
il whisky guarda lontano
Mercato che nonostante tutto sorride al whisky. Lo dice una ricerca AMR che stima una crescita anche per i prossimi 10 anni soprattutto in Asia
Resiste alle tendenze, alla grande diffusione di distillati concorrenti, all’invasione dei rum e dei gin e tutto sommato ha imparato a non soffrire la miscelazione… il whisky rimane uno degli spirits più di successo anche nel terzo millenno.
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Anche il suo prossimo futuro sembra sorridergli se è vero quando indicato nel report Malt Whiskey Market di Allied Market Research, giovane e rampante società di ricerche di mercato.
AMR lavora su tanti settori dell’industria mondiale e periodicamente stila report sull’andamento del consumo e dei mercati.
Per noi è interessante leggere quanto previsto per il malt Whisk(e)y che, secondo AMR, nei prossimi 10 anni potrebbe avere un CAGR (Compounded Average Growth Rate) del 4,7%.

La pandemia globale ha colpito duramente il mondo dei superalcolici ma pare che quanto costruito negli ultimi anni non sia stato disperso e possa alla lunga beneficiare anche dello sviluppo dei canali web di off-trade.
Nello studio si sono analizzati i consumi a livello internazionale prendendo in considerazione marchi leader come Asahi, Diageo, Pernod Ricard, Rémy Cointreau, Suntory, The Brown–Forman, The Edrington Group, William Grant & Sons, Bacardi, Alliance Global.
Un mercato che nel 2021 è valso 4,3 miliardi di dollari potrà valerne 6,7 nel 2031. Lo scotch è il whisky più venduto al mondo seguito dagli whiskey americano e irlandese.

Un successo, almeno per AMR, da ascrivere principalmente all’aumento della spesa dei consumatori, alle innovazioni dei prodotti, alla rapida urbanizzazione e alla crescita della domanda da parte dei giovani consumatori.
Nel mondo, al netto del periodo covid, è aumentato in modo esponenziale il numero di bar, pub, ristoranti e birrerie che servono bevande alcoliche e quella dei millennials è una generazione che si è mostrata particolarmente incline a sperimentare sviluppando una vera e propria cultura del cocktail.

Una tendenza che ha ulteriormente incentivato sia l’uso del whisky di malto come ingrediente che il consumo in quelle terre dove il whisky è una bevanda tipica locale.

Allo stesso modo, l’aumento del turismo degli spirits, soprattutto nei paesi occidentali, incoraggia i turisti d’oltremare ad indulgere e sviluppare il gusto per le bevande locali, tra cui il whisky.
Comunque sia, fra pandemia e dazi, è un successo che da una parte personalmente non ci aspettavamo in questi termini e dall’altra non sorprende che il canale off-trade valga circa il doppio di quello HoReCa.

L’Europa (tutta, compresi i Paesi extra-UE come il regno Unito) è l’area continentale dove più si beve whisky di malto ma nel futuro si aspetta un significativo incremento del mercato nelle zone asiatiche versante Pacifico (Cina, Giappone, India, Australia) dove la domanda è in forte crescita grazie anche all’aumento dei giovani consumatori.
fonte: Allied Market Research
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