Vinofòrum: nuova era del wine & food

di Salvatore Stanco

La settimana di Vinòforum conferma l’interesse per i grandi eventi di alto profilo. Il nostro focus sulle masterclass.


Roma ha chiuso anche per quest’anno quella che è diventata probabilmente la sua settimana enogastronomica più rappresentativa. Da oltre venti anni Vinòforum riunisce cantine, addetti ai lavori e appassionati di vino nel segno dell’alta ristorazione.


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Per l’edizione del 2025 ci si è dati appuntamento a Piazza di Siena, nel cuore di Villa Borghese, confermando la vocazione della capitale ad accogliere il grande pubblico interessato al vino. Sommelier, ristoratori e semplici curiosi hanno riempito i viali eleganti del parco, trasformato per l’occasione in una sorta di piccola città del gusto.

vinoforum roma 2025
courtesy Uff stampa Vinòforum

Una logistica più fluida, rispetto allo scorso anno, ha reso agevole muoversi tra banchi d’assaggio, aree tematiche e lounge. Non solo è aumentata la presenza di appassionati, ma il segnale è stato che Vinòforum può considerarsi ormai un hub importante anche per chi fa business e per le istituzioni. Svariati gli appuntamenti all’insegna del vino e del cibo.

Questa ventiduesima edizione si è distinta non solo per la sua suggestiva location, ma soprattutto per l’imponente offerta di degustazione, ponendo il vino al centro assoluto dell’esperienza. Non un semplice mercato, ma un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per l’assaggio.

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courtesy Uff stampa Vinòforum
Numeri importanti

Il cuore pulsante di Vinòforum è stato senza dubbio il vasto panorama enologico messo a disposizione, che ha saputo attrarre il pubblico, replicando il successo di partecipazione della passata edizione al Circo Massimo. L’organizzazione ha fatto sapere che sono stati circa 80.000 i visitatori che hanno animato le sette serate, confermando l’evento tra gli appuntamenti più apprezzati a livello nazionale.

L’elemento chiave è stata la possibilità di esplorare a fondo la produzione vitivinicola italiana. Con oltre 800 cantine espositrici e un totale di circa 3.200 etichette a disposizione, il percorso si è rivelato un viaggio attraverso i terroir della Penisola. Camminando tra gli stand, si potevano incontrare le grandi realtà del Consorzio DOC Friuli, i produttori del Consorzio Vini Frascati e del Consorzio di Tutela dei Vini Piceni, fino alle eccellenze rappresentate dalla Strada del Barolo e grandi vini di Langa.

L’offerta ha avuto anche un respiro internazionale, grazie alla presenza di etichette selezionate dall’Ente Turistico Spagnolo. L’iniziativa di ARSAC – Regione Calabria, che ha unito i grandi vini identitari della regione ai piatti della tradizione romana, ha chiuso la rassegna con un suggestivo percorso di degustazione.

vinoforum roma 2025 Salvatore Stanco
foto: SS ©

La nuova era del Wine & Food

Tra le tante proposte del Toyota Material Handling Wine Theatre, ha trovato spazio anche l’”ABC del vino” a cura di AIS Lazio. Un percorso dedicato a chi vuole muovere i primi passi nella degustazione, chi vuole cominciare a riconoscere i colori, distinguere i profumi, capire come l’acidità o la dolcezza giocano in bocca. Una sorta di “scuola” del vino, un momento formativo ma leggero al contempo, pensato come introduzione ai prossimi corsi professionali di Sommelier organizzati a Roma e come anticamera alle masterclass.

Per chi cercava un passo in più rispetto al libero assaggio o al semplice approccio, il programma è stato arricchito da appuntamenti di alto profilo tecnico. Le Top Tasting, in particolare, hanno registrato il sold out per tutte le serate. Queste degustazioni, guidate sempre dai sommelier di AIS Lazio, sono state un’occasione preziosa per assaggiare grandi vini, scoprendo cantine prestigiose e ricevendo strumenti di analisi critica e un contesto storico-culturale per la comprensione del vino di qualità. Abbiamo voluto proprio concentrarci e fare focus su questa offerta di Vinòforum per gli appassionati.

Abbiamo seguito la combinata “L’essenza dei vini bianchi d’Oltralpe” e “L’essenza dei vini rossi d’Oltralpe“, entrambe proposte nella serata conclusiva della manifestazione e guidate da Paolo Tamagnini, raffinato conoscitore della Francia e docente AIS di lungo corso. Cinque calici in fila, cinque interpretazioni che hanno mostrato la Francia bianca e altrettanti per la Francia rossa, in tutta la loro diversità.

Una selezione mirata e coerente dei vini, un compito non proprio agevole per il relatore: appassionare un pubblico molto eterogeno, di addetti ai lavori e non, alla Francia. Rapida identificazione delle zone di provenienza dei vini e a capofitto sulla degustazione, che è stata intervallata da piccoli flash sulle caratteristiche geomorfologiche delle regioni e degli areali dei vini.

vinoforum roma 2025 AIS Lazio Paolo Tamagnini - di Salvatore Stanco
foto: SS ©
En blanc

La prima batteria è stata aperta dal Côtes du Rhône Réserve Blanc 2023 di Famille Perrin, con la sua freschezza calda e solare. La tensione quasi vibrante e il forte impatto al naso hanno caratterizzato il Savennières “La Frémine” 2022 di Domaine FL.

Il terzo assaggio è stato caratterizzato dalla lama minerale, la grassezza e la salinità spinta dello Chablis AOC Vieilles Vignes 2022 di Raoul Gautherin & Fils: un sorso che ha cominciato a stuzzicare l’appetito richiamando le carni per l’abbinamento. L’originalità dello Chardonnay Ouillé 2021 da Arbois Pupillin, con quella precisione tecnica che lo rende diverso da tutto è stato il tratto distintivo del quarto calice. Malolattica in bocca, naso ricco di empireumatico, con paglia bruciata su tutto, poi spezia dolce e frutta candita. Ritorno con gusto vibrante in bocca con leggera rifermentazione. Uno chardonnay trasformista che nasce vecchio e invecchia rimanendo vecchio.

A chiusura di questa prima batteria abbiamo trovato la profondità alsaziana del Pinot Gris Grand Cru Brand 2017 di Domaine Amélie & Charles Sparr, già in piena evoluzione aromatica. Oro antico, quasi ruggine, fieno, paglia e muschio secco, sensazioni di lievitati scuri, quasi pane di segale, poi miele e spezia. Pieno e meraviglioso in bocca, sontuoso e grasso dalla persistenza infinta. Tutta la vita con un pane molto croccante, burro e alici del cantabrico.

Seduti davanti ai calici, si percepiva il viaggio partendo dall’acidità verticale di Chablis verso l’opulenza del Pinot Gris, fino alla Loira e allo Jura che raccontano Francia meno nota ma affascinante ugualmente. Il filo conduttore? La capacità tutta francese di rendere ogni vino fortemente identitario, mai tradendo il ritratto del luogo da cui nasce.

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foto: SS ©
En rouge

Ancora Tamagnini ha guidato poco dopo il pubblico tra Bordeaux, Borgogna, Rhône, Loira e Sud della Francia. Vini differenti in vitigni, stili e soprattutto concezioni. Un atto conclusivo di Vinòforum svolto nella stessa sala, sempre grazie al servizio celere e professionale dei sommelier AIS Lazio.

“L’essenza dei vini rossi d’Oltralpe” si è aperta con Beaune Montée Rouge 2021, vino che parla il linguaggio sottile e carezzevole della Borgogna. Lampone e ribes rosso, carcadè, fresco e salino, ideale per avvicinare alla ruralità del territorio e al fascino del Pinot Nero. Tempo di memorizzare le sensazioni del primo vino che si è catapultati nel mediterraneo del litoraneo di Grenache Vieilles Vignes 2022 Domaine Lafage. Formato magnum con calice porpora che ha sprigionato un frutto pieno e tanto calore, ideale su un agnello al forno con fieno e erbe aromatiche.

Il Crozes-Hermitage 2022 ha portato in scena un Syrah speziato, pepato e carezzevolmente balsamico, con note marcate di rabarbaro e quasi medicinali. Forse il più indomito di tutti e ancora compostamente scalciante. Il quarto calice ci ha amplificato un Cabernet Franc sorprendete per immediatezza, croccantezza del frutto, sorso e tannino. Il Saumur-Champigny 2022 è regale ed sontuoso con note di ginepro, corteccia, liquirizia, grafite e polvere piccante. Chiusura in bellezza con il Saint-Émilion Grand Cru 2020 che ha mostrato eleganza bordolese, con tannini morbidi e grande struttura.

Dieci calici in totale, cinque bianchi e cinque rossi, hanno chiuso Vinòforum con una lezione chiara: il vino francese non è solo un riferimento storico, ma un mosaico di stili e identità. Il vino è la Francia e la Francia è il vino. Punto e a capo.

La masterclass ha saputo appassionare nella narrazione dei luoghi, conservando il rigore tecnico e aiutando i partecipanti ad indentificare le scelte enologiche, gli stili e i caratteri dei vini degustati. Si è parlato di acidità come lama, di tannini come gomitoli di filo spinato, di aromi che rievocano luoghi e momenti.

Alla fine, il pubblico è uscito con la sensazione di aver attraversato i territori d’oltralpe in due ore, con il calice come passaporto.

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foto: SS ©
Oltre il vino

Vinòforum 2025 ha anche dedicato spazio alla cultura della sostenibilità, con la partnership tra Vinòforum e AMA. Attraverso la campagna “Il vetro è verde, il green è AMA”, è stato rafforzato l’impegno nella promozione della raccolta differenziata del vetro, con stand informativi e la presentazione di una nuova macchina “mangiavetro”, incentivando comportamenti responsabili e attenti all’ambiente.

Sebbene l’attenzione fosse focalizzata principalmente sul vino, l’evento ha fortemente ribadito il suo ruolo di “Spazio del Gusto” con ben 40 temporary restaurant, la partecipazione di una sessantina fra chef e maestri pizzaioli e un denso calendario di appuntamenti gastronomici di livello.

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courtesy Uff stampa Vinòforum

Le The Night Dinner, firmate in collaborazione con La Molisana, hanno rappresentato il vertice dell’esperienza di abbinamento. Queste cene esclusive hanno trasportato gli ospiti in un percorso sensoriale che univa cucina d’autore, grandi vini (selezionati da Dalle Vigne) e suggestioni cinematografiche.

Allo stesso modo, i Temporary Restaurant hanno offerto la possibilità di assaggiare l’anima autentica della cucina romana, utilizzando materie prime del territorio in abbinamento ideale alle migliaia di etichette presenti. Anche le cene a quattro mani di Pizza d’Autore (organizzate da Molino Casillo e abbinate alla Birra Leffe) e quelle del signature restaurant Anima del The Rome EDITION hanno registrato il tutto esaurito.

La Città della Pizza

Il cibo e soprattutto la pizza non sono davvero mancati e nel gran finale l’attenzione si è poi spostata sulla finalissima de La Città della Pizza 2025. Il contest nazionale ha visto sfidarsi, davanti al pubblico e a una giuria qualificata, i 9 finalisti nella realizzazione dei propri “cavalli di battaglia”. La giuria era guidata da Luciano Pignataro (che tanto sta facendo relativamente alla narrazione sulla pizza di qualità) Antonella Amodio esperta di abbinamento pizza-vino, Anna Tortora e Carlo Passera.

A vincere è stato Carlo Fiamma di Pizza e Cantina (Amalfi), che ha conquistato il palato dei giurati con la sua pizza “Positano” (crema di datterino giallo, tonno rosso, cipolla al lampone, cipolla caramellata, mollica fitta aromatizzata al limone, zeste di sfusato amalfitano e olio al limone) aggiudicandosi anche il premio finale del valore di quattromila euro in prodotti e servizi offerti dai partner della manifestazione.

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courtesy Uff stampa Vinòforum

Molto soddisfatto l’organizzatore e CEO di Vinòforum Emiliano De Venuti: «Questa edizione segna un grande traguardo nella storia di Vinòforum. Ogni serata è stata un teatro di emozioni capace di raccontare al meglio il patrimonio enogastronomico del nostro Paese attraverso le voci di chef e produttori. Ripetere i numeri del Circo Massimo sembrava una sfida quasi impossibile, ma la risposta entusiastica da parte del pubblico ci ha dimostrato quanto Vinòforum continui a rappresentare un luogo di incontro e connessioni autentiche per l’intero settore. Ora ci prendiamo qualche giorno per goderci questo risultato per poi rimetterci subito a lavoro per una prossima, ambiziosa edizione».

Una chiusura che valutiamo anche noi ottima per questo Vinòforum 2025 che, ancora una volta, ha mostrato come il vino sia cultura, esperienza e condivisione enogastronomica e sociale.

da Roma

Salvatore Stanco
“La competizione è inevitabilmente d’intralcio se cerchiamo di essere noi stessi”
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foto: Salvatore Stanco – fonte: Uff stampa Vinòforum
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