Benvenuto Brunello ma non solo. Perché non provare Montalcino a tutto pasto? La nostra selezione di 35 etichette e il racconto della rinascita di novembre
Potremmo esordire con: “terminata la kermesse” oppure “congedato il lungo Benvenuto”, qualsiasi sia l’incipit gli 11 giorni inediti del Brunello a novembre hanno sicuramente lasciato il segno.
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Un “Bentornato” più che un “Benvenuto” ma, oltre i giochi verbali, la verità sta in effetti a metà: un “Bentornato” alla tradizione dando il “Benvenuto” alle tante novità.
Forte della recente indagine di Wine Intelligence che lo dichiara come il vino più conosciuto dagli italiani, il Brunello di Montalcino è finalmente e seriamente tornato a farsi assaggiare a casa sua, nel suo nuovo tempio, ma con una formula che sa di innovazione e non solo per il periodo autunnale.
courtesy: Ufficio stampa Consorzio del Brunello di Montalcino
Nuove responsabilità affidate per il contatto media con gli esterni, distribuzione degli accessi e inviti con minor pressione rispetto al passato, iniziative a cornice dell’evento che sanno di investimenti e risorse spese per puntare oltre, ben oltre, le stelle (e non solo quelle della valutazione annate).
Certo, un “Benvenuto Brunello” a novembre ha un po’ spiazzato qualcuno (aziende comprese) ma 119 produttori hanno voluto esserci a questo ritorno “col botto” che dal 19 novembre (stampa internazionale) è arrivato a ieri (per wine lovers e operatori) non dimenticando, in questa settimana lunga, le istituzioni, i freelance di tendenza e i social influencer.
E se, comunque con qualcosina ancora da aggiustare, l’organizzazione del Consorzio del Brunello di Montalcino ha abbracciato benissimo e con ospitalità davvero tutte le figure principali del vino, ecco che noi ci siamo chiesti: ma perché invece della solita selezione dei Brunello più convincenti non pensiamo a abbracciare virtualmente la tavola e tutte le portate? Perché non selezionare 35 vini “made in Montalcino” #nonsolobrunello di quelli in degustazione che potrebbero accompagnare un pasto completo (territoriale, si intende)?
Ecco che ci siamo, lo vedrete sotto, divertiti nel gioco del possibile suggerimento di quei vini che, in base al corpo, possono essere accompagnati durante tutto un pranzo o una cena “di alto livello”.
Certo, non possiamo pretendere che tutte le cene siano esclusive come quella “di gala” firmata Carlo Cracco sabato 20, però i prodotti di Montalcino, che siano Rosso, Moscadello, Brunello annata, “vigna” o riserva, aggiungono sempre un tocco di pregio alla tavola e in questo senso, questa volta, ci abbiamo lavorato sopra per voi anche con un pizzico di solleticante sfida provocatoria.
Carlo Cracco ha siglato anche la mattonella della nuova annata 2021 che sarà (“era l’ora” aggiungiamo noi) valutata nel merito dopo un anno di affinamento del vino in cantina, leggasi in occasione dell’Anteprima 2022.
courtesy: Ufficio stampa Consorzio del Brunello di Montalcino
Altra importante novità è il calice ufficiale del Consorzio. Dopo un anno di studi, ricerche e numerosi confronti fra enologi, produttori e Master of wine (qui non si sbaglia, è uno, italiano, toscano, ilcinese DOCG: il bravissimo Gabriele Gorelli), il “Graal” di Montalcino ha debuttato per questa occasione.
Un calice T-made70 realizzato da Italesse con coppa a fondo piatto e il corpo affusolato, in vetro cristallino soffiato in automatico in assenza di piombo che tende a esaltare le caratteristiche organolettiche del Brunello.
courtesy: Ufficio stampa Consorzio del Brunello di Montalcino
Fa sorridere e arrossire pensare che (rumours da giornalista curioso) qualche ospite della carta stampata abbia palesato qualche perplessità sull’effettiva riuscita del calice per l’ottima degustazione.
A me (e stavolta uso la prima persona singolare) è piaciuto molto esteticamente, credo nella massima idoneità per la valutazione in assaggio e se anche avessi avuto il minimo dubbio mi sarei ritrovato fortemente imbarazzato anche nel pensarlo dopo che, prima di realizzarlo, sono state fatte oltre 300 degustazioni test da chi il Brunello lo ha avuto nel biberon.
Ma, si sa, vuoi per darsi un tono, vuoi per motivare o affermare la propria presenza, qualcuno ancora pensa che criticare il tutto sia ancora di moda e forse l’unica maniera (in verità molto compassata) per rimanere sulla cresta dell’onda e in notizia.
Veniamo agli assaggi, abbiamo selezionato 35 campioni (massimo uno per azienda) fra:
Rosso di Montalcino 2020
Rosso di Montalcino 2019
Brunello di Montalcino 2017
Brunello di Montalcino “vigna”
Brunello di Montalcino riserva 2016
Moscadello di Montalcino
e ve li abbiamo proposti per un ipotetico abbinamento a tutto pasto.
Comprendiamoci “al volo” per non incorrere in fraintendimenti: moltissime delle etichette selezionate sono già adesso bivalenti se non addirittura tri-valenti. La scelta di suggerire un vino a una precisa portata è la volontà di metterne in luce determinate caratteristiche sensoriali particolarmente spiccate.
Non solo! Sapete bene che i Brunello giovani presentano durezze (acidità, astringenza) che col tempo si smussano e un vino adesso proposto in abbinamento su (ad esempio) un secondo piatto particolarmente strutturato, potrebbe fra 10 o 20 anni, una volta evolutosi, “baciare” appassionatamente un secondo piatto di carne non opulente.
Ci auguriamo di farvi divertire, di stuzzicare la vostra curiosità nell’assaggio e nell’abbinamento su:
antipasti
primi piatti di terra
secondi piatti strutturati
secondi piatti particolarmente strutturati
dessert
Vedrete che per alcune portate siamo andati a selezionare più tipologie di vino perché… chi può dire che un Brunello elegante non possa bagnare un primo piatto altamente espressivo? E chi può dire che un Rosso di Montalcino corposo non debba essere abbinato alla carne?
Sulla valutazione complessiva delle vendemmie nel calice, sono rimasto colpito da come la potenziale forza di un’annata 2017 sia stata generalmente ben gestita con Brunello che non mancano in giusta freschezza.
Ottima qualità e potenza contenuta soprattutto nelle selezioni delle “vigna” che davvero sintetizzano espressività e qualità di grande futuro.
Dai campioni Riserva 2016 nel complesso mi aspettavo, devo confessarlo, un frutto più protagonista ma le prerogative dell’annata stellare ci sono tutte.
Complessivamente una 2016 di eleganza dove la centralità del sapore va adesso cercata un po’ troppo ma che, al tempo stesso, dà grandi promesse di longevità con tannini prestanti di ottima fattura e prospettiva; adesso bene con piatti particolarmente ricchi, fra 10 anni potrebbe essere davvero una bomba!
Non escludo un mio lieve auto-condizionamento preventivo (nel male e nel bene), ma la sensazione all’assaggio non è stata comunque pura suggestione e, lo preciso con forza, campioni di eccellenza assoluta ne ho comunque degustati non pochi.
Per i Rosso meglio complessivamente la 2019, vuoi anche per una maggior stabilità, della 2020; difficile esprimersi perentoriamente.
Pochi Moscadello in degustazione… peccato e peccato per l’assenza (almeno nella giornata del 23) di Salvioni, Marroneto e il Vigna Loreto Mastrojanni.
Adesso la “selezione a tutto pasto”, un’etichetta per ogni azienda, in estrema sintesi e… in ordine di tipologia.
agli antipasti (dai salumi della tradizione ai crostini)
Rosso di Montalcino 2019 Agostina Pieri
Immediato al naso a cui ricorda la melagrana, il lampone e la magnolia. Brioso e pimpante, si perde un po’ nei secondi però è decisamente buono e proprio ben abbinabile
Rosso di Montalcino La Fornace 2019
Dal porpora accattivante esce un liquido freschissimo, di ribes, arancia ed erbe. Divertente, né snello né muscolare, per antipasti strutturati
Rosso di Montalcino 2019 Renieri
Delicatezza espressiva, petali di rosa inebrianti e percorso succoso estremamente bevibile.
Rosso di Montalcino 2020 Casisano
Se cercate un Rosso da veri assetati, potreste trovare tutto qui: pompelmo rosa, prugna fresca e anice. Corpo ben delineato e sorso da replicare in breve tempo
Rosso di Montalcino 2020 Scopetone
Polpa di arancia chiara e lampone in un vino che conquista con il suo brio e la scioltezza del suo sapore.
ai primi piatti di terra
Rosso di Montalcino 2020 Capanne Ricci
All’occhio intriga, è agile ma già di buon estratto. Prodotto di estrema qualità, uno dei migliori della categoria. Mandarino, peonia e finale di ciliegia lo fanno un rosso più indicato per primo piatto
Rosso di Montalcino Rossofonte 2019 Ciacci Piccolomini di Aragona
Un forte concentrato di territorio che passa dal fiore alla spezia ma soprattutto marasca. Se la porta dietro con importante persistenza e finale piccante
Rosso di Montalcino Collemattoni 2019
Altro grande vino, dalla semitrasparenza esce fresca ciliegia con eleganza davvero ragguardevole. Perché ci sono Rosso che sono vini di assoluta eccellenza. A litri…
Rosso di Montalcino Ciampoleto 2019 Tenuta San Giorgio
Rubino trasparente che da lavanda e susina vira verso il balsamico e la gianduja. Tannini a sostegno di una buona persistenza di sapori, vino senza sbavature.
Brunello di Montalcino 2017 Casanova di Neri
E’ un vino che ovviamente sostiene anche altro, ma la sua delicatezza felpata con fiori che escono continuamente e finalino piccante ce lo fa suggerire anche per primi particolarmente ricchi. Persistente e di egregia fattura
Brunello di Montalcino “Canalicchio di Sopra” 2017 Canalicchio di Sopra
Esponente della Montalcino più elegante, soave e bivalente su primi e secondi ma a noi piace immaginare che anche un Brunello “vigna selezionata” possa con la sua sapidità, i suoi tannini ben inseriti su aromi lunghi di erbe e ciliegia, bagnare della pasta al ragu e arricchirla con un finale pepato
Perché non provare un Rosso su un maiale al forno? Troppo? Questo ha tannini incisivi, struttura di rispetto e sapore centrale di frutta che lo rende saporito e proponibile
Brunello di Montalcino 2017 Le Macioche famiglia Cotarella
E’ succoso, le durezze di pregio riescono a spingerlo oltre la media qualitativa con tannini davvero ben deineati e finale sapido di pepe rosa
Brunello di Montalcino 2017 – Mastrojanni
Cassis, mammola e spezie: non pecca in niente con gestione altamente oculata dell’acidità. Compromesso gustoso che piace a tutti
Brunello di Montalcino 2017 Pian delle Vigne
Carezza olfattiva che ti immerge in complessità aromatica di fragola, liquirizia, amarena e tabacco. Uno splendido esemplare che riesce comunque a trattenere un carattere caldo. E poi ha un lungo finale balsamico, mamma mia…
Brunello di Montalcino “La Casa” 2017Caparzo
Esemplare concentrato olfattivo di frutta e fiori, la persistenza è buona senza eccedere ma l’arma assolutamente vincente è l’estrema squisitezza dal finale salino, che succo!
Brunello di Montalcino “Progetto Prime donne” 2017Donatella Cinelli Colombini
Come sempre delizioso e profumato, ammaliante e forse fin troppo educato e pronto. Glicine, tabacco e incenso che escono soavemente da un corpo con tannini esemplari
Brunello di Montalcino “Ugolaia” 2016 Lisini
Amarena e pansé che ti immergono nel suo abbraccio tendenzialmente caldo ma di grande sciccheria. E’ un 2016, già più bilanciato rispetto agli altri di categoria “vigna”. Da carni alla brace a stufati, farebbe divertire in abbinamento su tutto.
Brunello di Montalcino “Le Pope” 2017 Verbena
Sprizzi di mora e petali rossi con tocco balsamico e di noce moscata; al palato è davvero buono e rimane per quanto desiderato. Una bella sorpresa.
Brunello di Montalcino ris 2015 Col d’Orcia
Impatto minerale e sanguigno che non sottomette amarena e spezie, scende con estremo equilibrio e piacevolezza d’insieme. Un 2015 più maturo in classe ma per niente pesante.
Brunello di Montalcino ris 2016 Capanna
Come i suoi fratelli maggiori di casa, ha l’animo distinto, mai aggressivo ma di contenuto espressivo. Cassis, fragola e agrumi liberano spezie dolci su un finale dove tannini didascalici cercano di contenere un finale fin troppo caldo.
Brunello di Montalcino ris 2016 Poggio di Sotto
Luminosissimo, intriga con ribes, lampone e cola per poi saziarti con grande espressività senza pesantezza. Un Riserva del genere lo inseriamo qui per rimarcarne la fluidità per ma è chiaro che reggerebbe benissimo anche un secondo di cinghiale.
ai secondi piatti particolarmente strutturati
Brunello di Montalcino 2017 Roberto Cipresso
Si esprime al naso da Sangiovese vero e senza fronzoli ed è in bocca che entusiasma: trama tannica marcante ma di fattura prestigiosa che schiocca pulitissima e adesso cinge ovviamente con aromi di tamarindo e arancia amara il percorso gustativo. Però è lungo, strutturato e altamente promettente. Ora benissimo anche sul salmì.
Brunello di Montalcino “Filo di Seta” 2017 Castello Romitorio
Denso corredo di frutta rossa con petali di mammola e cacao. La magistrale componente fenolica gestisce un estratto di qualità con rinfrescante finale di ciliegia un pizzico meno duraturo del solito.
Brunello di Montalcino “Fiore del vento” 2017 Corte Pavone
Vino di spessore, marasca matura e fragoline di bosco a volontà che si adagiano su lillà e bacche di ginepro. Importante grip al palato ma non preoccupa: adesso è da abbinamento a fagiano in umido, fra vent’anni sarà strepitoso da solo e poi… chi vivrà… avrà tempo di assaggiarne ancora. Best in category
Brunello di Montalcino “Carillon” 2017 La Togata
Di stile tradizionale, toscano sincero e diretto, di freschezza esemplare e buonissima persistenza sapida che sul finale rimanda aromi di rosa appassita, humus e visciola
Brunello di Montalcino “Vignavecchia” 2017 San Polo
Austero fin dai primi respiri, sa di erbe, terra bagnata e amarena che porta a lungo con sé spinti da un alcol corroborante. La maglia tannica pare fermarlo in anticipo ma è solamente un’impressione data dalla sua giovinezza
Brunello di Montalcino ris 2016 Franco Pacenti
Mirtillo di impatto, poi si distende su carruba e agrume. Ha durezze in primo piano, leggermente prosciugante ma si scioglierà col tempo. per ora benissimo su stufato di vitello ai funghi
Brunello di Montalcino ris 2016 Pietroso
Il più completo Riserva della sessione. Luce ammaliante, esordio olfattivo di amarena, poi inebria di violetta, té verde, spezie dolci e carne. Si declina magistralmente al palato, un percorso coerente che non smarrisce mai il suo corredo aromatico e lo fa con entusiasmante freschezza e tannini innestati al micron con finale lunghissimo e saporito. Che Brunello!
Brunello di Montalcino ris “Duelecci est” 2016 Tenuta di Sesta
Lo guardi nella sua concentrazione cromatica e già te lo aspetti così: succo denso che ricorda il mirtillo, cioccolato, malva ed eucalipto. In cerca ancora del perfetto equilibrio, colpisce la sua sapidità fino all’umami. Cavallo di razza
Brunello di Montalcino ris “Vigna Soccorso” 2016 Tiezzi
Sempre entusiasmante, apre di mora e durone, va su fiordaliso e menta, torna su frutta, cacao, cardamomo e liquirizia che riporta anche sul finale incessante accompagnato da tannini espressivi che vanno a bilanciare egregiamente l’alcol
Brunello di Montalcino ris 2016 Uccelliera
Esce dal calice complesso con profumi che spaziano dalla frutta al pepe rosa, dal mirto all’agapanto e legno di cedro. In bocca è polposo di perseveranza encomiabile con astringenza percettibile ma di qualità.
e per dei biscotti o una torta alla crema…
Moscadello di Montalcino “Florus” 2018 Banfi
Le note di cedro e limone candito smorzano una dolcezza di insieme da cui emergono i sentori di zagara, nocciola, miele d’acacia e spezie. Appagante in equilibrio e persistenza
Moscadello di Montalcino 2016 La Poderina
Brillante liquido simil-oro che sa di noce, albicocca, pesca in confettura e ginger. Non appiccica e scivola bene riportando sensazioni di erbe con superba lunghezza
Moscadello di Montalcino 2015 Mocali
Eccitante luce che apre ai profumi di mandarino, salvia, ortica e pera cotta. La dolcezza è presente ma ben contrastata da durezze espressive. Costante e continuo nei sapori
Un’ottima rassegna, una bella ripartenza. Volendo per forza sintetizzare…
Best in show
Rosso di Montalcino 2020 Capanne Ricci
Rosso di Montalcino 2019 Collemattoni
Brunello di Montalcino 2017 Pian delle Vigne
Brunello di Montalcino “Fiore del vento” 2017 Corte Pavone
Chiudiamo con l’assegnazione del Leccio d’Oro, il riconoscimento che dal 1994 premia i ristoranti e le enoteche nazionali ed estere con una wine list particolarmente rappresentativa dei vini espressione di Montalcino, a partire proprio dal Brunello. Ecco i vincitori:
Ristorante estero: Casa Matta (Oslo, Norvegia)
Ristorante italiano: La Trattoria Enrico Bartolini (Castiglione della Pescaia)
Osteria: Caffè Dante Bistrot (Verona)
Enoteca internazionale: Vini e Capricci by Abraham’s (Xeuchia, Malta)
Enoteca italiana: Antico Vinaio (Cernusco sul Naviglio)
Paolo Bini è giornalista iscritto all’Albo Pubblicisti; si è laureato in Informatica all’Università degli Studi di Firenze, città dove è nato nel 1971. L’amore per la storia, il gusto e la cultura enoica toscana lo portarono, a fine anni ʼ90, a intraprendere percorsi verso la conoscenza del vino. Oggi è sommelier professionista, degustatore ufficiale e relatore per Associazione Italiana Sommelier per cui svolge docenza ai corsi toscani e fuori regione per la formazione dei futuri sommelier AIS. Scrive e collabora per riviste generaliste e di settore, è anche chocolate taster per Compagnia del Cioccolato, assaggiatore e relatore per ANAG, l’associazione italiana vicina al mondo dei distillati. Curatore editoriale per spiritoitaliano.net.