Spatriati di Mario Desiati vince il LXXVI° Premio Strega ma non stappa sul palco. Dal 1947 l’antico liquore di Benevento è sinonimo di cultura letteraria.
Facciamo cultura interalcolica e spirituale, possiamo non parlare del Premio Strega?
[si legge (più o meno) in: 2 minuti]
Il Liquore Strega, ancora ben assestato sul commercio, richiama comunque tempi passati con grande potere evocativo.
Nato nel 1860 da una ricetta della famiglia Alberti, deve il suo nome alla nota leggenda secondo cui in Benevento si sarebbero riunite le streghe del mondo per i loro sabba sotto un noce presso il fiume Sabato.
Nel 1947 Guido Alberti, grande appassionato di recitazione, decise di finanziare un nuovo premio letterario ideato da Maria Bellonci che, assieme al marito Goffredo, era solita riunire personaggi della cultura e dell’imprenditoria nel noto salotto letterario romano “Amici della domenica“.
Il giallo liquore che oggi l’azienda esporta in 40 Paesi e punta a promuovere in store dedicati, è diventato così un immediato riferimento per gli appassionati di libri che attendono giorni come quello di ieri in cui si è assegnato l’ambitissimo premio in diretta televisiva su Rai3.
I finalisti in gara della LXXVI edizione del Premio Strega, il cui manifesto è stato realizzato da Olimpia Zagnoli, erano stati ufficializzati un mese fa nel Teatro Romano di Benevento:
- Marco Amerighi, Randagi (Bollati Boringhieri)
- Fabio Bacà, Nova (Adelphi)
- Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori)
- Mario Desiati, Spatriati (Einaudi)
- Veronica Galletta, Nina sull’argine (minimum fax)
- Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli)
- Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi)
Il totale dei voti espressi, 537 (pari a circa 81,4% degli aventi diritto), ha portato alla vittoria il romanzo di Mario Desiati, Spatriati (Einaudi), con 166 voti.
Curiosità: Desiati ha infranto la tradizione che vede il vincitore del Premio aprire e assaggiare sul palco la bottiglia di Liquore Strega. Ha però precisato che la stapperà presto nella sua Puglia dedicandola agli scrittori conterranei.
Secondo posto per Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) con 90 voti, poi Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori) con 83 voti.
La giuria era composta da 400 “Amici della domenica” più 220 fra studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri (selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero) e poi ancora 20 lettori forti e ulteriori 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.
Nei primi tre libri premiati si narra di emozioni forti, di amore, di amicizia, di famiglia con un filo che li accomuna idealmente: il lavoro introspettivo alla ricerca di se stessi e della giusta interpretazione da dare alla vita e ai nostri desideri.
Non si parla principalmente di bevande alcoliche ma figuratevi se questo può interessarci, la buona e consapevole bevuta per noi arriva solo dopo esserci rinfrancati lo spirito e sentirci in pace con il mondo.
Buona lettura, possibilmente senza dimenticare il calice.
fonte: Fondazione Bellonci
spiritoitaliano.net © 2020-2022