Sconcerto e confusione dopo il DPCM 24/10/20. Urge sostegno e chiarezza, anche nel Governo.


Il dado è nuovamente tratto, il Governo ha preso una posizione chiara con il nuovo DPCM 24 ottobre 2020 che ha nuovamente messo pericolosamente in bilico l’attività imprenditoriale in numerosi settori produttivi del paese.


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Vorremmo evitare commenti personali limitandoci a riflettere sull’oggettivo.

Le responsabilità sono molteplici, da ricercare un po’ ovunque e qualsiasi decisione presa per salvaguardare la salute e/o l’economia lascia uno sciame di insoddisfazione e proteste comprensibili.


Spirito Italiano Il nuovo DPCM crea nuova incertezza e mette in ginocchio parte del settore enogastronomico
photo: Ryan Gageler

Abbiamo la nostra idea (forse la comprenderete) ma su temi così delicati vogliamo avere l’onestà intellettuale, umana e deontologica di (cercare di) restarne fuori. Non vogliamo unirci per interesse a soffiare oltremodo sul fuoco nonostante siano tante le perplessità.


Crediamo però nessuno possa mettere in discussione il grido di aiuto proveniente dai singoli protagonisti e dalle varie associazioni di settore; così come è inconfutabile la confusione creatasi grazie anche all’incertezza mostrata dalle stesse componenti dell’Esecutivo e uscita prepotentemente in queste ultime ore.

Il video pubblicato ieri sulla pagina Facebook di Teresa Bellanova inquieta per la fermezza con cui il ministro si discosta pubblicamente da quanto decretato dal Presidente e contribuisce ad aumentare l’incertezza in tutti i cittadini.


Spirito Italiano Il nuovo DPCM crea nuova incertezza e mette in ginocchio parte del settore enogastronomico

Riportiamo un estratto: “L’ho detto in mille modi alla riunione iniziata sabato mattina alle 6:30: quel DPCM non va bene. Non risponde alle esigenze della comunità scientifica e ai suggerimenti delle regioni e crea tantissimi danni alla ristorazione e alla filiera agroalimentare.

Ai ristoranti abbiamo chiesto di adeguarsi alle misure consigliate dalla comunità scientifica e molti locali hanno fatto investimenti così come anche il resto delle strutture come le palestre e i cinema si sono adeguati a quello che abbiamo consigliato. E adesso ad alcuni diciamo di stare completamente chiusi e ai ristoranti diciamo di chiudere alle 18 che si traduce nel non lavorare. Noi dobbiamo dare risposte concrete a questo paese e non prendere decisioni in base ai desiderata di quella o questa forza politica ma in base di quello che la comunità scientifica consiglia per contrastare la diffusione del virus


Concetti ripresi anche oggi 27 ottobre in un’intervista rilasciata a La Stampa: “Sbagliato chiudere le scuole e tradire i commercianti. Il paternalismo fa solo danni… c’è stato un asse tra ministri. Ho ribadito più volte che la chiusura dei locali alle 18 e quella di cinema e teatri era un errore“.

Il tentativo ottimistico di acquietare le coscienze “Chi ha fatto sforzi e investimenti per mettersi in regola non deve sentirsi tradito. Credo che ci sia molta preoccupazione, lo abbiamo visto nelle piazze, ma bisogna evitare che si trasformi in rabbia sociale” (post FB) speriamo tutti (assieme alle contromosse annunciate dal Governo) che possa riportare un briciolo di serenità e speranza per il futuro anche in coloro che in questi 2 giorni hanno preso seria posizione.


Spirito Italiano Il nuovo DPCM crea nuova incertezza e mette in ginocchio parte del settore enogastronomico
photo by steven lester

Riportiamo, grazie alle agenzie di stampa, alcune dichiarazioni significative partendo da quella di UIV.


Unione Italiana Vini ha espresso forte preoccupazione per la probabile nuova recessione all’orizzonte. Il Segretario generale Paolo Castelletti in un comunicato stampa sottolinea l’apprensione per quello che sarà il mancato introito stimato per le aziende in circa 1,2 miliardi di euro: “Complice anche il nuovo lockdown serale, nel 2020 il vino italiano di qualità perderà il 30% delle proprie vendite nell’horeca nazionale, un canale insostituibile per migliaia di piccole imprese del settore vitivinicolo. Secondo le stime del nostro Osservatorio, il mancato introito peserà quest’anno nelle casse delle aziende per un controvalore di 1,2 miliardi di euro, con una diminuzione delle vendite sul segmento per oltre 2 milioni di ettolitri di vino. Inutile nascondere la preoccupazione per questa nuova spirale recessiva, che si rifletterà inevitabilmente in particolare sui consumi di prodotto a fascia medio alta”.

Alla perdita nel canale horeca – ha proseguito Castelletti – si aggiungono quelle derivanti da blocchi o limitazioni di altre attività che sono direttamente o indirettamente connesse al consumo di vino, come feste, matrimoni, convegni, congressi, fiere e spettacoli.”


Spirito Italiano Il nuovo DPCM crea nuova incertezza e mette in ginocchio parte del settore enogastronomico
photo: Robbie Owen-Wahl

Su agricola.eu, il Presidente di GH – Grossisti Horeca Maurizio Danese, punta l’attenzione anche verso la filiera “Dietro la ristorazione c’è una filiera di quasi 4.000 aziende e 58.000 dipendenti che con il Decreto in accuserà ulteriori perdite per circa 1 miliardo di euro.

Complessivamente, in questo annus horribilis il sistema distributivo nel canale horeca accuserà mancati introiti per oltre 8 miliardi di euro, pari a circa il 50% del proprio fatturato. Dietro alle saracinesche chiuse di bar e ristoranti ci siamo anche noi, e il Governo non potrà non tenerne conto nei piani di ristoro che sta redigendo. Chiediamo aiuti concreti e immediati”.

E ancora: “Da marzo ad oggi abbiamo garantito la tenuta del comparto con politiche aziendali-cuscinetto tra i produttori e il canale horeca; abbiamo sopperito alla mancanza di liquidità dei nostri clienti subendo anche importanti perdite su crediti, sostenendo così il settore.

Questa seconda ondata non mette a rischio solo la nostra esistenza, ma anche quella di migliaia di piccoli produttori italiani… il rischio di acquisizioni da parte di multinazionali straniere si sta moltiplicando… in questo periodo ci sentiamo come portatori di vivande in trincee decimate da smart working e nuovi lockdown: se non ci salviamo tutti morirà un asset fondamentale dell’ospitalità made in Italy”.


Dall’agenzia ANSA riprendiamo infine alcune parole di Massimo Sagna, il Presidente di Club Excellence che riunisce 18 tra le più importanti Distribuzioni e Importazioni Italiane di vini e distillati con 1400 agenti nella propria rete:

Bar e ristoranti rappresentano l’anello finale di una filiera all’interno della quale lavorano migliaia di imprese. I pubblici esercizi che somministrano cibi e bevande, sono tra le categorie più discriminate in questo momento, nonostante siano state tra le prime ad adeguarsi alle disposizioni e normative messe in campo per il contenimento della diffusione del virus Covid-19“.

Rivolgiamo un appello ai Presidenti delle Regioni affinché prendano in considerazione la possibilità di emettere deroghe al Dpcm in vigore da oggi per consentire un più regolare svolgimento delle attività del comparto ristorazione, hotellerie e catering

Il Dpcm attuale crea una discriminazione nei confronti di un settore evidentemente considerato non solo superfluo e non necessario, ma quasi, a torto, una delle principali fonti del contagio. I contributi e i sostegni economici a fondo perduto che il governo ha intenzione di predisporre non possono rappresentare una soluzione e rischiano di non sortire gli effetti desiderati, vale a dire la sopravvivenza di un comparto condannato all’estinzione proprio da chi vorrebbe aiutarlo


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photo: Antonio Jiménez Alonso

Ci sarebbe già materiale per discuterne giorni ma arriveranno sicuramente altre dichiarazioni e purtroppo nuove richieste di aiuto da questi settori che noi (come pensiamo voi) riteniamo cruciali per l’economia nazionale e terranno alti il dibattito e l’attenzione.


Come testata, ripetiamo che non vogliamo prendere una ferma posizione (facciamo informazione, non politica e non ipocrita) ma faremo il possibile per mantenere altissima l’attenzione e dare spazio a chi riterrà opportuno aggiungere anche solo una virgola al dibattito odierno.

Perché anche una virgola, in questo momento delicatissimo, sarà importante per tutti noi.


fonti: UIV – ansa.it – agricola.eu
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