
aziende vinicole più attive su web
Analizzata la presenza online delle “top 25” aziende vinicole italiane.
Cresce fortemente Instagram, stabile l’e-commerce proprietario
Quanto stanno realmente puntando sulla comunicazione web le più importanti aziende vinicole? Quanto ha inciso la situazione creatasi a causa della pandemia sulla strategia divulgativa della produzione e per la vendita?
durata indicativa di lettura: 5 minuti
Sono arrivati da poco i risultati della settima edizione della ricerca di Omnicom PR Group Italia, società di consulenza strategica in comunicazione attiva con oltre 80 uffici in 30 Paesi, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’indagine Mediobanca MBRES 2020 (guarda subito i risultati in dettaglio).

Nella ricerca si è valutato la complessiva evoluzione digitale del comparto studiandolo nel periodo di riferimento 29/06/2020 – 17/07/2020 e confrontandolo con lo stato di 1 anno fa.
Sono stati 14 i criteri (su 5 temi cardine) su cui si è basata la ricerca e su cui sono stati prodotti i risultati:
- Presenza on-line
- E-commerce proprietario
- Followers
- Frequenza di aggiornamento
- Chat
- Lingua sito
- Lingua social
- Look&Feel
- Territorio
- Vitigni autoctoni
- Food Pairing
- Sostenibilità
- CSR
- Covid-19
Risultati in sintesi
Volendo analizzare globalmente in estrema sintesi, Instagram ha registrato un aggregato di follower incrementato del 51% rispetto al 2019 e favorito – si spiega in una nota – anche dal ruolo degli influencer nel racconto delle esperienze. Facebook cresce del 1,2% e 11 aziende hanno un proprio canale YouTube.
Sono sempre e soltanto 6 su 25 le aziende dotate di un e-commerce proprietario e sono inglese, tedesco e cinese le lingue più presenti sui siti oltre naturalmente all’italiano. Tutti pubblicano contenuti su vitigni autoctoni e sostenibilità.
La classifica finale vede ai primi 5 posti Compagnia de’ Frescobaldi, Villa Sandi, Mezzacorona, Marchesi Antinori e Santa Margherita.

Nel dettaglio
Sono stati definiti temi cardine della ricerca:
- I canali social
- E-commerce
- Contenuti: responsabilità sociale, pandemia, vitigni autoctoni
- Lingue e chat
- Opportunità: Podcast e user experience
I canali social
Instagram continua a crescere rispetto agli altri social, registrando un incremento in aggregato di follower del 51% rispetto al 2019. Oggi sono 16 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale (nel 2014 erano soltanto 6).
Facebook registra una crescita del 1,2%. Il canale YouTube è attivo per 11 aziende mentre Twitter è utilizzato solo da 9. Wikipedia è presidiata solo da 3 cantine.
E-commerce
2020 all’insegna della stabilità. Rimasto infatti invariato il numero di 6 aziende su 25 che offrono un e-commerce proprietario (nel 2018 erano 3).
Parte delle cantine (8 sulle 19 non dotate di e-commerce proprietario) preferisce indicare sui propri siti enoteche (alcune con shop online) dove poter acquistare e degustare i prodotti. Pur rimanendo la volontà da parte dei brand di accompagnare il consumatore lungo tutto il percorso d’acquisto, quando questo non è possibile, vengono suggerite terze parti “qualificate”.
Contenuti: responsabilità sociale, pandemia, vitigni autoctoni
Il 100% delle aziende tratta il tema sostenibilità menzionando certificazioni, efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse naturali e agricoltura priva di pesticidi. Alcune aziende hanno una sezione dedicata sul sito, con maggiori informazioni, infografiche, dati e approfondimenti.
Tutte le aziende menzionano, a vario titolo, i vitigni autoctoni. Alcune cantine dedicano spazio alla descrizione dei vitigni e alla scelta di utilizzo, altre dedicano particolare attenzione al tema con un’intera sezione del loro sito (e un racconto del programma di utilizzo e recupero dei vitigni autoctoni).
Il 52% delle cantine fa riferimento a percorsi di degustazione. Le più virtuose sfruttano anche la vocazione turistica del territorio, spesso con menzione di luoghi da visitare e attività – anche sportive – da praticare. Interessante il trend del “food pairing” (abbinamenti vino-cibo) che vede 11 aziende su 25 protagoniste.
Poco più della metà delle aziende ha comunicato le iniziative promosse in risposta all’emergenza Covid-19. A vario titolo si è trattato di: degustazioni online con sommelier e mixologist, aperitivi in streaming con influencer, storie legate alla quarantena.
Importante il focus sulla solidarietà verso dipendenti e comunità locali anche attraverso raccolte fondi e donazioni.
Le iniziative sono state per lo più raccontate sui social, veri protagonisti della comunicazione al pubblico, rispetto ai siti, molto più “statici”.
In crescita anche i contenuti legati alla Responsabilità Sociale d’Impresa con (10 aziende su 25). Si parla principalmente di iniziative legate all’arte e alla cultura.
Lingue e chat
Oltre all’italiano, sono inglese, tedesco e cinese le lingue più presenti sui siti delle aziende analizzate.
Nel 2020, abbiamo l’inglese (25 cantine su 25, erano 21 nel 2019) seguito dal tedesco (9 su 25, erano 7 nel 2019), cinese (4 su 25, erano 2 nel 2019). Sui canali social, 14 aziende su 25 propongono contenuti in lingua straniera (10 nel 2019).
Opportunità: Podcast e user experience
La pandemia ha anche rallentato la produzione multimediale dei contenuti. Formati come i podcast non sono stati ancora esplorati dalle aziende analizzate nonostante la potenzialità collegate alla narrazione del territorio e dei prodotti.
Aree di miglioramento arrivano anche dalla user experience di alcuni siti, concepiti fino ad oggi per essere solo una vetrina di prodotti (solo 8 su 25 hanno un punteggio superiore al 7 in una scala da 1 a 10).

Conclusioni
Il General manager e A.D. di Omnicom PR Group Italia Massimo Moriconi afferma sulla ricerca che: “La digitalizzazione del comparto vinicolo procede con intensità anche come risposta alla pandemia che ha messo a durissima prova ristorazione, export, turismo e fisicità dei luoghi di consumo e vendita.
Oltre al consolidamento dei canali social, accompagnato spesso dalla scelta di esternalizzare l’e-commerce, abbiamo assistito alla creazione di nuovi formati online di degustazione. Questo è potenzialmente un elemento di grande interesse per il futuro alla luce dello sviluppo tecnologico atteso relativo all’internet dei sensi.”
Conclude poi Morriconi: “Mentre continuiamo a dare valore alla fisicità dell’esperienza di consumo, esistono diversi progetti volti a tradurre i sensi in digitale e viceversa.
L’attesa per avanzamenti significativi in quest’ambito è il 2030 ma la pandemia potrebbe decisamente accelerare il trend. Alcune di queste tecnologie potrebbero caratterizzare il dialogo brand-consumatore prima di quanto ipotizzabile fino a poco tempo fa, sia nella fase di ricerca delle informazioni sul prodotto sia in quella di fidelizzazione.
Gli effetti del covid-19 stanno dando opportunità per immaginare sempre più concretamente e velocemente il futuro”

fonti: Omnicom PR Group Italia, comunicati-stampa.net
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