Compare adesso ufficialmente nel vocabolario Treccani il neologismo “DOP economy” coniato da Fondazione Qualivita
L’articolo del weekend su Dante Alighieri e sulla valenza anche linguistica delle sue opere ci dà spunto e volontà per condividervi una notizia dei giorni scorsi.
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Sono passati 80 anni da quando sul Bollettino di informazioni della Reale Accademia d’Italia iniziarono a comparire le giuste espressioni in lingua italiana per sostituire quegli impropri forestierismi che minacciavano il processo autarchico e nazionalista.
Nel 1941 il cognac per gli italiani divenne l’arzente, il curacao si trasformò in curassò, lo champagne fu definito sciampagna e il gin diventò l’impronunciabile gineprella.
Oggi, nel 2021, si poteva certamente ricercare e utilizzare un’espressione idiomatica nella nostra lingua per definire l’attività economica che segue le filiere produttive dei prodotti a marchio di qualità certificata.
Non nascondiamoci però dietro a manie di sovranismo: il neologismo “DOP economy” pare azzeccatissimo visto la cruciale importanza dell’export per il nostro Made in Italy.
Lo coniò nel 2018 Qualivita per riferirsi al sistema economico dei cibi e vini italiani DOP IGP e oggi fa ufficialmente parte anche dell’autorevole Vocabolario Treccani.
La Fondazione Qualivita ne dà orgogliosamente notizia sulle proprie pagine e sinceramente ci sembra più che giusto.
Fondazione Qualivita ha come obiettivo la valorizzazione del settore dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP STG italiani ed è un ente riconosciuto dal MIPAAF come soggetto di elevata capacità tecnico-scientifica nell’ambito del settore agroalimentare di qualità e, in particolare, in quello delle produzioni agroalimentari DOP, IGP, STG.
Per DOP Economy si intende quindi la sintesi del lavoro coordinato di operatori, Consorzi di tutela, istituzioni, comunità locali, che ha una forte rilevanza in termini di valore economico (ad oggi 16,9 miliardi di euro per un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare italiano – Rapporto Ismea-Qualivita 2020), ma anche nell’ambito di processi di sviluppo territoriale in ambiti e settori connessi con l’agroalimentare di origine (turismo, ambiente, cultura, benessere, sociale).
Le imprese del settore e i Consorzi di tutela, anche grazie al supporto di misure pubbliche, da molti anni svolgono un lavoro di promozione e informazione ai consumatori non solo finalizzato a raggiungere obiettivi commerciali, ma teso a diffondere e consolidare la conoscenza, la cultura e il linguaggio delle eccellenze enogastronomiche DOP IGP. Un percorso importante che ha contribuito a imporre definizioni e termini sempre più peculiari in grado di delineare e distinguere il mondo dei prodotti di qualità certificati.
Nel suo Vocabolario online, Treccani la definisce così
Cesare Mazzetti, Presidente della Fondazione Qualivita ha dichiarato: «Semplificare il linguaggio, offrire un’interpretazione dei fenomeni accessibile ai consumatori, rendere efficace la comunicazione per valorizzare al meglio il settore delle DOP IGP: questo, da sempre, fa parte dell’attività della Fondazione Qualivita … L’inserimento della voce “Dop economy” nel Vocabolario Treccani è un importante riconoscimento di questo lavoro, che promuove ulteriormente la conoscenza delle Indicazioni Geografiche italiane».
Per Alberto Mattiacci, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza: «Un neologismo è sempre una bella notizia: per una lingua, per una cultura, per una civiltà. Significa che sono tutte e tre vive e vitali; significa che esistono una società che progredisce e un’economia che sa rinnovarsi … Esistono tante definizioni di economia. Introdurre una nuova accezione di economia nel nostro lessico, potrà significare molto per la nostra terra e per quelle imprese che con la terra inventano e generano ricchezze e lavoro. A me piace leggere infatti, la Dop economy non come il riconoscimento per il molto che è stato fatto, ma come un incoraggiamento a fare ancora di più, certificando il fatto che quella delle DO è una strada giusta, sana, di valore».
Beh… a noi, lo ripetiamo, in questo caso va benissimo così ma per curiosità aspettiamo comunque un parere definitivo degli Accademici della Crusca e… sempre guai a chi ci tocca Dante e la nostra bellissima lingua italiana!
fonte: Qualivita
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