Un uomo vero e i suoi valori essenziali. L’amore di GIANFRANCO FINO per la sua terra e per la sua “compagna di vita e di vite”
IL SENSO DELLA VITE: STORIE DI PERSONAGGI
Avrei potuto involontariamente anche metterlo in difficolta ma l’inizio mi è “scappato” così, credetemi: «Scusami Gianfranco, chi è per te tua moglie Simona?»
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A bruciapelo è stata la domanda, così come secca e immediata la replica. Probabilmente la più bella risposta fra le tante udite, il suggellamento di amore ed esperienze vissute e da vivere: «Simona è la mia compagna di vita e di vite».
Con Gianfranco Fino si parte sempre da Simona, sia che ci si veda nella nuova e bellissima cantina sia che si esca una domenica in barca insieme.
Si inizia da lei, con gli occhi di un eterno innamorato che fanno trasparire un legame affascinante e molto profondo di una coppia vera.
Simona che ha scelto di seguire il marito in questa bellissima avventura, lasciando il suo lavoro di avvocato, perché il richiamo lo ha sentito davvero forte.
La nuova cantina finalmente ha preso forma, dopo circa dieci anni di attesa, il suo vino ha trovato una casa perfetta, che rispecchia in ogni angolo, arredato con gusto e passione.
Il progetto di Gianfranco e la sua vita con Simona: è lei che prima mi accompagna in un viaggio esplorativo di questo nuovo rifugio tra i vigneti, un rifugio che parla di vino, di esperienze gastronomiche e di dolci sogni negli accoglienti letti all’interno delle suites appositamente create.
La sala dove rimarremo a parlare e a degustare, è un esempio strabiliante del territorio e dei loro gusti personali e per alcune ore che scorreranno velocissime.
Lì stiamo (sì stiamo, rimaniamo, ci siamo, ciascuno con la propria presenza, con la pesantezza delle sue esperienze e con la leggerezza delle gratificazioni).
«Sono nato a Taranto, quindi mare ed Accademia, ma la mia partenza da produttore di vino non viene da alcuna eredità» e lo sottolinea con una punta di orgoglio poco celata.
E’ una storia di carattere, di passione, di fiducia, di riconoscenza, di volerci provare.
Il suo professore di Educazione tecnica, agronomo, lo indusse ad avvicinarsi alla vite ma Gianfranco, a 13 anni, aveva già ben chiaro come delineare la strada da seguire.
«C’era un ettaro di vigneto vicino casa ed una parte apparteneva a un meccanico di moto davvero poco interessato all’uva. Chiesi a mio padre di poter prendere in comodato una parcella e l’affare con il proprietario andò in porto: in cambio di una damigiana di vino da 5 litri che avremmo dovuto regalargli a produzione avvenuta».
E’ la Puglia sincera, quella della gente che si sporca le mani, che ci crede, che ci prova e che si aiuta. Questa è l’idea che mi è salita alla mente, minuto dopo minuto di chiacchierata…
Il ragazzo Gianfranco si dava da fare: le forbici per la potatura arrivarono in regalo, in prestito gli attrezzi per lavorare la vigna come il torchio, i tini e la pigiatrice e poi… e poi il resto è storia.
«Non c’è mai stato un momento di ripensamento, la tenacia che mi accompagna in barca durante le mie regate di vela è la stessa che mi ha aiutato a fare vino».
Sono parole profonde e sincere quelle di Gianfranco. Ci conosciamo da tempo e questa chiacchierata assume una sfumatura sicuramente diversa da altre interviste perché, in fondo, ci stiamo bevendo qualche bicchiere di vita insieme e mentre degusto un “Es” strepitoso me ne rendo conto.
Il momento pare trasformarsi quasi in magia e gratitudine. Avrò anche esagerato nel pensare di sentire da parte sua un affetto che ricorda quello riservato ai suoi alberelli ma per un attimo mi sono lasciata suggestionare e mi sono sentita piccola anche io, piccola di fronte a un uomo sincero, della terra, del territorio.
Gli domando con un senso di profondo rispetto: «Gianfranco perchè sento così forte la presenza di sentimenti veri in tutta la tua storia?»
«Stefania è semplice, ci sono i miei genitori e c’è Simona in tutto».
E allora mi racconta poi commosso di come il padre, mancato solo qualche giorno prima, abbia sempre creduto in lui e ricorda anche la sua mamma, nata il 24 maggio, giorno in cui è iniziato lo scanno per i lavori della nuova cantina. Inutile per voi lettori scendere troppo nel dettaglio; che personaggio sia Gianfranco Fino credo lo abbiate compreso così come spero siano arrivati quei valori cardine che lo hanno mosso in questa vita da protagonista e che ho provato a raccontarvi sintetizzando.
«Mi piace pensare che l’immortalità possa essere raggiunta con il nostro operato, lasciando lezioni a seguire e nuove possibilità di vita».
La sua speranza che i giovani di quei luoghi, della sua Taranto, forse figli anche di suoi amici persi a causa delle acciaierie, comunque figli di quella terra, possano intraprendere la sua strada, una strada di soddisfazioni, di futuro, di vita.
Grazie Gianfranco e Simona, grazie.
foto di Stefania Fava
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