Anche la FIVI si fa sentire contro il divieto di asporto delle bevande alcoliche dopo le 18. Una misura che penalizza fortemente i piccoli vignaioli.
Il DPCM del 16 gennaio 2021, che vieta la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica dalle ore 18, continua a far molto discutere.
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Anche FIVI ha manifestato, con un suo comunicato stampa, la propria preoccupazione.
L’attuale situazione di incertezza e precarietà pesa molto anche sui piccoli vignaioli e attraverso la voce del presidente FIVI chiede una revisione a quanto stabilito dal Decreto.
A maggior ragione che la situazione di incertezza e precarietà stanno adesso pesando anche sugli attuali inquilini di Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Montecitorio, ecco che FIVI ha ritenuto doveroso tenere alta la guardia per i suoi soci e il loro sudore.
Matilde Poggi, presidente della FIVI ha precisato: «I vignaioli, come molti altri operatori del settore horeca e di altre categorie, sono stati pesantemente indeboliti dai mesi di chiusura forzata e dalle norme sull’asporto e sugli orari di apertura di enoteche e ristoranti. […] Le misure intraprese finora sono per lo più adatte alla grande industria, e dimenticano l’esercito di piccoli produttori artigiani del vino che, con il settore della ristorazione chiuso, ha sofferto più degli industriali che hanno una clientela più diversificata».
L’obiettivo è quello di consentire la riapertura garantendo il rigoroso rispetto delle regole e della sicurezza.
fonte: FIVI
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