Champagne Exp: upgrade da rivedere

Champagne Experience: esordio gremito a Bologna, ma qualcosa va rivisto. La nostra selezione di 15 maison.


Ogni anno non puoi rinunciarci e, come ogni anno, appena ti vedono la domanda è sempre istantanea: «Allora? Com’è andata con lo Champagne?».


[si legge, più o meno, in: 7 minuti]

C’era grande curiosità, attesa, – diciamo pure eccitazione – per questo upgrade sul capoluogo emiliano. A Modena eravamo un po’ tutti affezionati, ma l’esperienza di altre manifestazioni trasferitesi con successo a Bologna ci aveva caricato di ulteriori aspettative, forse troppe.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

E allora… “Come è andato l’esordio felsineo dell’Experience?“. Per rispondere, si tratta semplicemente di comprenderne prima l’obiettivo. Da noi, non potete aspettarvi falsi trionfalismi – li abbiamo già letti da altre parti – o critiche denigratorie – le abbiamo ascoltate in loco -, cerchiamo semplicemente (e come sempre) equità spassionata e costruttiva.

Facciamo quindi una sintesi di come abbiamo trovato questa ottava edizione dell’evento, prima di fare qualche recensione sulle maison – 15 [ndr] – che ci hanno più colpito nei vari settori. Se vi siete già annoiati: saltate alla selezione.

Impressioni da Bolognafiere

Se il fine era quello di portare sul tavolo l’eccellenza e nel padiglione più gente possibile, allora le giornate del 5-6 ottobre sono pienamente riuscite. Calo di espositori del 17% (non ne conosciamo il vero motivo) ma eccellenza naturalmente garantita. L’assaggio esclusivo non è mai mancato, la qualità è sempre altissima e non sono stati certamente quei 28 tavoli in meno a fare la differenza, anche perché l’affollamento è stato tale da consentirti molto difficilmente di visitare anche solo un terzo di aziende in due giorni.

Oltre 7000 accessi registrati (+20% rispetto al 2024) confermano l’amore italico per la bolla francese ma, al tempo stesso, nelle ore centrali della giornata hanno praticamente ingolfato il Padiglione 15 di Bolognafiere.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

Se l’obiettivo di Excellence SIDI era solo quello dell’affluenza, allora è stato un grande risultato. Abbiamo però quella sensazione del “non può essere tutto qui“. Badate bene che di aspetti positivi e ben riusciti ce ne sono stati molteplici a partire dalle masterclass (tutte sold-out nonostante un prezzo non popolare) che sono state ben condotte e appaganti (su una ci soffermeremo anche noi nei prossimi giorni). Una in più per giornata, magari, l’avremmo anche gradita, ma non sono questi i dettagli che fanno la differenza.

Il catalogo di Champagne Experience è sempre ben fatto, reperibile in digitale e importante strumento di analisi pre e post-evento. Un compendio che sa dare valore anche alle partnership, accordi con realtà importanti che non restano semplicemente un logo a “pagina x” ma che si realizzano anche con spazi ben riconoscibili in fiera.

Quest’anno c’è stata la “novità calice” serigrafato con il logo e l’anno dell’Experience: è un bicchiere bello, talmente bello che la domenica molti hanno cercato di acquistarne un altro per fare la coppia con quello già compreso nel ticket di ingresso. Il boom di accessi festivo (e qualche “crash” di troppo fra i tavoli) ha obbligato l’organizzazione a fermarne la vendita seminando delusione e malinconia.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: Stefano Triulzi © – courtesy: Uff stampa Excellence SIDI

Se l’obiettivo di Excellence SIDI era la semplice esposizione della gamma 2025/26 dei propri importatori e distributori a un pubblico eterogeneo (pagante o invitato dalle aziende ad assaggiare come premio fedeltà), allora è stato un ottimo risultato. Nel padiglione 15, soprattutto domenica, nelle ore “di punta” si sono vissuti momenti di confusionaria allegria fra il pomeridiano rumore cadenzato di cristalli rotti e qualche festante schiamazzo di troppo in uno spazio dall’acustica terribile, al limite della sopportazione (e noi di pazienza ne avremmo anche a sufficienza).

Se però Champagne Experience vuole considerarsi – e lo è – come autorevole e divertente evento nazionale di riferimento per lo Champagne, allora serve mettere a punto le criticità emerse in questo “esordio” di Bologna, e farlo presto.

Se Champagne Experience vuole confermarsi come l’unica e vera “corte italiana” che rende omaggio a “le Roi C” allora deve maggiormente proteggere le figure dei professionisti, dei divulgatori e di quegli operatori che ne hanno fatto la fortuna sotto le Alpi grazie ai loro racconti e alla loro attenzione per un prodotto di qualità indiscutibile ma che si deve avere quantomeno il modo di apprezzare in maniera decorosa in occasioni come queste.

In un modo o nell’altro si dovrà trovare il modo di consentire una degustazione dignitosa. Alcuni tavoli nel settore “Maison classiche” sono arrivati ad avere aspiranti assaggiatori in quinta fila… roba che non si vede neppure all’uscita della scuola elementare.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
Logistica…

Non siamo architetti, non forniamo soluzioni d’interni, ma distribuzione delle aree e acustica dovranno essere curate decisamente meglio. L’eccessiva affluenza, se da un lato sostiene l’investimento, dall’altro rischia di snaturare il “rituale dello Champagne”, che esige calma, attenzione e (almeno un po’) di spazio.

L’affluenza ha poi “impastato” l’angolo guardaroba. Giusto non consentire l’accesso agli zaini, ma non si possono creare code superiori alle 30 persone per depositare gli oggetti personali. Non è corretto farlo in entrata, non si deve proprio lontanamente consentirlo in uscita mentre la gente controlla nervosa l’orologio e conta i minuti che mancano alla partenza del treno.

Chi è arrivato con mezzi pubblici è stato trasferito in sede con un servizio navetta che, tutto sommato, ha funzionato bene. La domenica mattina avevamo davanti in attesa un centinaio di persone, sono state smaltite in poco più di un quarto d’ora. C’è chi si è comunque lamentato, li riteniamo degli insoddisfatti a prescindere.

Qualcuno che invece è arrivato in auto per parcheggiare in zona, si è visto chiedere anche la “modica” cifra di 24 euro per la sosta giornaliera. Si racconta che, vista la cifra, autisti disattenti abbiano pensato di essere vicini al Colosseo o al Ponte di Rialto… si aspettavano di vedere le gondole fra i canali, poi hanno visto i transpallets fra i casermoni numerati e si sono sentiti come un po’ perculati manifestando pure sintomi pruriginosi in zona bassoventre posteriore.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©

Le nostre – ribadiamo – sono osservazioni espresse nell’ottica più propositiva possibile. Vogliamo essere onesti e costruttivi, non sopportiamo né chi “spara a zero” e neppure chi fa “interessata promozione spudorata e travestita”. L’upgrade di Bologna va rivisto, messo a punto e curato con attenzione se le intenzioni sono quelle espresse anche dal presidente Luca Cuzziol al termine della due giorni: selezione degli espositori, promozione dell’alta qualità, maggior vicinanza alle esigenze dell’HoReCa e formazione.

Secondo Excellence SIDI

Queste le dichiarazioni del presidente di Excellence SIDI: «L’ottava edizione di Champagne Experience rappresenta per noi un passaggio fondamentale: non solo perché segna il debutto a Bologna con numeri interessanti, ma perché conferma quanto il modello di collaborazione e formazione che promuoviamo come Excellence SIDI sia oggi imprescindibile per affrontare le nuove sfide del settore. Il pubblico che abbiamo incontrato in questi due giorni — professionisti sempre più preparati e curiosi, operatori attenti alla qualità e alla sostenibilità — ci dice chiaramente che il mercato sta evolvendo, e che il nostro compito è accompagnarlo con visione e responsabilità. Bologna è solo l’inizio di un percorso ancora più ambizioso». 

Saranno svelati nelle prossime settimane anche i dettagli della nuova iniziativa U25 Academy: un innovativo programma formativo per rispondere concretamente alle esigenze di rinnovamento espresse dalla filiera e per facilitare l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo della distribuzione.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
In conclusione… prima della selezione

La nostra Champagne Experience 2025 si è chiusa così con il sapore agrodolce di un sold out troppo concentrato, seppur il bilancio rimanga nettamente positivo per la quantità e la qualità delle maisons nonché l’entusiasmo, l’energia e l’interesse palpabile del vasto pubblico italiano.

Non si è trattato di un collasso, ma di una gestione complessa, più che in passato. Desistere o assaggiare in fretta spalla a spalla ha sicuramente messo alla prova la pazienza di molti, creando un effetto collaterale quasi inevitabile per un evento che attira così tanti professionisti e connoisseurs.

Tutto risolvibile, ma si dovrà seriamente valutare un nuovo approccio logistico. La “prima” di Bologna 2025 è stata un successo di contenuti e di partecipazione, ma l’esperienza è servita a misurare la maturità del settore, suggerendo che per il futuro la sfida non sarà tanto ampliare il pool di etichette eccellenti, quanto trovare l’adeguata soluzione per garantire uno standard di fruibilità all’altezza della qualità in bottiglia.

L’Italia continua ad avere sete di bolle esclusive, e l’Experience resta il suo tempio. Ma i templi, per essere onorati, necessitano di maggior spazio, giusta atmosfera e santo rituale, altrimenti rimane un pellegrinaggio “bevi e fuggi”, buono solo per farsi un selfie o postare qualche reel che tanti magari guarderanno ma che nessuno, poi, ricorderà.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

La nostra selezione

Nella due giorni, con il supporto di Marco Mancini, siamo come ogni anno andati alla ricerca di etichette interessanti fra le 700 proposte, puntando sulla valorizzazione di ogni territorio e di ogni “dimensione”. Abbiamo provato ad alternare realtà note ad altre emergenti ad altre ancora dall’ottimo rapporto qualità/prezzo nel mondo complesso di “le roi” Champagne con i suoi numerosi profumi, i suoi infiniti aneddoti, i 14 formati di bottiglia e le 7 tipologie di professionisti che lo maneggiano (RM, RC, SR, NM, ND, CM e MA).

Una selezione che tenta di dare un “valore distribuito” e se vi fate la domanda: «vediamo quale è stato lo Champagne più buono in assoluto dell’Experience», visto anche quanto abbiamo premesso sull’affluenza, potete già cambiare pagina web (anche se ve ne siete già sorbiti un bel po’).

Champagne Experience 2025 vs 2024
Entrate – Uscite

Prendiamo prima di tutto a riferimento i cataloghi ufficiali 2025 e 2024 (nonostante i CS dell’evento diano numeri leggermente diversi). Quest’anno erano presenti 140 espositori, lo scorso anno 168. Qualche perdita in più per Vallée De la Marne e Côte des Blancs. 26 nuove entrate e 54 che non hanno confermato la presenza dello scorso anno.

  • Côte Des Bar (-3)
    • IN
      • Champagne Jean Mallet
      • Champagne UnderWater -52 UWW
    • OUT
      • Champagne Boulachin Chaput
      • Champagne Ch.Marin & Fils
      • Champagne Gautherot
      • Champagne Pierre Gerbais
      • Champagne Thomas De Marne – Val Frison
  • Côte Des Blancs (-7)
    • IN
      • Champagne Diot Legras
      • Champagne Jean Gimonnet
      • Champagne Pascal Agrapart
      • Champagne Valentin Leflaive
    • OUT
      • Champagne Bernard Remy
      • Champagne Julien Chopin
      • Champagne Larmandier-Bernier
      • Champagne Louis Massing
      • Champagne M. Hostomme
      • Champagne Marie Clugny
      • Champagne Pascal Doquet
      • Champagne Paul Goerg
      • Champagne Rivière
      • Champagne Thuillier et Filles
      • Champagne Yanick Olivier
  • Maison Classiche (-5)
    • IN
      • Champagne Philipponnat
    • OUT
      • Champagne A. Robert
      • Champagne Canard-Duchêne
      • Champagne Chanoine Frères 1730
      • Champagne Lombard
      • Champagne Pol Roger
      • Champagne Pommery
      • Champagne Thiénot
      • Champagne Tsarine
  • Montagne De Reims (-5)
    • IN
      • Champagne Alexandre Penet e Penet-Chardonnet
      • Champagne Bertrand – Delespierre
      • Champagne Bonvalet
      • Champagne Castelnau
      • Champagne Georges Remy
      • Champagne Georges Vesselle
      • Champagne Godmé-Guillaume
      • Champagne Huré Frères
      • Champagne Louis Dousset
      • Champagne Lucien Collard
      • Champagne Ullens – Domaine de Marzilly
      • Champagne Vranken
    • OUT
      • Champagne Aspasie
      • Champagne Bourdaire Gallois
      • Champagne Charles Beaudouin
      • Champagne De Vilmont
      • Champagne Emeline De Sloovere
      • Champagne Falempin pour les éléments
      • Champagne Hervé Rafflin
      • Champagne Jean Paul Deville
      • Champagne Jeeper
      • Champagne Macquart Lorette
      • Champagne Marguet
      • Champagne Maurice Vesselle
      • Champagne Michel Arnould & Fils
      • Champagne Payelle Père et Fils
      • Champagne Penet-Chardonnet Grand Cru
      • Champagne Vincent Cuillier
  • Vallée De La Marne (-8)
    • IN
      • Champagne Belin
      • Champagne Dourdon-Vieillard
      • Champagne Harlin Père et Fils
      • Champagne Jean Moutardier
      • Champagne Joannès-Lioté
      • Champagne Paul Berthelot
      • Champagne Tribaut Schloesser
    • OUT
      • Champagne Alain Couvreur
      • Champagne Bourgeois-Diaz
      • Champagne Christian Gosset
      • Champagne Geoffroy
      • Champagne Godart et Fils
      • Champagne H. Blin
      • Champagne Jean-Noël Haton
      • Champagne Lionel Girard & fils
      • Champagne Maurice Choppin
      • Champagne Rédempteur
      • Champagne Roger Closquinet
      • Champagne Tarlant
      • Champagne Vincent d’Astrée
Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
selezione e recensione da CE 2025 a cura di

Paolo Bini
Spirito Italiano champagne,experienceSpirito Italiano champagne,experience

Marco Mancini
Cote
de
Bar
Cote
de
Blancs
Maison
class.
M.
de
Reims
V.
de la
Marne
Cote de Bar
Chassenay D’Arce (importa: Gruppo Meregalli)

Cooperativa che riunisce 130 famiglie di vignaioli, tra le realtà pioniere dell’Aube sin dalla metà degli anni ’50. Oggi lavora circa 300 ettari di vigneto e si distingue per etichette di alta qualità, basate prevalentemente sul Pinot Noir. Le soste sui lieviti sono mediamente prolungate, a conferma di uno stile elegante e maturo.


Il loro Audace Extra Brut 2014 è un Pinot Noir in purezza, certificato biologico. Matura 72 mesi sui lieviti. Al naso è intenso e verticale, con richiami di lime e fragranza floreale; il sorso resta teso e preciso, mai burroso, sostenuto da un dosaggio minimo di 2 g/l.

Prevalentemente composto da Pinot Noir con un 8% di uve bianche provenienti dalle vigne più vecchie, il millesimée Confidences Brut 2009 affina ben 108 mesi sui lieviti. Profuma di panettone, pesca matura e zenzero candito. Il dosaggio di 7 g/l accompagna le note evolutive senza appesantire. Notevole la persistenza.

Realizzato con l’aggiunta del 13% di vino rosso, il loro Confidences Rosé Brut 2012 ti attrae con un raffinato colore rosa salmone. Sei anni sui lieviti donano profumi di lampone, pompelmo rosa e pepe limonato. Morbido e suadente al palato, chiude su toni sapidi e di biscotto.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©
Jacques Defrance (importa: Passion France)

La Maison, fondata nel 1867 nel Finage di Riceys, è un produttore di Champagne che si è evoluto significativamente. Dagli anni ’80, sotto Christophe Defrance, l’azienda ha rinnovato il suo stile. Oggi, gestisce 12 ettari nella zona dell’Aube e pone grande enfasi sulla sostenibilità: è certificata HVE 3 e Terra Vitis dal 2017.

La Maison coltiva prevalentemente Chardonnay e Pinot Nero, mantenendo anche alcuni filari dedicati al raro Pinot Bianco.


Intrigante il brut Prestige che nasce da vino 2015 con 40% de reserve. Blend sapiente ((80% Ch – 20% PN) atteso per ben 9 anni e giustamente pizzicato da 6 g/l che lo ammansiscono al palato. L’uva bianca gli dona frutta (mango, ananas), quella nera maggior spinta sulle papille. Percorso saporito, con finale di rientro terziario, ben bilanciato e lievemente ammandorlato.

Siamo in Aube e il Pinot noir, evidentemente, riesce loro molto bene. Lo dimostra l’extra brut Excellence (100% PN) gustosissimo e corente di rosa bianca, caramella di lampone e nocciola. Base 2018 con 20% VdR è una miscela fresca e al tempo stesso ricca. In bocca appaga, 36 mesi sui lieviti ti dicono “bevimi facile” ma in realtà ha un estratto (e lunghezza) niente male con ritorni di fiori e liquirizia.

Anche nell’Argile Rosé Brut esce bene la vena del PN, sebbene sia un pochino più dosato (6 g/l) e sosti 24 mesi. Il messaggio è chiaro: piacevolezza, ma c’è modo e modo per piacere, si può anche piacere e convincere pienamente come in questo caso. Piccoli frutti di bosco, ciliegia e un po’ di peonia sono aromi costanti che preludono a un assaggio di personalità, altro che aperitivo…

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
Devaux (importa: Philarmonica)

Fra le più grandi della Cote, la storia della Maison inizia nel 1846 e la sua reputazione è stata consolidata nel tempo dall’impegno di tre donne che ne hanno portato avanti l’eredità.

Oggi, l’azienda si concentra sulla massima qualità del frutto, applicando un rigoroso protocollo chiamato “D selection” (che supera i requisiti del disciplinare) sia nei propri vigneti che in quelli dei conferitori. Guidata dallo Chef de Cave Michel Parisot, la Maison punta a coniugare freschezza e complessità. Quest’ultima deriva dai lunghi affinamenti sui lieviti, un elemento chiave che caratterizza in modo distintivo i loro Champagne.


Ci eravamo già trovati negli anni a recensire Devaux, torniamo a farlo perché la sua gamma è sempre convincente e mette un po’ tutti d’accordo a partire dal Cuvée D brut (55 PN – 45% Ch) i cui 8 g/l sono perfettamente dosati su un prodotto che nasce per piacere “al volo”. Ogni anno decidono quanto farlo riposare sui lieviti, questo c’è stato 9 anni, il risultato ti attrae per la sua complessità di frutta rossa e mandarino con ricordi di pan brioche e vaniglia. In bocca diverte la sua nota tannica, ben abbinabile con primi piatti. Non va lunghissimo ma è buono davvero.

Altro blend (60% PN – 40% Ch), altra lunga sosta (9 anni) e prodotto di alta levatura: Ultra D extra brut a base 2015 ci ha impressionato per le note olfattive minerali e iodate che escono dai tratti prevalentemente floreali, di agrumi misti e crosta di pane. Grande succo, acidità ancora vivace e percorso aromatico lungo e sapido, senza incertezze.

Sténopé, infine, è un brut a basso dosaggio e vero campione di razza. Metà PN e Metà chardonnay, riposa per 10 mesi in barrique senza fare malolattica e poi 10 anni in bottiglia prima di sboccare. Albicocca e susina, ginestra e pain d’epices, sul finale riporta anche nocciola tostata. Uno champagne sapido che si fa sentire in bocca e al cuore

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

Torna al menu

Cote de Blancs
Albert Lebrun (importa Premium Wine Selection)

Fondata nel lontano 1860, la Maison Albert Lebrun ha le sue radici ad Avize, un terroir classificato Grand Cru. La sua vocazione storica è sempre stata il mantenimento della tradizione della Champagne. Le sue cuvée della linea Collection Terroir mescolano le varietà classiche, dando priorità ai vigneti classificati Premier e Grand Cru.

Un punto di svolta si è verificato nel 2003, quando la proprietà di Albert Lebrun è passata alla Maison Rapeneau, un’altra storica famiglia di viticoltori della Champagne, che ne continua l’eredità e la filosofia produttiva. Oggi lavora su circa 200 ettari di vigneti.


Sfizioso il loro Bio Brut monovarietale da meunier con 15% de reserve sfruttato benissimo in acidità con sosta di circa 3 anni sui lieviti che non ne ha appesantito il sorso ma ne ha ampliato gli aromi di agrume con ritorni di mandarino candito. Il dosaggio sapiente di 8 g/l ne ha allungato lo scatto vibrante. Vino ben fatto

Maggior sostanza nel Premier Cru brut da 9 g/l che ci ha convinto per sostanza più che nella raffinatezza attesa da un
70% chardonnay con rimanenza Pinot noir. Pesca bianca succosa, tropicale maturo, mollica di pane e mandorla dal finale sapido e cremoso.

Il loro Blanc de Blancs Grand Cru lascia attoniti per completezza. Una base evidentemente straordinaria (100% Cha)
perfezionata da oltre 6 anni di contatto sur lies. Un sans année magistrale per concezione e conduzione, saporito di mango e nitidi rimandi alla crostata di limone, croccante di arachidi e ginger candito. Lungo e pure sfidante per l’abbinamento a secondi piatti.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
A. Bergère (importa: A. Bergère)

Maison familiare con radici nella seconda metà dell’Ottocento, oggi condotta dalla terza generazione con Adrien Bergère come Chef de Cave. I vigneti si estendono in comuni rinomati quali Fèrebrianges, Étoges, Congy e nei Grand Cru di Avize, Oger, Mesnil-sur-Oger, Chouilly e Cramant, oltre a Bethon e Charly-sur-Marne. Lo stile privilegia lo Chardonnay, seguito da Pinot Noir e Meunier.


100% Chardonnay, 24 mesi sui lieviti e 3 g/l di zuccheri: il Solèra Blanc de Blancs è il loro brut composto per metà dal millesimo 2021 e per l’altra metà da riserva perpetua (2013–2020). Profumi di zagara, pesca matura e biscotto sablé; equilibrio impeccabile, morbidezza setosa e texture carezzevole.

Sempre e solo Chardonnay, in parte vinificato in legno, sono la base del brut nature Terres Blanches Blanc de Blancs che poi riposa per 2 anni sui lieviti senza essere poi dosato: note di salvia, timo e pompelmo; beva dissetante, lunga e dal finale iodato.

Un 10% Coteaux Champenois Pinot Noir integra lo Chardonnay nel Rosé Brut che poi sosta 60 mesi sui lieviti e si completa con 7 g/l di dosage: ha profumi di mela rossa, pomelo e santoreggia; palato elegante e teso, con piacevoli ritorni amaricanti di erbe officinali.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©
Mallol (importa: Proposta vini)

Nonostante un recente restyling del logo, la Maison Mallol mantiene un savoir-faire produttivo che affonda le radici nel XIX secolo. La cantina e i vigneti, che coprono una superficie totale di circa 20 ettari (8 + 12), sono collocati nel prestigioso villaggio di Cramant, un GC della Côte des Blancs.

La filosofia produttiva è interamente focalizzata sulla diretta espressione del terroir. Gustativamente, le etichette della gamma sono note per la loro eccezionale tensione nel sorso, una caratteristica che riflette la purezza e l’identità delle uve provenienti da questo cru rinomato.


Gli Champagne Mallol ci sono sembrati al banco un po’ come loro: eleganti, aperti, simpatici ma mai sopra le righe a partire da un rosé (de blancs…) che ti accarezza il naso con ricordi di ribes e lampone: il Grand Cru Coeur de Craie (90% Ch CdBlancs 10% PN Bouzy) è discreto all’avvio olfattivo ma poi in bocca ha vivacità e ottimo estratto. Ti conduce verso un divertente percorso aromatico davvero lungo che chiude con netta sapidità e lunghezza estremamente bilanciata fra frutta e note tostate donate sapientemente dai 48 mesi sui lieviti e i 7 g/l di residuo (perfetti)

Altra cuvée di territori (Cramant et Chouilly) è l’Amplitude Grand Cru BdB extra brut tutto Chardonnay. Nomen omen al naso: vira dal biancospino al tiglio, dalla pietra bagnata alla crosta di pane su costanti rientri di cedro che lo rendono elegantemente tipico. In bocca poi si allunga tanto, sempre delicatamente ma va lontano, fiero dei suoi 5 anni sui lieviti e di un dosaggio minimo (4 g/l), il famoso “qb”.

Anche nel “biglietto da visita” del Grand Cru Les Gouttes d’Or c’è tanto di ciò che si ritrova nel calice: è luminoso e profuma di pane tostato e burro, senza perdere quel tratto tropicale stramaturo tipico di uno chardonnay 100% che per 7 anni si arricchisce in bottiglia prima del dégorgement. Dal finale caldo di marmellata di arance e sapido ricordo tostato, non stanca nella sua lunghissima scia vivace e mai stucchevole da extra-brut.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

Torna al menu

Maison classiche
Charles Heidsieck (importa: Philarmonica)

Fondata a Reims nel 1851 dal visionario Charles Heidsieck, la maison è divenuta simbolo di eleganza e intraprendenza nello Champagne. Pioniere nel riconoscere il valore dei vigneron, Heidsieck volle che le vigne restassero nelle mani di chi le coltivava, garantendo autenticità e qualità ai vini. Fu tra i primi a esplorare i mercati internazionali, guadagnandosi negli Stati Uniti l’appellativo di Champagne Charlie.


Oggi le cuvée della Maison si distinguono per l’uso generoso di vini di riserva, che donano complessità, profondità e una cifra stilistica inconfondibile.


Il Brut Réserve (40% Chardonnay, 40% PN, 20% Meunier) riposa minimo 48 mesi sui lieviti con dosaggio finale di 9 g/l. È una cuvée iconica, composta per metà da vini di riserva. Al naso si fondono eleganti note di albicocca, frutti tropicali, pan brioche e mandorla; il sorso è pieno, armonico e avvolgente, con un finale che richiama la nocciola tostata.

Il loro Brut Millésimé 2018 (65% Pinot Noir, 35% Chardonnay), dosato con 8 g/l, riposa almeno 60 mesi sui lieviti ed è un champagne di grande personalità: unisce aromi di torrefazione e gelatina di mango a un profilo gustativo generoso, sostenuto da un’acidità precisa e vibrante che ne mantiene l’equilibrio e la dinamica.

Prodotto esclusivamente in annate eccezionali, il Blanc des Millénaires Brut Millésimé 2014 (solo Chardonnay) ha sostato ben 108 mesi sui lieviti e, con un dosaggio di 9 g/l, esprime la quintessenza dello stile della Maison. Il suo bouquet è complesso e sfaccettato: fiori bianchi appassiti, agrumi, pasticceria fine, pane grigliato e tocchi minerali. Profondo e dinamico, evolve in bocca con armonia e interminabili riverberi aromatici, lasciando un’impressione di ricchezza e raffinatezza.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©
Palmer (importa: Vino & Design)

La Maison Palmer è stata fondata nel 1947 da sette piccoli proprietari terrieri con una visione comune incentrata sulla qualità. Nonostante l’azienda abbia fatto molta strada, l’impegno per l’eccellenza rimane il principio guida. Dagli oltre 415 ettari di proprietà, Palmer seleziona le uve solo per la produzione di circa 700.000 bottiglie proprie, vendendo il resto del raccolto sfuso, a riprova della rigorosa selezione.

Il fattore tempo è cruciale per la Maison: tutti i loro Champagne sono commercializzati solo dopo lunghi affinamenti nelle cantine sotterranee, garantendo maturità e complessità al prodotto finale.


Anche Palmer è già passata in questi anni sulle nostre pagine. La gamma è ampia, a Bologna una piccola rappresentanza ma comunque indicativa delle potenzialità della casa di Reims che riesce a fare tutto per ogni occasione e lo fa nella maniera giusta, come nel caso di La Réserve che per la metà è chardonnay, poi PN e Meunier. Un blend pensato “alla virgola” per piacere, con 35% de reserve, la sosta per 4 anni e un profilo aromatico che, di conseguenza, risulta piacevolmente equilibrato fra cedro, pera e biscotto al burro. Tutto con piacevole succo e lunga sapidità finale.

Più tirato e contratto il La Réserve nature, fatto per palati che esigono il dosage zero e ne accettano l’approccio diretto e verticale. Stesso blend, maggior riposo sui lieviti (6 anni), la morbidezza data dall’affinamento che prova a equilibrare le durezze. Piacevolmente fresco, di pesca e mandorla, tanto pane tostato e fiori bianchi con ottima scia di miele d’acacia.

Con il loro Blanc de Blancs 2018 si salta di livello, sempre 6 anni di sosta, con 6 g/l di residuo che non vanno a correggere ma vanno ad ampliarne l’essenza donata anche da un terroir evidentemente vocato bene. Energia pura di frutta (maracuja, mango), tiglio, caramella mou, pietra bagnata che spingono con freschezza e sapidità decisa un corpo di tutto rispetto. Lunghezza di valore vero e finale elegante floreale bianco.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
Virginie T. (importa: Proposta vini)

Virginie è figlia di Claude Taittinger, che per decenni ha guidato la celebre maison omonima, e di Catherine de Suarez d’Aulan, appartenente alla famiglia già proprietaria di Piper-Heidsieck.

Dopo oltre vent’anni di esperienza in Taittinger, nel 2008 Virginie fonda con il figlio Ferdinand Pougatch la Maison Virginie T., con l’intento di esprimere uno stile personale e riconoscibile, selezionando uve da vigneti Premier e Grand Cru della Champagne, sia di proprietà sia da viticoltori di eccellenza.


Il loro Brut (70% PN, 20% Cha, 10% Meu) è un assemblaggio di più annate, in parte secondo il principio della riserva perpetua, proveniente da vigne Premier e Grand Cru della Montagne de Reims, Côte des Blancs e Vallée de la Marne. Un dosaggio di 6 g/l dopo il lungo affinamento di 96 mesi sui lieviti (doppio rispetto alla media dei brut tradizionali), regala bollicine fini e struttura avvolgente. Freschezza, profondità e persistenza ne fanno un’etichetta di grande eleganza e classicità.


Il Blanc de Blancs Extra Brut 2020 è invece un assemblaggio di Chardonnay provenienti dai Grand Cru della Côte des Blancs (Avize, Oger, Cramant, Chouilly) e dal Premier Cru di Villers-Marmery. Quest’ultimo conferisce tensione, mineralità e concentrazione, mentre Cramant apporta ampiezza e una piacevole impronta di pasticceria. Una piccola parte del vino affina anche in legno per poi sostare 60 mesi sui lieviti. Dosato con 4 g/l, il risultato è un Blanc de Blancs raffinato, di grande finezza floreale, equilibrio e slancio minerale.

70% Pinot Noir, 20% Chardonnay, 10% Pinot Meunier sono invece le componenti base del Brut Nature Vintage 2009, pas dosé, che rimane ben 150 mesi sui lieviti. Il suo bouquet è espressivo, con note di lampone, spezie dolci e un tocco tostato. Al palato si mostra ampio e strutturato, sostenuto da una tensione minerale precisa e profonda. Finale lungo, salino e perfettamente equilibrato, esaltato dall’assenza di dosaggio che ne sottolinea la purezza e la freschezza.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©

Torna al menu

Montagne de Reims
Lacourte-Godbillon (importa: Teatro del Vino)

Nata dall’unione di due famiglie, l’azienda ha cambiato radicalmente la sua strategia alla fine degli anni ’60, decidendo di interrompere la vendita delle proprie uve per iniziare a produrre i propri vini. Oggi, la Maison lavora i grappoli ricavati da poco più di 8 ettari di vigneto, con piante che hanno in media circa trent’anni. Quasi 7 ettari sono utilizzati stabilmente dal 2012. La produzione è dominata dal Pinot Nero.

La filosofia chiave è fornire la massima espressione del terroir. Per raggiungere tale intensità, i loro Champagne sono sottoposti a lunghissimi affinamenti sui lieviti, che possono estendersi fino a 7 anni, ben oltre i requisiti standard, conferendo ai vini grande profondità e carattere.


Sul tavolo due champagne divertenti, piacevoli e lunghi. Terroirs d’Ecueil 1er Cru riposa circa 2 anni sui lieviti e nasce da una forte componente di Pinot noir (85%) con chardonnay ma ogni grappolo rappresenta la sua parcella identitaria in (appunto) Ecueil e intreccio fra ultima annata e importante percentuale de Reserve. Non pensate che… perché al naso e in bocca è fresco, vivace: sa di caramella di limone, fiori bianchi, con bollicine cremose che ti fanno chiudere gli occhi.

Ancor più completo ci è parso il Mi-Pentes, interamente da Pinot noir, con leggerissimo dosaggio (3 g/l) e il giusto contatto sui lieviti (28 mesi) per renderlo al tempo stesso tipico e vivacemente equilibrato. Profuma inizialmente di susina rossa fresca, rosa e ribes; poi una delicata sensazione di panetteria sfuma in lunghezza su note di erbe aromatiche. Sostanzioso al palato e dal sapido carattere.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
Matthieu Godmé-Guillaume (importa: Sarzi Amadè)

Matthieu Godmé è l’erede di una famiglia di vignerons presente sulla Montagna di Reims dal 1897. Sfruttando le vigne di famiglia, ha dato il via alla sua avventura come produttore indipendente nel 2017, fondando di fatto un’azienda giovane.

Matthieu si definisce un “contadino vinificatore appassionato” ed è estremamente rispettoso del suo patrimonio viticolo. La Maison conta su circa 16 ettari di proprietà, con vigne situate in terroir prestigiosi come Verzy (Grand Cru), Verzenay (Grand Cru) e Villers-Marmery. Dal 2017, vinifica personalmente le uve per esprimere al meglio l’identità di questi cru di alta qualità.


Un trittico qualitativamente importante, a partire dal Village V.V.V. 1er cru, solo 4 g/l e 24 mesi sui lieviti nato per essere bevuto a fiumi senza essere scordato facilmente. Estremamente succoso, i ¾ di chardonnay donano eleganza e appeal aromatico istintivo, il pinot noir gli consente una maggior resa in bocca. È un vino che, con le sue note di pompelmo gelée e fiori bianchi, definiremmo da aperitivo, ma di quelli esclusivi.

Solo chardonnay e quasi zero dosage è l’Extra brut Terre de Villers-Marmery 1er cru. Qui si sente la forza e la qualità del territorio. BdBlanc di carattere, ananas maturo e lime, goccia di pappa reale su brioche, ma la sua vena rimane piacevolmente acida e, per fortuna, con una sapidità preponderante imbriglia  un alcol per niente timido sul finale di erbe.

Sul Terre deVerzy Grand Cru è assoluto circoletto rosso: 50-50 (Ch-PN) senza vin de reserve, solo 1 g/l e 36 mesi sui lieviti, ci potremmo aspettare roba nervosa e pungente invece è solida ed elegante. Approccio balsamico, arrivi di mora e papaya, crosta di pane e arricchimento floreale chiaro. In bocca va lontanissimo, ogni sorso ha un sapore differente, ma con la costante dei secondi (parecchi) e il ritorni retro-olfattivi di ciliegia e mandarino verde. C’è della carne per lui?

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©
Monmarthe (importa: Cuzziol Grandi Vini)

Fondata nel 1930 da Ernest Monmarthe, la Maison è oggi guidata dalla sesta generazione, rappresentata dall’enologo Jean-Guy insieme alla moglie Sandrine e al figlio Gauthier. Il vigneto, di 17 ettari suddivisi in 22 parcelle tutte Premier Cru (prevalentemente a Ludes, con circa 2 ettari a Taissy), è composto da 35% Pinot Noir, 35% Chardonnay e 30% Pinot Meunier. La produzione annua è di circa 140.000 bottiglie.


60% Pinot Noir e 40% Chardonnay sono la formula del loro extra brut Le Nid d’Agace 1er Cru 2016. Dosaggio con solo 4 g/l dopo aver riposato almeno 72 mesi sui lieviti. Ha profumi intensi di nettarina e pasticceria secca; bocca fresca, minerale e agrumata.

Sempre 60% Pinot Noir, 40% Chardonnay, ma 84 mesi sui lieviti prima di essere dosato con 7 g/l: il brut Millésimé Enothèque 1er Cru 2012 ha sentori di miele d’acacia e composta di mela con accenni di pan brioche. Morbido, succoso, di grande vocazione gastronomica.

Solo Chardonnay, 66 mesi sui lieviti e 8 g/l di residuo: il Le Mont Joyeux Blanc de Blancs 1er Cru 2017 è un brut dal colore oro brillante, profumi di biancospino e cedro. Sontuoso e vibrante al palato, chiude su note agrumate e minerali perfettamente integrate.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©

Torna al menu

Collard-Picard (importa: Philarmonica)

Fondata nel 1996 da Olivier Collard e Caroline Picard, la Maison coltiva oggi circa 16 ettari tra la Vallée de la Marne e la Côte des Blancs. Adotta pratiche agronomiche sostenibili e vinificazioni che uniscono tradizione e modernità: uso di grandi botti di rovere, fermentazioni senza malolattica e dosaggi molto contenuti (massimo 4 g/l), per preservare acidità, freschezza ed espressività del terroir.


Il Racines Meunier è un extra brut 100% Meunier che si eleva 84 mesi sui lieviti. Ha colore dorato brillante; al naso emergono note di albicocca disidratata ed erbe di montagna. Il sorso è teso, verticale e sapido, con ritorni agrumati di scorza di lime.

Prodotto da salasso, con 7 anni di affinamento sur lie, il Merveilles Rosé 1er Cru è un extra brut fatto per 80% da Pinot Noir e 20% da Chardonnay provenienti da Vertus. Dominano profumi di lampone e ribes rosso. Al palato è vivace, saporito e avvolgente.

Oltre 140 mesi sui lieviti per la cuvée Essentiel Millésimé Zero Dosage 2012, composta per metà da Chardonnay e per l’altra metà da Pinot Noir e Meunier. L’annata ricca ha consentito di evitare ogni aggiunta zuccherina; segue un affinamento supplementare di due anni in bottiglia. Profumi di pesca sciroppata e pane grigliato; la beva è vibrante e lungo, con ritorni di pan di spezie, erbe officinali e miele.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©
Telmont (importa: Montenegro)

Fondata nel 1912 da Henri Lhôpital a Damery, nei pressi di Épernay, la Maison è oggi guidata dalla quarta generazione della famiglia. Dal 2017 ha avviato la conversione biologica dei propri vigneti e dal 2021 opera nel quadro del progetto In the Name of Mother Nature, con l’obiettivo di raggiungere una viticoltura completamente biologica entro il 2025 per i vigneti di proprietà e, entro il 2031, per quelli dei partner conferitori.


Il loro Réserve de la Terre Extra-Brut (34% Cha, 44% Meu, 22% PN) è composto per due terzi da uve 2020 e per il resto da 2021 e fa 36 mesi sui lieviti prima di essere dosato con 2,5 g/l. Regala profumi fragranti di acacia e frutto della passione con cenni di vaniglia; al palato dimostra un perfetto equilibrio tra tensione acido-sapida e componente alcolica.

Naturalmente solo Chardonnay nell Blanc de Blancs Extra brut 2014 (96 mesi sui lieviti) che passa da una vinificazione in botti di legno. Note di biscotto alla mandorla e pesca gialla matura; il sorso è appagante, inizialmente morbido, poi fresco-sapido in chiusura.

70% Chardonnay e 30% Meunier da vigneti storici a Damery sono la pregiata base dell’extra brut Sans Soufre 2014 (108 mesi sui lieviti e dosaggio minimo di 1,7 g/l). Un dorato brillante che sprigiona aromi di erbe officinali, albicocca e pan brioche. Effervescenza fine e lunga persistenza, con vena acida trainante e finale fruttato.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: MM ©
Villa Bon Accueil (importa: AGB Selezione)

Villa Bon Accueil, situata a Vandières sulla riva destra della Marna, è un’azienda dalle dimensioni piccolissime: poco più di 0,63 ettari di vigneto (meno di 1 ettaro complessivo). Si coltivano principalmente Meunier e Chardonnay.

L’attenzione è interamente sulla qualità della materia prima e su una rigorosa prassi di cantina che include l’utilizzo di botti per la vinificazione. Dopo la seconda fermentazione, gli Champagne riposano sui lieviti per periodi piuttosto lunghi. Inoltre, i dosaggi delle loro etichette sono mantenuti molto contenuti, esaltando la purezza e la qualità del terroir.


Un bel trittico variegato presentato per l’assaggio, a partire dal Meunier 100% di Les Danaïdes. Nome mitologico per uno champagne che sfrutta una base metodo perpetuo, sosta 3 anni ed è appena appena ritoccato con zucchero (2 g/l). La frutta fresca (pesca, albicocca) prevalgono sul resto, le bollicine solleticano perfettamente, il tocco tannico sul palato ne aumenta la personalità. Un sapido, gioviale e, comunque, volitivo champagne.

Les Parages è sempre Meunieur, sempre 2 g/l ma attraversa barrique più nuove, sosta sui lieviti  per 60 mesi, e il risultato si sente al naso e in bocca. Molto elegante, dalle bolle delicate e un percorso che dal mandarino passa alla sfoglia alla crema con sbuffi minerali. Morbido finale di susina goccia d’oro e fiori gialli.

Les Amoureuses è invece chardonnay che però segue un percorso simile al Les Parages. È un BdB ricco e generoso, figlio di una terra argillosa: tanto mango, ananas, mimosa, ricordi di gesso e crosta di pane fragrante. La persistenza soddisfa, il suo corpo sapido e sicuro ti ispira all’abbinamento con pesce arrosto e contorno farinoso.

Spirito Italiano champagne,experience
foto: PB ©

Torna al menu


Rimanete con noi, il racconto della nostra Champagne Experience non è ancora concluso – c’è il racconto di una masterclass molto istruttiva… – e diteci la vostra sulle nostre pagine social FB o IG.

torna in alto

fonte: Uff stampa Società Excellence – foto: Paolo Bini ©
Riproduzione riservata © spiritoitaliano.net ® 2020-2025