Il vino italiano non viene toccato dalla revisione dei dazi USA per settembre
In questo momento difficile la notizia che arriva da oltreoceano è oggettivamente molto positiva. Rimangono infatti invariate le tariffe previste per l’importazione dei prodotti italiani negli Stati Uniti così come stabilito a febbraio scorso.
Lo ha confermato attraverso un comunicato ufficiale di ieri la United States Trade Representive (USTR), l’organo preposto alla revisione periodica dei dazi.
Certo, se pensiamo all’agroalimentare, non consola sapere che continuerà ad essere applicato un 25% aggiuntivo a eccellenze come il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Grana Padano, la Fontina e altri formaggi, salumi, prodotti gastronomici ma… almeno il vino è rimasto salvo!
Ricordiamo che la questione “giacenza in cantina” coinvolge numerose aziende e l’introduzione di nuovi dazi sarebbe stata un’ulteriore mazzata che avrebbe coinvolto anche ciò che sta per essere immesso sul mercato.
Adesso, con un pizzico di fiducia in più, è possibile guardare avanti sempre a patto che esista una forte azione di sostegno, promozione e presenza del vino italiano sul canale statunitense. Da subito e almeno fino ai primi mesi del 2021 quando verranno ridiscusse le decisioni prese oggi in relazione alla sentenza WTO sugli aiuti di stato ad Airbus.
Non solo: sul complessivo valore di 7,5 miliardi di prodotti nuovamente tassati dal 1° settembre 2020 (guarda tutto l’elenco), pur confermando il 25% di importo aggiuntivo, gli USA hanno depenalizzato alcuni prodotti di Grecia e Gran Bretagna a discapito di altri francesi e tedeschi.
Il momento è quindi importante e va saputo gestire anche dalle autorità italiane che, attraverso il Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Ivan Scalfarotto, sottolineano gli sforzi della Farnesina nel mantenere un costante dialogo con le autorità statunitensi.
Scampato pericolo ma occhio che deve rimanere vigile…
fonte: USTR
photo: David Peterson da Pexels