Lo Strega 2024 a Donatella Di Pietrantonio

A “L’età fragile” di Donatella Di Petrantonio il 78° Premio Strega. Dal 1947 il liquore di Benevento è sinonimo di cultura letteraria.


Ormai ci conoscete, la nostra linea editoriale spazia dagli assaggi, alle storie, a quella cultura che amiamo da sempre definire sia interalcolica che spirituale, che sia moderna o classica che sia tradizionale o di tendenza.


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Quello del Premio Strega è così un appuntamento che divulghiamo ogni anno, in maniera semplice ma certi che possa interessarvi. L’estate è appena iniziata e si fa presto a immaginarci in vacanza, in relax con un drink rinfrescante e un buon libro.

Lo Strega è uno dei pochi liquori che ha resistito al tempo e alle società, altri marchi evocativi del passato sono stati recuperati recentemente dopo decenni di oblio mentre il giallo beneventano è riuscito a rimanere più o meno saldamente a galla e oggi può ventare un ottimo posizionamento sul mercato grazie al rilancio dell’ultimo decennio e, probabilmente, anche a questo importante legame con la letteratura.

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Nato nel 1860 da una ricetta della famiglia Alberti, deve il suo nome alla nota leggenda secondo cui in Benevento si sarebbero riunite le streghe del mondo per i loro sabba sotto un noce presso il fiume Sabato. Nel 1947 Guido Alberti, grande appassionato di recitazione, decise di finanziare un nuovo premio letterario ideato da Maria Bellonci che, assieme al marito Goffredo, era solita riunire personaggi della cultura e dell’imprenditoria nel noto salotto letterario romano “Amici della domenica“.


Il liquore Strega – che oggi l’azienda esporta in 40 Paesi con alcuni store monomarca in Italia e a New York – è diventato così un immediato riferimento per gli appassionati di libri che attendono giorni come quello di ieri in cui si è assegnato l’ambitissimo premio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Un premio promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, con il sostegno quest’anno di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con BPER Banca, media partner Rai, sponsor tecnici Feltrinelli Librerie e SYGLA,sponsor tecnici dell’evento U.A.R.A., Valverde e Tenute Silvio Nardi.

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courtesy: Premio Strega


I 5 finalisti in gara della LXXVIII edizione del Premio Strega, il cui manifesto è stato realizzato da Andrea Tarella, erano stati ufficializzati a giugno fa nel Teatro Romano di Benevento:

  • Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli)
  • Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi)
  • Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax)
  • Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori)
  • Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio)
  • Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo)

La giuria del Premio era composta da 400 “Amici della domenica” più 245 fra studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri (selezionati da 35 Istituti italiani di cultura all’estero) e poi ancora 20 lettori forti (scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria) e ulteriori 25 fra scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.


Il totale dei voti espressi: 644 (pari al 92% degli aventi diritto), ha sancito la vittoria del romanzo di Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi), con 189 voti.

Per lei, oltre alla foto di rito con la bottiglia (e bevuta…), lo Strega Tour che partirà il 7 luglio da Lonato del Garda e poi toccherà queste tappe: il 9 luglio Roma (Festival Letterature), il 21 luglio il Festival della Marina di Villasimius, il 26 luglio Vieste (Il Libro Possibile), il 3 agosto Marciana Marina, l’8 agosto Cortina d’Ampezzo (Una Montagna di Libri), per poi riprendere alla fine del mese e concludersi in autunno.

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courtesy: Premio Strega


Secondo posto per Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo), con 143 voti e al terzo Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio) con 138 voti.


Un’idea, forse suggerimento…

Queste le motivazioni con cui sono stati presentati al concorso i primi tre romanzi classificati. Partiamo, ovviamente da L’età fragile della Di Pietrantonio che fu proposto da Vittorio Lingiardi con questa motivazione:

«L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza. La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura. L’età fragile è la storia di una famiglia sospesa nel segreto del trauma, parole mai dette rinchiuse nel cuore di una montagna d’Abruzzo che è insieme psiche e paesaggio. L’età fragile è il romanzo di una madre che non trova respiro, stretta tra la severità del padre e il silenzio della figlia. Un libro che raccontando il dolore lo cura, perché a scriverlo è una donna che conosce il miracolo delle parole e il sangue delle ferite. Per questo è il mio candidato al Premio Strega».

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Invernale di Dario Voltolini aveva la referenza di Sandro Veronesi:

«Ci sono libri così belli da sbalordire. Cos’hanno in più degli altri? Magari l’autore ha già scritto altri libri molto belli, è una figura nota, apprezzata, i suoi punti di forza sono ben conosciuti e la qualità della sua scrittura non dovrebbe sorprendere nessuno: eppure in quei libri lo fa, sorprende, sbalordisce. Perché? Perché tutt’a un tratto sembra che quell’autore sia nato per scrivere quel determinato libro, e che tutti gli altri che ha scritto prima non siano stati altro che un passo per arrivare a scriverlo? Io non so rispondere a queste domande, ma so che ogni volta che apro un libro, ogni santa volta, in cuor mio spero che si tratti di uno di quei libri, così da ritrovarmi ancora una volta sbalordito per la bellezza e confuso in questo mistero. Invernale di Dario Voltolini è uno di quei libri.

La bravura di Voltolini è nota. La luminosità della sua scrittura è nota. La genialità del suo modo di raccontare il mondo è nota. Eppure nessuno dei suoi libri precedenti mi aveva sbalordito come questo – ed è per condividere il mio sbalordimento che ho deciso di presentarlo per l’edizione 2024 del Premio Strega».


Chi dice e chi tace di Chiara Valerio era stato presentato da Matteo Motolese:

«Delle persone che ammiriamo, che desideriamo, anche prossime, non sappiamo che quello che vediamo. Pochissimo, quindi. È così anche per Vittoria, una donna piena di angoli bui che negli anni Settanta arriva a Scauri, un paese del basso Lazio dove sa che non incontrerà persone della sua vita precedente. Vittoria a Scauri arriva accompagnata da una ragazza, Mara, che è così giovane da poter essere sua figlia ma che sua figlia non è. Con lei Vittoria convive per vent’anni. Aprendo una pensione per cani, nuotando ogni mattina, passando con leggerezza il tempo in una vita che sembra al di sotto delle sue qualità. Ma quante persone così capita di incontrare? Tutti la osservano, in paese; negli anni, la sua figura elegante diventa familiare, le domande si quietano. Poi un giorno Vittoria viene trovata morta nella sua vasca da bagno. Una fine improbabile, che il paese accetta perché sa capire le disgrazie e tace. È da qui che inizia il romanzo. Dalla telefonata che l’avvocata Lea Russo riceve nel suo studio mentre è alle prese con un piccolo caso di rissa tra minori. Chiara Valerio sceglie la forma dell’inchiesta, dell’indagine per scrivere un romanzo di rara intensità, ritmato con straordinaria sapienza narrativa, sull’ambiguità dei nostri desideri, su come ciò che sappiamo degli altri – quelli che ammiriamo, che amiamo – ma anche di noi stessi sia un orizzonte sfuggente, parziale, sempre in movimento. Per queste ragioni sono lieto di presentare questo romanzo per l’edizione 2024 del Premio Strega.»

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foto: Mircea Iancu

Siamo sicuri che questi testi di autori italiani possano regalare emozioni forti e favoriscano, con estrema leggibilità, lo studio introspettivo e la riappacificazione con noi stessi e il nervoso mondo che abbiamo intorno. Non fatevi mancare almeno una di queste letture per l’estate, non fatevi mancare un ottimo drink per accompagnarla.

Rinfrancate e rinfrescate lo spirito… buona lettura e buona bevuta.



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fonte: Premio Strega
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