buonissime nuove per i nostri prodotti


In Europa vince la linea a difesa della qualità made in Italy. Vino e agroalimentare a marchio saranno molto più tutelati. Le novità


Non si temevano significativi incidenti di percorso però, con l’Europa, l’intoppo procedurale è sempre dietro l’angolo. Comunque: approvazione all’unanimità, tutto bene e si va avanti!


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Coro di giubilo per l’esito del voto odierno in Commissione Agricoltura dell’Europarlamento a Strasburgo, si trattava di Indicazioni Geografiche – mica scherzi – e delle proposte di riforma del regolamento su cui l’Italia ha avuto un ruolo principale capitanata dal relatore Paolo De Castro.


Seguiamo la vicenda da tempo, consci dell’importanza che la revisione riveste per la tutela del prodotto italiano (alcolici ben compresi).


De Castro ha cantato vittoria: «Il Parlamento europeo continua a far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di DOP e IGP, e la trasparenza verso i consumatori.


Spirito Italiano riforma IG dop igp europa
foto: Simon

Nel testo abbiamo introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto DOP e IGP il nome del produttore e, per i prodotti IGP, l’origine della materia prima principale. Non solo, su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia. In particolare è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di DOP o IGP».



Il testo della proposta di revisione (leggi la proposta) pone fra gli obiettivi principali quelli di:

  • rafforzare i modi per promuovere e tutelare le IG europee
  • velocizzare le procedure di registrazione dei prodotti
  • ridurre le frodi su internet
  • migliorare la produzione sostenibile nell’ambito dei regimi certificati
  • potenziare i gruppi di produttori IG


L’approvazione all’unanimità del testo in Commissione, di fatto blinda dal rischio di qualsiasi ulteriore intromissione e conduce adesso la riforma direttamente verso il Parlamento europeo per poi, si spera entro l’anno, approvare definitivamente il nuovo testo unico sulle produzioni di qualità in Unione.


Spirito Italiano riforma IG dop igp europa
foto: Tomas Williams

Fanno arrivare il proprio consenso anche le principali associazioni legate al vino. Per Unione Italiana Vini: «Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato e questa è la vittoria più importante ma non l’unica: la riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari».


Anche Federvini plaude al risultato: «Ringraziamo il Parlamento Europeo per l’attenzione mostrata ai comparti rappresentati da Federvini, in particolare per la volontà di riaffermare la centralità del settore vitivinicolo all’interno del nuovo regolamento unico sui prodotti di qualità, così come per aver voluto mettere in sicurezza alcune peculiarità che caratterizzano nel profondo il settore vitivinicolo italiano come la definizione di vino a IGP»



Lasciati gli ostici e minati campi dello (s)ragionamento su nascite e sostituzione etnica, il Ministro MASAF Francesco Lollobrigida, tornando sul terreno amico e congeniale, si è congratulato per quanto fatto: «L’obbligo di utilizzo di almeno il 50% delle materie prime realizzate nella Nazione di appartenenza del marchio IGP e quello relativo all’indicazione del nome produttore, come deciso oggi dalla Commissione Agri, rappresenta un ulteriore passo per difendere le eccellenze agroalimentari italiane. Grazie al lavoro svolto dagli europarlamentari italiani di diversi schieramenti, Procaccini, Dorfman, De Meo, De Castro, Rondinelli, Laureti, Lizzi, Conte, Ghidoni, Basso e  Giarrusso, continuiamo a impegnarci per proteggere i nostri prodotti di qualità dal fenomeno dell’italian sounding che sottrae centinaia di miliardi alla nostra economia e per difendere insieme il Sistema Italia, simbolo di eccellenza nel mondo».


Già… quello del “sounding” è stato un bel problema e ancora – pensiamo – lo sarà anche se in forma minore. Lo sappiamo in piccolo anche noi che quotidianamente assistiamo al tentativo di copiarci nome e slogan – quanto “spirito” si legge, quanto “italiano” vediamo in giro! –


Spirito Italiano riforma IG dop igp europa
foto: Chetan L

Comunque è bene rimanere umili, fare ironia ma neppure paragonarsi al tema made in Italy certificato, un settore che, come detto da De Castro, ha un valore assolutamente trainante: «La DOP Economy vale, a livello europeo, quasi 80 miliardi di euro. Non si tratta più di una semplice questione culturale di qualche Stato membro, ma di un vero patrimonio economico, sociale e politico europeo.

Con questo regolamento creeremo un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che rafforzerà la protezione, la promozione e la sostenibilità delle nostre Indicazioni Geografiche, conosciute in tutto il modo come sinonimo di qualità ed eccellenza, grazie alla passione e alla competenza dei nostri agricoltori e produttori».

Possiamo dire che stavolta ci crediamo? Bravi.





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fonte: paolodecastro.it – MASAF – UIV – Federvini

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