that’s life… of wine 22


Andamento stagionale, stile produttivo, qualità: le cantine sanno mettere i propri vini alla prova del tempo. That’s Life… of wine


Superata anche l’edizione 2022 di Life of Wine che a Roma ha dato spazio ai produttori provenienti da tutta Italia permettendo loro di presentare non solo i vini dell’annata, ma anche alcune riserve storiche e in alcuni casi delle vere e proprie verticali.


[si legge (più o meno) in: 4 minuti]


Secondo l’organizzazione, sono state oltre 750 le presenze a Villa Pamphili. Numero più, numero meno, è stata sicuramente ottima l’affluenza di pubblico.


Oltre alle etichette in servizio e al percorso di assaggio, il segreto di questo successo è anche l’atmosfera che si respira: aria di libertà e la semplice voglia di stare insieme condividendo un calice di vino e scambiando due chiacchiere con i produttori presenti.


foto: courtesy Life of Wine

L’evento, unico nel suo genere, ha la particolarità di guidare gli assaggiatori attraverso l’evoluzione del vino con il trascorrere del tempo, grazie alla degustazione di microverticali proposte da ogni singola cantina al proprio banco.


Nel percorrere i banchi d’assaggio si nota come i produttori stessi non abbiano paura di puntare su vini, sia bianchi che rossi, di vecchie annate.


Proprio questo è il messaggio della kermesse: valutare l’evoluzione nel tempo ma non solo, anche mettere alla prova lo stesso vino in annate diverse e capire come gli andamenti climatici cambino in modo radicale quello che poi andiamo a degustare nel calice.


foto: courtesy Life of Wine

Che sia stata, giocoforza, la sede della manifestazione, oppure che siano gli incarichi associativi che mi impegnano personalmente nel quotidiano, mi sono sentito istintintivamente spinto verso i vini della regione Lazio.


Guardandomi attorno, sarebbe stato comunque un sacrilegio non andare oltre e farsi una “passeggiata virtuale” attraverso la cultura enologica di tutto il Belpaese.


Circa 200 vecchie annate da 73 cantine italiane con microverticali proposte al rispettivo banco con assaggi che personalmente ho trovato estremamente significativi da Frascati, Fiano di Avellino, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Aglianico sia del Vulture che nella denominazione Taurasi e Barolo. Più sotto, la selezione.


foto: courtesy Life of Wine

focus su:


Fontana Candida: Frascati Superiore riserva Luna Mater

L’azienda è a Monteporzio Catone, nel cuore della denominazione. Il vino è un assemblaggio di Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia e Bombino con  una piccola percentuale di uve appassite.


foto: MS©

  • 2018: assaggio composto dove la componente fruttata–floreale la fa da padrona, prima di lasciare spazio alla mineralità gessosa.
  • 2016: i due anni in più si rivelano in una bocca maggiormente avvolgente in cui emergono le prime note speziate di zenzero.
  • 2012: annata calda, bocca piena e gustosa, con sentori mielati, spezie orientali e finale balsamico.
  • 2008: nonostante i 14 anni dalla vendemmia è il vino piu verticale di tutti che ci regala tutta l’eleganza del Frascati.


Capannelle: Chardonnay

Ci troviamo a Gaiole in Chianti e qui, parlare di chardonnay in un territorio da sempre vocato per i vini rossi, non è così scontato. In questo caso ci troviamo di fronte a una convincente espressione di Chardonnay in cui solo il 20% della massa viene affinato in barrique mentre il resto solo in acciaio, seguito da 12 mesi in bottiglia.


foto: MS©

  • 2019: Frutto della passione, ginestra e mimosa, erbe aromatiche e finale balsamico.
  • 2016: grandissima annata, accenni floreali, note tostate e speziate, pietra focaia ed erbe aromatiche sul finale.
  • 2012: note mielate, note lattiche, sentori di fiori e frutti appassiti, scia sapida sul finale.


Santa Barbara: Verdicchio dei Castelli di Jesi Le Vaglie

I vigneti, situati nel cuore della denominazione, si estendono dal comune di Barbara fino a Cupramontana. Il verdicchio è il vitigno principale, la vinificazione e l’affinamento sono solo in acciaio. Il verdicchio è un vitigno che evolve piacevolmente nel tempo e in questo caso l’azienda punta su 3 annate ben diverse, fino ad arrivare alla 2005.


foto: MS©

2015: giallo paglierino, al naso si percepiscono sentori floreali di ginestra, frutta tropicale non troppo matura, chiusura salina.

2010: riflessi dorati, accenni di pietra focaia, note mielate e balsamiche. La parte fruttata e floreale appare in seconda battuta.

2005: oro brillante, frutti gialli appassiti, sentori di mandorla e nocciola, cera d’api e note terziarie il tutto senza tralasciare una grandissima bevibilità.



Villa Raiano: Fiano di Avellino Ventidue

Si tratta di uno dei 3 cru di Fiano prodotti dall’azienda, il vigneto è situato a Lapio. L’uva è sottoposta a una breve macerazione sulle bucce, affina prima dodici mesi sulle fecce fini in tini di acciaio e poi per dodici mesi in bottiglia


foto: MS©

  • 2018: giallo paglierino, fiori gialli, sentori vegetali di erbe aromatiche, scia salina sul finale.
  • 2016: il colore tende al dorato con accenni di pietra focaia, sentori fumè e note balsamiche.
  • 2013: oro intenso, sentori di nocciola e mandorla, finale balsamico.



Salvatore Molettieri: vari

L’azienda si trova nel comune di Montemarino nel cuore dell’Irpinia. La line-up dei vini in degustazione è a base di Aglianico, sia nella DOC Irpinia che nella DOCG Taurasi nei CRU Renonno e Vigna 5 Querce. Gli affinamenti sono parte in barrique e parte in botte grande per tutti i vini.


foto: MS©

  • Ischia Piana 2019: rubino cupo, chiodi di garofano, pepe e piccole bacche di ginepro.
  • Taurasi Renonno 2016: sentori di mora e gelso nero, note speziate e finale balsamico.
  • Taurasi Vigna 5 Querce 2015: ciliegia sotto spirito, spezie dolci, note fumè, liquirizia e umami.
  • Taurasi Riserva Vigna 5 Querce 2014: naso più scuro e cupo rispetto alla 2015, note di rabarbaro, corteccia, sottobosco e note balsamiche in chiusura.

foto: MS©

Oggettivamente una selezione (la nostra web) nella selezione (fatta da noi ai banchi) della selezione fatta a monte da Studio Umami, Roberta Perna C.E. e Maurizio Valeriani per questo Life of Wine 2022.


Life of Wine è uno di quegli eventi che puoi anche sentirti raccontare ma che, innanzitutto, andrebbe vissuto direttamente “sul campo“.


Marco Sanfilippo – Spirito Italiano writing staff
“I veri intenditori non bevono vino, degustano segreti” (S. Dalì)





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