allo studio la possibile menzione “eroico” in etichetta
Ce lo siamo detti tante volte fra un calice e l’altro, lo abbiamo utilizzato spesso nelle degustazioni in pubblico, lo abbiamo pensato ascoltando dalla voce di un vignaiolo la sua filosofia… “eroico“!
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Un aggettivo che stava pericolosamente avviandosi verso l’inflazione verbale (non ancora come “resiliente” ma quasi), un termine, con aurea protettiva, su cui si acquietano i racconti di territori, vigne e stili fra i più disparati.
Proprio l’inizio della diffusione massiva nell’utilizzo ha spinto anni fa a cercare la definizione oggettiva dell'”eroico” e quantomeno a definirne i parametri che la possano attestare nero su bianco.
Il decreto interministeriale n. 6899 del 30 giugno 2020 (firmato finalmente a luglio scorso) per la salvaguardia dei vigneti eroici o storici (rif. art. 7 Legge 12 dicembre 2016, n. 238) ha sancito quindi i canoni appropriati che vi riportiamo sotto per corretta ricostruzione.
I vigneti si definiscono eroici quando:
- ricadono in aree soggetto a rischio di dissesto idrogeologico o situati in aree in cui le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione o che hanno particolare pregio paesaggistico e ambientale o che sono situati nelle piccole isole (isole con una superficie totale massima di 250 chilometri quadrati).
- fatte salve le aree già individuate dai piani paesaggistici regionali, sono caratterizzati almeno da:
- pendenza del terreno superiore al 30%;
- altitudine media superiore ai 500 metri s.l.m. ad esclusione dei vigneti situati su un altipiano;
- sistemazione degli impianti viticoli su terrazze e gradoni;
- viticoltura delle piccole isole.
I vigneti si definiscono storici quando:
- la loro presenza è documentata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960;
- la coltivazione è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legate agli ambienti fisici e climatici locali, che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici;
- sono caratterizzati almeno da:
- utilizzo di forme di allevamento tradizionali legate al luogo di produzione;
- presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico quali il terrazzamento, il ciglionamento, il ritocchino, il cavalcapoggio, il girapoggio o la spina.
oppure sono comunque considerati vigneti storici quelli:
- appartenenti a paesaggi iscritti nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico, a condizione che la viticoltura costituisca la motivazione dell’iscrizione ed i vigneti abbiano le caratteristiche ivi indicate;
- afferenti a territori che hanno ottenuto dall’Unesco il riconoscimento di eccezionale valore universale e ove il criterio di iscrizione nella lista dei siti Unesco, si riferisca esclusivamente o in modo complementare alla viticoltura;
- ricadenti in aree oggetto di specifiche leggi regionali o individuate dai piani paesaggistici volte alla conservazione e valorizzazione di specifici territori vitivinicoli.
Riportato questo, facciamo adesso riferimento a quanto discusso nel recente workshop organizzato dal Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, nell’ambito della Milano Wine Week a cui hanno partecipato, oltre al Cervim, anche esponenti di Mipaaf, ComAgri, Conaf e il Comitato nazionale vini DOP e IGP.
Da quanto emerso non c’è dubbio sul fatto che l’obiettivo sia adesso quello di puntare ancor più alla promozione dei vini eroici, arrivando anche a studiare una messa in commercio con un marchio “eroico” in etichetta.
Fra gli interventi più rappresentativi:
- presidente Cervim Stefano Celi: “Il Decreto attuativo, in cui vengono riportate la definizione di viticoltura eroica e le caratteristiche rappresenta un punto di arrivo ma è anche e soprattutto un punto di partenza perché rappresenta la base di un rilancio strutturato per l’intera viticoltura eroica e per i territori in cui essa gravita“.
- sottosegretario Mipaaf Giuseppe L’Abbate: “Parliamo di sistemi produttivi a grande valenza ambientale, conservazione della biodiversità, che contribuiscono al non abbandono dei territori. In questi contesti niente è facile, i viticoltori ad esempio non possono usare la meccanizzazione come in altri ambiti. Dobbiamo e possiamo mettere in atto strategie di promozione e di comunicazione dei vini eroici sui mercati internazionali, insieme al Ministero Affari Esteri e con l’Ice“.
- presidente ComAgri della Camera Filippo Gallinella: “Chi lavora in determinate realtà e condizioni deve essere premiato e valorizzato; ci sono tante possibilità a disposizione per il settore e per la promozione“
- presidente Conaf Sabrina Diamanti: “Un grande risultato, da rilevare è che il Decreto sia stato firmato oltre che dal ministro delle politiche agricole (Bellanova) anche da Beni culturali (Franceschini) e Ambiente (Costa) perché dobbiamo sempre ricordare che l’agricoltura è non solo produzione ma anche paesaggio e tutela dell’ambiente“
- presidente Comitato nazionale vini DOP e IGP Michele Zanardo ha aggiunto parlando di etichettatura e spiegando come sia possibile prevedere una menzione “viticoltura eroica” in etichetta “ovviamente con regole certe e per una filiera produttiva completamente in azienda, un giusto riconoscimento per i grandi sacrifici dei viticoltori estremi“.
E non dimentichiamo infine che valorizzare i vitigni storici e eroici significa anche tutelare il paesaggio e l’ambiente.
fonte: Federvini
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