
la 2023 è complicata, è ufficiale
Arriva anche la voce di Assoenologi, UIV e ISMEA: la 2023 è un’annata davvero complicata. Non solo peronospora
La forte preoccupazione per l’annata 2023 diventa ufficiale.
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Da mesi sono segnalate gravi problematiche legate a oidio e peronospora in molte aree nazionali e da settimane si rincorrono le interviste a produttori che paventano una vendemmia 2023 davvero difficile. Noi come sempre attendiamo la fonte ufficiale prima di creare polverone, anche se in alcuni articoli del mese scorso avevamo già fatto riferimento alle difficoltà che si stanno vivendo in molti vigneti italiani.
Se a questo aggiungiamo che alcuni vignaioli temono che la malattia possa condizionare le piante anche per la prossima stagione, che il mercato ha un po’ rallentato e che in alcune regioni sufficientemente esenti da patogeni si sono abbattuti fenomeni naturali che hanno danneggiato il potenziale raccolto… la situazione è critica.

Arrivano così i primi comunicati ufficiali con le dichiarazioni congiunte di Assoenologi, ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), e UIV (Unione Italiana Vini) che si concentrano innanzitutto sul flagello peronospora sviluppatasi dopo le abbondanti piogge di primavera e di inizio estate.
Dopo la ricognizione nazionale, l’area adriatica pare quella messa peggio a partire da Abruzzo e Molise (perdite fino al 40%), ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia subiranno cali di raccolto previsti nell’ordine del 25-30%.
Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e in parte della Toscana mentre altre regioni non sembrano averne sofferto particolarmente.
Il timore è indirizzato soprattutto verso il vigneto biologico (quasi il 20% dei filari italiani), per ovvi motivi in grande sofferenza e che risulta in diverse aree in gran parte compromesso – c’è però nel “bio” chi giura di non aver avuto problemi a differenza dei vicini convenzionali, questo lo aggiungiamo noi dopo un confronto recente con alcuni produttori [ndr] -.
Sotto le dichiarazioni dei tre organi, le somme saranno aggiustate molto meglio il 12 settembre, data di presentazione delle attese previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, ISMEA, e UIV.

Per il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella: «Le abbondanti e continue piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio estate, sono state causa di malattie patogene in vigna, a iniziare dalla peronospora, e in alcune zone dell’Italia, in particolare del centro-sud, anche se pur circoscritto ad alcune zone si annuncia un calo della produzione con punte del 40 – 50%, in alcuni casi addirittura del 60%.
La pioggia pomeridiana, l’umidità della notte e il sole della mattina sono state purtroppo le condizioni climatiche perfette per far sviluppare la peronospora che ha attaccato tutti i vigneti e in particolare le varietà più sensibili.
Ma i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto. Adesso dobbiamo ancor più ricorrere alla viticoltura di precisione per salvare i grappoli sani, perché non ci resta che adattarci a questo clima pazzo che cambia di anno in anno, ricercando nuovi sistemi scientifici che ci permettano di governare i cambiamenti climatici. Resto convinto, comunque, che anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità».

Per Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale ISMEA: «Il settore sta vivendo una stagione certamente complessa dovuta alla poca vivacità della domanda sia interna che estera in un contesto di giacenze elevate e prezzi che non soddisfano appieno le aspettative dei viticoltori. Pur nella consapevolezza delle difficoltà in atto, alla vigilia di una vendemmia che non si preannuncia facile, il nostro invito è alla cautela.
ISMEA si riserverà di monitorare con attenzione le condizioni dei vigneti nelle prossime settimane e fornire un quadro più accurato nella prima metà di settembre quando la situazione sarà più delineata».

Il presidente UIV Lamberto Frescobaldi ha precisato – e chiuso “pesante” [ndr] -: «La peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema.
Se quest’anno – e sottolineo se – dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone.
Il problema della sovrapproduzione è invece un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione: a nostro avviso le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto.
La convinzione di UIV è che, per controbilanciare un trend, che a fine luglio ci porterà probabilmente ad avere il maggior carico di stock in cantina degli ultimi 10 anni, serva una maggior razionalizzazione dell’offerta, basata su tassi consoni di vino rivendicato/imbottigliato, regole più stringenti su riclassificazioni e declassamenti, specializzazione dei distretti per vocazionalità.
Oggi – ha concluso Frescobaldi – non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome – quelli generici – e di avere un terzo delle DOP-IGP che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale. Una complessità del sistema che necessita di scelte radicali anche in chiave promozione, con il potenziamento delle azioni atte a valutare la reale efficacia delle attività svolte all’estero».

Vi terremo informati ancora, ma avete già capito che le problematiche del mondo enoico non si limitano a un’annata complicata.
fonte: Assoenologi
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