Pubblicato oggi in Gazzetta UE il testo definitivo della Riforma delle Indicazioni Geografiche. Grande successo per l’Italia ma il futuro chiede coesione vera.
Non resta adesso che lanciarsi verso il futuro, cogliere l’occasione per fare definitivamente sistema, unire le risorse e proporre sui mercati internazionali tutto quello di tradizionale e qualitativamente garantito che sa offrire il nostro Paese.
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Pubblicato da oggi sulla Gazzetta Ufficiale Europea (GUUE L del 23/04/2024) il nuovo Regolamento UE relativo alle Indicazioni Geografiche dei vini, delle bevande spiritose e dei prodotti agricoli nonché alle specialità tradizionali garantite e alle indicazioni facoltative di qualità per i prodotti agricoli.
Si conclude quindi, proprio al termine del mandato parlamentare, un iter che ha vissuto confronti e dibattiti dagli esiti altalenanti ma che, soprattutto per l’Italia, rende infine valore a chi valore può e sa dare.
Il nuovo Regolamento (scarica da qui) modifica i passati 1308/2013, 2019/787 e 2019/1753 abrogando il vecchio 1151/2012. Quella di oggi era semplicemente una ufficializzazione “nero su bianco” un “pronti a ricevere” quelle richieste su cui da qualche mese ormai si sta ragionando per sfruttare le nuove opportunità messe da oggi a disposizione.
Soprattutto il mondo spirits (lo abbiamo visto anche la settimana scorsa a Vinitaly) sta confrontandosi per cogliere quegli aspetti che gli consentirebbero di rilanciarsi con la giusta consapevolezza, più o meno sullo stesso piano del vino, rafforzandone il ruolo dei Consorzi di tutela con strumenti più efficaci per lo sviluppo competitivo.
Vi ricordiamo gli obiettivi essenziali del nuovo regolamento, dopo un iter durato oltre tre anni:
- una procedura di registrazione semplificata e più efficiente, che ridurrà i tempi di attesa tra la domanda e l’effettiva registrazione dell’IG
- una maggiore protezione delle indicazioni geografiche, anche online, nei nomi di dominio contenenti indicazioni geografiche attraverso l’uso di blocchi geografici, in linea con il regolamento sui servizi digitali
- un ruolo rafforzato delle associazioni di produttori: gli Stati membri potranno attribuire ad associazioni di produttori la designazione di associazioni di produttori riconosciute, con maggiori poteri e responsabilità; l’accordo raggiunto oggi mira a mantenere le disposizioni esistenti sulle associazioni di produttori riconosciute in alcuni Stati membri, lasciando agli altri Stati membri la facoltà di istituire un sistema di riconoscimento
- una maggiore enfasi sulla sostenibilità: le associazioni di produttori potranno concordare pratiche di sostenibilità, per i prodotti agricoli e i vini, che vadano al di là delle norme nazionali o dell’Unione e, se lo desiderano, potranno illustrare tali pratiche nelle relazioni sulla sostenibilità
- l’inclusione, nell’ambito di applicazione del nuovo regolamento, di alcune disposizioni relative al vino che sono attualmente contemplate dal regolamento sull’organizzazione comune dei mercati (OCM)
Dopo il “batti e ribatti” di un triennio (che ha appassionato anche noi), adesso serve lavoro e concordia di intenti a livello nazionale fra i veri protagonisti. Sul primo aspetto non abbiamo dubbi, sul secondo rimaniamo ancora un po’ scettici… Siamo l’Italia, terra di ingegno, di lavoro, di arte e di campanile.
fonti: Parlamento Europeo
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