Tenuta Fratini: avanguardia della nuova Bolgheri

Peculiarità di un territorio celebre declinate con stile innovativo. Tenuta Fratini si pone come avanguardia della nuova Bolgheri.


Quando si parla di storia, e di vitigni autoctoni, il tempo diventa relativo. In che modo la storia diventa ‘recente’? dopo quanto tempo un vitigno diventa autoctono? Si usa il buonsenso, e il senso del luogo e della coerenza con l’argomento, ma non c’è mai una risposta precisa.


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Bolgheri, per esempio, è considerata una zona vinicola pregevolissima, ma moderna – Mario Incisa della Rocchetta, che impiantò i suoi vigneti ormai più di 80 anni fa, sapeva che lì il vino si faceva già sin dai tempi etruschi, eppure fu il suo Sassicaia a salire nell’Olimpo internazionale. Non staremo a raccontarvi una storia che tutti già conoscono.

tenuta fratini bolgheri di luisa tolomei foto paolo bini
foto: PB ©

Vero è che di Tenuta San Guido ce n’è una sola, tuttavia il fermento e l’eccellenza della zona non si fermano di fronte a nessun ostacolo e nemmeno le aggressioni metereologiche dell’anno scorso, o il temuto cambiamento climatico, sono intralci abbastanza grandi da frenare le grandi idee e la voglia di fare – e fare bene.

Se penso a Bolgheri penso alla collina coperta dai pini silvestri, che delicatamente degrada verso il mare, soffici nuvole verdi se viste dall’alto. Penso anche alla irradiazione solare, dopotutto è quella che aiuta la fotosintesi e la crescita dell’uva.

Non solo il caldo quindi, né le fonti idriche, ma la luce: è a questo punto del racconto che arriva una delle inevitabili associazioni d’idee con Pauillac e i profumi di garrigue della Gironde, oltre ai vitigni coltivati, anche se il confronto con Bordeaux e lo stile bordolese è diventato quasi fastidioso e decisamente insensato, pertanto lo abbandoniamo subito.

tenuta fratini bolgheri di luisa tolomei con davide d'altiero e marco mancini
foto: PB ©

Tenuta Fratini è la meta della nostra visita: i Fratelli Fratini, dopo una vita passata nel mondo della moda, decidono di dare un senso a una delle loro passioni e intraprendono così la strada della produzione di vino, fondando prima Tenuta Argentiera (ceduta in seguito al gruppo Antinori), per poi dedicarsi interamente alla giovane Tenuta Fratini.

Qui le aree sono state sottoposte a studi e scannerizzazioni attentissime, gestite da un eccellente team di professionisti di chiara fama quali Eric Boissenot, Xavier Choné, Pedro Parra, Emiliano Falsini, Gianni Moscardini. Citiamo anche l’attuale Direttore Stefano Galbiati e infine il General manager Davide D’Alterio e Giulia Marini, nostri pigmalioni.

Gli studi e le millimetriche ricerche di zonazione non sono avvenuti solo dal punto di vista geologico territorio di per sé incredibile, a macchia di leopardo, ricco di scisti, argille rosse, suoli vulcanici, macigno, flysch, sabbie antiche – ma anche dell’esposizione solare e dell’altitudine. Eh sì, chi lo direbbe che all’interno della Denominazione ci sono vigne che superano i 150mt s.l.m.! E che differenza fanno, quei pochi metri di altitudine e quei pochi gradi di esposizione!

tenuta fratini bolgheri di luisa tolomei foto: paolo bini
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Qui, ai piedi delle colline metallifere, le escursioni termiche possono arrivare anche a sbalzi di 18°C e sappiamo bene quanto queste siano importanti per fissare profumi e acidità negli acini. I boschi, intorno, sono fitti e abitati da cinghiali e cervi, lepri e caprioli… biodiversità, preservazione del paesaggio: questa ricchezza naturale è la forma più autentica di rispetto verso l’ambiente, di cui l’umanità è parte integrante.

La Tenuta è di una bellezza mozzafiato e, come se non bastasse, ogni angolo è disseminato di opere d’arte, installazioni che arricchiscono il paesaggio e inducono il visitatore all’ammirazione e alla riflessione. Tra le altre cose Davide ci parla dei numerosi progetti aziendali, tra i quali la ristrutturazione di uno degli edifici della proprietà, destinato in futuro all’accoglienza di artisti e studenti.

tenuta fratini bolgheri di luisa tolomei foto: paolo bini
foto: PB ©

È quindi risultato palmare che l’areale di Bolgheri, e in particolar modo i 1700 ha di Tenuta Fratini, manifesti un cambio di paradigma: meno mare e più altitudine, meno quantità produttiva e selezione attentissima delle uve, adeguandosi e sposando le difficoltà climatiche degli ultimi anni grazie al mare, al vento, al sole e alla composizione dei terreni, per confermare se mai ce ne fosse stato bisogno l’attitudine pedoclimatica alla coltivazione del Cabernet Franc, che spontaneamente regala freschezza, tonicità e dinamismo ai vini.

La propensione commerciale ed enoturistica di Tenuta Fratini è rivolta a una fascia economica alta e per adesso le visite sono riservate ad un pubblico di settore. Le etichette prodotte sono solo tre: esclusività che mira a evitare la massificazione della produzione e la fagocitazione commerciale del marchio Bolgheri, destinando questi vini a mercati soprattutto esteri.

Spirito Italiano fratini,bolgheri
foto: PB ©

I mercati attuali sono Gran Bretagna e Svizzera; il Nord Europa scandinavo è vincolato alle gare di monopolio, accessibile solo con grandi numeri e certificazioni BIO, ma Tenuta Fratini non sente l’esigenza di certificare quello che già mette in atto con le pratiche di lotta integrata.

Si punta quindi ai mercati asiatici, interessanti economicamente ma difficili da fidelizzare, a causa della poca cultura enoica di quei popoli attirati dal bene di lusso ‘vino’ più come status symbol che come bevanda quotidiana, e infatti sono i brand di questo livello quelli più richiesti.

Finalmente, dopo la scorribanda tra vigne bellissime, gigantesche sculture e panorami incantevoli, arriva il momento delle degustazioni. Davide ci fa trovare i vini a temperatura ottimale per la torrida giornata di giugno, un trittico di precisione sartoriale.

Spirito Italiano fratini,bolgheri
foto: PB ©

Gli assaggi

Toscana IGT Clinio 2022

(45% merlot, 40% cabernet franc, 15% cabernet sauvignon)

Il granato luminoso si traduce in elettrica vitalità nei profumi fragranti di frutti di bosco, arancia rossa, iris, mughetto, profumi boschivi, pirite, erbe officinali e cacao. La giusta temperatura di servizio permette di esaltare l’aroma di eucalipto, confermato nella balsamicità dei tannini, e sprigiona sapori di kumquat, umami e cenni ferrosi, per poi chiudere su note di pepe verde.

Bolgheri Superiore DOC Harte 2022

(40% cabernet franc, 40% merlot, 20% cabernet sauvignon)

Accattivante complessità che si sviluppa nel ribes nero e nella lavanda, per proseguire con frutta rossa e matura e poi estendersi su sentori di mentuccia, pino silvestre, rabarbaro amaro, felce e muschio. La tensione, agrumata e salmastra, è elegante e vibrante, decisamente mediterranea, con l’acidità che viene esaltata da cenni di gradevole amertume. Il finale, rinfrescante, è saporito e si estende lungo note di gelatina di mirtillo ed erbe officinali.

Spirito Italiano fratini,bolgheri
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Bolgheri Superiore DOC Hortense 2021

(80% cabernet franc, 20% cabernet sauvignon)

Il Grand Vin della tenuta si presenta con un vellutato color carminio scuro e profondo, che all’impatto olfattivo si traduce imponente ed elegante in profumi di glicine appassito, chinotto, liquirizia, tabacco e cioccolato, senza tuttavia sopprimere la matrice vegetale di foglie di cappero, elicriso, erbe aromatiche e iodio. Il sorso è ricco e sostanzioso, succoso e dinamico con ritorni balsamici e di grafite e lunghezza infinita. Un vino decisamente costiero ma non vacanziero, che fa di charme, potenza ed eleganza le sue caratteristiche più evidenti.


È quindi la tensione olfattiva il punto in comune dei tre prodotti, che evidenziano la fragranza del frutto dovuta all’altitudine, agli spunti vegetali e iodati della macchia mediterranea e alla salinità del mare, i quali ovviamente si differenziano poi al gusto, sempre polposo e quasi masticabile.

Le lievi e sapienti note amaricanti sono interpretate come il futuro di Bolgheri (e non solo); non ne è così scontata l’espressività caratteriale, ottenuta in vini così giovani. 

tenuta fratini bolgheri di luisa tolomei foto: paolo bini
foto: PB ©

L’enologo bordolese Eric Boissenot è convinto che solo osservando l’ambiente circostante sia possibile restituire nel vino tutta l’arte e la bellezza naturale presenti qui: lo spirito mecenate e il senso estetico, esteso a tutti i sensi, sono insiti nella famiglia Fratini e si esprimono attraverso le opere disseminate in ogni angolo dell’azienda, ma soprattutto nel calice che promette tempo ed esaltanti rivelazioni del cabernet italiano, di cui Tenuta Fratini si appresta a diventare testimonianza e avanguardia.

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foto: Paolo Bini ©
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