La Scozia alza il prezzo minimo obbligatorio per gli alcolici. Quanto può davvero servire a combattere l’abuso? Beati noi…
Partiamo sempre facendo degli importantissimi distinguo: l’area mediterranea e quella britannica sono due facce molto diverse di una stessa medaglia continentale (geografica e non più politica). Cultura, tradizione e costume hanno creato nei secoli un divario su come si intendano socializzazione e abitudini di consumo a latitudini così differenti.
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Ciò che sta accadendo nel nord europeo in materia alcolica (stiamo vedendo anche in UE con l’Irlanda), per noi non può e non deve pertanto essere preso a riferimento per migliorare il nostro quotidiano. Sicuramente può darci idee e spunti di riflessione su come evolvere il nostro modo di bere e la qualità della vita ma certamente non possiamo ergerlo a esempio per una serie di fattori.
Fa notizia l’odierna approvazione definitiva del governo scozzese all’innalzamento del prezzo unitario minimo (MUP) degli alcolici venduti sul territorio nazionale. Dopo una consultazione parlamentare avviata dopo l’estate scorsa, il dibattito è passato dal parlamento e poi alla pubblicazione di oggi sul registro ufficiale del Minister for Drugs and Alcohol Policy.
In sostanza: la Scozia aumenterà del 30% il MUP. Ma cos’è in sostanza il MUP? Il Minimum Unit Pricing fu introdotto dal governo scozzese nel maggio 2018 con l’obiettivo di ridurre i danni alla salute causati dal consumo di alcol e le conseguenze (sociali ed economiche) degli stessi.
Con il MUP si fissa il prezzo minimo al di sotto del quale l’alcol non può essere venduto in Scozia e il prezzo è il risultato dell’espressione aritmetica: MUP x titolo alcolometrico x volume (in litri) della bottiglia.
La ricerca e il lavoro fortemente voluto dalla ministra Christina McKelvie hanno portato all’approvazione dell’innalzamento del MUP a 65 pence dai 50p precedenti. Il che significa che: se prendiamo uno degli scotch whisky più banali – perché, purtroppo, di questo si tratta… – con un titolo alcolometrico di (esempio) 40%, si avrà un prezzo minimo di £ 18,20 rispetto alle £ 14,00 che si avevano con il precedente valore unitario (non facciamo il calcolo sul vino… fatelo voi e “vi verrà da ridere” se non lavorate in GDO).
Il Governo scozzese plaude all’approvazione della norma come arma essenziale contro una delle principali sfide per la salute pubblica in Scozia, Paese che (secondo una ricerca del 2021) si trova a fronteggiare una cittadinanza adulta che consuma 18,1 unità di alcol a settimana (equivalente a circa 36 bottiglie di spirits o circa 90 di vino all’anno), un numero che supera di quasi il 30% di quanto indicato dalle linee guida dei Chief Medical Officers britannici.
Dall’altra, le opposizioni non credono che queste misure possano risolvere quei problemi di dipendenza che hanno fatto della Scozia la terra con il più alto tasso di mortalità specifico per alcol nel Regno Unito (1.276 decessi specifici per alcol nel 2022 e 35.187 ricoveri ospedalieri correlati all’alcol nel 2021/22). Una misura che invece si abbatterebbe come onere finanziario per il popolo, soprattutto quello a redditi inferiori – diciamocelo pure: chi beve consapevolmente, difficilmente si attacca alla prima bottiglia a basso costo che gli capita fra le mani -.
Comunque la si veda ci sono almeno due certezze: la prima è che la norma pubblicata oggi entrerà in vigore dal prossimo 30 settembre, la seconda è che i rivenditori potrebbero avere un importante tornaconto sulla merce acquistata all’ingrosso con la vecchia MUP e rivenduta con la nuova.
Sarà mica quello elettorale uno dei motivi principali della modifica? No, dai… non vogliamo vederci per forza il losco nella questione, ma non fateci neppure vedere una proposta come questa dalle nostre parti.
CRISPR e Cas9 sono infatti tecniche che accelerano un’ipotetico mutamento naturale di difesa ed evoluzione rispetto agli agenti esterni e, nonostante il tradizionale e prevenuto scetticismo di ogni dove, sono molti i riscontri positivi dei settori tecnico-scientifico-produttivo che conferma di come le varietà modificate con tecniche “gene scissors” siano indistinguibili dalle altre.
Proprio su questo, sono di rilievo le parole del professor Kai Voss-Fels dell’università tedesca Hochschule di Geisenheim University, intervistato qualche mese fa da Wein.plus, un media molto vicino alle istituzioni vitivinicole tedesche e austriache (parti, chiaramente, interessatissime all’argomento): «Varietà come il Riesling o il Pinot Nero sono state propagate esclusivamente per talea per secoli. In questo processo, abbiamo accumulato milioni di mutazioni che si sono formate casualmente e caratterizzano le varietà di uva di oggi. Potremmo continuare a propagare come prima e sperare che i cambiamenti desiderati avvengano per caso nei prossimi anni o secoli e che li troveremo e li utilizzeremo. Oppure potremmo usare i metodi NGT per innescare specificamente tali mutazioni».
Ancora Voss-Fels sul lavoro di ricerca fatto a Geisenheim: «Abbiamo recentemente analizzato circa 250 cloni di Riesling bianco e Riesling rosso. Abbiamo trovato circa 1,2 milioni di mutazioni nel materiale genetico di questi 250 cloni, ovvero 1,2 milioni di differenze nel codice genetico. Non dovremmo più aspettare decenni o secoli che si verifichi una mutazione casuale che dia alla varietà caratteristiche più favorevoli. Tuttavia, la prima cosa da fare è l’identificazione in vigna. Il metodo convenzionale di selezione dei cloni nell’allevamento della vite si basa fondamentalmente sul caso e un po’ di fortuna. Potremmo farlo molto più precisamente e rapidamente con i metodi moderni».
Anche se, con l’innovazione biotecnologica, non tutto sarà possibile: «NGT non è probabilmente adatto oggi per una migliore resistenza alla siccità e carenza di acqua. Questo perché la responsabilità non è di un solo singolo gene ma è la complessa interazione di migliaia di geni che interagiscono con l’ambiente. Non essendo tecnicamente fattibile, si proseguirà ricorrendo al classico incrocio. Diversamente potrebbe accadere cercando di aumentare le difese e la resistenza alle malattie come la peronospora».
Il Regolamento (con allegato) sarà adesso proposto agli Stati membri per avviare i negoziati e poi arrivare alla legge finale.
fonte: European Parliament
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