Cresce la leadership e raddoppiano in 10 anni le imprese agricole al femminile. Donne fondamentali nel marketing, turismo e comunicazione del vino.
Ha dato delle interessantissime informazioni sull’impresa al femminile un appuntamento di Confagricoltura nato per parlare soprattutto delle conseguenze date dai cambiamenti climatici.
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I temi dell’incontro di qualche giorno fa a Roma erano siccità, alluvioni, dissesto idrogeologico visti come grande rischio per le produzioni agricole. A promuoverlo, una serie di associazioni tutte al femminile e di riferimento per i mondi del vino, dell’olio, dell’ortofrutta e del riso.
Gli argomenti abbracciavano quindi l’intero settore agricolo e la sede di Confagricoltura è stata la più strategica per il convegno: “Le donne dell’agricoltura italiana unite per l’acqua“, ma durante l’incontro – a cui (fra gli altri e cosa non da poco) hanno partecipato il ministro MASAF Lollobrigida, la viceministro MASE Gava, le vicepresidenti Commissione agricoltura Camera deputati Caretta e Gadda con interventi di ricercatrici e esponenti del settore [ndr] – sono stati presentati alcuni resoconti emblematici sull’impegno crescente delle donne anche nel settore vitivinicolo.
Settore vitivinicolo, genericamente, può significare “tanto e poco” perché… c’è la vigna, c’è la cantina, c’è l’ospitalità, c’è il marketing, c’è il commerciale, c’è la comunicazione… e quindi è palese che per alcuni impieghi la figura femminile sia più “chiave” rispetto ad altri dove accade l’inverso.
Dalla giornata, grazie anche al resoconto delle “Donne del Vino”, è emerso che la presenza femminile nelle imprese vitivinicole si concentra nel marketing e comunicazione dove rappresentano l’80% degli addetti, nell’enoturismo (il 76% del totale occupati), nelle altre attività turistiche (il 75%) e nel commerciale (il 51%).
Riteniamo siano dati altamente rilevanti, soprattutto se guardiamo le percentuali. Il fatto che la presenza delle donne nelle cantine e nelle vigne italiane si riduca al solo 14% non riduce l’importanza di un messaggio di inclusione, modernità e, ovviamente, business contemporaneo perché sono tantissimi i casi di aziende familiari in cui le nuove generazioni, anche al femminile, hanno trovato spunti geniali per innovare prodotti e brand.
La sempre maggior influenza delle donne nel settore agricolo è dimostrato dal report complessivo uscito dall’incontro di Roma: le imprese femminili attive in agricoltura sono oggi 256.815 e se di queste prendiamo le società di capitali e di persone, si nota che sono il 28,2% del totale (praticamente il doppio rispetto a un decennio fa quando ne rappresentavano il 14%) e più di un terzo vedono impegnate giovani nella fascia di età 18/29.
Curioso il dato che mostra di come sia il Molise la regione con la più alta percentuale di donne che sono capi d’azienda (40%). Il fatto che sia una terra dai numeri piccoli non altera particolarmente l’indagine a livello nazionale dove la percentuale di leadership si assesta oggi al 31,5%.
L’agricoltura è quindi sempre più donna nella parte manageriale e questa consapevolezza è percepita positivamente dalle istituzioni e con motivazione dalle rappresentanze. Lo dimostra anche la dichiarazione al termine dei lavori di Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, un po’ poetica ma pregnante: «Chiediamo alle Istituzioni di ascoltare le loro – imprenditrici e associazioni di [ndr] – proposte anche nei luoghi in cui si programmeranno le soluzioni. […] occorre puntare a incentivare l’innovazione, affiancando anche soluzioni che la natura stessa può darci, come intercettare le acque provenienti dagli eventi atmosferici. La natura, proprio come l’universo femminile, è da sempre resiliente».
fonte: Confagricoltura
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