Bon ton enoturistico – parte 2

Cosa (possibilmente) non fare durante una visita aziendale…
Seconda parte: in vigna e in sala degustazione

FATELO CON STILE


Conoscete qualche best practice da seguire quando si visitano i luoghi del vino?


[si legge, più o meno, in: 5 minuti]

Qualche settimana fa avevamo pubblicato la prima parte delle indicazioni per tenere quelle giuste e buone maniere quando capita di visitare i luoghi del vino, che siano “templi” o piccole realtà a conduzione familiare.

Con la “signora del vino” Antonella D’Isanto, oggi concludiamo l’elenco dei suggerimenti. Con un po’ di spirito, dalla vigna alla sala di degustazione per… farlo con stile. Buona lettura [ndr].


foto: Peter H

Degustazioni in cantina: bon ton spiritoso per inesperti enoturisti
– parte seconda –

«L’eleganza non nasce da ciò che porti ma da come ti comporti»
(A. D’Isanto)


Ricordate? Ci eravamo lasciati dopo aver indicato qualcosa da (e non) fare all’arrivo in azienda: come presentarsi, come possibilmente abbigliarsi e prepararsi per la visita in vigna e in cantina. Oggi andiamo dritti al sodo…


Inizia la visita

Adesso che siete pronti, lasciatevi trasportare dall’emozionante percorso enoturistico che, nella sua forma tradizionale, prevedere la visita ai vigneti, cantina, degustazione dei vini con piccoli abbinamenti culinari. Seguite la vostra guida, ascoltate la storia aziendale, potete fare domande, senza però interrompere chi vi sta accompagnando.




Le foto e le recensioni

Se volete fare foto, usualmente non ci sono problemi, consiglio però di chiedere sempre il permesso. Chi vi accompagna, sicuramente non vi dirà di no, ma apprezzerà la cortesia. Le foto in genere sono sempre ben accette e ancora di più se le condividerete taggando l’azienda.

E’ consuetudine in cantina avere il libro degli ospiti, dove potete lasciare un pensiero, un commento sulla vostra esperienza, una bella recensioni quando il wine tour è piaciuto.

Negli ultimi anni comunque si è consolidato l’uso delle recensioni sui social media, A questo proposito mi permetto di esprimere un modesto mio parere, senza per questo voler limitare la libertà di nessuno. Leggo, a volte, commenti acrimoniosi sulle varie piattaforme, rivolti a ristoranti, hotel, BB, ecc.


Qualche volta, tra le note critiche, ho la sensazione che dietro si celi una specie di rivalsa. E’ chiaro che tutte le volte in cui un soggetto si affaccia sul mercato si espone al rischio del giudizio impietoso dei propri clienti – che al contrario può diventare un vantaggio, grazie al passaparola, quando l’attività viene apprezzata – ma si dovrebbe sempre poter contare sulla imparzialità e buona fede degli utenti.

Il diritto di critica esiste, ma le buone maniere imporrebbero una continenza verbale; l’utilizzo di una forma espressiva aggressiva o infamante, non depone a vostro favore. Il commento deve restare entro i limiti del saper vivere; giudizi aspri, indelicati, polemici, profilano negativamente anche il soggetto che recensisce. La critica dovrebbe essere sempre produttiva e da stimolo al miglioramento.


La degustazione

La degustazione è il momento clou della visita; anche qui ci sono alcune regole da seguire, scopriamole insieme.



Effetti personali

Quando arrivate in sala degustazione abbiate la cortesia di silenziare il telefono e raccomando di non poggiarlo sulla tavola, uno dei gesti più diffusi e poco eleganti. Il telefono a tavola non va ne a destra, né a sinistra del piatto, resta in tasca o in borsa.

La borsa non va poggiata sulla tavola, anche se piccola. Anche qui valgono le regole generali di galateo che vieta categoricamente poggiare la borsa sulla tavola.


foto: ADI ©


Il calice: tra tecnica e poesia

Nelle degustazioni si assaggiano un numero variale di vini, usualmente da tre a cinque. Durante la degustazione non abbiate pregiudizi ad utilizzare una spittoon, specialmente se correte il rischio di subire gli effetti dell’alcool o se poi dovete guidare. 

Siete persone che vi affacciate da poco al mondo del vino? Allora per prima cosa sappiate che c’è una regola su come si tiene un calice in mano e il perché. Le ragioni di quella modalità di prendere il calice dallo stelo, con tre dita, permette allontanare il calice e osservare interamente il bevante, cogliere il colore del vino, sentirne i profumi, senza interferenze olfattive dovute ai sentori di saponetta e crema per le mani e, cosa più importante, senza riscaldarlo con il palmo della mano

Il gesto va fatto con naturalezza, rende perfetta la degustazione, manifesta il vostro bon ton, anche per l’attenzione e per l’eleganza che la cultura enoica assegna a questo gesto. Se non siete esperti rinunciate a tenere il bicchiere dalla base del gambo, effetto scenico straordinario, ma insidioso per chi non è abituato.

Questi principi valgono anche per i bicchieri senza stelo, i calici apodi noti anche come tumbler, che vanno impugnati alla base, il più distante possibile dall’orlo. 


foto: ADI ©


Tenere il calice dallo stelo è inderogabile?

Come amo dire e scrivere le regole del galateo non sono scritte sulla pietra, l’assoluto non è di questo mondo, pertanto se non siete in un contesto di degustazione formale potete anche prendere il bicchiere dalla coppa, è importante non inalberare atteggiamenti non consoni alle proprie conoscenze o senza conoscerne il significato e copiati agli addetti ai lavori. Poi fate come vi sentite, ma sempre con leggerezza e con un sorriso, però impegnatevi a migliorare.


Evitate il funamboloso roteare

Apro adesso un capitolo ricco di humour, di frizzi e lazzi, anche per i tanti sketch che sono stati fatti: roteare il vino per ossigenarlo. Si mette in atto questa operazione quando abbiamo nel calice un vino rosso che è stato a lungo chiuso nella bottiglia, come i vini riserva, l’Amarone, il Brunello, il Barolo, tanto per citarne qualcuno dei più noti. La roteazione del calice serve ad aprire il bouquet aromatico facendo sprigionare i profumi. Sinteticamente prego non roteate i vini bianchi, gli champagne, spumanti, non serve a niente e il gesto non declina a vostro favore.

Roteare il bicchiere serve a far evolvere velocemente ed ossigenare il vino, girate adagio, non mettete nel braccio forza centrifuga, qualche volta ho visto il vino strabordare dal calice per la veemenza del gesto. Invece degustate con rilassatezza, e avvicinate il naso al bicchiere per conoscere il vino, guardatelo, osservate le sfumature, portatelo alla bocca e fate esplodere di delizia il vostro palato.




Cibi da evitare

Per una perfetta degustazione fate attenzione ai cibi che consumate prima. Gli esperti consigliano di fare le degustazioni a stomaco vuoto, ma senza arrivare a questi estremismi da addetti ai lavori, sicuramente è sconsigliata l’assunzione di cibi dal sapore intenso con aglio e cipolla. Evitare anche cibi speziati, peperoncino e pepe. Non arrivate alla degustazione con il chewing gum in bocca, (abitudine deplorevole in ogni contesto pubblico) evitate le caramelle a base di liquirizia, anice, menta, caffè, limone, tutti gusti che alterano il palato o scatenano sentori ferrosi quali carciofi e asparagi.

Alcuni studi hanno evidenziato che anche lo stato psico-fisico può influenzare la valutazione sensoriale, ovviamente se avete un raffreddore sarà difficile che possiate godere appieno dei sentori del vino, inoltre se non vi sentite bene pare che il vostro giudizio risulti influenzato in maniera negativa, si comprende la vostra delusione,se potere evitate di andare in giro non perfettamente in salute, anche per non spandere microbi!



Stuzzichini e comportamento al buffet

Usualmente alle degustazioni i vini vengono serviti con piccoli abbinamenti culinari in un piatto singolo. Qualche volta viene messo a disposizione degli ospiti un buffet al quale raccomandiamo caldamente di non precipitarsi. Perdonatemi, non sono prolissa, ma al prossimo buffet dove sarete ospiti guardate con occhio distaccato la ressa al tavolo di servizio!

Una raccomandazione alle signore dalla chioma fluente: non passatevi le mani tra i capelli mentre siete in attesa, non scuotete le vostre chiome per rinverdire la pettinatura, con il rischio che un capello voli nel piatto altrui, e non in ultimo siate consapevoli della lunghezza delle vostre chiome; se siete in fila scuotere la testa significa dare uno schiaffo peloso a chi vi sta dietro!


foto: A. Aronsky

Lo stile è un modo semplice per fare cose complicate

Il bon ton non prevede mai gesti eclatanti. L’eleganza è fatta di piccoli gesti, è understatement, ognuno troverà il proprio punto di equilibrio per comprendere cosa sta degustando. Per comportarsi meglio, per chi desidera evitare pericolosi scivoloni di stile, ecco un piccolo vademecum riassuntivo per essere eleganti, disinvolti e lasciare un ricordo indelebile del vostro stile

  • Si porta il calice alla bocca non viceversa
  • Nelle degustazioni sarebbe consigliabile tenere il calice per lo stelo con pollice ed indice, senza alzare il mignolo. Non è in disuso l’ho visto fare un paio di volte! Afferrare il calice dal bevante diciamo non è perfetto, purtroppo è un gesto che affligge molti dall’osteria al ristorante stellato, correggetevi con un assiduo allenamento
  • Evitate con il calice in mano di fare movimenti roteatori inconsulti
  • Degustate dopo avere deglutito, con la bocca libera da cibo e prima asciugate le labbra.
  • Sorseggiare con calma è più elegante, prestando attenzione al vino e alla conversazione. C’è differenza tra bere e degustare
  • Bandito dal galateo, in ogni circostanza è brindare dicendo “cin cin” e facendo toccare i bicchieri, è un suono e un gesto dei quali vi risparmio l’origine, è fastidioso e sicuramente privo di stile.
  • Allungare il vino con acqua e per questo sacrilego amo ricordare una frase emblematica di Michel Bouvier (professore di biochimica e medicina molecolare all’Università di Montréal): «Mettere dell’acqua nel vino, è coniare falsa moneta».

foto: E. Sazonova

Ci sono gesti ripetuti spesso, a volte quasi meccanicamente, che fanno parte della cattiva abitudine o dalla mancanza di insegnamenti sullo stare a tavola. L’elenco del malgarbo è lungo, ma per imparare e migliorare siamo sempre in tempo.

E per finire in maniera spiritosa… ricordate: bisogna conoscere le regole per infrangerle, con eleganza!





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