Sarà lenta e graduale ma gli italiani, secondo le indagini Coop, hanno grande voglia di rilancio, qualità e modernità. Alla ricerca di nuovi valori e con la dovuta cautela.
Buon 2021! La risalita è iniziata ma, non nascondiamoci, la ripresa globale sarà lunga e forse ardua. La contrazione dei consumi 2020 si distenderà progressivamente ma di pari passo con la consapevolezza di una ritrovata normalità.
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Arrivano su questo le informazioni importanti dei sondaggi “2021, l’anno che verrà” e “2021 Restart. Il nuovo inizio per l’Italia e gli italiani” svolto da Coop attraverso i suoi canali media e anche con la collaborazione di Nomisma.
Un’anteprima (la versione integrale dello studio saranno pubblicate il prossimo 15 gennaio) che però tira bene le somme su quanto lasciato in eredità dal 2020 e quanto previsto all’orizzonte sulla base dell’opinione della numerosa community di italiani.coop
Pur essendo ben consapevoli che il recupero della situazione economica e sociale del pre-Covid è ancora molto lontano, soprattutto per il nostro Paese (tanto che per il 33% del campione intervistato di manager la ripresa scivola addirittura al 2025 e oltre), gli italiani dichiarano con forza la voglia di cambiare pagina e rompere la “bolla” che per molti mesi li ha tenuti reclusi in un drammatico presente sospeso.
Si muovono così su un crinale instabile divisi tra la consapevolezza delle molte difficoltà che ancora hanno davanti e l’impazienza di riappropriarsi del loro futuro.
Non è un caso, infatti, che 7 italiani su dieci siano già convinti di vaccinarsi, e altri 2 nutrano qualche dubbio ma probabilmente alla fine lo faranno. I cosiddetti no-vax sono infatti solo un decimo degli italiani.
La “bolla” in cui gli italiani si sono chiusi facendo di necessità virtù è prossima all’esplosione e fra le voci di spesa in crescita, (la stima si attesta su un +4,9% rispetto all’anno passato), tornano prepotentemente i viaggi e le vacanze, la socialità live e una nuova mobilità (sostenibile e Covid free).
E per quanto riguarda il consumo di prodotti enogastronomici a casa o nei locali pubblici?
Lo abbiamo toccato con mano nel periodo primavera-estate 2020: casa e cibo rimangono dei caposaldi nel post-Covid almeno per quanto riportato in questa interrogazione.
Lo “slow cooking” continua a rafforzarsi aiutando gli italiani a spendere meno, difendendo qualità e salubrità.
Il cibo sulla tavola degli italiani è prima di tutto sostenibile, ma questo concetto si fa più articolato e include a fianco del generico rispetto per l’ambiente l’aggiunta di produzione locale e di filiera controllata.
Ancora una volta il cibo è metafora dell’Italia e degli italiani. Assieme alla salute e alla casa, rimane l’ultimo argine alla riduzione dei consumi rispetto al pre-Covid.
Ciò nonostante quello del 2021 sarà per molti un cibo sobrio (se per il 71% del campione questa voce di spesa rimarrà stabile, un 15% intende risparmiare).
Inoltre, secondo gli executive della filiera alimentare gli acquisti si concentreranno maggiormente sugli alimenti prodotti con materie prime italiane e naturali/sostenibili (rispettivamente il 53% e il 48% del campione ritiene che queste categorie registreranno le migliori performance rispetto all’anno precedente) oltre che con ingredienti freschi (in crescita per il 52%).
Per il 37% del campione la “speranza” torna prepotentemente ad essere la parola che meglio può descrivere il 2021, subito seguita dal “cambiamento” (19%) e dalla possibilità di poter presto costruire “qualcosa di nuovo”.
D’altronde più della metà (il 53%) ammette di voler rivedere le priorità della propria esistenza. Già da tempo lontani dai cliché che li vogliono ancora conformisti e abitudinari, gli italiani di oggi sembrano voler ulteriormente accelerare quella metamorfosi che li contraddistingue da alcuni anni.
Dopo lo sforzo di resilienza alla pandemia espresso nel 2020, gli italiani aspirano adesso ad un futuro (ed un mondo) diverso.
A partire proprio da una maggiore attenzione a se stessi (7 su 10 danno maggiore importanza al proprio benessere fisico e psicologico rispetto al periodo pre-Covid), per poi estendersi alla dimensione degli affetti più veri (4 su 10 intendono trascorrere più tempo con la propria famiglia), fino ad arrivare alla consapevolezza di poter contribuire nel proprio piccolo alle sfide globali (7 su 10 prenderanno decisioni in base all’impatto che le stesse produrranno sull’ambiente).
Per tanti italiani la pandemia (e le difficoltà economiche) faranno ancora della casa il luogo privilegiato della quotidianità del prossimo anno. Per tanti altri, invece, torneranno a crescere i viaggi e le occasioni di intrattenimento outdoor; oltre 4 italiani su 10 dichiarano che nei prossimi 12 mesi viaggeranno più spesso.
Diventano invece fuori moda i comportamenti orientati al riconoscimento sociale (per un italiano su due si riduce l’acquisto di abiti di alta moda), le visite ai grandi mall e le discoteche (il 63% degli italiani rinuncerà a quest’ultime in parte o del tutto).
Tirando le somme…
Il 2020 si è chiuso con la più ampia contrazione dei consumi dal dopoguerra (-10% rispetto all’anno precedente) e il 2021 vedrà certamente una ripresa (stimabile in un + 4,9%) che non consentirà però di riguadagnare i livelli e la composizione della spesa pre-Covid.
Il 21% degli italiani infatti prevede oggi di spendere più del 2019, peraltro con un maggiore ottimismo rispetto ad un analogo sondaggio realizzato nello scorso agosto (erano il 16%).
Nella nuova realtà del next normal le intenzioni di spesa sembrano privilegiare alcune categorie di consumo e penalizzarne altre.
A pagare più di tutti il prezzo della pandemia, delle nuove paure o delle mutate abitudini, saranno soprattutto i trasporti pubblici, l’ambito in cui gli italiani pensano di ridurre più di tutto le spese rispetto al 2019; ma anche abbigliamento, calzature, abbonamenti, pay tv risentono pesantemente del timore della riduzione dei redditi.
Il digital jump non si interrompe, ma trova invece nuova linfa anche nelle previsioni 2021: quasi un italiano su 2 investirà su nuovo smartphone, tablet, pc, smart tv; anche i pagamenti on line, l’e-grocery e il delivery saranno sempre più frequenti. Gli italiani sembrano sempre più alla ricerca di nuove soluzioni effettivamente smart.
Con la nuova serie di chiusure che hanno caratterizzato la fine del 2020, gli italiani sono tornati a privilegiare i consumi indoor e la Gdo ha fatto segnare un incremento dell’8% delle vendite nella settimana di Natale.
Una accelerazione finale che ha spinto le vendite 2020 della rete fisica della grande distribuzione a un +4,2% sull’anno precedente, e oltre il +5% considerando anche il canale e-commerce (che con una variazione che sfiora il +140%, contribuisce con quasi un punto percentuale alla crescita complessiva del settore).
Anche nello scenario 2021, i punti più critici, stando ai manager della filiera alimentare sono, soprattutto la minaccia della crisi economica e dei suoi effetti negativi sulla domanda finale (il 27% prevede un calo negli acquisti di prodotti alimentari o del largo consumo) e nel 2021, con il graduale esaurirsi della emergenza sanitaria si attende una flessione del fatturato della rete fisica della grande distribuzione del 2,6% (-1,6% se si considera anche l’e-commerce).
Andamento in controtendenza nella rete fisica solo per discount (+1,8%), specialisti drug (+2,9%). In maggiore difficoltà certamente il Sud, mentre sarà meno pronunciata la perdita delle regioni settentrionali anche grazie alla forte ulteriore crescita dell’e-commerce che si concentra proprio in quei territori.
Proprio l’e-commerce rappresenta il dilemma degli operatori della filiera. Per i top manager alimentari costituisce contemporaneamente una minaccia (per il 60%) ed una opportunità (40%).
Un mercato in forte crescita anche il prossimo anno (+62% la stima Nielsen di incremento delle vendite online 2021) e l’occasione per dare un migliore servizio ai consumatori, ma allo stesso tempo anche un canale che rischia di cannibalizzare la rete fisica ed aggiungere ulteriori costi agli equilibri di bilancio già piuttosto precari del settore.
Per quanto riguarda noi di spiritoitaliano.net, da amanti del buon bere e della buona tavola a casa o fuori casa, riteniamo che intercettare le volontà degli italiani (senza opprimerle) sarà la sfida più importante che attenderà tutti i protagonisti del mercato di bevande alcoliche per questo transitorio 2021.
Le previsioni 2021 sono frutto di due indagini condotte nel mese di dicembre 2020 dall’Ufficio studi Coop e i suoi partner. La prima, in collaborazione Coop-Nomisma, “2021, l’anno che verrà” realizzata con metodo Cawi ha coinvolto un campione di 800 individui rappresentativo della popolazione 18-65 anni.
La seconda “2021 Restart. Il nuovo inizio per l’Italia e gli italiani” si è rivolta alla community del sito di italiani.coop ed ha coinvolto 700 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto.
fonte: italiani.coop
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