#overrank: dugat-py 2015


Mazis-Chambertin Grand Cru
Vielles vignes 2015 Dugat-Py


Ormai sapete bene, #overrank a parte, quanto mi diverta a passeggiare idealmente in Francia con il calice in mano.


[si legge (più o meno) in: 4 minuti]


Ancora fortissimamente Bourgogne, oggi vi porto in Mazis-Chambertin, davvero a pochi passi da Ruchottes-Chambertin della volta scorsa.

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dove siamo


Il Mazis-Chambertin, si estende su una superficie di circa 9 ettari ed è, assieme all’attiguo Ruchottes-Chambertin, il Grand Cru più a nord dei 9 nell’area comunale di Gevrey-Chambertin.

Confina con lo storico Clos de Bèze citato nella storia per la prima volta come monastero nel 640 e rimasto proprietà della chiesa borgognona fino al 1219, quando fu poi ceduto ai canonici di Langres che lo curarono fino al 1789, anno della Rivoluzione francese.


Il Mazis-Chambertin, è diviso in due Lieux dits, il Mazis-Haut ed il Mazis-Bas pressoché di identica superficie. Il Mazis-Bas è caratterizzato da un’importante presenza argillosa, mentre il Mazis-Haut conta pochissima terra lavorabile sopra la dura roccia.



Dugat-Py è un produttore che fa sempre discutere e ogni amante del Pinot nero ha la sua opinione a riguardo ma sappiate subito che uno dei soprannomi assegnatogli dalla critica è “il concentratore di pinot nero“.

Bernard Dugat e Jocelyne Py (dall’unione dei rispettivi cognomi prende il nome il Domaine), sposati dal 1979, a fine anni 90 cambiano rotta e lo stile di vinificazione prende una piega che lo distanzia da ciò che l’immaginario collettivo ritiene essere lo stereotipo di classicità borgognona.


I vini sono concentrati e compatti, dal colore impenetrabile e dai profumi di frutta e fiori scuri. È quindi facile che l’amante dei pinot noir francesi fini e tesi non ritrovi qui una grande corrispondenza a quanto atteso.

Questi sono comunque vini che a mio parere riescono altrettanto bene a esprimere la territorialità. Il tocco, la firma organolettica del produttore servono a sottolineare la sua identità ma senza nulla togliere a quell’approccio edonistico e culturale verso il calice degli appassionati più o meno fedeli a una tipologia stereotipata.


photo credits: dugat-py.fr

Le spettacolari cantine dove affinano i vini, caratterizzate dalle volte in pietra che decorano il coperchio delle prestigiose casse in legno aziendali, sono ciò che resta della piccola abbazia di Aumonerie, ai piedi della Combe de Lavaux.



il succo


Il 2005 (très) Vielles Vignes di Dugat-Py si è aperto con un dirompente profumo di cioccolato ai lamponi. La freschezza della frutta che emerge dalle cupe tonalità fa quasi sorridere, stuzzicando la salivazione già al naso. Poi è liquirizia pura, in radice, che con un cenno mentolato rivela tratti tostato-balsamici di prim’ordine.

Al palato è didascalico, altamente rappresentativo di Borgogna, con la sua eleganza seppur decisamente generosa e una miscela gustativa in cui ogni componente di rilievo si presenta e si dichiara con chiaro significato e percettibilità.

Alla base un tannino maturo, compatto, prestante e denso di identità. Stupisce particolarmente il connubio tra densità di sapore e freschezza, bilanciatissimo e ancora in ascesa.



Un vino che al momento può esaltare un piccione arrosto guarnito da prugne, tamarindo e olive. La sua profonda concentrazione e la grande stratificazione trova l’equilibrio nella concordanza di materia più che nella contrapposizione gustativa.  Piatto e vino si rincorreranno in un girotondo infinito.



prendete appunto:


aziendaDugat-PY
denominazioneMazis-Chambertin GC AOC
nome vinoMazis-Chambertin Vielles Vignes
uvePinot noir
vendemmia2015
degustato nel2020
valore in commercio*
reperibilità*
rapporto qualità / prezzonon definibile
in abbinamento a:piccione arrosto con prugne, tamarindo e olive

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Davide D’Alterio è classe 1988 e fin da adolescente insegue il sogno dell’alta ristorazione. A 22 anni diventa sommelier e intraprende un percorso di studi che lo portano nel 2017 a diventare Miglior sommelier di Toscana, nel 2019 Ambasciatore italiano del Lambrusco e nel 2020 Ambasciatore italiano del Sangiovese. Impegno, sorriso e professionalità sono le prerogative che lo accompagnano nelle sue esperienze all’interno del mondo della ristorazione di alto livello. Oggi è sommelier in un noto ristorante gourmet 3 stelle Michelin con una tra le più maestose cantine del mondo e dove, ogni giorno, riscopre la bellezza di condividere i suoi sogni e trasmettere la sua passione per il vino.