Il mercato mondiale non sorride al vino ma l’Italia, tutto sommato, resiste. La fase stazionaria fa riflettere ma non preoccupare.
Sembrano d’impatto dati negativi ma, visti i tempi, tutto sommato è bene accontentarsi e con consapevolezza.
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Sono sempre interessantissime le analisi di OeMV (autorità spagnola più accreditata per il rilevamento del mercato vinicolo) che seguiamo sempre con attenzione perché spazia con dovizia e credibilità fra i mercati import/export internazionali.
Secondo la loro recentissima ricerca pubblicata due giorni fa, il commercio mondiale di vino è sceso in valore del 2,1% nel periodo settembre 2022-2023 e in volume esportato si è addirittura calati del 7,2% andando per la prima volta dopo 10 anni sotto la soglia dei 10.000 milioni di litri.
Dettagliandone in tipologia, tutti i tipi di vino sono scesi sui mercati per volume ma spumanti (+3,8%) e bag-in-box (+2,1%) hanno portato un maggior fatturato.
Degli 11 principali Paesi esportatori mondiali di vino, che insieme rappresentano oltre l’85% del commercio globale, solo la Nuova Zelanda e, in minima parte il Portogallo, sono cresciuti in volume nel periodo di riferimento. La Francia e la Germania hanno incassato di più alzando il prezzo medio del prodotto che, in volume, è sceso di quasi il 10%.
Italia e Spagna tengono botta senza crescere ma mentre il nostro Paese più o meno vive di stazionarietà, gli iberici hanno perso circa il 5% in volume e valore. Nel periodo 2022-2023 il grande tonfo lo hanno fatto i paesi extraeuropei più noti con notevoli cali (fra il 25% e il 30%) in litri venduti per USA, Cile, Argentina e Sudafrica.
Facendo focus sull’interessante mercato degli spumanti, si capisce ancora una volta che l’attuale situazione pare più o meno ferma, senza importanti cali ma anche senza entusiasmo. Pur perdendo circa il 3% rispetto all’anno precedente, l’Italia con 500 milioni di litri a bollicine esporta più del doppio della Francia e ne ricava meno della metà (ci sono entrati 2.185 milioni di euro, +4,7%). Per bag-in-box e sfuso la Spagna rimane leader assoluta (e possiamo tranquillamente farcene una ragione).
Per OeMV il commercio mondiale di vino è cresciuto a ritmi davvero molto sostenuti soprattutto in termini di valore (record storici nel 2022 e nel 2023) dopo il calo in periodo Covid-19 e le seguenti restrizioni al commercio internazionale (chiusura delle frontiere, crollo del turismo internazionale, chiusura di strutture alberghiere… ).
La complicata situazione attuale dei mercati pare condizionata nel particolare da fattori socio-politici quali l’inflazione, la crisi dei trasporti e delle forniture, le guerre e le tensioni, i rincari dei carburanti, ecc. Il commercio mondiale del vino è quindi generalmente in calo ma non pare per disaffezione dei consumatori e, in ogni caso, alcuni mercati continuano a crescere a ritmo sostenuto.
Non c’è da preoccuparsi per chi fa il vino di qualità, ma è giusto recepire con attenzione e, se volete, guardatevi le 50 pagine del report. Potete farlo anche da qui.
fonte: OeMV
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