tuscanygin, geniusgin or follygin?


Dal piatto al bicchiere, arrivano i gin che omaggiano le tipicità gastronomiche toscane. Genio o follia?


Calmi, calmi! Non iniziamo subito a scannarci fra modernisti entusiasti e classicisti dal monocolo sobbalzante.


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La notizia è questa (e per i lettori toscani sarà più semplice): arrivano i gin che fra le botanicals hanno gli ingredienti della pappa al pomodoro, della ribollita e della panzanella.


foto: Lubos Houska

Sappiamo che fra di voi ci sono dei “puri integralisti” del calice pronti sempre a far fuoco, però, però… riflettiamoci un attimo. Sappiate innanzitutto che presto li assaggeremo – a quel punto capiremo bene – e in più – scagli la prima pietra chi non la vede così -: è o non è il gin quel distillato che lascia spazio alla fantasia, all’inventiva e alla valorizzazione delle materie prime territoriali?


Ora, qui si parla direttamente di preparazione culinaria ma la proposta “Dal piatto al bicchiere” ha tutta l’aria di non essere una provocazione commerciale di inizio estate seppur strizzi l’occhio a un target di facile presa.


foto: Ben Kerckx

L’idea è di tre giovani cugini aretini con la passione per il mondo della distillazione: Stefano Del Pianta, Leonardo Del Mecio e Tommaso Picchioni. Il loro progetto Dal piatto al bicchiere è nato con l’obiettivo di far assaporare profumi e sapori che raccontano la Toscana in un modo decisamente fuori dagli schemi, partendo proprio dagli ingredienti del territorio.

Un’idea che invita a scoprire una nuova modalità di concepire gli spirits, dove tradizione, contemporaneità e sostenibilità si fondono per creare quattro declinazioni di gin a partire da botanicals classiche (come ginepro, coriandolo e angelica), arricchite da ingredienti solitamente utilizzati in cucina come le verdure (rigorosamente fresche.).


C’è il “Panmòllo 1912”, un cold compound ispirato alla pappa al pomodoro e realizzato a partire da una singola macerazione a freddo di tutti gli ingredienti (inclusi pane artigianale toscano gluten-free, pomodoro, carote, sedano, aglio, basilico, foglie d’ulivo e pepe nero) a eccezione dell’acqua di mare che dona la giusta sapidità presente nella ricetta originale del piatto.

Oppure il “Ribolgin” che richiama la ribollita, la tradizionale zuppa invernale a base di bietole, sedano, fagioli cannellini, foglie d’ulivo, cipolla, aglio, salvia, rosmarino, pepe nero e timo. Anche qui, la sapidità è data da una parte di acqua marina.

Discorso simile per il “Panzagin” ispirato a un piatto fresco e vegetariano come la panzanella, in cui sono presenti gli ingredienti caratteristici, dal pane al pomodoro, dal basilico al cetriolo fino alla cipolla.

Infine il “Ginsanto e cantucci”, un Old Tom che rimanda al dolce tipico di cantucci e vinsanto: qui le note dolci del miele artigianale contrastano con la sapidità dell’acqua di mare, mentre il bouquet è formato da cantucci artigianali gluten free, mandorle, vaniglia, uva sultanina, scorza d’arancia, albicocca secca, fiori di zagara e vinsanto.



Per Del Pianta, Del Mecio e Picchioni: «Siamo da sempre appassionati di spirits e veniamo da famiglie in cui la cucina e la cura della terra hanno sempre avuto un ruolo importante. Abbiamo immaginato come i piatti della tradizione toscana, protagonisti di tanti pranzi domenicali in famiglia potessero trasformarsi in forma liquida, raccontando i ricordi di nonno Nelusco, che ha fatto del miele e dell’olio Evo una passione, di nonna Alfa e Lisa che ci hanno insegnato che la cucina è prima di tutto un atto di amore».


Il lancio ufficiale dei 4 gin si terrà venerdì 14 luglio al Winter garden dell’hotel Helvetia & Bristol a Firenze in via dei Pescioni. Dalle 18 alle 20.30 sarà possibile assaggiare in anteprima le quattro novità nel corso di un esclusivo aperitivo con drink list che prevederà anche il servizio dei 2 nuovi premiscelati a base vermouth e bitter presenti in gamma .



Noi ci saremo, con grande curiosità e senza preconcetti, non solo per assaggiarli lisci o in miscelazione ma soprattutto per capire quanto queste tipologie di distillati possano valorizzare abbinamenti inconsueti fra piatti tipici e spirits d’ispirazione culinaria e territoriale.




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