
la nobile arte del picnic
Arriva Ferragosto e il picnic non passa mai di moda. La nobile arte dell’allestimento oggi è diventata un modo gioioso per stare insieme ma…
FATELO CON STILE
Ci stiamo godendo l’estate, una bella stagione che pare davvero riportarci alla spensieratezza smarrita in questi ultimi anni.
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Con il ritorno del sole, delle gite fuori porta, delle vacanze al mare o in montagna con il Ferragosto vicino, ci pare perfetto il nuovo articolo di Antonella D’Isanto, la nostra signora delle buone maniere, dell’eleganza a tavola che sia al chiuso o all’aria aperta.
E’ tempo di picnic ma… fatelo con stile!
[ndr]
La nobile arte del picnic
«Quelli che si ingozzano o che si ubriacano non sanno bere né mangiare»
Anthelme Brillat-Savarin
La bella stagione può farci indulgere nella voglia di pranzi all’aria aperta, a contatto con la natura, senza assembramenti per chi vuole mantenere delle cautele.

Sceglietevi quindi un luogo fresco e ombroso: mare, montagna campagna, laghi, fiumi… basta passare del tempo all’aria aperta che regala un senso di libertà e benessere e, badate bene, qui non si sta parlando di un panino sulla panchina dei giardini pubblici, bevendo una birra, questo fa parte dell’iconografia di molti film americani.
Le déjeuner sur l’herbe
Stiamo parlando della nobile arte del picnic, un rito antico, la cui usanza discende dalla tradizione del “déjeuner sur l’herbe”, il pranzo offerto dai nobili ai loro ospiti per ristorarli durante le batture di caccia.

In questo contesto “la tavola” era allestita con porcellane, cristalli e argenti e uno stuolo di servitori badava che tutto fosse pronto e perfetto.
Si aprivano bauli e cestini, si apparecchiava sull’erba con bianche tovaglie ed eleganti servizi di piatti e bicchieri.

Troviamo l’apogeo del buon vivere nell’opera del tuttologo gastronomo Anthelme Brillat-Savarin “Physiologie du goût/ Meditazioni di gastronomia trascendente”. In quest’opera l’autore annota le “fermate di caccia” fra le circostanze della vita ove il mangiare conta qualche cosa, e il tempo è quello che può durar più a lungo senz’annoiare.
L’autore continua ricordando amenamente che:
“Si sta a sedere sull’erba, si mangia, i tappi saltano:
si chiacchiera, si ride, si scherza in piena libertà,
perché per salotto abbiamo l’universo
e il sole per lampadario“.
I tempi sono cambiati, non ci sono più stuoli di servi e camerieri pronti a perpretare il rito del servizievole allestimento, e il déjeuner sur l’herbe è stato sostituito da un rito trasversale, leggero, allegro: il picnic da vivere in allegria, leggerezza e civiltà.
Semplici ed elegantemente moderni
Accantonate quindi ansie da provetti anfitrioni se non possedete il cestino di vimini intrecciati foderato di stoffa a quadretti, che contiene piatti in melamina e posate con il manico di bambù, non disperate.

L’eleganza sta nella semplicità e nel rispetto dell’ambiente; quindi largo ad una tovaglia in cotone sull’erba anche se niente vieta il classico plaid a quadri, corredato da cuscini nel caso non vogliate rinunciare a qualche comodità.
L’importante che la tovaglia sia in tessuto naturale e abbastanza grande per accogliere intorno tutti gli invitati e contenere il cibo e le stoviglie. Cosa importantissima, un trucchetto: per evitare l’assalto delle formiche tracciate una scia di sale intorno alla tovaglia, eviterete “ospiti a tavola”.

Le stoviglie? Sia bandito come la peste chi si appresta a fare un picnic usando stoviglie e bicchieri di plastica. Sono esclusi materiali monouso che inquinano e che sono difficilmente smaltibili.
Pertanto optate per piatti e bicchieri infrangibili, riutilizzabili e il più possibile ecologici: lo stile “zero waste” deve essere la nuova filosofia di vita, che ci accompagna in ogni contesto, tanto più per un picnic.

E su questo argomento osa: chiedi ai tuoi ospiti di portarsi ognuno la borraccia dell’acqua, utensile ancora poco diffuso, ma utilissimo per evitare la produzione di plastica e rifiuti.
Le raccomandazioni di stile attengono anche al cibo che preparerete; da evitare ovviamente intingoli, cibi con sughi, salse, piccanti e speziati.

Preferire la semplicità, cibi naturali, territoriali; le soluzioni sono tante, senza dimenticare le frittate, che oltre che avere il pregio di poterle preparate prima, sono facile da portare, sporzionare e hanno il pregio che, per loro, non si deve usare il coltello, il galateo lo esclude categoricamente!
Sempre in tema di rispetto ambientale che fa prte delle buone maniere, è indispensabile munirisi di borse dove riporre i rifiuti.

Il picnic è un momento di gioia a contatto con la natura, nel rispetto dell’ambiente e degli animali che vivono nel territorio circostante.
L’area occupata deve essere lasciata pulita, senza rifiuti o avanzi di cibo. E’ un senso di civiltà perduta, che va riconquistato, diffuso, per il rispetto del nostro pianeta, ormai sofferente dall’incuria e al disastro ecologico che gi abbiamo procurato.

Buone vacanze!
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