chiamami soltanto oltrepò docg


Cambia il disciplinare: solo raccolta manuale, arriva la tipologia Riserva e si chiamerà soltanto Oltrepò Metodo Classico DOCG


Un vitigno straordinario, un grappolo compatto e idoneo a diventare sia spumante di eccellenza che vino rosso esclusivo. Sappiamo di attrarre un pubblico numeroso ogni volta che parliamo di Pinot nero.


[si legge (più o meno) in: 5 minuti]


Anche ieri abbiamo raccontato di un evento promosso dai viticoltori dell’Appennino toscano tutto incentrato su quest’uva internazionale (anche per fama).


Un paio di mesi fa, invece, facemmo visita a coloro che in Italia sono probabilmente i più conosciuti per un legame fra territorio, marchio e pinot nero: il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.


L’evento “Oltrepò Terra di Pinot Nero” di fine settembre a Casteggio, ci lasciò estremamente soddisfatti e con la sensazione che fosse in pieno svolgimento lo sviluppo evolutivo in qualità produttiva e comunicazione del territorio.


foto: Luisa Tolomei ©

Con piacere divulghiamo quindi oggi le novità principali che sono arrivate dal consorzio riguardo la modifica del disciplinare per la denominazione Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG.


Prima di tutto è giusto precisare che il Metodo Classico di Oltrepò è essenzialmente pinot nero ma non esclusivamente.

Detto ciò, in attesa dell’iter per l’approvazione definitiva a livello nazionale, l’Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha trovato l’accordo per la stesura definitiva di un nuovo documento ufficiale che regolamenti la produzione futura del Metodo Classico.



La modifica che istintivamente “balza all’occhio” riguarda il nome della Denominazione che diventerà semplicemente Oltrepò Metodo classico.

Variazioni meno vistose d’impatto ma certamente molto più essenziali e determinanti per il prodotto finale sono l’obbligatorietà della raccolta manuale delle uve e l’introduzione della tipologia “Riserva” con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti.


foto: Edoardo Vaccaroli – courtesy: Oltrepò terra di Pinot nero

Sul lavoro fatto, si è espressa la Presidente del Consorzio Gilda Fugazza: «Un importante passo avanti nel segno dell’unità del nostro comparto che in questi anni ha lavorato tanto per trovare soluzioni comuni, non siamo ancora perfetti ma siamo coerenti e attenti alle necessità di un mondo complesso e condizionato da tanti fattori, penso al climate change, penso alla situazione economica di incertezza generale. Questo lavoro molto tecnico è frutto di un percorso che parte da lontano, dai Tavoli dedicati alle Denominazioni e non è di fatto ancora finito».


foto: Edoardo Vaccaroli – courtesy: Oltrepò terra di Pinot nero

Anche il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese, ha guardato propositivo al futuro: «Ieri il territorio in un’Assemblea caratterizzata da un clima sereno e costruttivo, ha approvato modifiche importanti per il futuro della denominazione al vertice della piramide qualitativa dell’Oltrepò. Inizieremo subito a lavorare per dare attuazione alle richieste dei soci e poter inviare, nel più breve tempo possibile, alla Regione Lombardia la documentazione necessaria all’approvazione di Regione, Masaf e Commissione Europea».





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