“recap” su nuova pac e futuro del vino


Accordo in Commissione Europea per la nuova PAC: più equa, più verde e più flessibile. Cosa accadrà al vino e alle bevande alcoliche?


Chiuso l’ennesimo trilogo di fine giugno, la Commissione Europea prosegue la marcia verso l’approvazione condivisa della nuova Politica Agricola Comune (PAC o CAP, fate voi).


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Toni di grande soddisfazione emergono dal comunicato di Bruxelles che sottolinea l’accordo politico provvisorio (ma, diciamo noi, come se fosse definitivo) che il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto per una PAC più equa, più verde, più flessibile e più rispettosa del benessere degli animali.


Allineamento agli obiettivi del Green Deal a partire da gennaio 2023 con probabile distribuzione più equa del sostegno, soprattutto alle aziende medio-piccole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori.


Spirito Italiano nuova pac commissione europea vino politica agricola
foto: Gerd Altmann

Tutto questo dopo che ogni singolo Stato membro provvederà a preparare un piano strategico per attuare la PAC nei prossimi 5 anni. C’è tempo fino al 31 dicembre 2021 per presentare le proposte che la Commissione valuterà nei 6 mesi successivi prima di approvarle definitivamente.


Ma per l’Italia e le bevande alcoliche nazionali cosa cambierà?


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foto: Wolfgang Claussen 

Intanto vi ricordiamo che le proposte di riforma della PAC sono del 2018, e che Parlamento europeo e Consiglio hanno concordato le rispettive posizioni negoziali sulla riforma della PAC rispettivamente il 23 e il 21 ottobre 2020 consentendo poi l’avvio dei triloghi il 10 novembre 2020. 


La Commissione ha poi pubblicato la strategia sulla biodiversità e la strategia “dal produttore al consumatore” nel maggio 2020 entrambe presentate successivamente nel contesto del Green Deal europeo.


Premettendo che l’Italia sarà uno degli Stati che più beneficerà dei fondi a sostegno, riprendiamo alcune interessanti osservazioni di Federvini dopo che nelle settimane scorse vi avevamo tenuti aggiornati (soprattutto sulla questione dealcolati conclusasi, fra botte e risposte, con la lettera pre-trilogo della “filiera” al ministro Patuanelli).



Facendo sintesi e ipotesi su ciò che sarà e che, attualmente è ancora in bozza, potrebbe sostanzialmente accadere questo al mondo delle “nostre” bevande alcoliche:


  • Importante sostegno alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti consentendo maggiori investimenti e promozione dei vini nei mercati dei Paesi terzi.
  • Obbligo di indicare in etichetta la dichiarazione nutrizionale e la lista degli ingredienti. L’indicazione cartacea potrà essere limitata all’indicazione del solo valore energetico (simbolo “E”) ma la dichiarazione nutrizionale completa e la lista degli ingredienti dovranno essere fornite con la e-label accessibile con QR code o barcode.

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foto: nonmisvegliate

  • Estensione dell’attuale sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli fino al 2045 con probabile estensione dell’intervallo massimo previsto per il reimpianto di viti dagli attuali 3 anni a 6 anni.
  • Conferma dell’esclusione delle varietà di vite oggi non ammesse per la produzione di vino e quelle provenienti dalla vitis lambrusca
  • Introduzione dei vini totalmente o parzialmente dealcolati fra i prodotti vitivinicoli ma sarà obbligatorio indicarlo in etichetta. La dealcolazione totale (inferiore a 0,5% vol) sarà autorizzata per i vini da tavola, mentre i vini DOP e IGP potranno essere dealcolati solo parzialmente (superiore a 0,5%) a condizione che sia previsto dall’apposito disciplinare di produzione.
  • Possibilità di definire, designare, presentare e quindi etichettare nonché proteggere con Indicazione Geografica i prodotti vitivinicoli aromatizzati. Fra le ipotesi anche quella dell’etichettatura degli aromatizzati con dichiarazione nutrizionale, la modifica della definizione di Vermouth e la possibilità di impiegare bevande spiritose per la stessa aromatizzazione.


Per Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea: «Durante i negoziati la Commissione ha lavorato a una nuova politica agricola comune in grado di sostenere il Green Deal.


L’accordo politico che abbiamo raggiunto oggi segna l’inizio di un vero cambiamento nel modo di fare agricoltura in Europa. Nei prossimi anni proteggeremo le zone umide e le torbiere, dedicheremo più terreni agricoli alla biodiversità, promuoveremo l’agricoltura biologica, assicureremo nuove fonti di reddito per gli agricoltori attraverso il sequestro di carbonio nei suoli agricoli e inizieremo a correggere le disuguaglianze nella distribuzione del sostegno al reddito».


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foto: roberto_m

Primo obiettivo quindi: dicembre 2021 senza dimenticare che la nuova PAC (più equa, più verde e più flessibile) consta di 3 regolamenti (regolamento orizzontale, regolamento sui piani strategici e regolamento sull’organizzazione comune dei mercati) e dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore.




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fonte: UE Commission – Federvini

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