Leone De Castris celebra 100 anni di imbottigliamento: il successo sprona a nuovi investimenti su qualità e territorio.
Quanti di voi avranno già sentito raccontare la storia dell’ufficiale americano Charles Poletti? Vuoi o non vuoi, l’emblematica figura a capo dell’Allied Military Government (AMG) e commissario per gli approvvigionamenti delle truppe alleate durante la guerra di liberazione è nota per aver in parte segnato anche gli ultimi ottant’anni di una realtà vitivinicola nazionale che – pensate! – affonda le sue radici nel lontano XVII secolo.
[si legge, più o meno, in: 4 minuti]
La nascita della Leone de Castris si fa risalire al 1665 e il successo di oggi non può certamente essere attribuito esclusivamente al Five Roses (il primo rosato imbottigliato e commercializzato in Italia, da qualche anno anche in versione “anniversario”). Dietro ci sono principalmente il duro lavoro e quella maestria imprenditoriale che, di generazione in generazione, ha portato l’azienda a essere riconoscibile in ogni angolo dello “stivale” e sui mercati esteri che ne importano le etichette.
Qualche settimana fa, al Wine Hotel Villa Donna Lisa, l’Amministratore Delegato Piernicola Leone De Castris e il figlio Piersalvatore hanno aperto, con il proprio saluto di benvenuto, la festa celebrativa per i 100 anni di imbottigliamento della cantina ripercorrendo le tappe fondamentali dell’azienda.

Un secolo di eccellenza passato anche dal primo Five Roses del 1943, ma soprattutto un centenario di storia, di tradizione e di visione proiettata da Salice Salentino verso il mondo di domani.
Un evento memorabile per questa realtà simbolo dell’enologia nostrana che, per l’occasione, ha voluto riunire istituzioni, partner, stampa, associazioni, collaboratori e figure chiave del mondo enogastronomico pugliese.
Brindisi collettivo sotto le stelle del Salento, taglio della torta celebrativa, ma principalmente le parole significative dell’A.D.: «Questo anniversario non è un punto di arrivo, ma una nuova ripartenza. Il futuro del vino italiano passa anche da realtà come la nostra, che continuano a investire sul territorio, sulle persone e sulla qualità».
Non eravamo presenti, lo diciamo francamente, ma non potevamo lasciar passare un evento del genere senza avere qualche risposta in più, senza qualche curiosità, senza poter arricchire una semplice notizia che rischiava di non dare il giusto valore a chi merita quel valore.
Amministratore Delegato, oggi dirige con successo un’azienda che esporta il proprio marchio in oltre 50 paesi nel mondo. È stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2023 e, recentemente, Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana: Piernicola Leone de Castris ha ricevuto la stessa altissima onorificenza riconosciuta anni fa al padre Salvatore.
Abbiamo voluto brevemente intervistarlo, chiedergli qualcosa in più, qualcosa che andasse un pochino (ma non troppo) oltre le dichiarazioni ufficiali. Un Q&A su tre temi principali, semplice e non banale, che fosse utile anche a voi lettori, su queste pagine e ogni qualvolta vi troverete davanti alle loro bottiglie.

Storia e talento imprenditoriale
«Cavaliere, il riscontro positivo del mercato e le onorificenze istituzionali sono testimonianze di quel grande lavoro che passa di generazione in generazione, ma sono al tempo stesso riconoscenze al costante impegno nella valorizzazione dell’eccellenza produttiva e del territorio.
In questi ultimi decenni il mondo del vino ha però vissuto importanti trasformazioni, alzando fortemente l’asticella della competitività sia in termini di qualità che di approccio ai mercati e rendendo estremamente impegnativa la conduzione imprenditoriale.
Sul successo e sui numeri della vostra azienda non ci sono dubbi, ma si sono vissute fasi particolarmente delicate o prese decisioni difficili nel recente passato? Come le avete, eventualmente, affrontate e superate?»
Un banco di prova particolarmente significativo è stato il periodo segnato dalla pandemia. Le restrizioni e il blocco del canale Ho.Re.Ca. hanno imposto un ripensamento immediato delle modalità di relazione con i clienti. Proprio da quella difficoltà è nata un’accelerazione decisiva sul fronte digitale: abbiamo potenziato l’e-commerce, sviluppato nuovi strumenti di comunicazione online e rafforzato la nostra presenza nel canale moderno.
A ciò si è aggiunta, nel 2021, la forte impennata dei costi delle materie prime – dal vetro al cartone, dai trasporti all’energia – che ha messo ulteriormente alla prova la struttura economica del settore. Pur in un contesto così complesso, abbiamo scelto un approccio misurato, trasferendo solo in minima parte questi aumenti nei listini, per tutelare la relazione con i nostri partner commerciali e mantenere un posizionamento coerente con la nostra storia.

Visione futura e sostenibilità
«Le sue parole – “Nuova ripartenza”, “investire sul territorio” [ndr] – durante la festa dei 100 anni e la recente certificazione Equalitas che sancisce il raggiungimento di quegli obiettivi legati alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica: quali sono i principali progetti di investimento o l’innovazione che l’azienda ha in programma nel prossimo futuro in linea con questa visione?»
- Sviluppo di un bosco con impianto di sughera, un progetto lungimirante che non solo contribuisce alla riforestazione e alla tutela della biodiversità, ma apre la strada a una futura autonomia nella produzione di tappi, riducendo l’impatto della supply chain e rafforzando il legame con le risorse del territorio.
- Introduzione progressiva di bottiglie più leggere, con l’obiettivo di abbattere consumi energetici e CO₂ legati al trasporto, senza compromessi sulla qualità o sulla percezione del prodotto.
- Ottimizzazione dell’uso dei fitofarmaci, grazie all’installazione di stazioni meteorologiche e trappole ai feromoni per il monitoraggio e la cattura degli insetti: strumenti che ci permettono di aumentare la precisione e ridurre drasticamente l’impatto sulle colture e sull’ambiente.
- Bilanciamento tra vita privata e lavoro, attraverso una nuova organizzazione degli orari che migliora il benessere dei collaboratori e rafforza il senso di appartenenza, consapevoli che la sostenibilità sociale parte dalle persone.
Il nostro obiettivo – ci sintetizza Leone De Castris – è chiaro: crescere con responsabilità, trasformando la sostenibilità in un vantaggio competitivo e culturale. Non si tratta solo di ridurre l’impatto, ma di generare valore — per l’ambiente, per le persone e per le generazioni future.

Peso del mercato e il ruolo del Salento
«L’azienda è presente in oltre 50 paesi. Quali sono attualmente i mercati esteri più appetibili e, soffermandosi sull’incoming, in che modo l’esperienza del Wine Hotel Villa Donna Lisa e del Museo del Vino stanno integrandosi nel piano di promozione del brand e dell’enoturismo salentino in genere? C’è crescita? La comunità locale ne percepisce le reali opportunità?».
L’azienda Leone de Castris è presente in oltre 50 paesi e l’internazionalizzazione rappresenta da sempre un elemento strategico della nostra crescita. Attualmente, i mercati esteri particolarmente importanti sono quello tedesco e quello asiatico. In particolare:
- Germania: un mercato maturo, con consumatori attenti alla qualità e fortemente interessati alle eccellenze italiane, dove la presenza del brand ci permette di consolidare la nostra reputazione e di intercettare nuove opportunità nel canale moderno e nella ristorazione di alta gamma.
- Asia: mercati come Giappone, Cina, Vietnam e Taiwan stanno registrando una crescita rapida, spinta dalla crescente cultura del vino e dall’interesse verso i vini italiani di prestigio;
Per quanto riguarda l’incoming, il Wine Hotel Villa Donna Lisa e il Museo del Vino sono leve fondamentali per promuovere il brand e il Salento come destinazione enoturistica. Il Wine Hotel consente agli ospiti di vivere un’immersione totale nella cultura del vino, mentre il Museo del Vino racconta la storia e il know-how acquisito generazione dopo generazione rafforzando il legame tra prodotto, territorio e cultura.
C’è una crescita evidente, non solo in termini di numero di visitatori, ma anche di riconoscimento del Salento come meta enoturistica di qualità. Nell’immediato futuro, intendiamo ampliare l’esperienza delle visite in vigneto, in particolare nella zona di Salice, e sviluppare ulteriormente l’enoturismo anche nella zona di Noci, valorizzando territori meno conosciuti ma ricchi di storia e tradizione vitivinicola, per offrire percorsi ancora più immersivi e diversificati.

Non serviva la nostra intervista per confermare che la storia di oltre tre secoli della Leone de Castris, simboleggiata dal centenario dell’imbottigliamento e dal celebre Five Roses, è indissolubilmente legata alla maestria imprenditoriale e al passaggio generazionale degli atavici valori familiari.
Sicuramente, sotto la guida di Piernicola Leone de Castris, l’azienda ha consolidato la notorietà, ha ampliato il potenziale produttivo, ma sente l’esigenza di seguire una visione più moderna, basata su sostenibilità certificata, innovazione e un forte impegno nel promuovere il Salento enoturistico.
Un approccio per cui è già pronta la 17^ generazione; sarà compito anche di Piersalvatore garantire adesso che la tradizione e la qualità restino i motori di una crescita che guarda responsabilmente ai mercati globali e alla società di domani.
[PB]
fonte: Uff stampa Leone De Castris
riproduzione riservata © spiritoitaliano.net ® 2020-2025



