cavalcata” e poi attendere la nuova stagione senza patemi eccessivi e ansia da prestazione soprattutto verso la stampa internazionale.


foto: PB ©

Ricordo le spallate “fianco a fianco” con altri giornalisti al tavolo di qualche anno fa, il timore che al minimo movimento della mano si potesse fare un effetto domino sui bicchieri, la difficoltà nel trovare un minimo appoggio per il laptop senza entrare nello spazio altrui… la distribuzione spalmata degli accessi su oltre una settimana è decisamente più confortante rispetto alla due giorni frenetica del passato, pur creando qualche inevitabile favoritismo negli accessi/accrediti (preferenze che poi ci sono sempre state e sempre ci saranno quando si devono fare scelte a numero chiuso).


poche chiacchiere e convenevoli… salta tutto e leggi subito le 40 recensioni


Sono stato “da Dio” domenica 19 a Montalcino: un terzo giorno di Benvenuto Brunello senza ressa, senza frenesia, con (volenti o nolenti) ampi spazi liberi ai tavoli, servito costantemente, perfettamente e in tempi rapidissimi. La App per la comanda ha viaggiato perfettamente e non ho certamente fatto “storie” a utilizzarla. Se (e sottolineo “se”) la tecnologia viaggia bene (piattaforma sw, velocità rete e wi-fi che non si ingolfa) e il numero dei sommelier in servizio è rapportato correttamente alle etichette in degustazione, si fila più o meno lisci e si degusta nei tempi auspicati.

Poi ognuno può pensarla a modo suo, compreso qualche collega giornalista che nelle prime giornate – decisamente di maggior affluenza – si è messo di traverso con penna, foglietto e mano alzata complicando non poco la vita al personale in servizio.


foto: PB ©

L’ambiente

Il prezzo da pagare (già previsto) è stata l’assenza di alcune etichette estremamente rappresentative terminate fra le degustazioni dei primi 2 giorni e la cena di gala di sabato sera. I 2019 di Giodo, Salvioni e Pietroso, per vari motivi non sono sopravvissuti oltre le 48 ore. Argiano ha avuto pietà e domenica mattina ha rifornito la cantina sullo scaffale del Chiostro, gli altri no.

Già… Argiano, Wine Spectator e il tour internazionale ilcinese… c’è grande eccitazione per i media esteri e nazionali che arrivano nel borgo ma ce n’è altrettanta – diciamocelo pure: ce n’è di più – per le presentazioni che il Consorzio effettua all’estero. Il Benvenuto Brunello esclusivo per Londra del 21/11 e, oggi, il Brunello Day, su invito (contemporaneamente a New York, Miami, Dallas, Toronto, Vancouver, Londra, Zurigo, Shanghai, Tokyo), sono le occasioni che davvero fanno la differenza anche se noi italiani non vorremmo sentircelo dire.


Come scritto in cima: Montalcino fremeva… sì, fremeva per saggiare in anteprima questa annata 2019 (battezzata 5 stelle, la 2018 ne ha 4), per suffragare questa aurea di supremazia mondiale assegnatale grazie a un suo “figlio” da Wine Spectator, e perché nel Consorzio c’è stato anche qualche importante movimento in questi mesi se guardiamo l’organigramma e pensiamo, in primis, all’esordio di Machetti da neo-direttore al Benvenuto.


foto: PB ©

Come sarà giudicata la vendemmia 2023 lo sapremo invece fra un qualche annetto. Nel frattempo, è stata posta la piastrella celebrativa dedicata quest’anno alla giornalista Monica Maggioni (già Presidente Rai 2015-2018) e firmata dal designer Dario Curatolo che ha così descritto il suo lavoro: «I tratti a china neri e tesi sono il segno della guerra. Viviamo in un momento segnato dal dramma collettivo della guerra. Per questo, anche in una occasione di gioia come Benvenuto Brunello, ho voluto lasciare comunque una traccia visiva di quello che accade, al di là del nostro sguardo e del nostro Paese».


courtesy: Ufficio stampa Consorzio del Brunello di Montalcino

Le impressioni

Abbiamo già sentito qualche opinione su queste nuove annate in anteprima. Il parere degli altri però ci interessa marginalmente, lo sapete, ci teniamo a esprimere sempre il nostro pensiero con deontologia e libertà di espressione, così come siamo sempre rispettosi del lavoro nostro e, soprattutto, degli altri.

Premesso che la notizia fresca è sempre gradita, ci sembra oggettivamente priva di significato la gara con spallata a “chi lo dice prima”, almeno per il Brunello, ed evitiamo in questo caso volutamente la rincorsa compulsiva allo “scoop”, alla logica per cui “chi primo arriva, fa prima notizia”.


foto: PB ©

Ho riletto le mie valutazioni fatte lo scorso anno e, sinceramente, le sensazioni sono quasi in fotocopia. La 2019 è la penultima annata valutata subito dal Consorzio e come la successiva 2020 fu all’epoca “unta” a 5 stelle (una in più della precedente 2018).

Non c’è dubbio che la qualità ci sia ma, partendo forse da tali aspettative, siamo rimasti un po’…”così” (ci vorrebbe qualche meme per farvelo comprendere bene). Sicuramente qualche emozione in più rispetto al Benvenuto 2022, però l’effetto “wow” è uscito meno del previsto e, più o meno, sempre dai soliti noti (pur cercando novità e outsider).

Ancora una forbice ampia fra i top-wines (almeno i nostri selezionati lo sono) e gli standard-wines, per un’annata 2019 di alto livello ma – così ci è sembrato e speriamo di sbagliarci – non a quello della 2015 e men che meno della 2016.


Se i Brunello “annata” 2018 dello scorso anno erano scivolati via fra sorrisi e titubanze, i campioni “riserva” 2018 mi hanno invece rassicurato ampiamente con un’alta percentuale di etichette straordinarie, segno che con la selezione si arriva bene all’eccellenza.


A monte di ogni analisi… i numeri. Oltre a Rosso (una buona rappresentanza), Moscadello (solo 5) e Sant’Antimo (pochi), c’erano in degustazione 161 Brunello di Montalcino 2019 (23 selezione “vigna”) e 35 riserva 2018 (di cui 3 “vigna”) da 118 aziende di 199 aderenti (fonte: website) ad oggi al Consorzio. Assente, quindi, il 40% di produttori fra cui alcuni nomi di rilievo…


foto: PB ©

La nostra logica per Benvenuto Brunello


Dicevamo della 2019 e dei “grandi assenti” di domenica 19. Peccato non averli assaggiati ma, come altre volte, ce ne facciamo una ragione: Montalcino è piccola ma non così piccola per lasciarti senza eccellenza. Poi abbiamo abbandonato da un pezzo la logica: “assaggiamo tutto, recensiamo tutto e valutiamo a punteggio tutto”, quindi (come l’anno scorso) andremo a proporvi il più buono fra ciò che abbiamo provato in anteprima differenziandolo un minimo per valutazione qualitativa ma soprattutto inserendolo in una delle 3 categorie per abbinamento:

  • a: primi piatti di terra
  • a: secondi piatti strutturati
  • a: secondi piatti particolarmente strutturati

La logica del punteggio estremo alle anteprime per noi non convince quasi più, almeno quello fatto da buona parte della comunicazione di settore, lo ripetiamo da tempo. La valutazione è importante, qualche informazione sulle peculiarità altrettanto, ma lo stillicidio “per un pugno di punti” che nel 2023 leggiamo ancora su alcune testate – anche autorevoli – rasenta l’imbarazzo.


Vi proponiamo trentasei Brunello fra i più buoni, comunque leggermente differenziati per valutazione, e presi da ognuna delle 4 categorie con cui sono stati presentati a Benvenuto Brunello 2023:

  • Brunello di Montalcino 2019
  • Brunello di Montalcino 2019 vigna
  • Brunello di Montalcino 2019 altra etichetta o altro Brunello annata
  • Brunello di Montalcino riserva (vigna) 2018

a cui abbiamo aggiunto altri 4 vinimade in Montalcino“: 1 Moscadello – potevamo rimanere senza un vino da dessert? – e 3 Rosso eccellenti (anche se da un paio di anni c’è il focus Red Montalcino, ma sarebbe stato un vero peccato evitarli completamente) proprio buoni!

Senza “ansia da pubblicazione“, abbiamo quindi più o meno riconfermato la formula dello scorso anno, selezionando una sola etichetta per azienda (e qualcuno ne avrebbe piazzati sicuramente almeno un paio dentro…).


foto: PB ©

Top

Fra le affermazioni più significative, quest’anno ci tengo a sottolineare quella di Capanna: tranne il Sant’Antimo (che non ho assaggiato), ha saputo mettermi nel calice tutti vini da cinque stelle. Davvero impressionante, non mi aspettavo un’eccellenza così diffusa; un graditissimo ritorno al vertice. Di loro abbiamo scelto il Brunello 2019 per espressività significativa nella categoria.

Massimo riconoscimento in categoria anche per il Brunello Vigna I Poggi 2019 di Poggio Antico, il Filo di Seta 2019 di Castello Romitorio, il Riserva Vigna Soccorso 2018 di Tiezzi e poi il Rosso 2021 di Lisini e il Moscadello frizzante 2022 de Il Poggione


Ci siamo come sempre divertiti nel gioco del possibile suggerimento di quei vini che, in base al loro corpo, possono accompagnare le diverse portate durante un pranzo o una cena “di alto livello”: quasi un “Montalcino a tutto pasto” da tentare, se volete, anche a casa vostra.

Rimane un gioco (il nostro) su una cosa seria (il vino) e non fraintendiamoci: tante delle etichette selezionate sono già adesso bivalenti se non addirittura tri-valenti. La scelta di suggerire un vino a una precisa portata è la volontà di metterne in luce determinate caratteristiche sensoriali particolarmente spiccate. Sapete poi bene che i Brunello giovani presentano durezze (acidità, astringenza) che col tempo si smussano e un vino proposto adesso in abbinamento su un secondo piatto molto strutturato potrebbe, fra 10 o 20 anni una volta evolutosi, esaltare un secondo piatto di carne non così robusto.


Il Brunello è il Brunello, assaggiarlo e recensirlo adesso rimane un lavoro parziale e di questo è bene esserne consapevoli. In tanti anni mi sono ricreduto più di una volta (e non me ne vergogno) su alcune valutazioni fatte in fase di Anteprima. Questo è un vino che sa stupire negli anni, abituato a sorprenderci con il tempo che passa.

Aventi con la nostra “selezione a tutto pasto“, 36+3+1, un’etichetta per ogni azienda, in estrema sintesi e… in ordine valutativo per abbinamento e tipologia.


foto: PB ©

Montalcino “a tutto pasto”

ai primi piatti di terra

Brunello di Montalcino 2019 – Ciacci Piccolomini D’Aragona
Grande eleganza di sinergia fresco-sapida al limite del piccante. Vibrante e con un tannino da ammansire che sul finale arricchisce gli aromi di ibisco e susina fresca con quello del mallo. Adesso starebbe benissimo anche sui pici al ragù di cinghiale che faceva la nonna
 
 
Brunello di Montalcino ris. 2018 – Fattoi
Brunello bilanciato, di ribes nero e ciliegia con rientri ferrosi e tostati. Un percorso gradevole al palato dove tutto sa stare al suo posto. Finale pepato e succoso. Un riserva che potremmo rischiare anche su un primo piatto (però tosto…)
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Franco Pacenti
Freschissimo da subito, di arancia bionda e frutti di bosco da maturare. Il suo alcol spinge la beva e contrasta le durezze. Ha personalità con finale floreale e lievemente piccante
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Il Palazzone
Altro campione Brunello 2019 da consumare da subito. Piacevole già in avvio, rimanda al lampone e al gelso con corpo dosato magistralmente. Un’ottima lunghezza gli consente di entrare nella nostra selezione
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Madonna Nera
Ricco e saporito, richiama la visciola, la gianduja e spezie orientali. Scalda un po’ il suo finale di ciliegia gelée ma è certamente un vino scattante, da premiare e da poterci consentire l’abbinamento anche su un primo piatto di elevata struttura
 
 

foto: PB ©

ai secondi piatti strutturati

Brunello di Montalcino 2019 – Capanna
Piccolo capolavoro, che fa tornare Capanna nel nostro Olimpo. Luminoso, elegante e concreto: grande distribuzione fruttata lungo tutto l’assaggio su petali di viola e peonia, arrivi balsamici e di coriandolo. L’aspetto tattile è didascalico, mostra grande personalità ma lo fa senza sopraffarti. Lunghissimo
 
 
Brunello di Montalcino ris. Vigna Soccorso 2018 – Tiezzi
Altro outstanding, stranoto, strafamoso, strascontato ma anche strabuono. Ci ha convinto più della 2019 questo riserva 2018 dai tannini perfetti, incisivi eppur signorili, innestati su un quadro aromatico tendenzialmente di agrume e frutto rosso, fragranze floreali, dolci speziature e note di mirto con un irresistibile conclusione di caramella alla fragola che riequilibra le sue asperità giovanili
 
 
Brunello di Montalcino Filo di Seta 2019 – Castello Romitorio
Rubino luminoso e una ventata di fiori. Poi ci sono marasca, fragoline, erbe officinali con arrivi mentolati e spezie dosatissime. Un vino che ogni anno ci conquista perché ha corpo percettibile, è buono e persistente alla massima classe.
 
 
Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 – Canalicchio Di Sopra
Quanto sapore in un sorso: ciliegia, ribes, erbe officinali e arancia bionda matura. La sua verve ci conquista sempre ogni anno, variabile in base all’annata ma sempre distinta e riconoscibile. Sulla lingua non graffia e dà contenuto. Davvero lungo e davvero buono.
 
 
Brunello di Montalcino ris. AdAlberto 2018 – Caprili
Altro Brunello riserva 2018 di grande pregio: sanguigno al colore e all’olfatto, poi è mora fresca, mandarino, fiore diffuso e tabacco trinciato. Forse meno di prospettiva rispetto ad altri ma godibile all’inverosimile.
 
 
Brunello di Montalcino Poggiarelli 2019 – Cortonesi
Avvio di erbe e cannella, gelatina di more e petali di pansé. In bocca è sostanzioso, polposo ma, soprattutto, estramemente lungo. Sul finale ti avvolge con supremazia alcolica e saporita di cilegia in confettura
 
 
Brunello di Montalcino ris. 2018 – Donatella Cinelli Colombini
Di granato tenue ed espressivo, arriva balsamico, di mammola e melagrana. In bocca è suadente e scattante, di piccoli frutti rossi maturi con tannini scolpiti e mai scomposti. Impossibile non esserne affascinati e poi appagati
 
 
Brunello di Montalcino ris. 2018 – Poggio Di Sotto
Apoteosi di eleganza, che al naso svela a ritmo cadenzato glicine, prugna matura, fragole candite, rosmarino con sfondo dalle note empireumatiche. Sorso sontuoso, rincorsa di sapori ed equilibrio perfetto propulsivo nei secondi con pregiato finale di sapidi frutti di bosco. Fra i migliori assaggiati in assoluto.
 
 
Brunello di Montalcino Vigna Piaggia 2019 – Abbadia Ardenga
Vino d’annata ricco, al naso è più frutta scura ed erbe mentre in bocca è più gioviale: sa di arancia bionda, ciliegia e pan di zenzero con ritorni di cioccolato. Davvero squisito seppur non infinito
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Agostina Pieri
La delicatezza di fiori rossi, ciliegia e chiodo di garofano al naso non trova piena corrispondenza al palato dove si mostra energico, corroborante ed espressivo di frutta scura, pepe rosa e caldo balsamico. Però il suo sapore rimane parecchio e questa è cosa molto, molto importante.
 
 
Brunello di Montalcino ris. 2018 – Carpineto
Un vino completo dall’incipit olfattivo di amarena, mandarino, ribes nero e cannella. Anche al palato ha ogni cosa perfettamente al suo posto per essere godibile da subito oppure rimanere in attesa anni per essere versato. Tannini puliti, di prospettiva, nessun “tuffo al cuore” ma neppure qualcosa da eccepire.
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Roberto Cipresso
Gelsi neri, amarena, ciclamino, cacao e cuoio. In bocca il suo tannino scalpita su una inequivocabile frutta protagonista. Tanta sostanza, alla faccia di chi parla di una 2019 troppo “piaciona”. Che caratterino!
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Gorelli Giuseppe
Rubacuori di categoria che apre con lavanda, cannella, frutta rossa ed essenze di sandalo. Elegante come sempre: succoso, fresco, con ricordi di melagrana e fragoline perfettamente inserite in un sapido assaggio di buona persistenza
 
 
Brunello di Montalcino ris. Gualto 2018 – Camigliano
Un po’ timido e quasi scostante al naso, si apre lentamente con caffè, durone nero, violetta e goudron. Sulle papille è molto più aggraziato, prende confidenza e ti soddisfa alla grande con giusto equilibrio da Riserva e sapori decisamente fruttati con giusto tocco di rabarbaro e sapidità che impressiona.
 
 
Brunello di Montalcino ris. Vigna Fontelontano 2018 – Collemattoni
Vino divertente che freme dall’inizio alla fine: profumi di fiori rossi freschi ma anche di mirtillo in confettura e sottobosco. In bocca ha tannini tenaci, da smaltire ed espressivi di ciò che sarà in futuro. Un finale signorile dagli aromi floreali scuri e agrume piccante ne fa capire le potenzialità e l’indiscutibile valore
 
 
Brunello di Montalcino 2019 – Sanlorenzo
Prologo floreale e poi apertura verso ribes, kumquat e noce moscata. Altamente godibile e proporzionato nella percezione tattile con sostanza ben diluita in giovanile succosità e tannino solleticante. Qualche secondo in più e sarebbe stata apoteosi
 
 

foto: PB ©

ai secondi piatti particolarmente strutturati


Brunello di Montalcino Vigna i Poggi 2019 – Poggio Antico
Spinge mirtillo, lentisco, legno di sandalo e oleandro. Vino superbo, signorile, piacione ma piacevolmente sostanzioso. Ricco e completo, dal sorso infinito con scia di liquirizia. Top.
 
 
Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2019 – Casanova Di Neri
Altro campione generoso: un ventaglio al naso e perfetto nello svolgimento in bocca. Amarena matura, confettura di visciole, pepe nero, di note mentolate e karkadè. Un floreale che prosegue anche sul finale, ottima costruzione e ricchezza senza opulenza
 
 
Brunello di Montalcino Fiore del Vento 2019 – Corte Pavone Loacker
Forza e spessore, arriva di viola, gelso nero, arancia amara e cacao. In bocca è solido, concentrato, l’eleganza sta altrove ma la spinta lunghissima di frutta e pot-pourri speziato è davvero importante, poderosa. Il migliore fra i tre fratelli Corte Pavone vigna d’annata, fra i migliori della sua categoria
 
 
Brunello di Montalcino Ciliegio 2019 – La Magia
Quanto gusto, quanta concentrazione fruttata! Sicuramente affabile, con avvio di frutti scuri, pansé, cumino e balsamicità diffusa; in bocca è signorile, dal tannino fermo e di estratto masticabile con finale di caramella al mirtillo
 
 
Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2019 – Mastrojanni
Distinto, aristocratico: dai tratti olfattivi tipici ma non estremamente ampio al naso. Convince in bocca e senza il minimo dubbio con espressività fruttata corredata da costanti ritorni di viola e rosa rossa, erbe officinali, agrumi con sfumature pregiate di cannella. I tannini sono esemplari, la lunghezza emozionante.
 
 
Brunello di Montalcino Le Raunate 2019 – Mocali
Profuma di lavanda e stecco di liquirizia prima di arrivare a mora gelée con nitide percezioni di carne. Frutta in avvio gustativo, poi il tannino serra parzialmente la rincorsa, ma sono peccati di gioventù per un vino che promette tanto, promette bene e mostra già un’ottima persistenza
 
 
Brunello di Montalcino Vignavecchia 2019 – San Polo
Ginepro, cumino, prugna matura e aghi di pino. In bocca spinge impetuoso con robustezza e tannino deciso. Deve un briciolo placarsi ma ha una lunghezza di categoria superiore. Un cinghiale in salmì lo sta aspettando…
 
 
Brunello di Montalcino Piero 2019 – Talenti
Caramella di frutta, mammola fresca, erbe officinali e gianduja. Gioca sui sensi con sapiente eleganza, conquista al primo sorso e ti ammalia con provocante sostanza. Ma è un Brunello di alta categoria, che racconta tanto e sa finire con dolci agrumi e sapida ciliegia.
 
 
Brunello di Montalcino Ugolforte 2019 – Tenuta San Giorgio
Ricco e concentrato, si presenta con glicine e viola, va su frutta scura, chiodo di garofano e cioccolato. Sorso appagante, di frutto quasi masticabile e già ben bilanciato. tanta sostanza e tanto allungo nei secondi.
 
 
Brunello di Montalcino ris. Poggio alle Mura 2018 – Banfi
Violetta, amarena, dolci spezie, legno di cedro ed eucalipto. In bocca non tradisce: ha materia, equilibrio emblematico, deciso nella spinta fruttata e sapido finale dai ricordi di ginger. Buona persistenza
 
 
Brunello di Montalcino Vigna Nastagio 2018 – Col D’Orcia
Estrema generosità gusto-olfattiva che al naso avvia di erbe e spezie su fragole mature, fiori scuri, tabacco biondo e cuoio. Al sorso fa grip un tannino da sciogliersi, il suo succo è concentrato, il finale lievemente chinato. Ci rivediamo fra altri 5 anni a meno che sulla tavola non ci sia un brasato
 
 
Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 – Le Gode
Arriva di rosa, orchidea, rosmarino e sottobosco. Sulle papille freme, vibra quasi nervoso tanta è la sua freschezza e la stretta tannica di pregiata fattura. Potremmo dire “di tradizione”, potremmo definirlo “severo”, sicuramente è un vino espressivo, fatto molto bene che svelerà presto la sua completa eleganza.
 
 
Brunello di Montalcino Vigna del Fiore 2019 – Fattoria Dei Barbi
Profilo odoroso di fiori rossi, scorza di arancia, macchia mediterranea e minerale. In bocca attacca con tannini da plasmare ma di fiera prospettiva, il sapore di frutta esce bene ma ancora non si sviluppa quanto vorremmo. Dategli subito un fagiano in umido e vedrete…
 
 
Brunello di Montalcino Seconda Stella a Destra 2019 – La Togata
In piena coerenza con gli altri quattro Brunello La Togata 2019 è una Seconda Stella rigorosa, severa, dai profumi di mirtillo, mirto, caffè, liquirizia nera e note pepate che riporta anche al sorso concentrato e forte, materico dal coerente finale di frutta scura ed elicriso
 
 
Brunello di Montalcino Spuntali 2018 – Val Di Suga
Porta tanta frutta al naso: sfoggia dall’amarena alla mora, dalla fragola in composta al ribes nero in confettura. Entra inizialmente morbido, affabile per poi affermarsi con morsa tannica. Il finale dai ricordi di rosa e chinotto è di buona lunghezza e appagante.
 
 


foto: PB ©

#nonsolobrunello…


Rosso di Montalcino 2021 – Lisini
Ogni anno Lisini ci sorprende con qualcosa e quest’anno più col Rosso che col Brunello. Un vino di personalità, vibrante e sostanzioso che parte con ricordi di lavanda e poi vira verso spezie orientali e frutta scura. Impressionante il corpo per sostanza, bilanciamento tattile e perfetta dose. Un tannino di prospettiva, un favoloso Rosso da secondo piatto, senza se e senza ma.
 
 
Rosso di Montalcino 2021 – Argiano
Non ce ne vogliano gli esperti più esperti di noi ma se c’è stato un vino di Argiano che ci ha impressionato e ha staccato sui competitor è stato proprio questo: materico, succulento, fortemente fruttato e generoso con tannino deciso ed espressivo che rimanda aromi finali di tamarindo. Rosso che non stona su un secondo piatto, anzi…
 
 
Rosso di Montalcino 2022 – La Gerla
Floreale inebriante, che in bocca è gustosamente fresco, di ribes, caramella di fragole ed erbe montane. Si beve benissimo e con lunga soddisfazione. Primo piatto della tradizione e il gioco (semplice) è fatto!
 

Moscadello di Montalcino 2022 – Il Poggione
Fra i vari Moscadello fermi, scegliamo l’unico effervescente. Vivace ma educato, guizza di mela e pera in confettura con ricordi di zagara, mughetto e cedro candito. In bocca ha dolcezza ma una giusta acidità che sa sostenerlo. Un finale succoso, comunque delicato, di erbe officinali e nettarina, lo fanno immaginare su un pan di spagna farcito con crema alle pesche
 
 

courtesy: Ufficio stampa Consorzio del Brunello di Montalcino

Volendo, proprio, sintetizzare…

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foto: PB ©

Chiudiamo con l’assegnazione del Leccio d’Oro, il riconoscimento che dal 1994 premia i ristoranti e le enoteche nazionali ed estere con una wine list particolarmente rappresentativa dei vini espressione di Montalcino, a partire proprio dal Brunello. Ecco i vincitori:

  • Ristorante estero: Sistina (New York, USA)
  • Ristorante italiano: –Veranda dell’Hotel Villa d’Este (Cernobbio, CO)
  • Enoteca internazionale: Berry Bros. & Rudd (London, UK)
  • Enoteca italiana: Quadrifoglio (Calosso, AT)
  • premio speciale “Rosso di Montalcino”: Osteria Il Bargello (Siena)




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fonte: Uff stampa Consorzio del vino Brunello di Montalcino
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