Dal Genova Beer Festival 2025

di Luigi Zurolo

Il Genova Beer Festival conferma la qualità innovativa birraria dall’Italia e dall’estero. Oltre 130 birre alla spina in assaggio


Si dice: “Regione che trovi vino che trovi”, un concetto riscontrabile oramai già da tempo in Italia anche per quanto riguarda la birra, quella artigianale di qualità nonostante, a differenza del vino, la birra non sia un prodotto che si ricollega strettamente al territorio.


[si legge, più o meno, in: 4 minuti]

Ne è un buon esempio la Liguria con non pochi ottimi birrifici e microbirrifici e con molte manifestazioni e festival durante l’anno, espressione di un territorio dove la cultura brassicola non è una cosa da poco.

Genova Beer Festival - Luigi Zurolo
foto: LZ ©

Tra i festival più importanti spicca sicuramente il Genova Beer Festival, organizzato dall’associazione culturale Papille Clandestine. Il festival, nato nel 2015, oggi riesce a ospitare molti fra i migliori birrifici liguri, italiani ma anche stranieri, laboratori di approfondimento sul tema brassicolo, incontri con gli homebrewers e associazioni del territorio fino anche ad attività per i più piccoli e visite guidate nella storica location che lo ospita. Come in ogni evento del genere, non manca poi (e ovviamente) lo street food di qualità.

Un inizio ottobre con tre giorni di vera festa all’interno della favolosa Villa Durazzo Bombrini. Apertura dei cancelli alle 18 del venerdì con le prime degustazioni fino a tarda sera, mentre giornate ricche quelle del sabato e della domenica con i laboratori, le attività e le visite guidate.

Oltre 130 birre alla spina da oltre una quindicina di espositori presenti, ci siamo lasciati trasportare dai profumi, dall’istinto e un po’ dall’esperienza, selezionando (lo vedrete sotto) qualche etichetta che meriterebbe indubbiamente il riassaggio a posteriori.

Genova Beer Festival - Luigi Zurolo
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Birrifici presenti
Dall’Italia
Dall’estero

Interessante anche la presenza del Baladin Open Hub, il progetto del birrificio condiviso nato dalla mente di Teo Musso con la missione di proporre birra artigianale esclusivamente in fusto al canale dei grossisti. Open Hub aveva le sue 7 referenze con i birrifici aderenti all’iniziativa.

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foto: LZ ©
Bevute buone…

Parecchie le referenze che ci hanno lasciato un piacevole ricordo, che sia affettivo, di sorpresa o gustativo. Facciamo una doverosa sintesi.

Una delle primissime assaggiate è stata la nuova Bitter degli Exuvia, la Hostage. Una bitter giusta, bilanciata, facile, non ha grosse pretese ma ottima come apertura per far strada poi a bevute più importanti.

Quella che ti lascia il segno è stata senz’altro la Dolci on fire di Wild Raccoon, una pastry sour. Ogni volta è una sorpresa visto che la sua ricetta è sempre diversa e non sai mai cosa ti aspetta: densa, dolce, acida, sentori di albicocca, frutto della passione, guava.

Altre nuovi presentazioni con il birrificio WAR, ha portato in lattina la sua nuovissima Modalità aereo, una West Coast IPA prodotta in collaborazione con il birrificio americano Aviator Brewing Co: secca, amara e fruttata come ci si aspetta da una birra di questa tipologia. Sempre WAR ci ha deliziato anche con l’apertura di una botticella a caduta della loro Keller Pils Franco.

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Per un assaggio più ecclettico invece non poteva mancare il birrificio genovese Kamun, dove Gippo il birraio ci ha sorpreso con la sua Faro Style, una scura di ispirazione storica, aromatizzata al momento con melassa biologica come da tradizione. Una combo che, alzando la dolcezza della birra, correttamente bilanciata al gusto di base, la rende di une beva cosi facile quanto ai limite del proibito.

Ci ha sorpreso invece la conoscenza di Samuele Scola dell’azienda agricola Naturalmente Scola (Scola Bear), un progetto nato nel 2018 a Castelbianco (SV) insieme a Stefano Montani per coltivare e proporre prodotti naturali radicati al territorio ligure, tra i quali anche la birra.

La rappresentanza estera ha ampliato l’offerta e il valore dell’evento visto anche con gli occhi di chi studia le tendenze continentali. Le impressioni sono state sicuramente positive sia dalla tedesca Rittmayer di Hallerndorf (Bamberg, Franconia), una casa dalle tradizioni antichissime che risalgono indietro al XV secolo, così come dal birrificio Marble di Manchester con referenze moderne ma sempre ispirate alla tradizione brassicola locale.

Menzione speciale per l’irlandese Galway Bay Brewery, specializzata principalmente in stout, ma dove abbiamo assaggiato l’Oak, una irish wild ale a fermentazione spontanea alle albicocche che, conoscendone la storia e la tradizione, si stenta a credere sia di origine irlandese.

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Il Genova Beer Festival è un festival che lascia sempre il segno, sia per la location che lo ospita, sia per l’altissima qualità dei birrifici presenti. C’è stata un’ottima affluenza, ma niente ha scomposto il clima cordiale e amichevole che si respira sempre fra le stanze di Villa Durazzo Bombini.


da Genova

Luigi Zurolo
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