la sostenibilità delle nostre distillerie


Presentato il nuovo Report di sostenibilità Assodistil. Moltissime distillerie sono un esempio virtuoso di economia circolare.


Sul tema delle bioenergie e dell’economia circolare rimaniamo costantemente “sul pezzo” e anche pochi giorni fa abbiamo riportato la voce di Assodistil.


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Restiamo quindi in tema e vi aggiorniamo alla luce dell’importante incontro di ieri a Roma in cui Assodistil ha presentato il nuovo Report di sostenibilità.


Il documento fornisce una fotografia dell’approccio alla sostenibilità dell’intero settore distillatorio ed è stilato grazie al contributo di 12 aziende leader associate ad AssoDistil e rappresentative del settore: Bonollo, Bottega, Gruppo Bertolino, Mazzari, Marzadro, Deta, F.lli Francoli, Bonollo U., I.M.A., D’Auria Distillerie & Energia, Acquavite e Bertagnolli.


foto: Annca

In questa versione, si sono particolarmente approfonditi gli aspetti legati al consumo energetico, alle emissioni in atmosfera e alla gestione dei residui di processo e dei rifiuti.


Noi che ci riteniamo onesti e propositivi divulgatori del loro lavoro, ci teniamo a sottolineare il fatto che molte distillerie stanno già applicando con profitto i concetti rappresentativi della sostenibilità che, in questo caso, si basa essenzialmente su tre fattori: massima valorizzazione delle materie prime e seconde, efficienza energetica ed economia circolare.


Prima di leggere gli aspetti salienti del report, possiamo sintetizzare quanto è emerso in 3 punti significativi:

  • l’industria distillatoria italiana sta rispettando l’essenza della sostenibilità e dell’economia circolare
  • la produzione di energia elettrica fotovoltaica a zero emissioni è cresciuta del 300% nel triennio 2018-21 e proseguono gli investimenti in produzione di biocarburanti
  • tiene l’occupazione nel settore


foto: Katharina Kammermann

Il Report in sintesi


Esempio di circolarità

Una delle principali materie prime utilizzate in distilleria proviene dalla filiera del vino: in Italia la superficie vitata rappresenta circa il 5% della superficie agricola utilizzata; se si tiene conto che per ogni ettolitro di vino si producono mediamente 18 kg di vinacce, 6 kg di fecce e 4 kg di raspi, si calcola che se tutti questi sottoprodotti diventassero scarti da smaltire l’impatto ambientale sarebbe davvero importante con circa 1.297.800 tonnellate di CO2 prodotte.

Con il lavoro delle distillerie, molte di queste emissioni sono evitate grazie a tecniche e tecnologie in grado di valorizzare non solo le materie prime, ma anche sottoprodotti e residui della distillazione stessa per ottenere diversi prodotti destinati a numerosi settori, dall’alimentare a quello della mangimistica, dalla cosmetica e farmaceutica all’edilizia, dall’energia all’agricoltura.

Nel complesso, il settore distillatorio nazionale trasforma oltre 13 milioni di quintali di materie prime di origine agricola, molte delle quali scarti di altre filiere, concorrendo in maniera evidente anche alla sostenibilità della filiera a monte.



Consumi idrici ridotti

Le risorse idriche usate nel processo produttivo provengono principalmente da fonti sotterranee e da fonti di terze parti, mentre si ricorre in misura inferiore alle fonti idriche di superficie.

Le acque utilizzate dall’industria distillatoria italiana vengono opportunamente trattate affinché acquisiscano un livello di qualità tale da permettere lo smaltimento negli impianti di depurazione idrica civili.

L’immediata conseguenza dell’oculata gestione delle risorse idriche è il contenimento dei consumi di acqua registrato negli ultimi anni, da 1904300 m3 utilizzati nel 2018 si è arrivati a 1672900 m3 del 2021.


Packaging sostenibile

Nonostante la scelta dei materiali usati è già orientata verso soluzioni riciclabili e sostenibili come vetro, sughero, legno, alluminio e carta, si registrano investimenti da parte di alcune aziende associate per trovare soluzioni innovative che possano ridurre l’impatto ambientale del packaging.

Ad esempio, l’utilizzazione della vinaccia esausta pressata come tappo, della carta di fiori come etichetta oppure il primo prototipo di bottiglia realizzata integralmente con materiali ecosostenibili sviluppata da AssoDistil assieme a primarie aziende del comparto packaging.



Gestione virtuosa dei rifiuti

Nel caso della gestione dei rifiuti, è possibile affermare che la circolarità dell’industria distillatoria ne implica una produzione molto modesta, o quasi nulla in alcuni casi grazie a un’attenta differenziazione dei rifiuti.

È interessante notare come il quantitativo di rifiuti non recuperati rappresenti solo lo 0,22% della materia prima alimentata (circa 1.850 tonn/a rispetto a una materia prima in ingresso di circa 900 mila tonn/a).

Nello specifico i rifiuti del settore risultano essere: 85,7% rifiuti non pericolosi destinati al recupero e riciclo, 13,7% rifiuti non pericolosi destinati allo smaltimento, 0,6% rifiuti conferiti in discarica non recuperabili e assimilabili ai rifiuti pericolosi, una quota marginale nonostante nel biennio il dato sia affetto dalla dismissione da parte di alcune distillerie di attrezzature obsolete.



Occupazione e legame con il territorio

Nonostante le difficoltà del biennio 2020-2021, il settore ha garantito la tenuta occupazionale. Inoltre, nel periodo pandemico la diversificazione della produzione è stata una delle armi vincenti non solo per il mantenimento dei livelli occupazionali del settore ma anche per garantire, attraverso la produzione di alcol etilico, l’offerta di disinfettanti e sanificanti, destinati in alcuni casi anche a iniziative benefiche a sostegno della popolazione e di enti impegnati nella battaglia contro il covid.

Responsabilità delle distillerie italiane è di preservare il forte radicamento con il territorio e garantire il rapporto con le comunità locali. Il territorio rappresenta non solo la collocazione geografica delle aziende ma proprio il loro carattere distintivo.

Forte è il legame delle aziende con le comunità locali: al loro interno viene infatti reclutata la maggior parte della forza lavoro, ma sono anche destinatarie di iniziative come sponsorizzazioni e donazioni, ad esempio promozione di Consorzi locali, creazione di aree verdi, sostegno ad associazioni no profit, sponsorizzazione di associazioni e restauri di edifici pubblici.


courtesy: Assodistil

Per Antonio Emaldi, presidente di Assodistil: «La distillazione in Italia ha origini antichissime e oggi abbiamo avuto la possibilità di ben comprendere come si sia evoluta, raggiungendo importanti traguardi economici e sociali che hanno permesso lo sviluppo di tecnologie prese a modello da molti altri Paesi della Unione Europea. E questo perché si è fatto impresa con responsabilità, con una visione solidamente radicata al passato e nello stesso tempo dinamica, innovativa ed attenta ai cambiamenti».



Le considerazioni del direttore di Assodistil Sandro Cobror: «L’autoproduzione di energia termica ed elettrica da residui di lavorazione consente di minimizzare l’acquisto di energia dal mercato e ridurre l’impatto ambientale e il costo energetico per le imprese, che altrimenti sarebbe eccessivamente oneroso a causa del notevole input energetico necessario nei processi di distillazione, in particolare negli ultimi mesi in cui il prezzo del metano ha raggiunto valori molto elevati».


courtesy: Assodistil

Sulla reale importanza che questi processi innovativi rivestano per i cittadini, chiarisce Emanuele Di Faustino, responsabile Industria, Servizi e Retail di Nomisma: «Per 1 consumatore italiano su 2 è importante acquistare alimenti e bevande realizzati da aziende impegnate sui temi delle sostenibilità ambientale, una tendenza di cui potrebbero beneficiare anche le imprese del settore distillatorio, esempio emblematico di sostenibilità ed economia circolare all’interno della filiera agroalimentare italiana.

Sebbene ad oggi solo il 24% dei consumatori sia a conoscenza della sostenibilità del metodo di produzione della Grappa, ben 7 consumatori su 10 sono interessati al fatto che la Grappa sia prodotta impiegando i sottoprodotti della vinificazione e che a loro volta i residui della distillazione vengono utilizzati per realizzare energia pulita o fertilizzanti».




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fonte: Assodistil
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