Le associazioni della filiera vitivinicola scrivono una lettera al ministro Patuanelli per una soluzione condivisa con l’UE sui dealcolati: DOP e IGP non si toccano.
Scusateci se ritorniamo ancora sul tema dealcolazione, ci pare di non poterne più prima ancora che vengano prese decisioni ufficiali da raccontarvi.
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Riteniamo però giusto informarvi dei movimenti, questo perché siamo passati dal comprensibile “urlo” preventivo di Coldiretti all’immediato tentativo giustificato di placare ogni forma di timore esasperato, al successivo intervento del ministro MiPAAF Patuanelli in Senato per arrivare poi ancora a nuove riflessioni dei protagonisti e delle associazioni di filiera.
Una posizione sensata, operativamente e politicamente parlando, l’hanno presa ieri un pool di associazioni del settore attraverso una lettera inviata al Ministro e che sotto riportiamo.
Un documento condiviso e firmato insieme da Alleanza delle Cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini in occasione dell’inizio del ciclo di negoziati del “trilogo” sulla riforma della PAC (Politica Agricola Comune) e nel particolare del Regolamento OCM 1308/1013.
La lettera dei rappresentanti della filiera vitivinicola invita fortemente il ministro a «mettere in campo ogni azione possibile per assicurare che la futura regolamentazione europea sia in linea con le aspettative del settore vitivinicolo, preservandone gli elementi di qualità e competitività».
Penserete voi che è come dire tutto e dire niente… Vero! però è un inevitabile punto di partenza, ragionato, che mette subito al corrente le istituzioni delle grande attenzione e delle aspettative che nutrono le organizzazioni e le aziende di settore. Al tempo stesso si propone una generica strada da percorrere per riuscire a salvaguardare gli interessi e il business futuri di ogni realtà, piccola o grande che sia, di nicchia o di massa che sia.
«La filiera chiede che questi prodotti – i vini dealcolati [n.d.r.] – , pur inquadrati nell’ambito del Regolamento OCM, siano classificati come nuove categorie e non come termini che accompagnino le categorie esistenti, indicazione questa già espressa dal Parlamento Europeo.
L’obiettivo è segnare una demarcazione più netta tra le nuove categorie e gli altri prodotti vitivinicoli, che consentirebbe peraltro di indirizzare più agevolmente i fondi del Piano nazionale di sostegno verso i prodotti non dealcolati.
Una precisazione è inoltre richiesta in merito al passaggio del testo in discussione e relativo alla restituzione dell’acqua persa durante il processo di dealcolazione: in questo caso – cita il testo inviato al ministro – serve confermare espressamente nel Regolamento 1308/2013 e non nell’atto delegato, che l’eventuale reintegro dell’acqua durante le operazioni di dealcolazione riguarda esclusivamente quella endogena, ovvero quella persa durante tale processo. Le organizzazioni esprimono poi ferma contrarietà rispetto alla possibilità di utilizzare le categorie dei vini “dealcolati” e “parzialmente dealcolati” per i vini a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta: il prodotto che ne deriva non ha i requisiti oggi richiesti ad una DOP o IGP, rischiando di penalizzare queste ultime nella percezione del consumatore».
A noi di spiritoitaliano.net pare un documento sensato e di logica sensata, vedremo adesso gli sviluppi nei prossimi giorni.
fonte: Federdoc
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