
aspettative del biodinamico italiano
La Legge 23 non ha spento le speranze dell’agricoltura biodinamica. Il MiPAAF non chiude le porte a nuove iniziative per sostenere oltre 4500 imprenditori italiani
Chiuso un capitolo, il libro del “bio” ci riserverà ancora pagine con nuovi racconti fatti di dibattiti e decisioni.
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La Legge 23 del 9 marzo 2022 ha concluso l’iter del DDL 988 che, se ben ricordate, all’ultimo tuffo mise su 2 piani diversi e distinti l’agricoltura biologica e l’agricoltura biodinamica.
Seguimmo settimane fa tutta l’evoluzione della questione fino al brivido finale. Oggi ci preme “voltare pagina” e capire ciò che sarà scritto nel prossimo futuro in merito alla coltivazione che rispetta metodi di sostenibilità ambientale.

“A capo, lettera maiuscola”: un bel punto di partenza lo ha dato il convegno “È l’ora dell’agricoltura Bio – Una risorsa strategica per uscire dalle crisi” organizzato dalle “associazioni del bio” (Aiab, Assobio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FederBio) a cui ha preso parte anche il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli.
E proprio alcune parole del Ministro hanno generato qualche inevitabile strascico di polemica biologico vs biodinamico e, magari, qualche provvedimento futuro parzialmente riparatorio a favore di chi è rimasto penalizzato dalla Legge 23

Diciamo subito che l’Italia è uno dei Paesi che più si adopera per coltivare “bio” (primo mercato) ma che per il consumo rimane leggermente indietro rispetto ad altre realtà europee (i francesi e i tedeschi spendono 3 volte tanto gli italiani per gli alimenti da agricoltura biologica.
Ripercorrendo quanto accaduto in questo ultimo anno, Patuanelli ha confessato : «giravo le linee guida per la vinificazione biodinamica di Demeter e dicevo: “Trovatemi qui dentro qualcosa che non abbia una forte attinenza scientifica con le sane pratiche della terra che ci tramandiamo da centinaia di anni, ditemi cosa c’è qui dentro di esoterico. Non c’è nulla nulla“».
E ancora di aver assistito a: «Un dibattito forzato, forzoso, scorretto in cui dico serenamente che i media hanno fatto una parte che non ha certamente aiutato la pura informazione, non virtuosa C’è stato un momento in cui non si poteva parlare, replicare e lo dico da Ministro della Repubblica»

Commenta Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica «Siamo usciti da un “pestaggio” ma in realtà perdo e stravinco. Il biodinamico è fonte di “biologico e qualcos’altro” così come dicono in Francia ParisAgriTech e l’istituto Inrae. I media ci hanno dipinto come non siamo»
«Abbiamo taciuto in questi ultimi mesi per non “offrire il fianco” ma faccio appello al Ministro: chiedo impegno per il supporto alla ricerca e alla comunicazione per “saldare” quella sorta di debito verso i produttori biodinamici virtuosi»
Triarco cita i dati dello stesso MiPAAF: sono 4.500 gli imprenditori biodinamici in Italia, con una media di 19 dipendenti per azienda, contro la media nazionale di 2. «Decine di migliaia di lavoratori che sono stati esposti a rischio. Noi oggi vendiamo all’estero ma abbiamo avuto una chiusura nel mercato italiano, perché lo stigma dei topi morti sul cibo francamente è uno stigma pesante».

Video integrale del convegno sul canale YT Federbio, sul prossimo “bio”-capitolo vi terremo aggiornati noi.
fonte: Federbio
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