Valorizzazione del germoplasma viticolo e sostenibilità certificata. I progetti del Consorzio Sicilia DOC per tutelare il vigneto regionale e l’eccellenza vinicola
Come pensare alla Sicilia e non immaginare le bellezze artistiche, paesaggistiche e naturali comprese quelle dei vigneti che si distendono su buona parte della regione?
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Sapevate che con quasi 98.000 ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia, prima fra le nostre regioni per superficie vitata in biologico e in Europa ha la stessa estensione del vigneto tedesco?
Ci pare quindi di massima attenzione il lavoro odierno del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia che attraverso iniziative culturali sta proteggendo e valorizzando il proprio patrimonio vitivinicolo in partnership con Enti e Istituzioni locali.
Un esempio è il progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”, promosso e sostenuto assieme al Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”.
L’obiettivo è quello di custodire il “Vigneto Sicilia”, produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani.
Non sarà uno scherzo perseguirlo, vista l’amplissimo numero e distribuzione delle piante, ma l’intenzione è oltremodo nobile e il primo passo sarà quello di intervenire a monte della filiera dotando i vivaisti di una base da cui poi ottenere un prodotto certificato da fornire alle aziende.
Sarà un percorso che dovrà piano piano far luce su tutte le varietà autoctone isolane da recuperare in un habitat con grande biodiversità e oltre tre millenni di viticoltura ma è certo che solo lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria sarà possibile dare reale valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani.
Per adesso è in corso la verifica fitopatologica dei campi di piante iniziali esistenti e la ricostituzione di nuovi campi con materiali virus esenti, da cui ottenere il materiale di propagazione per la produzione di barbatelle innestate e certificate.
L’intento è quello di produrre gemme che in via esclusiva saranno cedute alla Regione Siciliana, che potrà distribuirle ai vivaisti per alimentare la filiera del vivaismo viticolo.
Allo stato attuale, le piante prodotte con la prima annualità del progetto sono state impiantate, a cura del Consorzio Vini DOC Sicilia, in due diversi appezzamenti in agro di Mazara del Vallo e Petrosino.
Per l’assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea, Toni Scilla: «La grande varietà dell’enologia siciliana rappresenta oggi un altissimo valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda l’esaltazione delle identità e riconoscibilità dei nostri prodotti. Negli ultimi venti anni la Sicilia è diventata un brand di elevato prestigio dell’enologia internazionale, capace di evocare territori di straordinaria vocazione vitivinicola. Ci poniamo dunque degli obiettivi in grado di accentuare la lunga storicità della produzione enologica e la sua relazione con la cultura e il paesaggio del territorio».
«Da sempre la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato. – ha precisato il presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia Antonio Rallo – Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” è centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e ogni giorno lavoriamo per comunicare al meglio il sistema “Sicilia DOC” come produttore di eccellenza dei vini contemporanei, a fianco dei nostri produttori e delle nostre aziende così che possano essere sempre più competitive sui mercati di riferimento».
Altro nobile progetto in atto per idea del dal Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia è quello attivato con la creazione della Fondazione SOStain Sicilia assieme ad Assovini Sicilia.
SOStain, il programma di sostenibilità della Fondazione per la vitivinicoltura in Sicilia, punta a promuovere lo sviluppo etico e sostenibile nel settore vitivinicolo regionale, valorizzando le buone pratiche per un modello di viticoltura green, socialmente equo ed economicamente efficace con la partecipazione dalle cantine del territorio allo scopo di certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo siciliano
Si è parlato di questo e di clima nel corso di un incontro-studio promosso dall’Enoteca Regionale della Sicilia e tenutosi il 29 giugno scorso nel Castello dei Conti di Modica di Alcamo.
La biodiversità, le buone pratiche tradizionali, le tecniche agronomiche attuali e sostenibili, le varietà autoctone sono infatti elementi fondamentali nella gestione in chiave sostenibile del riscaldamento globale.
Stando comunque ai dati del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) e alle analisi dell’Autorità di Bacino Idrografico, la Sicilia sembrerebbe comunque la regione del Mediterraneo che sta reagendo meglio ai cambiamenti climatici.
Così Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain: «Sembrerebbe che la Sicilia stia reagendo bene ai cambiamenti climatici, grazie anche alla sua naturale vocazione alla sostenibilità – – Tuttavia i produttori tengono alta l’allerta denunciando una forte necessità di un nuovo metodo di studio e di lavoro, in vigna, in cantina e in tutta l’organizzazione. Un metodo basato sulla consapevolezza che è necessario cambiare rotta, in direzione sostenibilità, se vogliamo salvaguardare il futuro del nostro territorio e delle prossime generazioni».
L’evento “Sostenibilità e percorsi virtuosi” si è sviluppato su quattro tavoli tematici di lavoro a cui hanno partecipato figure di rilievo del mondo vitivinicolo, istituzionale e accademico:
- “La sostenibilità nella filiera vitivinicola: “Da VIVA a SOStain passando per lo Standard unico”
(excursus storico legato alle modalità di misurazione della sostenibilità nella vitivinicoltura a partire dall’etichetta del Ministero dell’Ambiente, nata nel 2011, fino al protocollo proposto oggi da SOStain).
- “La sostenibilità in vigna”
(il concetto di sostenibilità applicato sul terreno)
- “La sostenibilità in cantina”
(il concetto di sostenibilità applicabile in enologia)
- “La sostenibilità sul mercato”
(il concetto di sostenibilità percepito e proponibile in commercio)
La Fondazione è aperta a tutte le aziende vitivinicole siciliane, siano esse con orientamento biologico o biodinamico, in grado di adempiere a un disciplinare basato su 10 requisiti minimi (dal divieto di diserbo chimico alla salvaguardia della biodiversità, dall’utilizzo di materie prime locali alla trasparenza della comunicazione, fino all’uso di tecnologie energeticamente efficienti) così da ottenere la certificazione e il marchio SOStain. Sono già 31 le cantine associate alla Fondazione SOStain Sicilia
fonte: Ufficio stampa Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia
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