Talosa: tradizione contemporanea

Una Montepulciano genuina che sa guardare lontano: passione, ambizione e qualità di Talosa. Verticale dei Riserva.


Montepulciano, giugno 2025: dentro un vino ci sono le persone, le loro storie, i loro luoghi e, magari, pure il loro carattere… 


[si legge, più o meno, in: 6 minuti]

L’anteprima Vino Nobile di inizio anno mi aveva lasciato particolarmente colpito dalla qualità diffusa della denominazione sulla nuova tipologia Pieve e l’abilità di mettere nel calice un vino di vero carattere identitario con cui sfidare palati e mercati.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
foto: PB ©

Ero già passato da Talosa, velocemente ma non distrattamente, e ne ero rimasto affascinato dall’atmosfera positiva, da quella sensazione di apertura mentale e modernità di vedute che si percepiva nonostante fossimo nel cuore della riluttante e riottosa Toscana, e per giunta dentro una cantina storica ricavata in antiche e impressionanti gallerie del 1500 sotto la Piazza Grande di Montepulciano.

Il loro Vigna Chiusino 2021 fu tra l’altro il Pieve più buono assaggiato in anteprima… troppi erano gli indizi, troppa era la curiosità di tornarci per capire quanto e come fosse vero o se trattavasi della diffusa suggestione passeggera da marketing.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Quando un vino ti conquista i sensi, non serve chiedere le percentuali di cepage né disquisire sul numero di settimane di maturazione in legno… serve tornare indietro nel tempo con gli assaggi, anche su etichette diverse, per capirne qualcosa sui fattori del successo, sul sudore speso negli anni, sulle strategie agro-enologiche che hanno fatto spremere i cervelli mentre il cuore batteva forte a ogni raccolto.


Nel 1972 Angelo Jacorossi, noto imprenditore del settore energetico, decise di investire in quello vitivinicolo innamoratosi del paesaggio poliziano. La sua ampia visione manageriale lo spinse negli anni a scegliere gli uomini giusti, affidandosi a chi prima di tutto conoscesse e amasse il territorio, ben conscio che, se un vino è figlio di un luogo, nessuno può amarlo e curarlo più di chi sente propria quella terra da sempre.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Dal 2003 il progetto prese seriamente il volo affidando le chiavi della fattoria all’agronomo Michele Merola. In (solamente) poco più di venti anni, i risultati sono quelli di oggi che accomunano una quindicina di dipendenti con spassionato impegno e quel feeling che unisce coloro che sanno di far parte di un progetto vero, inclusivo e di eccellenza.

In fattoria

Michele c’era ad accoglierci, l’abbiamo stanato dall’ufficio in fattoria di mattina. Qui non passa minuto che non ci sia qualcosa da fare, qualcosa da progettare, qualcosa da recuperare ed è per questo che abbiamo particolarmente apprezzato la sua disponibilità e la sua voglia di mostrare il frutto del lavoro di un team affiatato che gode della massima fiducia della proprietà perché sa che lavorare bene per Talosa significa lavorare bene anche per la propria storia e il futuro di Montepulciano. E qui, come dice Merola, il lavoro non finisce mai per chi ha l’ambizione di farlo in un certo modo. Forza, carisma e generosità: oltre vent’anni fra questi vigneti l’hanno forgiato come professionista e come uomo.

michele merola talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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L’enologo Cristian Pepi è il Direttore commerciale confermatissimo da anni. In realtà Merola ce l’ha stanato lui dall’ufficio dopo averci salutato all’arrivo. Due battute, pochi formalismi e basta un niente per avere le prime conferme dei grandi “perché”. Si capiscono a meraviglia, troppe esperienze condivise nel tempo, troppi confronti in casa e fuori per non avere una sintonia che si percepisce all’istante. Per Pepi l’essere chiamato qui è stato un sogno avverato, ce ne vorrebbero di figure come la sua nelle varie aziende, gente del luogo a cui veramente credi quando pare che mettano il cuore prima dei numeri. Comprendi pure che i conti li sappia fare e bene, nel lavoro il sentimento non basta senza la qualità professionale e l’astuzia.

Non era presente Edoardo Mottini Jacorossi, giovane CEO aziendale e figura essenziale di questo trittico rodato che si intende a memoria nonostante le normali difficoltà quotidiane e dei tempi moderni.

Inutile riportarvi qui le info generali sull’azienda che potete trovare assieme alla gamma vini sul loro sito web. Il valore di un incontro in azienda è fatto dalla percezione degli spazi, dall’ascolto – sì, proprio l’ascolto – del terroir, dallo sguardo fugace al dettaglio, dall’approccio di apertura o meno dei protagonisti.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Si scende così con naturalezza nella vigna prospiciente, gli ettari vitati sono complessivamente 33 su 88 con importante differenziazione di suoli compostasi nei secoli e che oggi marca in partenza l’identità e il potenziale di ogni vino.

Avvincente ascoltare di quanto scrupolo si è messo nello studio, nei viaggi e nella sperimentazione negli anni e non solo con le pratiche enologiche, non solo con le varietà d’uva e i sistemi di allevamento, ma anche con gli stessi cloni del vitigno, il tipo e i fornitori di portainnesti e barbatelle che diventano strumento fondamentale per il risultato finale – non diremo da chi si servono -.

Conca tendenzialmente calda, ben ventilata con importante esposizione, i frutti dei filari vengono sempre raccolti separatamente dopo un’attenzione meticolosa allo sviluppo progressivo della pianta, la conduzione agronomica appare magistrale, quasi una “fissa” da come Merola la racconta.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Negli anni si è visto e vissuto tanto, sia in campo che in cantina e ogni business plan messo sulla scrivania è una scommessa di progresso, il frutto di compromessi fra le cifre del venduto, la conservazione dell’esistente, gli investimenti per l’ampliamento dell’offerta ricettiva, lo sviluppo produttivo e quello qualitativo. Su tutto ciò pende sempre la “spada di damocle” legata all’andamento stagionale, quel timore che ogni previsione possa essere sbaragliata da una malattia, da una grandinata, dall’aridità o da piogge con umidità estrema.

Deve essere chiaro che, lavorando in maniera estremamente sostenibile, i danni economici e fitologici come quelli causati dalle patologie della vite nel 2023 si ripercuoteranno per anni sull’attività delle aziende di medie dimensioni che tentano di rimanere al passo dei tempi.

La salvaguardia qualitativa e quantitativa del raccolto è la missione vitale che si deve raggiungere a ogni costo, anche vendemmiando 32 volte come accadde qui nella sventurata 2014. Tutto può e potrà accadere tranne il taglio di quel filo conduttore che in bottiglia porta e porterà sempre il risultato della somma: annata + Talosa.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Alzando lo sguardo verso Montepulciano, si intravede San Biagio e, poco più sotto, un appezzamento che probabilmente darà vita a un futuro Vino Nobile Pieve, fermo restando che Vigna Chiusino (Pieve Le Grazie) rimarrà assolutamente per anni l’etichetta apicale della linea ed estremamente riconoscibile: solo prugnolo della vigna storica del 1969 che affonda le sue radici su suolo di medio impasto con componente tufacea che sovrasta lo strato argilloso. Un perfetto incastro di condizioni pedoclimatiche che poi diventano peculiarità organolettiche distintive e – a detta nostra – vincenti.

Anche nella cantina di fattoria si annusa il profumo di legno tostato nuovo e la grande lungimiranza di non lasciare niente di intentato. L’epoca della barrique per il Vino Nobile è terminata qui da oltre dodici anni ma si prosegue a innovare, sperimentare e selezionare quelle tonnellerie di fiducia – ormai sono due – per avere le botti più idonee alla maturazione rinnovando costantemente per quello che serve.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Sono cervelli in fermento quelli di Talosa, menti che sanno lanciare il cuore oltre l’ostacolo, consci di non fermarsi mai nel lavorare, nel confrontarsi con altre realtà anche internazionali – tradiscono l’ammirazione per alcuni aspetti francesi – per portare una folata fresca di idee nella terra storica del vino.

Serve essere contemporanei nella tradizione e trasmettere questo approccio al movimento poliziano perché – lo dicono loro – oggi i produttori di queste colline devono sentirsi come fratelli e invitarsi reciprocamente al confronto e al progresso. Si vince solo se lo si fa insieme perché poi il Grifo è uno solo ed è di tutti.

Si rischia di essere estremamente lunghi a raccontare ma credetemi che come poche altre volte lo sguardo dei protagonisti vale qui molto più di dieci assaggi. Assaggi che ho voluto personalmente richiedere in accordo con loro per testare la progressione qualitativa nel tempo e nello stile.

Nella cantina storica

La degustazione ha avuto un prologo orizzontale ma molto si è giocato sulla verticale di Vino Nobile riserva. Tutto avvenuto nella cantina storica nel centro del paese, e qui non si può non aprire un’altra parentesi di suggestione assoluta.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Non sono certamente gli unici ad avere dei locali antichi ed emozionanti ricavati sotto le pietre del centro di Montepulciano – basti pensare ad altri due nomi d’ispirazione come Contucci e De’ Ricci – ma scendere, gradino dopo gradino, in queste gallerie del 1500 fra cunicoli, volte, mattoni di fortificazione e strati murari con fossili del pliocene… lascia il segno, fidatevi.

Questi spazi hanno protetto per secoli una tomba etrusca e una chiesa sotterranea di fortuna, sono stati rifugio dei partigiani, furono adibiti a bunker – il più grande della città – per la popolazione durante la guerra e conservano oggi cimeli, anche enoici, del passaggio del tempo.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Nel 2021 è stata inaugurata la sala degustazione che – ovviamente – sta adesso registrando numeri importanti fra gli enoturisti di passaggio. Un lavoro di recupero svolto parzialmente in economia anche durante la chiusura del 2020, con le risorse interne e sempre per la stessa logica dell’estremo senso di appartenenza.

Potremmo ancora andare avanti e oltre a raccontare, sapendo di rimanere comunque lacunosi su ciò che gli occhi possono vedere fra questi cunicoli. Andiamo, forzatamente, sul materico da bere.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Gli assaggi

Il sangiovese – immaginate – è ovunque, anche nel nuovo Metodo classico millesimato Pietrose (tanta roba il 2018) ma non proprio dappertutto.

Un concetto che è doveroso trasmettere non tanto per un’asettica elencazione ma per comprendere il costante e spassionato fermento di idee. Pietrose rosso è il Merlot IGT antitetico e riccamente affabile, mentre il Pietrose bianco è un IGT da Trebbiano, Malvasia, Grechetto, Petit Manseng il cui mosto viene unito a quello ottenuto dalla pressatura di grappoli interi di Traminer aromatico prima di rimanere in tonneau per oltre 10 mesi.

Un blend ramato e luminoso, divertentissimo in assaggio – e sorprendente per queste latitudini -, a cui il futuro potrebbe riservare ulteriori aggiunte di varietà d’uva. Come a dire: sappiamo che piace ma potremmo fare ancora di meglio e proseguire con ulteriori sperimentazioni.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Il nostro focus era però incentrato sui Riserva. Vini prevalentemente di prospettiva che ci interessava confrontare in verticale per capire come si siano interpretate le tendenze e gestite le condizioni climatiche sulla base della filosofia aziendale.

I Vino Nobile di Montepulciano riserva DOCG di Talosa

Riserva 2004

Si parte! Con botti piccole e nuove


Figlio di un’annata calda e asciutta con vendemmia regolare e ben bilanciata. Bassa resa ma alta concentrazione aromatica. La sua maturazione è passata da barrique nuove per circa 30 mesi, seguita da affinamento in bottiglia.

Il vino degli esordi, risvegliato da un riposo ventennale, è ancora luminosissimo seppur inizialmente timido all’olfatto. Si apre poi perfettamente puro, di viola macerata, mora in confettura, tabacco dolce e origano. Sorprende per vivacità gustativa, arriva di amarena e rosmarino, vira su prugna sotto spirito e con tannini sciolti ti trasporta verso un finale sostanzioso, bilanciato e divertente di cacao, tamarindo e rientri fruttati. Oltre vent’anni portati benissimo.

Riserva 2009

Fine di una decade e della barrique per il Vino Nobile


Figlio di un’annata equilibrata, con primavera mite, estate calda ma senza eccessi e vendemmia in condizioni ottimali. La sua maturazione è passata da barrique in esaurimento per circa 30 mesi, seguita da affinamento in bottiglia.

E’ l’ultimo esemplare di Talosa che ha sostato in botti piccole. Il suo granato luccica meno del precedente ma all’analisi dei sensi capisci subito che è figlio di un’annata spettacolare. Ciclamino, glicine e bacche mature di mirtillo che scivolano su cioccolato al latte e liquirizia in un viaggio di essenze cangianti che ti inchiodano fra la voglia di assaggiarlo e la tentazione di attenderlo nell’ulteriore sviluppo odoroso nei secondi. Entra di spezie ed erbe aromatiche con larghezza fruttata che si conquista il centro palato nei secondi con equilibrio tattile esemplare. Non sappiamo se lo abbiamo assaggiato nel momento più propizio, forse sì, ma di certo la sua scia aromatica ci è parsa quasi infinita. Che vino! Vaglielo a dire ai puritani della botte grande…

talosa vino nobile montepulciano riserva paolo bini
foto: PB ©
Riserva 2013

Inizia la nuova era


Annata più fresca in generale, una primavera che ha ritardato lo sviluppo vegetativo ed estate con precipitazioni e temperature mediamente inferiori. Clima che si è ben riattestato sul finale, una di quelle vendemmie non semplici dove mani e menti fanno la differenza. Inizia in cantina la nuova era con l’uso di tonneau di secondo, terzo e quarto passaggio per 12 mesi, seguiti da 30 mesi in botte grande. Il lavoro a cui si ispira ancora quello odierno.

Che luce riflessa e che incipit carnoso! Al naso sale l’espressività di un varietale quasi sanguigno del sangiovese, accompagnato da mora, stecco di liquirizia, petali di violetta sbocciata e lentisco. Sulle papille spinge signorile e variegato negli aromi con tannini ancora di prospettiva. Entusiasmante la lunga scia balsamico-mentolata con nitidi richiami di scorza d’arancia. Un manifesto dell’eleganza e del divertimento: crea dipendenza.

Riserva 2016

La strada è quella giusta


Un’annata regolare e particolarmente favorevole sotto il profilo climatico, con maturazione delle uve omogenea e completa che ha favorito equilibrio, complessità e notevole potenziale di invecchiamento dei vini. Si prosegue a confermare l’anno di sviluppo in tonneau (stessi passaggi della 2013) seguito da 30 mesi in botte grande. Qui si è deciso di consacrare definitivamente il processo enologico verso i giorni nostri.

Compatto, concentrato, all’occhio ma anche al naso. Capisci che da quel calice sta per liberarsi un mondo e che devi un po’ muoverlo per uscire dalla confettura di mirtillo, petali di pansé, ginepro e ricordi di sottobosco. In bocca riesce così a sciogliere molecole e profumi più freschi e scanditi: marasca matura, glicine, macchia mediterranea, chiodo di garofano. È passata quasi una decade dalla vendemmia e ancora scalpita al sorso: l’astringenza è quella del giovane campione, la generosità materica è indiscutibile. Una ricchezza mai incerta e che sfuma su un retro-olfatto di fiori rossi e agrumi. Di pregio e promessa

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Conclusioni 

Si comprende di come la mano dell’uomo sappia condurre il percorso dell’uva verso la bottiglia con l’interpretazione che rende Talosa riconoscibile.

Nel vino si ritrovano “pari pari” i pensieri, i concetti, il carattere di un team. Non lo scopriamo oggi, ma quando Christian Pepi afferma: «Dentro un vino ci sono le persone» non solo dice una verità sacrosanta ma conferma le mie impressioni al termine di questo percorso che – sarà capitato anche a voi -, vuoi per sensorialità o per suggestione, ti porta a definire il carattere di un vino analogamente a quello di chi lo ha concepito – aggettivi compresi -. 

Il passo deciso di Michele Merola in vigna, la sua perentorietà nello sguardo, la sua generosità nell’esposizione, non poteva che trovare piena corrispondenza negli assaggi combinati.

Il fatto, poi, che determinate annate siano risultate più distinte e altre, magari, più sostanziose, non è altro che la conferma assoluta di questo concetto declinato sulla base della stagionalità e dello stile produttivo del tempo.

talosa vino nobile montepulciano paolo bini
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Di Talosa resta la sensazione di un gruppo forte, coordinato e capace di arrivare dove vuole perché sa che l’asticella va sempre alzata ma a piccole mosse, con consapevolezza e criterio.

Su tutto, la suprema virtù di un proprietario che ha capito perfettamente gli uomini, le loro doti e la loro ambizione di «libertà di dare il massimo». Quell’incontrollabile e incontrattabile voglia di raggiungere insieme un risultato, con entusiasmo ma senza troppe briglie, con senso di responsabilità e di vera appartenenza.

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foto: Paolo Bini ©
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