Buon 75° Accademia della Vite e del Vino!

L’Accademia della Vite e del Vino ha celebrato a Siena i suoi 75° anni. La cultura di un patrimonio è essenziale per il futuro


Tre quarti di secolo non sono uno scherzo. Alla sua nascita, l’Italia era un Paese appena uscito dal conflitto mondiale e da poco con una nuova Costituzione democratica e repubblicana. Fu proprio l’appena eletto Presidente Luigi Einaudi (succeduto a De Nicola) che il 30 luglio 1949 firmò il decreto costitutivo dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino con sede in Siena.


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In questi 75 anni di storia, l’Accademia ha organizzato 341 tornate, di cui 18 estere, con oltre 2000 relazioni scientifiche in gran parte pubblicate in 47 volumi di atti. Un’opera che oggi le vale un’altissima considerazione in un’epoca che, fra l’altro, la vede rilanciarsi con autorevolezza assieme ai suoi oltre 500 accademici dopo fortune altalenanti in passato.

Spirito Italiano accademia,vite
foto: Gerald Thurner

A raccontare la sua storia prestigiosa adesso c’è anche un volume: “Accademia Italiana della Vite e del Vino: 75 anni di storia“, curato da Rosario Di Lorenzo, attuale presidente, e da altri accademici tra cui Angelo Costacurta, Vincenzo Gerbi, Davide Gaeta, Giusi Mainardi.

La pubblicazione è stata presentata in anteprima la scorsa settimana durante l’ultima delle tornate a Siena, presso Santa Maria della Scala. Una giornata di cultura ma anche, naturalmente, anche celebrativa per questo traguardo che responsabilizza l’Accademia stessa per il raggiungimento degli obiettivi principali del suo statuto: contribuire al progresso della viticoltura, dell’enologia e di tutto il comparto vitinivicolo con la valorizzazione delle produzioni, degli aspetti storici, culturali, economici e legislativi del settore con particolare attenzione alla tutela dell’ambiente, dei territori e dei consumatori sulla base della ricerca e del sapere scientifico.

Spirito Italiano accademia,vite
courtesy Uff stampa AIVV

Non proprio una banalità… e anche per il prof. Rosario Di Lorenzo, presidente AIVV, l’impegno è oneroso e altrettanto stimolante: «Tutti noi abbiamo piena consapevolezza delle numerose, nuove e complesse sfide che il comparto deve affrontare. Dobbiamo essere capaci di rispondere, non assumendo posizioni “totemiche” alle richieste ed esigenze dei vari operatori della filiera, del mercato e dei consumatori senza correre il rischio di perdere il significato e il valore storico e culturale del vino […] Dovremo essere un’organizzazione capace di garantire un reale pluralismo delle opinioni, un confronto di idee libero da condizionamenti e basato su conoscenze scientifiche».


Di pluralismo – aggiungiamo noi – c’è oggettivamente necessità in un settore dove i numeri più importanti sono quelli del mercato ma che, in realtà, sono sorretti da valori di antica tradizione e costume. Un patrimonio che potrà garantirsi un futuro solo se la cultura farà da “raccordo”, elevato e imparziale, fra le varie anime della vitivinicoltura.

La tornata di Santa Maria della Scala è stata l’occasione anche di avvicinarsi maggiormente agli enti e a quelle istituzioni particolarmente sensibili al progetto. Il Comune di Siena, attraverso la voce del vicesindaco Michele Capitani ha precisato di essere disponibile a sostenere una istituzione così prestigiosa e anche Elena D’Aquanno, presidente di Fondazione Enoteca Italiana ha dato massima disponibilità a essere un appoggio logistico in città.

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Consiglio Direttivo AIVV – courtesy Uff stampa AIVV

Da parte nostra, in questi giorni di massive attività promozionali che colmano il sopportabile, questo piccolo disintossicante contributo che speriamo possa riconcentrarci tutti, anche solo per un attimo, sull’essenza e l’essenziale del mondo enoico, del nostro mondo. Buon 75° compleanno Accademia Italiana della Vite e del Vino!

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fonte: Uff stampa UIVV
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