Capanna
meraviglia multisensoriale in Montalcino
L’anno 2020 lascerà tracce importanti anche sul modo di fare divulgazione e marketing vinicolo. Ormai è chiaro a tutti: l’eccellenza del prodotto potrebbe non essere più sufficiente a coinvolgere un pubblico rimasto appassionato ma divenuto quasi disorientato, smarritosi nella pioggia battente dei video-messaggi emergenziali e neo-promozionali.
Molti di noi si sentono ancora e fortissimamente cultori alla ricerca dei sapori più buoni ma al tempo stesso viviamo istintivamente frenati dalla consapevolezza di dover ritrovare la giusta serenità interiore, quel “nirvana” che poi consente di godere appieno di tutti i piaceri della vita.
Capanna è l’azienda che la famiglia Cencioni gestisce in Montalcino dal 1957. Non la scopriamo noi oggi, la qualità dei suoi vini è riconosciuta universalmente da tempo e senza scetticismo alcuno.
Coltivazione essenzialmente incentrata su uve Sangiovese e Moscato (e quest’ultima rappresenta, attenzione, l’uva di vera antica tradizione vinicola) con produzione principale di Brunello, Rosso e Moscadello.
Vedrete sotto in sintesi le impressioni ricevute da 4 delle 8 nuove etichette messe in commercio quest’anno dall’azienda ma l’incipit (e probabilmente l’intero articolo) deve puntare a qualcosa di diverso, deve esulare dal “mero” prodotto vino e ampliare forzatamente sia il messaggio che la vostra mente.
Bene leggere, valutare, analizzare le impressioni dagli assaggi ma, ribadisco, se vogliamo capire oltre è cruciale comprendere nell’insieme tutto quell’universo fatto certamente di succo e tradizione ma anche di costante lavoro, opera comunicativa e servizi complementari.
In base a ciò, e tornando pure ai concetti espressi in apertura, ecco che su un colle prospiciente la cantina e sempre sul versante nord dell’areale ilcinese è apparso lo scorso anno il meraviglioso “valore aggiunto” dell’azienda Capanna.
La logica di offrire non solo l’eccellenza nel calice bensì il completo approccio multisensoriale a un territorio inimitabile, si è tramutata infatti nell’esclusivo luxury wine relais che Capanna ha ideato come struttura ricettiva fatta da 9 suite e 2 appartamenti, già riaperta da pochi giorni, che domina le valli fra le più belle al mondo con vista davvero mozzafiato.
Tutto diventa così semplice e spontaneo, sia per l’amante del gusto che per l’eno-turista: l’assaggio del vino si fa acme di un’esperienza che in primis cala veramente nel contesto e riappacifica con il mondo circostante, lontano dalle tensioni accumulate e volta a ricostruire il massimo contatto con la natura per cui il vino è succo dell’uva e l’uva, lavorata da mani sapienti, è espressione tangibile di un luogo da ammirare, da ascoltare, da respirare, da vivere.
Sono rimasto ammaliato, lo dico senza imbarazzo, sostando in questi luoghi che da tempo conosco e nei quali spesso ritorno (leggi Anteprima Brunello 2020) ma che mi appaiono sempre da scoprire.
Chi mi conosce lo sa: non metterei la faccia per piaggeria, quello del lacchè è un ruolo che non mi appartiene e a maggior ragione su queste pagine di spiritoitaliano.net dove certo evitiamo di offendere il lavoro delle persone ma, credetemi, ci esalta il poter decantare quello che davvero estremamente ci appaga.
Il Capanna suites si pone come inquadrabile fra le ospitalità di lusso; un’ambizione oggettivamente comprensibile vista la qualità della struttura, la disposizione e la distribuzione degli alloggi, la location, la pulizia e, non ultima, l’attenzione quasi maniacale al dettaglio.
Al centro del complesso, adiacente alla piscina vista valle, il ristorante gourmet “Il Passaggio” offre un menù ricercato e incentrato essenzialmente su materie prime di alta qualità e prodotti vegetali “a metro zero” raccolti direttamente dall’orto aziendale curato ogni giorno dal personale addetto. La discreta carta dei vini, dove naturalmente emergono quelli di casa, e il menù (ancora un po’ da assestare nei piatti e nei prezzi ma sempre rinnovato con frequenza) sembrano quasi passare in secondo piano tanto è incantevole l’ambiente circostante.
E’ quindi chiaro per voi comprendere cosa significa fare vino puntando ai prossimi decenni di questo ventunesimo secolo?
Nell’epoca post-covid, della grande e sempre più opprimente concorrenza internazionale (e anche nazionale, non scordiamolo), è strategico se non cruciale riuscire a guardare oltre senza fermarsi a sedere su degli allori che invece necessitano sempre di essere ravvivati.
Ma se è vero che noi intendiamo lo Spirito come universale, che cerchiamo vie edonistiche per migliorare la nostra cultura, che ci piace godere a 5 sensi… è altrettanto vero che al centro di tutto c’è lo spirito materiale, l’alcol circondato dai profumi, dagli aromi e dai sapori…
Capanna suites
E allora sappiate che Patrizio Cencioni, già presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, conduce Capanna affiancato dal promettente figlio Amedeo, enologo che non manca mai in sperimentazione soprattutto in questi tempi di mutamenti climatici e innovazione tecnologica.
L’areale di coltivazione è quello che oggi, in tempi di mutamento climatico, definiremmo tendenzialmente fortunato. Non voglio comunque innescare dibattiti sterili su questo, è fuori di dubbio che negli ultimi anni è stato sicuramente più felice chi ha potuto vendemmiare in aree come questa a nord di Montalcino dove è stato più semplice contenere l’effetto della forza solare. Un tempo sarebbe stato un limite, oggi non lo è più ma va da sé che, dall’altro canto, annate fresche o negativamente indimenticabili come la 2014, qui rischiano comunque di spegnere il gusto fruttato del vino più che altrove.
Già assaggiati in anteprima a Benvenuto Brunello di febbraio 2020, i vini Capanna più blasonati mi hanno confermato l’eleganza e l’estremo equilibrio.
Vini che non saranno imperituri come alcuni conterranei ma che hanno sicuramente un buon potenziale di invecchiamento e soprattutto una invidiabile bevibilità fin da adesso.
E qui potremmo nuovamente riaprire un dibattito (stavolta meno sterile e aleatorio): quando si può definire qualitativamente “grandioso” un vino? Quando dopo 80 anni diventa imbevibile e da collezione per tuo nipote?? Quando lo potranno bere i tuoi figli canuti senza di te?? Quando riusciremo a berlo portando la vecchia mano tremante alla bocca e ricordando con malinconia la nostra maturità di uomini/donne?? Quale potrebbe essere la prospettiva minima di vita, la condizione sine qua non per cui un vino rosso non potrebbe essere valutato come grandioso?
Beh, per me la strada di Capanna è quella vincente in tutto: in produzione, in investimento, in comunicazione. Certo, vedrete sotto la sintesi, ho selezionato alcune etichette e non sono tutte 5 stelle ma questo non ha importanza. Perché per continuare a vincere la sfida del tempo e la sete di un pubblico sempre più competente serve (inconfutabilmente) un ottimo prodotto ma non per forza stratosferico.
L’alta qualità prima di tutto ma poi anche il servizio e l’accoglienza perché oltre ai sapori possa rimanere l’emozione indimenticabile e (scusatemi l’esosa e voluta anglofonia spinta) la wine-experience diventi il fulcro essenziale di chi cerca il charming lifestyle.
Investire oggi comprendiamo benissimo non sia semplice ma non deve essere considerata una strategia folle, perché tutta Montalcino continuerà ad essere vincente nei decenni solo se riuscirà a sposare questa filosofia perseguita da Capanna: abbinare a un vino non solo un piatto ma una esperienza multisensoriale che, oggettivamente, in questo cuore di Toscana è senza pari.
selezione vini Capanna
[inciso di premessa alle schede]: spiritoitaliano.net valuta graficamente “in stelle”/5 il rapporto qualità/prezzo del vino stimandolo per il proprio target di lettori. Non viene fatto altrettanto per valutare la complessiva piacevolezza del prodotto per cui si ritiene esaustiva la recensione testuale. Ogni descrizione del vino è prodotta nel pieno apprezzamento del lavoro delle aziende e con profondo senso deontologico. Non vengono recensiti vini ritenuti appena sotto una qualità ritenuta “buona”.
prendete appunto:
azienda | Capanna |
denominazione | Toscana bianco IGT |
nome vino | Sangiobì |
uve | Sangiovese |
vendemmia | 2018 |
degustato nel | 2020 |
cenni di degustazione in sintesi | non estremamente diretto al naso ma ben variegato: dalla ginestra alla mela golden e poi erbe, tabacco, pesca e pietra bagnata. Ha la tempra del Sangiovese vinificato in bianco, più da abbinamento che da aperitivo. Solido |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”valore in commercio” content=”(1*) sotto 10€ (2*) 10-20€ (3*) 20-50€ (4*) 50-100€ (5*) oltre 100€”]valore in commercio*[/su_tooltip] | |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”reperibilità” content=” (1*) rarità (2*) difficile (3*) impegnativa (4*) facile (5*) facilissima”]reperibilità*[/su_tooltip] | |
rapporto qualità / prezzo | |
in abbinamento a: | tartare di Chianina con uovo |
azienda | Capanna |
denominazione | Rosso di Montalcino DOC |
nome vino | – |
uve | Sangiovese |
vendemmia | 2018 |
degustato nel | 2020 |
cenni di degustazione in sintesi | vivace e sbarazzino al primo sguardo, al primo fiuto, al primo sorso. Convince da subito con aromi di fragolina, rosa, lavanda e ciliegia speziata; una pregiata pulizia gusto-olfattiva che introduce una lunghezza gustativa senza spigoli, davvero piacevole. Seducente |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”valore in commercio” content=”(1*) sotto 10€ (2*) 10-20€ (3*) 20-50€ (4*) 50-100€ (5*) oltre 100€”]valore in commercio*[/su_tooltip] | |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”reperibilità” content=” (1*) rarità (2*) difficile (3*) impegnativa (4*) facile (5*) facilissima”]reperibilità*[/su_tooltip] | |
rapporto qualità / prezzo | |
in abbinamento a: | pici al ragù di anatra |
dav
azienda | Capanna |
denominazione | Brunello di Montalcino riserva DOCG |
nome vino | 50° anniversario |
uve | Sangiovese |
vendemmia | 2013 |
degustato nel | 2020 |
cenni di degustazione in sintesi | siamo decisamente sull’eccellenza: ampio ventaglio aromatico di mora, viola, cacao, liquirizia, composta di amarene ed erbe officinali. La partitura sensoriale intreccia un tannino magistralmente equilibrato e promettente a un’elegante correttezza strutturale dal lungo finale di frutta rossa e agrumi. Superbo |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”valore in commercio” content=”(1*) sotto 10€ (2*) 10-20€ (3*) 20-50€ (4*) 50-100€ (5*) oltre 100€”]valore in commercio*[/su_tooltip] | |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”reperibilità” content=” (1*) rarità (2*) difficile (3*) impegnativa (4*) facile (5*) facilissima”]reperibilità*[/su_tooltip] | |
rapporto qualità / prezzo | |
in abbinamento a: | capriolo in salmì con porcini |
azienda | Capanna |
denominazione | Moscadello di Montalcino vendemmia tardiva DOC |
nome vino | – |
uve | Moscato bianco |
vendemmia | 2016 |
degustato nel | 2020 |
cenni di degustazione in sintesi | scie luminose dorate da cui emergono note olfattive esemplari, prolungate e direi didattiche: miele d’acacia, tiglio, ginger candito, pera cotta vanigliata, marmellata di limoni, brioche, kaki e noce. Lunghissimo e bilanciato, dolcemente fresco e mai stucchevole. Buonissimo |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”valore in commercio” content=”(1*) sotto 10€ (2*) 10-20€ (3*) 20-50€ (4*) 50-100€ (5*) oltre 100€”]valore in commercio*[/su_tooltip] | |
[su_tooltip style=”dark” position=”top” title=”reperibilità” content=” (1*) rarità (2*) difficile (3*) impegnativa (4*) facile (5*) facilissima”]reperibilità*[/su_tooltip] | |
rapporto qualità / prezzo | |
in abbinamento a: | biscotti al limone |
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