le nuove gocce dalla costa toscana


Anche la Costa toscana ha presentato in anteprima le sue gocce di vino più buono. La nostra Super-11 da ogni provincia e il progetto elbano Nesos di Arrighi


La manifestazione Anteprima Vini della Costa Toscana festeggia i suoi 21 anni con grande e rinnovata euforia.


[si legge (più o meno) in: 4 minuti]


Possiamo sembrare ripetitivi e monotoni: “rinnovata”, “ripartenza”, “finalmente”, “rilancio” ma… capite bene che non sono stati 2 anni così semplici, no!?


foto: MM ©

Dopo l’edizione saltata nel 2020 e quella contingentata del 2021, tanta era l’attesa dei produttori, degli appassionati e degli esperti del settore di tornare a incontrarsi dal vivo per confrontarsi sulle novità nei calici.


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La location è come sempre quella d’eccezione: i chiostri del Real Collegio di Lucca. Banchi da degustazione che si estendono su tutto il perimetro del chiostro principale, ma con una comprensibile contrazione del numero degli espositori che speriamo possa tornare al suo standard già dalla prossima edizione.


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Mancano inoltre le sale da degustazione col servizio al tavolo per i giornalisti e questo, oggettivamente, ci avrebbe reso il lavoro più semplice con la possibilità di approfondire le valutazioni sui vini in tranquillità.


Anche in questo caso l’auspicio è quello di ritrovarle l’anno prossimo… ma facciamoci subito strada tra i produttori, lasciando parlare i loro vini, iniziando il nostro viaggio virtuale tra le province della Costa Toscana con una consecutio temporis che vi inviti a viverlo.




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La nostra prima tappa è a Vorno, nel quadrante meridionale della provincia di Lucca dove incontriamo la Tenuta dello Scompiglio, un’azienda dinamica con 5 ettari di vigneto in conduzione biologica, circondate dal bosco.


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Il Lavandaia Madre 2018 è prodotto con uve sangiovese, canaiolo e colorino, provenienti dalla vigna antica da cui derivano quasi tutti i cloni aziendali, risulta caldo al sorso e dai tannini eleganti.

Lavandaia Alta 2018 invece è un 100% syrah con passaggio in barrique nuove, molto intrigante, fruttato e sapido alla beva.


Con Tenuta Mariani e i loro “vin de sable” ci spostiamo nelle vigne situate nel Parco di Migliarino e San Rossore a 600 metri dal mare.


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Molto interessante il Segreto Rosè Fut De Chene Brut 2018, un metodo classico 100% sangiovese maturato per 6 mesi in barrique con 30 mesi sui lieviti, degustazione decisamente accattivante, dominata la freschezza.

Il Segreto del Castello invece è composto di uve pinot nero provenienti dai vigneti di Massaciuccoli e San Macario a 250 metri di altitudine, al naso evoca frutta rossa matura arricchita da cenni balsamici e di sottobosco, ottimo equilibrio in bocca, dal finale nettamente sapido.


Ci rechiamo ora sulle colline terrazzate di Massa, dove la famiglia Bertazzoli produce con passione i suoi vini dal 2003.


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Affascinante il Mono’ 2020, un vermentino maturato per 6 mesi in barrique: paglierino alla vista, lineare al naso, dai tratti tropicali, con resa franca e sapida.

Massarolo 2018 è invece un blend di sangiovese, merlot, vermentino nero e  massaretta, anche in questo caso c’è un passaggio di 6 mesi in barrique. Il colore è giovanile. Intenso su frutta rossa matura, foglia di ribes nero e legni orientali. Ottima la freschezza e dal tannino in divenire. 


Con Terenzuola, l’azienda di Ivan Giuliani di sede a Fosdinovo, guadagniamo quota.

Qui possiamo parlare di viticoltura eroica, l’uva proviene in parte da vigneti prefilloserici risalenti al 1887, terrazzati sotto le cave di Carrara.


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All’assaggio si avverte un’ottima qualità generale. Ci colpiscono in particolare il Colli di Luni Vermentino Fosso di Corsano 2021, di una nobiltà tutta varietale, e il Vermentino Nero Forma Alta 2017, una vera e propria opera d’arte, accattivante e infinito.




Nel quadrante nord-orientale della provincia di Pisa ci imbattiamo invece in Inserrata, azienda biologica fondata nel 1997. Colpiscono le etichette disegnate dall’artista londinese Alexandria Coe.


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Intrigo 2020, 100% chardonnay solo acciaio, è fresco, lineare e tipico. Saporito al sorso con ritorni di frutta tropicale e zenzero.

Insolito 2020, trebbiano in purezza con passaggio in anfora e macerazione parziale con raspi, si esprime con una personalità saporita di frutta candita e cenni iodati.


A Riparbella l’azienda Caiarossa conduce da oltre 20 anni le sue vigne in regime biologico e biodinamico.


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Interessante il Caiarossa Bianco 2019, un taglio di chardonnay e viognier, vibrante e minerale alla beva.

Il Caiarossa 2018 è invece un taglio bordolese, a completare percentuali di sangiovese e syrah: rubino intenso, naso intrigante e complesso, tannino nobile ancora in divenire, estremamente lungo nei riverberi balsamici.  


Immancabile un salto all’Elba dove incrociamo l’energico vigneron Antonio Arrighi, che ci presenta i suoi bianchi Hermia e Valerius 2021, prodotti in anfora, succosi e sapidi.


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Il Treesse 2019 oltre all’anfora fa anche un passaggio in legno: ricorda la frutta scura in confettura e la menta, offrendo ottime prospettive di invecchiamento.

Un nettare l’Aleatico Rosso Silosò 2021, balsamico e concentrato su sciroppo di ribes nero, dolce e avvolgente al sorso. 


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Tra l’altro l’unica masterclass prevista sabato 30 aprile ha come argomento il suo progetto Nesos, gli intervenuti hanno il piacere di assaggiare l’annata 2020, un autentico viaggio spazio-temporale, in tutte le fasi della degustazione è onnipresente il richiamo al mare


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Tornando sulla terraferma a Bolgheri troviamo Imperiale, azienda costituita nel 2015 per volere di Matteo Frollani, vignaiolo giovane e intraprendente.


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Convince Imperfetto 2019, 18 mesi di barrique e 8 di bottiglia, ottima espressione di cabernet sauvignon in purezza, fa parlare il frutto in verticalità.


Addentrandoci nella provincia di Grosseto, ci imbattiamo in Collemassari, che si trova a Cicignano, 320 metri sul livello del mare alle pendici dell’Amiata.


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Il Montecucco Rosso Collemassari 2017, taglio di sangiovese, ciliegiolo e cabernet, è potente e concentrato mentre il Montecucco Sangiovese Riserva Poggio Lombrone 2016 è la perfetta interpretazione territoriale di questo vitigno, elegante ed estremamente persistente.


Più a sud nella Valle dell’Albegna, incontriamo Capua Winery.

Assaggiamo il Morellino di Scansano L’anime a rallegrar 2020 e, mentre ci tornano alla mente i versi di “San Martino” del Carducci, apprezziamo le note tipiche e piacevoli di questo vino, fresco e dai ritorni fruttati e balsamici.


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Degustiamo anche Mio Sogno 2013, in attesa dell’uscita della 2016, questa etichetta ha bisogno infatti di un adeguato periodo di sosta in bottiglia per esprimersi al meglio.

L’alicante bouschet è utilizzato altrove soprattutto come uva tintoria, mentre qui si è deciso di vinificarlo in purezza con degli ottimi risultati. Il colore concentrato preannuncia un naso lussureggiante di frutta rossa matura, spezie e tocchi di minerali ferrosi. Pieno il sorso e maestoso l’allungo. 


Sempre nella provincia di Grosseto voglio segnalare l’azienda Moris Farms, assegnandole il mio premio personale della critica per la qualità generale dei prodotti degustati.


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Dal Maremma Toscana Vermentino 2021: elegante, fresco e agrumato, al Maremma Toscana Rosamundi 2021: così semplice e beverino ma sapido e mai banale.

E poi ancora il Morellino di Scansano Riserva 2018: espressione autentica del terroir e per finire l’Avvoltore 2017, divenuto ormai uno dei simboli della Toscana vinicola e che nonostante il millesimo difficoltoso riesce a esprimere signorilità e presagire longevità.


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L’Anteprima della Costa è sempre un rappresentativo spaccato di regione che merita massima attenzione nelle sue peculiarità e, dall’anno prossimo, il pieno e definitivo ritorno all’affluenza di sempre.

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Marco Mancini – Spirito Italiano writing staff
“Wine offers a greater range for enjoyment and appreciation than, possibly, any other purely sensory thing” (E. Hemingway)



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Poliglotta prima per nascita e poi per scelta, Marco Mancini respira sin dalla tenera età una cultura pan-europea che lo porta all’apprendimento delle lingue e delle civiltà straniere con importanti esperienze di studio in UK, Germania e Giappone. Folgorato da una degustazione di Barolo durante il periodo di servizio civile presso Slow Food, si avventura negli studi enogastronomici fino a diventare formatore per i corsi AIS del vino e dell’olio, collaboratore per autorevoli guide e testate giornalistiche sempre prediligendo la forma scritta e la fotografia per il racconto delle sue esperienze. La sua professione è oggi incentrata su un nuovissimo progetto di consulenza tailor-made per aziende vitivinicole.