Gepi Faranda: non solo per i tuoi occhi

di Salvo Terranova

La storia emozionante del pattese Gepi Faranda rivive nel libro di Antonella D’Isanto. Coraggio di un pilota dall’animo nobile.


Nel cuore della Sicilia, dove memoria e passione scorrono come vene sotterranee che alimentano la vita delle comunità, una giornata di inizio estate ha riportato alla luce il nome e il volto di un uomo speciale.


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Originario di Patti e conosciuto da molti come pilota automobilistico degli anni ’50, è stato un personaggio noto non solo per la sua carriera nel motorsport ma anche per essere stato un precursore della donazione degli organi in Italia. Sulla sua avvincente storia è stato da poco pubblicato e presentato un libro che ne ripercorre i momenti più significativi ed emozionanti.

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Non potevamo a maggior ragione trascurare il lavoro di una nostra storica collaboratrice, una firma arguta, elegante e ardente. Antonella d’Isanto ha da poco terminato un’opera davvero importante che celebra la figura di Giuseppe “Gepi” Faranda. Un volume di 172 pagine, dedicato a questo pilota generoso, presentato poche settimane fa in un suggestivo cerimoniale nella Biblioteca comunale di Villa Pisani a Patti.

La cittadina messinese rimane ancor oggi molto devota a questo suo figlio coraggioso con scuole, strade e strutture sportive dedicate alla sua memoria. La storia di “Gepi” continua a essere ricordata come esempio di passione, altruismo e coraggio. Da oggi, anche con il brillante lavoro “Non solo per i tuoi occhi” di Antonella a cui vanno i nostri sinceri complimenti.

Giuseppe Faranda, giovane talento della meccanica, rifiutò il destino impostogli dalla tradizione familiare per seguire la passione per le auto da corsa. Dopo aver brevettato diverse invenzioni e costruito le sue vetture, morì in pista a Modena dopo aver lasciato un testamento in cui donava il proprio corpo alla scienza autorizzando l’espianto dei suoi organi e diventando così un precursore della donazione in Italia.

Alla cerimonia del 21 giugno, c’era per noi Salvo Terranova – all’esordio su Spirito Italiano -. Leggete un po’ quanto è stata emozionante la serata e, se gradite, il libro “Non solo per i tuoi occhi” di Antonella Anniotti D’Isanto è acquistabile anche a questo link.

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foto: AD


La celebrazione di un cuore in corsa e di un’anima gentile

Nell’incantevole Biblioteca comunale di Villa Pisani a Patti, si è tenuta il 21 giugno scorso la presentazione del libroNon solo per i tuoi occhi” dedicato al pilota pattese Giuseppe Faranda, figura cara e indimenticabile del motorsport, precursore della donazione degli organi, al quale molti istituti scolastici, centri sportivi, strade e piazze sono dedicati in varie località del comprensorio metropolitano messinese.

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foto: AD

Gepi” – questo il suo nomignolo familiare – era figlio di una famiglia di notabili, proprietari terrieri, provenienti da Tortorici: il padre, il nonno, un cugino avevano avuto incarichi politici e il suo percorso era segnato a mantenere la tradizione familiare.

Gepi serbava però altre ambizioni: talento della meccanica, amava le auto da corsa, desiderava preparare le sue macchine e partecipare alle gare sugli autodromi e lottando faticosamente con gli schemi familiari, riuscì a liberarsi dall’abbraccio costrittore di una famiglia tradizionale il cui figlio maschio deve portare avanti il nome, fare un matrimonio combinato e salvare la “roba”.

In contrasto con i disegni della famiglia, che lo voleva con un titolo accademico e un impegno politico come tradizione familiare, lui preferì così allontanarsi dal confortevole e agiato stile di vita familiare per inseguire i suoi sogni, ma il 9 ottobre del 1960, partecipando ai campionati della Formula Junior, perse la vita sull’autodromo di Modena in un tragico incidente.

All’obitorio, nella tasca della tuta, fu trovato un documento con scritto “da aprire subito dopo la mia morte”: era un testamento datato 24 dicembre 1957 con il quale metteva a disposizione la sua salma ai fini della ricerca medica e autorizzava l’espianto degli occhi: due donne di Modena riacquistarono la vista grazie a questa donazione.

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foto: AD

La cerimonia di presentazione del libro è stata un momento intenso e partecipato: le oltre cento sedie non sono bastate a contenere il pubblico accorso, tante persone in piedi, presenti per rendere omaggio a questo concittadino, segno che la memoria di Gepi è ancora viva, pulsante, presente.

All’ingresso: una bandiera a scacchi, simbolo inconfondibile delle corsa, ha accolto gli ospiti, evocando, fin da subito, il cuore tematico dell’evento. In sottofondo, le note struggenti della Cavalleria rusticana di Mascagni avvolgevano l’attesa: un omaggio al paesaggio siciliano, alle sue luci e passioni, ai silenzi colmi di significato, alla tragedia nel sottofondo.

I relatori sono stati impeccabili, profondi, capaci di restituire il senso di un progetto nato da un’esigenza d’amore e memoria. Tra loro, uomini del motorsport, che hanno affrontato viaggi complicati, neppure lo sciopero dei treni li ha fermati, per essere presenti e rendere onore a Gepi. Nel libro di Antonella Anniotti D’Isanto si racconta la sua storia e quella della sua famiglia, corredando il racconto con riferimenti storici e della situazione sociale dell’epoca.

Gepi è stato raccontato grazie a documenti fortunosamente ritrovati in un sottoscala, tramite ricordi di persone che lo hanno conosciuto. Ha lasciato tracce di come, con la sua vita spericolata, avesse accarezzato per ben cinque volte il mantello della “signora con la falce” con la quale ha danzato più volte una sorta di ballo sensuale e macabro.

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foto: AD

Uno dei momenti più toccanti è stato il dono di una coppa all’autrice del libro da parte del pilota Antonio Maglione, campione italiano conduttori nella categoria “Allievi Junior” nel ’59. Antonio, che aveva conosciuto Gepi, negli anni precedenti, in una gara del 1960 vinse un trofeo che portava il nome Giuseppe Faranda.

Oggi, con una dedica commovente, ha voluto donarla ad Antonella Anniotti D’Isanto come significativo ricordo degli eventi: un gesto di grande affetto che ha colpito tutti i presenti e coronato un pomeriggio già ricco di commozione, un evento speciale, alla presenza di un folto pubblico, delle Istituzioni, di appassionati di automobilismo, di significative figure che hanno vissuto quegli storici momenti o che vivono in quel mondo con grande attaccamento e passione.

Significativa la testimonianza di un cugino primo di Gepi, erano figli di due fratelli, non proprio coetanei ma sono stati giovani insieme, Fabio Faranda ha narrato la gentilezza del cugino, il sorriso che affiorava con facilità sulle sue labbra, la sua pacatezza, di quanto amasse gli animali. Il tratto distintivo di Gepi, la sua gentilezza, è emerso anche in un paio di filmati proiettati con testimonianza di persone che lo avevano conosciuto. 

La presentazione è stata non solo un evento culturale, ma una vera e propria celebrazione della memoria, dell’amicizia, della passione per la vita e per i motori. Il successo del libro è anche il successo di chi ha saputo raccontare, con delicatezza e forza, l’eredità di un uomo speciale.

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foto: AD

Un cerchio che si chiude e che, forse, si riapre per nuovi lettori, nuove memorie, nuove piste da percorrere. Con questo libro, Gepi Faranda torna tra noi non solo come pilota, ma come uomo capace di vivere, amare e donare oltre ogni limite. E da oggi la sua storia appartiene a tutti.


da Patti

Salvo Terranova

“Non serve perfezione, serve visione: anche un segno grezzo può cambiare la tela”

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