god save our wines from them


Nuovo regolamento in vista per l’import, le accise e il no-alcohol in UK. Autarchia post-Brexit: solo la qualità può salvarci.


Un intreccio fra salute, accise e business aziendale sta per scuotere il comparto wine del Regno Unito.


[si legge (più o meno) in: 2 minuti]


I veri effetti della Brexit si potranno forse capire nel 2030 ma, fra vantaggi e perdite di questi primi 3 anni, l’uscita dall’Unione dà l’opportunità ai sudditi di Carlo III di rivedere buona parte delle leggi normate su direttive dell’Europa – verrebbe da dire: “non vedeva l’ora di fare a modo suo un popolo come quello inglese che ha sempre sofferto il doversi uniformare a regole non dettate da lui stesso”.


Dalle – davvero! – migliaia di norme esistenti lasciate in temporanea eredità dall’Unione e che scadranno a fine anno, il Governo britannico passerà a circa 600 da emanare e attuare nel 2024. Fra queste ce ne saranno (ormai è certissimo) alcune che apporteranno sostanziali innovazioni sulla produzione e il mercato del vino.

Obiettivo principale? Eccolo: Incoraggiare più persone a scegliere bevande a basso o zero contenuto alcolico per aiutare coloro che cercano di vivere una vita più sana, preservando e sostenendo le attività delle imprese.


original pic: Boa Photostudio

Se poi gli inglesi chiameranno vino anche le bevande parzialmente o totalmente dealcolate questo ancora non è chiaro (seppur si vociferi al “sì” senza completa certezza), sicuramente (e paradossalmente) gli inglesi fuori dall’Europa adotteranno ciò che indica l’Unione (e che loro avevano, fino a ieri, ristretto ancor più): saranno infatti considerati no-alcohol wine, quelle bevande provenienti dal vino che in bottiglia presentino max lo 0,5% di titolo alcolometrico (non più lo 0,05% come adesso).


Sarà una mossa che agevolerà verosimilmente le aziende della madrepatria oltre a far parte di un importantissimo processo di revisione del mercato vino – badate bene: non bevande alcoliche in generale, ma vino -. Un sistema che potrebbe toccare anche le duties, ovvero le accise che sembrano andare verso una diversificazione più stratificata in base alla presenza di alcol – sempre per il vino, si intende – e magari favorire anche il consumo di prodotti a ridotta presenza di “grado” (tipo gli sparkling inglesi) a discapito di vini più “energici” dell’estero.

Queste le attuali accise sulle bevande alcoliche applicate in UK da – attenzione… – agosto 2023, già modificate e che potrebbero nuovamente subire un aggiornamento sulla base di quanto sopra.



Per il (corposo) resto in materia, il DEFRA (Department for Environment, Food and Rural Affairs – meglio il loro DEFRA o il nostro MASAF? – ha ormai in dirittura di arrivo l’approvazione in buonissima parte di questo programma di modifiche, dettagliato nel testo (in inglese) che vi mettiamo a disposizione a fondo pagina, in materia di:

  • etichettatura in importazione
  • utilizzo di varietà uve ibride
  • Piquette (bevanda fermentata, ad alcool inferiore)
  • uvaggi dei vini
  • uso capsule e tappi a fungo
  • accordi sulla certificazione dei vini
  • forme delle bottiglie
  • metodi di analisi e controlli sull’arricchimento
  • icewine
  • i trattamenti enologici approvati in vinificazione e i metodi di loro riconoscimento e controllo
  • trasformazione dei prodotti del settore vitivinicolo in Gran Bretagna

Questo è il testo completo della proposta… God save our wine from them.




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fonte: UK Government
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