si berrà meno vino ma migliore


L’UE prevede un calo costante nel consumo del vino in UE nei prossimi 12 anni. Le contromisure sono alla portata, la qualità pagherà.


La Commissione Europea è una delle nostre maggiori fornitrici di statistiche e dati. Un bacino da cui attingiamo a piene mani per ricevere informazioni sull’attuale e sulle tendenze.


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Il lavoro che i vari dipartimenti ci mettono periodicamente a disposizione sono ovviamente attendibili ma vanno anche presi con cautela soprattutto se sono un’interpretazione del futuro a lungo termine. Una cautela motivata da numerosi aspetti, ufficiali e ufficiosi.

L’ultimo interessante e ricco report concerne l’agricoltura e, per quanto di nostro interesse, anche la viticoltura e la produzione di vino. Una relazione prodotto da un lavoro congiunto tra la DG AGRI e il Centro comune di ricerca (CCR), con la DG AGRI responsabile del contenuto.


Spirito Italiano outlook agricoltura ue vino

Ne emerge qualcosa di già ipotizzato un po’ da tutti: il consumo di vino dovrebbe diminuire di circa l’1% all’anno tra oggi e il 2035 con un calo più accentuato per i rossi parzialmente compensato dalla crescente domanda di vini totalmente o parzialmente dealcolati, vini bianchi, rosati e spumanti. Una tendenza che potrebbe anche rivelarsi a rischio più elevato con ulteriore diminuzione futura.

La Commissione pecisa chiaramente che il lavoro deve essere inteso come relazione di prospettiva e non interpretata erroneamente come una previsione. Non lo fa certamente per essere tacciata di superficialità bensì per l’elevata incertezza sugli sviluppi macroeconomici e sulle relazioni geopolitiche e commerciali che potrebbero condizionare le società nei prossimi 12 anni – e lo abbiamo constatato benissimo in questo quadriennio – .


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foto: Bluesnap

È quindi importante sottolineare che queste prospettive a medio termine rappresentano una base per i futuri lavori di analisi e di scenario della Commissione e che tale base di riferimento consente di verificare diversi sviluppi nel settore agricolo.

Sul consumo del vino, il previsto calo dovrebbe essere costante negli anni ma proseguire nella tendenza generale che vede divergenze fra Paesi UE in base ai modelli di consumo legati alla cultura, alle tradizioni, alle abitudini, agli eventi sociali e alla disponibilità stessa di vino. L’Italia, per intendersi, dovrebbe preoccuparsi più dell’export che della fruizione interna.


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Il cosiddetto “consumo interno” globale dovrebbe anche essere quello che maggiormente condizionerà il calo complessivo entro il 2035, poiché gli altri usi potrebbero rimanere relativamente stabili a 30 000 hl (ad es. distillazione o trasformazione in prodotti trasformati).


La tendenza al calo dei consumi dovrebbe portare anche un calo della produzione vinicola dell’UE (dello 0,6% all’anno a 145 milioni di hl entro il 2035). Sebbene il settore vitivinicolo dell’UE sia alle prese con fenomeni meteorologici difficili (o addirittura estremi) da diversi anni, continua ad adattarsi a queste sfide.

Tuttavia, le previste riduzioni nell’uso dei pesticidi e i piani per ulteriori restrizioni all’irrigazione in alcuni paesi dell’UE potrebbero ridurre le rese e la superficie destinata alla produzione di vino.


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Per quanto riguarda invece le esportazioni, diffcilmente si potrà proseguire su un trend “record” come quello degli ultimi anni. Il tasso di crescita delle esportazioni di vino dell’Unione europea potrebbe quindi essere piuttosto limitato nei prossimi anni (in crescita solo dello 0,3% all’anno da qui al 2035).

Il rallentamento dei volumi esportati potrebbe essere attribuito alla crescente concorrenza nei vini a prezzo contenuto e a un cambiamento dei modelli di consumo nei principali mercati di esportazione dell’UE. Tuttavia, l’UE potrebbe continuare a beneficiare delle esportazioni di vini di qualità DOP/IGP e di vini spumanti, che potrebbero sostenere la crescita del valore delle esportazioni di vino dell’UE.

La riduzione dell’uso interno del vino nell’UE si tradurrà anche in minori importazioni in volume (-2% all’anno da qui al 2035), controbilanciate probabilmente da un aumento del prezzo sul mercato (vedi graph 5.5).


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Per approfondimenti, vi lasciamo un estratto dall’EU agricultural outlook. Nel caso voleste saperne di più, anche su altre coltivazioni, collegatevi a questa pagina della Commissione Europea. Tutto in inglese.



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fonte: EU Commission
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