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I vini delle cantine bio italiane seguite da Luca D’Attoma: un viaggio coinvolgente al 32° Merano Wine Festival


Lo avevamo promesso nell’immediato post-manifestazione, il Merano Wine Festival 2023 è stato talmente ricco di appuntamenti da decidere di valorizzare alcuni “eventi nell’evento” raccontandoli a parte e distribuendoli, senza alcun timore, nelle settimane. Oggi facciamo focus sulla masterclass che ha visto protagonista Luca D’Attoma e le sue collaborazioni lungo tutto lo Stivale.


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La masterclass “Luca D’Attoma: percorrendo l’Italia” è stato uno dei momenti più coinvolgenti del 32° Merano Wine Festival 2023 e non solo per la suggestione offerta dalla sala Sissi del Kurhaus.

L’eloquente sottotitolo “Declinare la territorialità”, anticipa già molto delle intenzioni di questo percorso guidato dai vini nel bicchiere e progettato per esplorare in lungo e largo il nostro Paese: un’analisi approfondita delle peculiarità di ogni etichetta, risultato dell’interpretazione enologica dei vitigni e delle caratteristiche distintive dei territori di provenienza.


Spirito Italiano luca d'attoma merano wine
foto: MM ©

Ad aprire l’evento il patron della manifestazione Helmuth Köcher che ha enfatizzato la precisione e la passione straordinaria di D’Attoma, il cui impegno in ogni collaborazione si traduce in un’attenzione equiparabile a quella dedicata ai propri “figli”. Proseguendo con la metafora familiare, Köcher ha paragonato i vini presentati a dei “bambini”, in quanto, sebbene giovani in questo momento, in quanto assaggiati in anteprima, sono già forieri di ottime prospettive di maturazione ed evoluzione.

La masterclass è stata condotta da Costantino Gabardi, rinomato consulente internazionale nel mondo del vino, noto per la sua lunga collaborazione con la prestigiosa testata Gambero Rosso e per la sua esperienza sia come imprenditore che come degustatore. Ad affiancarlo, Andrea Radic, esperto di comunicazione ed enogastronomia, parte integrante del team Winehunter.


Spirito Italiano luca d'attoma merano wine
foto: MM ©

Luca D’Attoma, figura di spicco nel panorama enologico, ha consolidato la sua reputazione nel corso degli anni, iniziando la sua collaborazione con le diverse aziende presentate in un ampio arco temporale, tra cui Tua Rita nel 1991, Fattoria Castelvecchio nel 2003 e Filodivino nel 2018. Secondo le parole di Radic, D’Attoma non è uomo di fretta: la sua capacità di aspettare che i progetti agricoli maturino testimonia la sua solida etica professionale e l’importanza del tempo nell’arte dell’enologia.

Ma adesso viaggiamo con il naso nel calice…


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foto: MM ©


San Valentino – Colli di Rimini Rebola Vivi 2021  

Rebola, noto anche col nome di pignoletto o grechetto gentile, è un vitigno diffuso soprattutto nella provincia di Rimini. Questo vino è dedicato a Valeria Vivian, moglie del produttore Roberto Mascarin, ed è stato creato nell’anno della sua prematura scomparsa. Le uve sono vendemmiate a fine agosto, a piena maturità, e subiscono una macerazione in terracotta per alcuni mesi, seguita da un periodo di sosta in acciaio. Proviene da colline con terreni sabbiosi e calcarei. Si presenta dorato e offre note precise di cedro candito, gelsomino, nipitella e pepe bianco. L’ingresso caldo diventa ben presto vibrante nell’acidità, con ritorni di pompelmo a prolungare il finale di bocca.



Filodivino – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Matto 2021  

Questa giovane realtà nata nel 2014 può contare su vigne, originariamente proprietà di Fazi Battaglia, che arrivano anche a 60 anni di età. Il vino fermenta in acciaio e in piccole anfore di cemento non vetrificato. Ha un colore paglierino luminoso e un bouquet intrigante con riconoscimenti di mela cotogna, zagara, ananas, lemongrass e anice. Elegante al palato, apre fresco, con evoluzione saporita e una chiusura che richiama la scorza di lime.


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Rosset terroir – Sopraquota 900 2021  

Proveniente da vigneti valdostani di oltre 30 anni coltivati al di sopra dei 900 metri di altitudine e quindi non iscritti alla DOC. Da uve petite arvine in purezza. Viene assemblato dopo un anno di maturazione in diversi contenitori, inclusa l’anfora. Veste il calice di uno smagliante paglierino dai riflessi dorati, sprigionando profumi di acacia, pompelmo, con sbuffi mentolati e di gesso. Al palato è armonico, saporito e teso da una vibrante freschezza.


Terra Costantino – Etna Rosso De Aetna 2021  

Prodotto da vigneti tra i 25 e i 45 anni di età situati sull’Etna, in una contrada di origine vulcanica a circa 500 metri di altitudine. Composto da Nerello Mascalese al 90% e Nerello Cappuccio al 10%, maturato in tonneau. Si presenta trasparente nel rubino con aromi eleganti di ciliegia, violetta, pepe nero e chiodi di garofano. In bocca è deciso, succoso e minerale, sorprende per la notevole persistenza dopo la deglutizione.


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Fattoria Castelvecchio – Numero Otto IGT Toscana Rosso 2019  

Situata a San Casciano Val di Pesa, nel cuore del territorio chiantigiano, questa azienda produce vino da uve canaiolo in purezza provenienti da un vigneto di 50 anni. Matura per otto mesi in botti di rovere. Carminio di media trasparenza, da cui sprigiona intense note di ciliegia, erba tagliata, lavanda ed eucalipto. Ingresso potente che vira su una balsamicità mentolata, tannini in evoluzione, fresco e immediato, ma mai banale.



Fonzone – Irpinia Campi Taurasini Mattodà 2019  

Prodotto con uve aglianico in purezza provenienti da impianti di circa 15 anni. Una parte del mosto fermenta in cocciopesto, per favorire una maggiore presenza di ossigeno con un contatto pellicolare calibrato. Matura in seguito per 24 mesi in botti di diverse dimensioni. L’Irpinia, a differenza di quello che si possa credere, presenta un ambiente relativamente fresco, trovandosi le vigne a un’altitudine di circa 400 metri. Da un carminio luminoso e concentrato si elevano accattivanti aromi fruttati di mora di gelso, seguiti da note di muschio, pepe bianco e vaniglia. Attacco morbido che riempie il centro-bocca. Caldo ma succoso e dalla tannicità ancora tenace.


Tenuta Podernuovo – Auritea Costa Toscana IGT 2018  

La vigne della tenuta della famiglia Lunelli a Podernovo, situata in una zona collinare fresca, danno origine a questa etichetta originale, il cui nome deriva dalle conchiglie fossili di origine marina che si intravedono spesso tra i filari, a testimonianza del mare preistorico che ricopriva queste terre. Con l’arrivo di Luca D’Attoma, il cabernet franc, precedentemente usato in blend, comincia a essere vinificato in purezza, portando alla nascita di questo vino. Rubino denso e lucente, con chiari aromi di ribes nero in confettura, rosmarino, liquirizia e pepe nero. Attacco morbido, con tannini eleganti, diventando sapido nel finale dai lunghi ritorni di arancia sanguinella.


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foto: MM ©


Bulichella – Suvereto Montecristo 2020  

Omaggio a Montecristo e al fondatore dell’azienda Hideyuki Miyakawa, il quale nelle giornate serene era solito passare del tempo ad ammirare l’isola dalle vigne della sua tenuta, sulla costa toscana. I terreni sono quelli tipici delle colline metallifere, ricchi di limo, argilla e scheletro. Si tratta di un taglio bordolese, con prevalenza di merlot e cabernet sauvignon. Ha un colore rubino vivace dai riflessi amaranto e offre invitanti aromi di frutti di bosco, menta e cacao. Al palato è pieno e profondo, con una notevole persistenza.



Tua Rita – Giusto di Notri IGT Toscana Rosso 2021  

Luca D’Attoma collabora con l’azienda dal 1991 a pochissimi anni dalla fondazione. Anche qui i terreni sono quelli delle colline metallifere, con una suggestiva cromia rossastra. Questo vino è composto da cabernet sauvignon all’80%, a completare merlot e cabernet franc in parti uguali. Prodotto per la prima volta nel 1992, la fermentazione avviene con lieviti indigeni e la maturazione per 18 mesi in barrique di primo e secondo passaggio. Rubino compatto con sfumature granato, note complesse di mirtillo maturo, macchia mediterranea, liquirizia e boero. Al palato è lungo e appagante, con tannini densi ed eleganti e un finale saporito dai ritorni minerali.


Spirito Italiano luca d'attoma merano wine
foto: MM ©

Le aziende e i vini che abbiamo incontrato sono molto diversi tra loro, provenienti da zone morfologicamente e climaticamente variegate, ma accomunate da un savoir-faire che ha il merito di dare voce a una purezza legata a un “sense of placedistintivo, senza lasciarsi prendere la mano da scorciatoie enologiche e avendo sempre la pazienza di saper aspettare.




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foto: Marco Mancini – riproduzione riservata
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